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LA TRAGEDIA DI ROBERTO CIAMPA
Era partito da Atripalda sognando la divisa da ufficiale
ALFONSO PARZIALE
È toccato al comandante del reggimento allievi dell'Accademia di Modena,
Vincenzo Santo, l'ingrato compito di dare la notizia della morte di Roberto
Ciampa ai genitori.
Una telefonata ad Atripalda. Lo strazio e la disperazione che corrono sul
filo del telefono. Anche per un ufficiale di lungo corso, abituato alla
sofferenza umana, deve essere stato davvero difficile cercare di dar
conforto ad una famiglia che ha visto crollare, in un freddo pomeriggio di
gennaio, tutte le sue speranze.
Roberto Ciampa era molto conosciuto ad Atripalda. Con il fratello gemello
Davide, sin da piccoli, erano cresciuti nell'Azione cattolica cittadina,
frequentando la parrocchia del Carmine di via Roma.
La notizia della morte del giovane, giunta in serata, ha sconvolto l'intera
cittadina del Sabato, dove il ragazzo erano nato e aveva trascorso la sua
giovinezza.
Profondo dolore e sconcerto sono i sentimenti che regnavano tra quanti,
appresa la notizia, si sono recati presso la casa del giovane in via
Cesinali.
I genitori di Roberto sono molto conosciuti e stimati in città. Il papà
Domenico, originario di Montefalcione, gestisce un'avviata autofficina nei
pressi del centro comemrciale, Progress. I familiari e i conoscenti si sono
subito stretti intorno alla famiglia.
I condomini ricordano Roberto come un bravissimo ragazzo, educatissimo,
riservato. Ragazzo esemplare. Chierichetto sin da piccolo, presso la chiesa
del Carmine guidata da padre Celestino, Roberto aveva frequentato il liceo
scientifico V.De Caprariis di Atripalda e, dopo il terzo anno, era entrato
alla Nunziatella di Napoli.
Poi, terminati gli studi superiori, per lui si sono aperte le porte della
prestigiosissima Accademia di Modena. L'ultima volta che è stato visto in
città è sato durante il periodo di Natale, quando è venuto a trascorrere una
meritata licenza insieme a parenti ed amici.
Quanti lo conoscono, escludono nella maniera più categorica che si possa
essere trattato di suicidio, anche se tutte le circostanze della morte
sembrano far propendere per questa ipotesi. Roberto era un ragazzo pieno di
vita, desideroso di affermarsi in una carriera particolarmente difficile
come quella militare. Un suo gesto disperato apparirebbe, dunque, davvero
inspiegabile.
In serata i familiari sono partiti per Modena. Sulla vicenda per il momento
vige il massimo riserbo. Sarà ora compito della magistratura modenese
chiarire cosa sia realmente successo ad un giovane tanto amato in città.