[RSF] Informazioni su Cpt e dintorni

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Compagne e compagni vi inviamo la risposta di Cinzia Nachira, responsabile provinciale dei probelemi sull'imigrazione del PRC di Lecce, che ha visitato il CPT Regina Pacis e il centro per richiedenti asilo Lorizzonte, il 16 novembre 2002.
Abbiamo domandato a Cinzia di fornirci informazioni piu' dettagliate sul "Centro di accogienza per richiedeteni asilo LORIZZONTE", per sapere se, effettivamente, esso fosse gestito da CTM.
Cinzia ci ha confermato che e' proprio l'organizzazione per il "Commercio Equo e Solidale" a governare quel centro, nei modi descritti dal resoconto che riportiamo qui di seguito.
Cinzia ci ha detto di avere visitato pochi giorni fa 'Lorizzonte" e che le condizioni di vita delle/i migranti richiedenti asilo e dei minori non accompaganti non sono mutate rispetto a quanto gia' segnalato.
In piu', CTM avrebbe preteso che fossero prelevati Euro 8,00 dal sussidio di Euro 17,00, che lo Stato destina giornalmente alla/al richiedente asilo, e di indirizzare tale somma a proprio favore, quale compensazione delle spese di vitto, alloggio e gestione del centro "Lorizzonte".
Tale richiesta, su intervento delle/dei compagne/i di Lecce e delle/i migranti, non avrebbe avuto seguito.
Informiamo per denunciare tale comportamenti contro le/i migranti, attuato da organismi sedicenti equi e soldali verso le popolazioni del "terzo mondo".
Sollecitiamo migranti, organizzazioni antirazziste, ecc., a dare solidarieta' concreta alle/ai richedenti asilo del campo de "Lorizzonte" e alle/ai compagne/i di Lecce, per combattere queste forme di emarginazione e sfruttamento.
Saluti.
Asociacion Intercultural "MI RANCHITO"

1)Resoconto della visita al Centro accoglienza per richiedenti asilo
Lorizzonte

Nel pomeriggio di sabato 16 novembre, dopo aver visitato il Cpt Regina
Pacis, la delegazione si e' portata verso le 16 e 30 presso il centro
di
accoglienza per richiedenti asilo Lorizzonte (sic, si chiama proprio
cosi',
senza apostrofo). La composizione era piu' o meno uguale alla mattina
con l'
aggiunta di due compagni del Lsf (un'insegnante e un avvocato).
Lorizzonte e' in aperta campagna tra Squinzano e Casalabate, in
provincia di
Lecce. Il centro e' gestito da operatori del Ctm-movimondo, il
direttore
Vinicio Russo, non c'e' (un'abitudine dei direttori?). Veniamo
accolti da un
nutrito gruppo di operatori che immediatamente (si erano ben
preparati.) ci
descrivono le loro attivita', soprattutto la dottoressa direttrice del
centro sanitario. Cosa strana: l'unica emittente televisiva presente
e' Top
Video, creata dal Ctm, che intervista, inevitabilmente, Niki Vendola.
La
telecamera di Stefano Menchierini, pero', deve restare spenta.
Evitiamo di
fare troppa polemica, perche' in ogni caso le cose che vedremo in
otto non
le dimenticheremo. La presenza militare, anche se piu' discreta nei
nostri
confronti, e' forte e si tratta di guardia di finanza.
All'arrivo troviamo il questore di Lecce in persona, che, al solito,
vuole
un colloquio privato, anche se all'aperto, con Niki Vendola. Sembra
che sia
la giornata dei misteri e delle confessioni. Pazientemente aspettiamo
circa
un quarto d'ora prima di muoverci. Veniamo fatti entrare direttamente
nel
settore dove i reclusi (anche qui in definitiva gli
"ospiti" non possono
uscire, gli esterni possono entrare col contagocce) hanno le loro
"stanze".
I migranti dormono in androni disadorni su letti a castello (dieci per
stanza) con materassi in stato relativamente migliore che al Regina
Pacis,
in ogni caso impregnati di umidita' e senza coperte e guanciali. Alla
domanda sulla mancanza di lenzuola, la dottoressa e la vicedirettrice
del
centro si lanciano in una spiegazione arzigogolata su "abitudini
diverse",
per le quali i migranti userebbero le lenzuola come accappatoi.Ci
assicurano
che ogni giorno (!?) i materassi vengono messi all'aria e trattati in
modo
particolare.
