[Cerchio] Fw: Fwd:nuovo numero di Del mondo kurdo

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Auteur: matilde
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Subject: Fwd:nuovo numero di Del mondo kurdo



Del mondo kurdo n. 16

A cura dell'Ufficio d'Informazione del Kurdistan in Italia - Via Quintino
Sella 41, 00187 Roma

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252



I kurdi da ogni parte del mondo dicono: "DATECI INFORMAZIONI SULLE
CONDIZIONI DEL NOSTRO PRESIDENTE, non sappiamo che cosa gli è successo! Sono
ormai otto settimane che non lo si incontra, la situazione si fa
pericolosa". - UIKI, 22/01/03

La tensione è sempre più alta, i kurdi e le kurde scendono in piazza in ogni
parte del mondo, la situazione si fa pericolosa, non ci sono notizie sulla
vita del Presidente Ocalan. Non si tratta più soltanto di isolamento, da
otto settimane ormai non si hanno più contatti con il presidente Ocalan,
neanche oggi avvocati e famigliari hanno potuto incontrarlo. "Non sappiamo
come il presidente Ocalan sta, in che condizioni di salute si trova,
chiediamo che il silenzio che ne avvolge le sorti sia finalmente rotto.
Vogliamo sapere in che condizioni si trova!", gridano i kurdi. Da otto
settimane per ragioni pretestuose (cattive condizioni meteorologiche)
nessuno può arrivare all'isola carcere in cui il presidente Ocalan è
detenuto, non c'è la volontà di trovare una soluzione a questa inaccettabile
situazione. Non è stato possibile modificare il giorno delle visite, non è
stato possibile ottenere una revisione del mezzo di trasporto, non c'è la
volontà di rendere possibile l'incontro fra Ocalan e il mondo esterno.
Chiediamo accoratamente all'opinione pubblica italiana, alle associazioni
italiane, alle istituzione e al governo italiano di fare qualcosa per
garantire al popolo kurdo che il presidente Ocalan si trova in buone
condizioni di salute e che finalmente gli avvocati e i famigliari possano
incontrarlo.

               "Non vogliamo tensioni e conflitti" - KurdishObserver, 20
gennaio 2003


L'isolamento del Presidente del KADEK, Abdullah Ocalan, sta provocando una
serie di reazioni sia nel mondo politico e civile kurdo che in quello turco.
Un'ansia aggravata dal recente scontro a fuoco avvenuto nei pressi di Lice
tra le Forze di Difesa Popolare e l'esercito turco, nell'ambito di una più
ampia operazione militare di pulizia dell'area in vista della guerra.
Preoccupazione è stata espressa anche dal Presidente del DEHAP Mehmet
Abbasoglu che ha sottolineato come la tensione tra la popolazione stia
sfociando in una serie di manifestazioni, come quelle recenti di Diyarbakir,
e che si fanno sempre più decise e insistenti. Il vice Presidente
dell'HADEP, Ahmet Turan Demir ha rilevato i collegamenti tra un possibile
attacco all'Iraq e l'esplodere della tensione sociale in Turchia: "La gente
si aspetta democrazia. Il governo dovrebbe dare seguito alle sue promesse,
abolire l'isolamento e i trattamenti degradanti nelle prigioni turche". Il
Presidente provinciale dell'EMEP, Gani Alkan, ha detto che la Turchia deve
assolutamente evitare di ripiombare nel conflitto armato, situazione nella
quale si è trovata per oltre 15 anni. Il vice Presidente provinciale
dell'AKP di Diyarbakir, Ihsan Arslan ha dato, invece, forza all'ipotesi di
provocatori e cospiratori che stanno agendo nell'ombra, invitando le parti a
non cedere alle provocazioni e dare al governo una chance di risolvere i
problemi. Infine, il Presidente dello IHD della Provincia di Diyarbakir,
Selahattin Demirtas, ha detto che nel paese non ci sono stati problemi per
un lungo periodo e che, per mantenere la pace non ci dovrà essere nessun
conflitto.


