[Cerchio] Oreste Scalzone su Agnelli

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Autore: Ivan Settantasette
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Oggetto: [Cerchio] Oreste Scalzone su Agnelli
Scalzone su Agnelli cita Marx: ''la morte di ogni uomo mi diminuisce''

[adnkronos]

''Per me e per quelli come me Giovanni Agnelli e' stato il simbolo del
'nemico di classe'. Ma anche chi vestiva alla marinara, ricondotto al
destino di comune mortale, rientra in quello che Marx rendeva con la frase,
''la morte di ogni uomo mi diminuisce''. Cosi' da Parigi, Oreste Scalzone
commenta la notizia della scomparsa di Giovanni Agnelli. ''Per la stessa
ragione per cui Agnelli per la sinistra istituzionale, che all'epoca
chiamavamo riformista, e per quella sorta di sintesi tra socialdemocrazia
autoritaria di ideologia e morale stalinista, gesuitica e borghese che per
noi era il Pci, rappresentava il simbolo del 'grande capitale avanzato'
-spiega l'ex leader di Potere Operaio- per noi era il primo dei 'nemici di
classe'. ''Devo dire -continua Scalzone- che per una formazione operaista
non eravamo inclini alla personalizzazione del nemico, perche' a torto o a
ragione guardavamo al tessuto istituzionale. Non tendevamo al tirannicidio,
semmai per una specie di semplificazione divulgativa al di sotto di Agnelli
ci seccava andare''.
''Se penso al signor Fiat, come dice una canzone di Leo Ferre', naturalmente
mi sento estraneo. Della signora Fiat penso la stessa cosa. Pero' la notizia
della morte non mi fa pensare al signor Fiat, ma ad un uomo restituito a
quella che qualcuno ha definito la 'nuda vita'. E, non certo per convenzione
-conclude Scalzone- ho sempre trovato vera nella sua semplicita' filosofica
quello che dice il contenuto della poesia 'A' livella' di Toto', che sul
letto di morte, cosi' come nel chiuso di una cella un uomo o una donna
ridiventano uguali a un altro uomo e un'altra donna''.




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