Queste spiegazioni convincono poco. Quei materassi non sembrano
essere stati
all'aria poche ore prima. Due componenti della delegazione si
avvicinano ad
una finestra, tentano di aprirla, resta loro in mano! Evidentemente,
almeno
in quel dormitorio (non ne vedremo altri), le persone che ci vivono e
dormono, non possono aprire la finestra (immaginiamo che in estate
debba
essere un vero problema col caldo). I muri sono stracolmi di scritte,
in
diverse lingue, molto sporchi. Alla domanda: che costerebbe una
riverniciata? Una risposta poetica: possiamo impedire loro di
"fare murales"
? Pero' osserviamo noi i locali della mensa sono stati riverniciati
molto di
fresco. Ancora e' fortissimo l'odore di vernice, che prende alla
gola. A
quel punto la dottoressa ci invita a non "credere ai cattivi
reportages su
di loro" in cui si e' detto anche che nelle toilettes non c'era
carta
igienica. La carta non c'era, sostiene, perche' "hanno
l'abitudine di
buttare i rotoli nel water". Insistiamo, e allora? Allora hanno
preferito
dare un rotolo a testa. Domanda cattiva: e che cambia? Non possono
ugualmente gettarlo nel water? Gesto insofferente della
vicedirettrice, che
ci spiega che addirittura hanno tentato inizialmente di installare
dei water
che poi "loro hanno rotto perche' hanno una cultura
diversa" (!!), sicche'
hanno dovuto rimettere i bagni alla turca. Anche qui pero' il dubbio
che le
latrine siano state rotte per reagire a condizioni di vita
inaccettabili si
insinua nelle nostre menti. Altre volte Lorizzonte e' stato teatro di
rivolte interne, c'e' anche una denuncia penale di due ex reclusi. A
questa
vita sono costretti anche molti bambini. Alcuni piccolissimi. Che
fanno
durante il giorno? Giocano, ci dicono. Dove? Qui. Con cosa non si
capisce. I
piu' grandicelli vanno a scuola? No. Aiutano. Chi e a fare cosa?
Nessuna
risposta. Tutti ci facciamo la stessa domanda: ma per questi bambini
vivere
in questi condizioni non equivale a crescere in una cella? Loro e i
loro
genitori di cosa sono colpevoli?
Veniamo invitati a parlare con un gruppo, scelto da loro, di ragazzi
iracheni. Parlano poco italiano, scarso inglese, quindi aspettiamo che
arrivi il "mediatore culturale", ossia un marocchino che ha
deciso di
restare a lavorare nel centro. Alla domanda se hanno chiesto l'asilo
politico in Italia, i ragazzi rispondono in coro di no. Ma
soprattutto non
hanno intenzione di chiederlo. Ci dicono di essere scappati per fame
e non
per sfuggire alla dittatura di Saddam Hussein. Non vogliono chiedere
l'asilo
politico perche' se non lo ottenessero per loro tornare in Iraq
significherebbe finire in carcere, se lo ottenessero non potrebbero
tornare
in patria per cinque anni. Sono convinti di poter ottenere un foglio
di via
che gli consenta di raggiungere la Germania. Ci guardiamo
frastornati: ma lo
sanno che il foglio di via con la Bossi-Fini e' stato cancellato e che
esiste solo l'accompagnamento alla frontiera? Che oggi la legge
"entro
cinque giorni" impone l'espulsione? E che se vengono catturati
finiscono in
un carcere italiano e poi vengono espulsi, con tanto si segnalazione
alle
autorita' del loro paese? Significativamente non rispondono, mentre
un'
altra operatrice si affretta a "chiarire" che per loro
anche se chiedessero
l'asilo politico si aprirebbe una prospettiva da incubo: anche se
ascoltati
dalla commissione nazionale fino al riconoscimento definitivo dello
status
di rifugiato non possono lavorare, ne' sposarsi, ne' fare alcunche'
(le
strade che restano loro aperte sono quelle del lavoro nero o del
delinquere
per sopravvivere). Hanno diritto teoricamente a un sussidio miserrimo
(circa
duecentomila delle vecchie lire al mese) che in pochi, inoltre,
ottengono e
riscuotono con regolarita'. Che possono fare una volta che la
commissione
dice si ? O tornare nel centro (per sopravvivere: in molti casi sono
intere
famiglie con bambini piccoli) o "arrangiarsi". Che futuro
hanno se la
commissione dice di no? Nessuno. L'espulsione.