Con 500 avvocati a Strasburgo per difendere Ocalan Kurdish Observer, 20
gennaio 2003

Intervenendo alla tavola rotonda "Isolamento e metodi antidemocratici"
organizzata dal Dehap della Provincia di Adana, Mahmut Sakar, uno degli
avvocati facenti parte del collegio difensivo del Presidente del KADEK,
Abdullah Ocalan, ha affermato che l'isolamento è una pratica illegale che ha
lo scopo, politico, di controllare sia la mente che il corpo degli
oppositori. Sakar ha ricordato che la Prigione di Imrali, concepito come
carcere per l'isolamento, è stata riaperta appositamente per accogliere
Ocalan e che la sua condizione di detenzione è lo specchio di un paese che
affronta delle difficoltà allo sviluppo di una democrazia interna rigettando
le proposte di Ocalan che, invece, puntando sullo sviluppo di una Repubblica
democratica, rappresenterebbero la vera soluzione. Nel corso della tavola
rotonda altri due avvocati del Presidente del KADEK, Firat Aydinkaya e
Mehmet Ayata, hanno affermato che, qualora nel corso della corrente
settimana, non sia consentita la prevista visita settimanale al loro
assistito, essi saranno pronti a consegnare alla Corte Europea per i Diritti
Umani una petizione sottoscritta da 500 avvocati.



Anche il "Blocco per la pace, la democrazia e il lavoro" si fa sentire
Kurdish Observer, 11/01/03

I leader dei partiti costituenti il Blocco delle sinistre che si è
presentato alle ultime elezioni in Turchia ha tenuto una conferenza stampa
per denunciare le condizioni carcerarie del Presidente del KADEK, Abdullah
Ocalan. Alla Conferenza stampa hanno preso parte i leaders del DEHAP, Mehmet
Abbasoglu, dell'EMEP Levent Tuzel, il vice Presidente dell'HADEP Ahmet Turam
Demir e il Presidente dello SDP Akin Birdal. I portavoce dei partiti hanno
espresso il pensiero comune che l'accanimento dello Stato verso Ocalan
rappresenta una grave minaccia alla pace e un ostacolo alla
democratizzazione del paese. Birdal, parlando a nome di tutto il Blocco, ha
detto che è intenzione di tutte le componenti della coalizione di aumentare
l'unità interna e di opporsi, con decisione alla guerra, alla quale la
Turchia sembra pronta a collaborare. Birdal ha detto che il Blocco è pronto
ad incontrare il governo per chiedergli di rivedere la sua politica di
isolamento nei confronti di Ocalan e di rivedere l'istituzione delle
prigioni tipo F.



Continua la protesta nelle prigioni tipo-F TDN, 23 gennaio 2003

Mercoledì scorso si sono svolte delle proteste dinnanzi al carcere di
massima sicurezza tipo-F di Ankara. Le proteste sono state organizzate dalla
TUHAD (Associazione di solidarietà con i prigionieri e le loro famiglie) che
ha denunciato il fatto che i programmi di riforma democratica promossi dal
nuovo governo dello AKP non riguardano la riforma delle carceri. Sempre
secondo la TUHAD le celle singole tipo-F consentono un maggiore controllo
sul detenuto aumentando la repressione. Alla manifestazione della TUHAD ha
fatto seguito una conferenza stampa promossa dalle donne del DEHAP che ha
chiesto al governo di abbandonare la guerra, la violenza politica e la
repressione nelle carceri. Sino ad ora (dati della TUHAD) sono morti nelle
celle, a causa dello sciopero della fame 104 persone mentre oltre 500 sono
rimaste gravemente invalide.

