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Ma c'=E8 chi si ribella. E non sono i popoli, ma i loro capi che sono
colpevoli............
--------------------------------------------------------------------
C'=E8 chi si ribella, =E8 vero. Il rifiuto della guerra - di questa =
poi, che appare anche pi=F9 assurda della media - dilaga in Europa e =
risveglia i pacifisti americani dal loro torpore ultratrentennale. =
Perfino in Giappone (e si stenta a crederlo!) si sono avute =
manifestazioni di protesta contro l'attacco (anglo-americano?..) =
all'Iraq.
Scendiamo in piazza per rappresentare un diffuso dissenso e per =
manifestare la nostra volont=E0 di pace, intesa come "assenza di =
guerra", necessaria per la costruzione di un mondo migliore. Abbiamo =
alimentato un movimento di opinione in grado di sostenere, nel caso =
peggiore di rendere pi=F9 problematiche e nel migliore di orientare, le =
scelte di campo dei nostri governi. Ma la guerra contro l'Iraq si =
far=E0: con o senza il nostro consenso, indipendentemente dalle =
risoluzioni dell'Onu, l'amministrazione Bush l'ha pianificata da tempo. =
Non bastasse l'evidenza delle intenzioni dichiarate a confermarlo, ci =
penserebbe la presenza dell'esercito, gi=E0 schierato e pronto ad =
entrare in azione. Si scoperchier=E0 il famoso vaso di Pandora e si =
scatener=E0 una tempesta prevedibile, altamente probabile alla luce =
delle scelte politiche, economiche e sociali degli ultimi decenni. La =
malapianta della globalizzazione neoliberista si =E8 alimentata, a =
livello internazionale, di accordi e normative che garantiscono, a =
bassissimo costo, un flusso continuo e molto sostenuto di materia prime, =
energia e manodopera, dalle aree produttrici (povere) verso quelle in =
grado di trasformare e consumare profittevolmente le risorse. La natura =
stessa dell'economia neoliberista ha fatto crescere vieppi=F9 le =
disuguaglianze e i privilegi, tanto nella societ=E0 globale che in =
quella nazionale: l=E0 dove lo Stato si riduce gradualmente a mero =
esercizio del potere, se non di controllo e repressione delle tensioni =
sociali che inevitabilmente generano da un'eccessiva e sempre pi=F9 =
equamente distribuita (questa si!) povert=E0.=20
In un contesto in cui meno del 20% della popolazione mondiale, il =
cos=EC detto Nord del mondo, si appropria di oltre l'80% delle risorse =
complessivamente disponibili per l'intera umanit=E0, appestando il =
pianeta di inquinanti, sporcizia e speculazioni finanziarie, esistono un =
Nord e un Sud che non si limitano ad individuare geograficamente una =
divisione del mondo in aree economiche, forti o deboli, ma insiste =
sulla coesistenza sempre pi=F9 intima tra un Nord e un Sud ageografici, =
definiti solo da grosse differenze nell'accesso ai mezzi di sussistenza =
e alla garanzia di importanti diritti universali.=20
A livello nazionale, grazie all'adeguamento delle politiche =
economiche e sociali alle "leggi del libero mercato" ( WTO ) ed agli =
"aggiustamenti strutturali" all'uopo "consigliati" dalla BM e dal FMI, =
il paradigma dominante sulle scelte in materia di politica economica e =
sociale - di "tutti" i governi degli ultimi decenni - non =E8 stato lo =
"Sviluppo della societ=E0 globale" ma una "crescita", intrinsecamente =
iniqua, dell'economia. Un economia che si =E8 sostenuta su un'aumento =
parossistico dell'offerta di beni e servizi nonch=E8 su una cultura del =
consumo (american way of live) profusa a piene mani in un mondo che si =
va impoverendo. E l'assunzione (in pratica l'atto di fede, anzi, di =
malafede!) che lo Sviluppo economico, sociale, umano sia conseguenze =
naturale, necessit=E0 implicita della crescita e dell'estensione di =
questo modello globale. A ricordarci che non viviamo affatto nel =
migliore dei mondi possibili. =20
L=E0 dove le politiche degli Stati nazionali e delle Istituzioni =
sovranazionali si fossero finalizzate all'estensione dei diritti, alla =
lotta contro la povert=E0, alla ricerca e al progresso scientifico e =
tecnologico nelle direzioni capaci di migliorare "qualitativamente" =
l'esistenza di tutte le persone, senza ulteriormente intaccare le =
risorse che sono alla base della nostra stessa sussistenza, io non se se =
oggi si vivrebbe nel migliore dei mondi possibili, ma certo non stento =
ad immaginare scenari decisamente pi=F9 confortanti di quello attuale.
