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Poichè ho trovato molto giuste le obiezioni di Anna alla risposta della
Nestlè alla mia mail, ho mandato una nuova mail alla Nestlè chiedendo perchè
continuino a pretendere un risarcimento dal governo etiope, se poi, come
hanno detto, devolveranno tutto in iniziative contro la carestia in Etiopia,
e se non fosse migliore annullare il debito a condizione che il governo
etiope stanzi una pari cifra per risolvere lo stesso problema; in questo
modo la stessa Nestlè eviterebbe di impelagarsi in cause legali di certo
molto dispendiose... oggi mi è arrivata la risposta dell'ufficio stampa
della Nestlè ..... è LA STESSA CHE MI HANNO INVIATO ALL'INIZIO (ve la
allego in fondo). Questo dimostra che non hanno neanche letto la seconda
mail che ho inviato, e forse nemmeno la prima; è possibile che abbiano un
sistema di risposta automatico, non so, magari programmato per rispondere
alle mail contenenti le parole "Etiopia", "risarcimento" ...... non so se
questo è possibile, me lo dovrebbero dire gli amici informatici (Luca?
;-) ).
é anche possibile che, essendo una grande azienda, abbiano fatto ricorso ad
un simile stratagemma perchè impossibilitati "fisicamente" a rispondere alle
molte mail che gli arrivano...
Comunque sia, VI INVITO A FARE LA PROVA: inviate un messaggio a
UfficioStampa@??? chiedendo spiegazioni sul caso Etiopia o
formulando la stessa domanda che gli ho fatto io (perchè non annullare il
debito a condizione che l'Etiopia investa i soldi contro la carestia?); se
vi arriveranno sempre le stesse risposte... bè intanto cominciamo col dirlo
in giro!
ciao
Roberto
Risposta della Nestlè (uguale alla prima):
Grazie per averci contattato,
in risposta al suo messaggio le inoltriamo la posizione di Nestlé in
relazione al caso Etiopia.
<<...OLE_Obj...>>
NESTLÉ DESTINA I PROVENTI DEL RISARCIMENTO
IN SOCCORSO DELLA CARESTIA IN ETIOPIA
Vevey, 22 gennaio 2003 - Le trattative di risarcimento tra le autorità
etiopi e Nestlé Germania, sotto l'auspicio di MIGA (Multilateral Investment
Guarantee Agency) della Banca Mondiale, sono in via di risoluzione.
Il 15 gennaio Nestlé Germania ha comunicato a MIGA l'approvazione
dell'offerta di circa 1,5 milioni di dollari a titolo di risarcimento per
l'azienda di sua proprietà, confiscata da un precedente regime e venduta
successivamente dal Governo ad un investitore privato nel 1998.
Come preannunciato dal CEO Peter Brabeck-Letmathe, Nestlé non è interessata
a riscuotere denaro da un Paese che si trova ad affrontare un periodo di
carestia; ha deciso, quindi, di destinare immediatamente i proventi del
risarcimento all'obiettivo di alleviare la fame della popolazione etiope.
Indipendentemente dalla richiesta, Nestlé sta esplorando altri modi per
fornire assistenza alla soluzione del problema della carestia in Etiopia.
Infatti, una delegazione di alti dirigenti Nestlé si trova in questi giorni
in Etiopia per individuare, insieme con il Governo e le organizzazioni
umanitarie, altre possibili modalità di aiuto.
Nel 1975, il Governo etiope in carica espropriò tutte le aziende a
partecipazione straniera. Tra queste era annoverata ELIDCO (Ethiopian
Livestock Development Company), di cui il Gruppo Schweisfurth (Germania)
possedeva la partecipazione di maggioranza. Le trattative con la Commissione
etiope per l'Indennizzo iniziarono nel 1978. Nell'agosto del 1998, ELIDCO fu
venduta dal Governo etiope a una società locale privata per l'importo di
8,73 milioni di dollari.
Nestlé acquisì il Gruppo Schweisfurth nel 1986 e, in qualità di successore
legale, ereditò anche la richiesta di risarcimento nei confronti del Governo
etiope. Nel 2001, le autorità locali decisero di risolvere la controversia
con l'aiuto di MIGA, al fine di trovare il modo di attirare in Etiopia nuovi
investimenti stranieri.
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