         Il Ministro della giustizia: non ci sono ostacoli per la
candidatura di Erdogan. AFP, 26/01/03


Il capo del partito al governo in Turchia, Recep Tayyp Erdogan, non
incontrerà ostacoli a presentarsi alla tornata elettorale del 9 marzo, dove
in una piccola provincia del sud-est, Siirt, si procederà a nuove elezioni,
ha detto Cemil Cicek, il Ministro della Giustizia. Erdogan che ostacolato
nel prendere parte alla tornata elettorale del 3 novembre scorso, a causa di
impedimenti legali, aspira oggi ad aggiudicarsi un seggio in Parlamento e
quindi a diventare premier. "Sarà chiaro nei prossimi giorni se potrà o meno
candidarsi, ma non ci sono ostacoli costituzionali, né d'altro genere" ha
detto Cicek in un'intervista su CNN-Turk. L'AKP, che controlla i due terzi
del Parlamento ha già gettato le basi attraverso alcuni emendamenti
legislativi affinché il leader possa concorrere alle prossime elezioni. Le
affermazioni di Cicek contraddicono però le recenti affermazioni del
procuratore capo, che ha detto che Erdogan non potrà presentarsi alle
elezioni di Siirt perché anche se saranno nuove elezioni, i partiti non
potranno presentarsi con altri candidati rispetto alla volta scorsa.
Nonostante i dubbi sul suo futuro politico, Erdogan si è comportato come
fosse un primo Ministro in attesa, ha infatti visitato l'Europa, gli Stati
Uniti e la Cina dove è stato trattato con i guanti.



Il KADEK: le notizie che circolano sono provocazioni. Kurdish Observer, 26
gennaio 2003

Il KADEK ha dichiarato attraverso l'agenzia stampa MHA (Mezopotamia Haber
Ajansi) che mentre gli Stati Uniti si preparano ad attaccare l'Iraq, lo
stato turco e i media stanno intensificando i loro tentativi di provocazione
per mezzo di notizie speculative che circolano proprio sui media nazionali.
Il Consiglio di Presidenza del KADEK ha sottolineato che le forze della
regione stanno cercando di delineare nell'immaginario collettivo un clima
anti-kurdo paventando l'ipotesi di "un'alleanza fra gli Stati Uniti e il
KADEK". Il Consiglio di Presidenza dichiara che quanto riferito non ha
ragione d'essere. Quello che per i turchi più conta è che tutti siano
determinati a non creare alcuna realtà kurda in Medioriente dopo il
conflitto. E, mentre cercano di fare l'impossibile con Iran, Siria, Egitto,
Arabia Saudita e Giordania per evitare il conflitto, lavorano a
neutralizzare i kurdi. Gli USA, il PDK e il PUK stanno usando un'immaginaria
alleanza tra KADEK e USA per fare pressioni sulla Turchia affinché venga
concesso l'uso del territorio turco per la guerra. In tempi in cui il
Presidente Ocalan sta vivendo gravi condizioni di isolamento e si teme per
la sua incolumità, ci sono attacchi contro le forze del KADEK, tenendo ben
presente che provocazioni del genere aumenteranno, il KADEK si adopererà ad
essere sempre più prudente. Il KADEK farà ogni sforzo per la pace, affinché
provocazioni del genere siano inefficaci".

         L'ambasciata USA di Ankara nega collegamenti col PKK/KADEK  TDN, 23
gennaio 2003


Per il secondo giorno consecutivo l'Ambasciata degli USA in Turchia ha
negato qualsiasi contatto col PKK/KADEK. La smentita statunitense, diffusa
tramite comunicato, ha fatto seguito all'accusa rivolta dallo Stato Maggiore
Turco (in particolare dal Generale Hilmi Ozkoz) su contati che sarebbero
intercorsi tra dei rappresentanti del KADEK e il Generale Myers nel corso
della sua recente visita ad Ankara. L'accusa è stata anche riportata dal
quotidiano Milliyet.



La Turchia adotta nuove riforme orientate all'Unione Europea AFP, 23
gennaio 2002

Il Parlamento turco ha adottato una serie di riforme intese all'adeguamento
dei criteri d'entrata all'UE, con l'intento di gettare le fondamenta per il
possibile nuovo processo ai parlamentari imprigionati per separatismo. Le
riforme sono intese a permettere un giudizio d'appello, così da portare il
paese in linea con le norme europee, ha detto al Parlamento il Ministro
della Giustizia Cemil Cicek. Già la Corte europea per i diritti umani aveva
giudicato ingiusto il processo svoltosi in Turchia e aveva ripetutamente
chiesto il loro rilascio. Il Commissario dell'UE per l'allargamento, Guenter
Verheugen ha detto che la Turchia "ancora ha molto lavoro da fare per
assicurare la protezione dei diritti umani fondamentali".