Siamo sulla classica nave in mezzo all'immenso oceano: noi, tutti =
dentro, e una manciata di capitani che ci lancia verso acque sempre =
pi=F9 tempostose. In nome di una necessit=E0 superiore invocata a gran =
voce per il bene di tutti ovvero, almeno per la cronaca: la guerra al =
terrorismo globale e nazionale. Se il massimo che ci concediamo =E8 di =
correre incontro all'onda onde evitare che la nave si ribalti, non =
creeremo alternative n=E8 saremo in grado di imporrle un cambiamento di =
rotta.=20
La guerra =E8 espressione di un sistema che ha raggiunto e superato i =
limiti di sopportazione di un mondo finito e sfinito. Da una popolazione =
umana vieppi=F9 numerosa, povera e disperata: di quella povert=E0 =
"vecchia", caratterizzata da una fame perenne, dall'impossibilit=E0 di =
accedere ai diritti essenziali e ai servizi atti a garantirli. Un =
sistema che considera questa perdita di dignit=E0 umana, comunque, come =
un prezzo necessario da pagare alla propria affermazione e al proprio =
successo. Un sistema che ha generato e genera anche nuove povert=E0: con =
l'imposizione di un modello fortemente distruttivo per il tessuto =
economico, umano e culturale di tutte le comunit=E0 che, a dispetto dei =
decantati "progressi" dell'umanit=E0, continuano a dipendere =
principalmente dalle forme cosidette "residuali" di economia. Sulle =
quali, tuttavia, =E8 basata l'esistenza e l'identit=E0 culturale di =
diversi miliardi di esseri umani. La perdita dei mezzi di sussistenza, =
dell'identit=E0 sociale, delle tradizioni, dei saperi e delle culture, =
la conseguente deriva di intere generazioni senza storia n=E8 futuro =
verso i luoghi dell'emarginazione o dell'emigrazione, sono espressione =
del mondo cui la globalizzazione ci ha abituati. Tra le vecchie nuove =
povert=E0, quella generata dall'erosione progressiva e apparentemente =
irrefrenabile delle risorse naturali, erosione a minare la base stessa =
della sopravvivenza di ciascuno di noi. Povert=E0 anche l'indifferenza =
verso un futuro comune.=20
La protesta contro la guerra =E8 espressione di una diffusa =
consapevolezza della "necessit=E0" di pensare criticamente la realt=E0 =
per trasformarla, attraverso politiche idealmente contrapposte a quelle =
generate dalla fede nel libero mercato.=20
Stiamo riacquistando la capacit=E0 di immaginare nuovi mondi ma ormai =
perduti i luoghi in cui sognavano le formiche verdi, siamo obbligati a =
trasformare quello che abbiamo, nell'immediato ad impedire scelte =
politiche suicide oltre che criminali. =20
=20
=
Paola Capozzi =20
Tanto per sdrammatizzare un po': mentre Berlusconi, dichiarando: =
"l'Italia si muover=E0 nella crisi in Medio Oriente secondo le =
risoluzioni.... degli Stati Uniti" (!!!!), si lasciava sfuggire un =
"lapsus" che entrer=E0 nella storia, Bush, con sconcerto e sorpresa di =
buona parte del Parlamento, citava l'Italia tra i suoi fedeli alleati =
nella guerra contro l'Iraq. E' uno dei miracoli del nostro governo! =
Riuscire nell'impresa di scontentare contemporaneamente sia servi che =
padroni. =20
"...io sono un principe libero
e ho altrettanta autorit=E0 di fare guerra
al mondo intero quanto colui
che ha cento navi in mare."
Samuel Bellamy
(Pirata alle Antille nel VXIII secolo)
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diffuso dissenso e per manifestare la nostra volont=E0 di pace, intesa =
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decenni. La malapianta della globalizzazione neoliberista si =E8 =
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trasformare e consumare profittevolmente le risorse. La natura stessa=20
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e repressione delle tensioni sociali che inevitabilmente generano da=20
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economiche, forti o deboli, ma insiste sulla coesistenza sempre =
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nell'accesso ai mezzi di sussistenza e alla garanzia di importanti =
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universali. <BR>A livello nazionale, grazie all'adeguamento =
delle=20
politiche economiche e sociali alle "leggi del libero mercato" ( =
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ed agli "aggiustamenti strutturali" all'uopo "consigliati" dalla BM e =
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il paradigma dominante sulle scelte in materia di politica economica e =
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- di "tutti" i governi degli ultimi decenni - non =E8 stato lo =
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societ=E0 globale" ma una "crescita", intrinsecamente =
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dell'economia. Un economia che si =E8 sostenuta su un'aumento =
parossistico=20
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Sviluppo=20
economico, sociale, umano sia conseguenze naturale, necessit=E0 =
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crescita e dell'estensione di questo modello globale. A ricordarci che =
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sussistenza, io non se se oggi si vivrebbe nel migliore dei mondi =
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secolo)<BR><BR></TT></BLOCKQUOTE></BODY></HTML>
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