La Turchia promette la fine delle violazioni dei diritti umani
KurdishObserver, 21 gennaio 2003

Il vice Presidente e fondatore dello AKP Murat Mercan ha affermato che
quest'anno in Turchia non ci saranno casi di torture, comportamenti
scorretti della polizia e violazione dei diritti umani. Mercan ha detto che
lo AKP è andato al governo promettendo il rispetto dei Criteri per
l'adesione alla Unione Europea e che il suo partito muoverà la Turchia verso
maggiore democrazia, libertà e stabilità. Mercan non ha mancato di rilevare
le difficoltà presenti nel riuscire a controllare efficacemente il
comportamento della polizia promettendo comunque che in caso di accertamento
di violazioni la giustizia si metterà in funzione per reprimerli. La
Commissione europea ha accertato ed evidenziato, lo scorso anno, che in
Turchia si sono realizzati "alcuni progressi" nel rispetto dei diritti umani
fondamentali. Al vertice di Copenaghen dello scorso dicembre, i leader
europei hanno deciso di fissare la data di adesione della Turchia nella UE
sulla base del rapporto della Commissione che sarà diffuso nel 2004, anche
se Mercan ha affermato la sua volontà di anticipare i tempi al 2003. La
Commissione, nonostante i comunque timidi apprezzamenti rivolti alla
Turchia, non ha mancato di rilevare la centralità di alcune questioni che
ancora rappresentano un blocco per lo sviluppo della democrazia: "i diritti
linguistici delle minoranze in Turchia, l'applicazione delle norme della
Corte Europea di Giustizia, la questione di Cipro, il ruolo dell'esercito
nel Consiglio per la Sicurezza Nazionale".



Una nuova organizzazione per le donne kurde del sud Kurdish Observer, 11
gennaio 2003

Le donne del Kurdistan meridionale hanno creato una nuova organizzazione
nominata "Movimento delle donne del Kurdistan per la libertà". Il movimento,
che ha come suo obiettivo principale la liberazione e l'emancipazione della
donna, è stato fondato lo scorso dicembre quando si è tenuto il suo
Congresso costitutivo. L'obiettivo ultimo del movimento è quello di
distruggere il maschilismo e i retaggi religiosi ancora molto forti nel
Kurdistan del sud e in Iraq.



Rinviato il processo dei 13 che fecero entrare Ocalan in Grecia AFP, 8
gennaio 2002

Mercoledì scorso una Corte giudiziaria di Atene ha rinviato il processo a
carico di 13 greci e kurdi accusati di aver favorito l'ingresso illegale di
Ocalan in territorio ellenico. Non è stata ancora decisa la data di apertura
del processo che vede indagato anche Ocalan per immigrazione clandestina.
Agli accusati, tra i quali spicca la figura dell'ex ammiraglio Antonis
Naxakis è stata contestata l'accusa di aver tenuto una condotta in grado di
mettere in pericolo le relazioni internazionali del paese.



Il KADEK aspetta che il governo si muova per chiarire la condizione di
Ocalan MHA, 8/01/03

Mustafa Karayilan, del Consiglio di Presidenza del KADEK, ha chiesto alle
organizzazioni internazionali di intervenire sull'isolamento del Presidente
Ocalan. In una dichiarazione rilasciata alla stampa Karayilan ha affermato
che l'arresto di Ocalan e la sua detenzione sono strumentalizzate dal
governo turco ed utilizzate come moneta di scambio con gli Stati Uniti nella
delicata situazione internazionale che si sta creando. Karayilan ha
affermato di aspettarsi, da parte dello Stato turco, il rilascio di una
dichiarazione che chiarisca le condizioni di Ocalan che, attualmente, sono
al di sotto degli standard minimi di rispetto dei diritti umani. Karaylan ha
affermato che se le cose non dovessero cambiare nell'arco di pochissimi
giorni il popolo kurdo farà sentire la sua voce con forza sempre maggiore.



Dimostrazioni a Taksim per Ocalan Kurdish Observer, 31 dicembre 2002

Centinaia di persone dell'HADEP (Partito democratico del popolo) e
dell'Associazione turca per i diritti umani hanno organizzato una conferenza
stampa, ad Istanbul, per manifestare la loro protesta contro le condizioni
carcerarie del Presidente del KADEK Abdullah Ocalan. Alla conferenza stampa
hanno preso parte il Presidente dell'Hadep della Provincia di Istanbul,
Dogan Erbas, la vice Presidente dell'IHD Eren Keskin, la Presidentessa
dell'IHD di Istanbul Aysel Tugluk ed altri importanti esponenti delle due
organizzazioni. Aysel Tugluk ha voluto sottolineare, nel suo intervento, che
Ocalan si trova in isolamento da oramai 4 anni, situazione aggravata dalla
reclusione nell'Isola carcere di Imrali, che le condizioni di Ocalan stanno
peggiorando gradualmente e che, in pratica, gli viene negato il diritto alla
difesa essendogli impedita la comunicazione con i suoi avvocati.
Parallelamente alla Conferenza stampa di Istanbul, un gruppo di giovani ha
organizzato una manifestazione ad Ankara per chiedere al Ministero della
giustizia e alla Commissione parlamentare per i diritti umani di abbandonare
la politica dell'isolamento decisa nei confronti di Ocalan e per protestare
contro la sempre più probabile guerra in Iraq.



Continua l'afflusso di truppe turche nell'Iraq del nord Arabic News, 31
December 2002

Il quotidiano turco Hurriyet ha reso noto ieri che la penetrazione militare
turca nel nord dell'Iraq prosegue, attraverso la zona di confine di Habour:
100 veicoli militari armati hanno attraversato il posto di frontiera sabato
scorso, in aggiunta ai vari tipi di unità militari armate, nel quadro dei
preparativi per un'operazione bellica contro l'Iraq. Il quotidiano precisa
che le forze armate turche hanno completato il ridispiegamento dei loro
carri armati e che il numero di aerei militarmente equipaggiati è cresciuto
negli ultimi giorni, specialmente nelle due basi aeree di Diyarbakir e
Batman in aggiunta alle esercitazioni che si stanno tenendo nella base aerea
di Incerlik.



La lotta dei kurdi di Turchia per diffondere la loro voce Kurdish Observer,
26 dicembre 2002

Dopo decenni di silenzio di Stato i kurdi hanno adesso la possibilità di
diffondere la loro lingua, la loro televisione e la loro radio in Turchia ma
la lotta per la libertà di espressione non è ancora vinta. Circa Quattro
mesi fa la Turchia, speranzosa di entrare in Europa, annunciò la sua
decisione di garantire il diritto ai kurdi di utilizzare la propria lingua
nelle comunicazioni dopo che, per anni, la diffusione di notizie ed
informazioni in kurdo era stata considerata come uno strumento politico teso
a indebolire l'unità del paese. La revisione legislativa è comunque apparsa
sulle gazzette ufficiali del paese solo la settimana scorsa e i programmi
stessi da mandare in onda non sono stati ancora preparati. Per Hasan Kaya,
direttore dell'Istituto kurdo di Istanbul, è chiaro che si tratta di una
scelta dettata da condizioni esterne alla quale la Turchia avrebbe
volentieri rinunciato. La nuova normativa sulle comunicazioni è regolata
dall'Alto Comitato per la Radio e la Televisione (RTUK) e prevede il diritto
a 45 minuti giornaliere di trasmissione in lingua kurda per un massimo di 4
ore per settimana mentre via radio l'autorizzazione permette la diffusione
di una programmazione giornaliera di 30 minuti per un massimo di 2 ore per
settimana. La programmazione radio dovrà essere seguita da una eguale
programmazione tradotta in turco mentre i programmi televisivi dovranno
essere sottotitolati in turco parola per parola. Le trasmissione televisive
saranno permesse solo sul canale pubblico TRT. Kaya ha espresso dei dubbi
sulle evidenti limitazioni che la legge pone alla diffusione della
comunicazione in kurdo, soprattutto sul divieto imposto alle emittenti
private di diffondere programmi in kurdo.