Anche qui le risposte alle questioni tecniche sono piu' rilassate: la
retta
giornaliera e' di trentacinquemila delle vecchie lire. Chiediamo
perche'
tanta differenza col Cpt? Come colmate la differenza, che
evidentemente
significa meno servizi? Col volontariato. E' una risposta? No.
La discussione con gli operatori prosegue: non vi sembra un carcere?
Si, ma
cerchiamo di renderlo piu' umano. Perche' il Ctm, una Ong, ha
accettato di
gestire un centro di detenzione? Perche' altrimenti finiva in mani
peggiori.
Ma cosa c'e' di peggio di un carcere con dentro anche minori dagli
zero anni
ai diciassette? Colpevoli solo di essere venuti al mondo?
Le risposte tecniche, sono l'alibi. Ne sono passati 24.000 di
richiedenti
asilo dal centro. Che fine hanno fatto? Molti sono stati espulsi,
altri,
pochi, hanno ottenuto l'asilo politico, altri sono riusciti, per loro
fortuna a fuggire dall'Italia.
La vicedirettrice insiste sul fatto che si sono battuti per rendere
piu'
"umano" il centro. Hanno rifiutato di mettere le sbarre
alle finestre del
piano terra. A quelle del primo piano, escluso dalla nostra visita
(nessuno
riesce a chiamarci e a farci salire come al Regina Pacis), le hanno
messe
per sicurezza, ci dicono. O per evitare tentativi di fuga o suicidio?
Resta la sensazione fortissima che a Lorizzonte, la nostra
"protezione" sia
stata organizzata in modo capillare. Ci si sente come i giapponesi in
gita
organizzata.
Il fiore all'occhiello de Lorizzonte e' il centro Don Milani per i
minori
non accompagnati. Nell'avviarci vediamo un immenso campo di carciofi.
Chi li
coltiva? Fanno finta di non sentire. Si vendono? Si, sono i
"carciofi della
solidarieta'". A chi vanno i proventi delle vendite? Al centro.
Chi li
coltiva? Il dubbio che i cosiddetti ospiti vengano trasformati in
contadini
forzati resta.
Il centro per i minori e' sicuramente piu' accogliente, di recente
costruzione. Anche qui i responsabili chiedono un colloquio privato
con
Vendola che dura una ventina di minuti. Cosa gli hanno chiesto? Forse
di
intercedere presso chi ha fatto denuncia contro di loro?
Anche qui resta il buco nero del rapporto con gli avvocati. Anche qui
assicurano che il Cir gestisce le pratiche dell'asilo. E per coloro
che non
intendono chiedere asilo? Perche' non ci fanno rispondere da loro?
Altra questione: gli operatori si rendono conto che tra poco, dopo l'
estinzione dei centri di seconda accoglienza, quel centro si
trasformera' in
Cpt? Come intendono muoversi? Non lo sanno. Tirano a campare. E la
militarizzazione sempre piu' evidente del centro? Non sanno. La
visita si
conclude dopo circa due ore. Cosa abbiamo visto? Un altro carcere a
cielo
aperto. Dove, per carita', siamo stati invitati a tornare e dove noi
torneremo. Anche li' e come in Palestina per fare un'azione di
"protezione
di civili".
Le considerazioni finali sono che tra il Cpt e il centro per
richiedenti
asilo non c'e' differenza sostanziale. La cosiddetta "politica
dell'
accoglienza" in realta' altro non mira che all'espulsione.
Le proposte che ci vengono in mente a fine giornata sono:
- a livello nazionale deve essere preso contatto con il Cir e
l'
Acnur per capire bene che tipo di rapporto esiste fra i reclusi e gli
avvocati, che sembrano ombre;
- al livello parlamentare, dopo la raccolta di materiale
specifico,
occorrera' fare una battaglia per risolvere il problema dei
richiedenti
asilo e del limbo indecente in cui sono costretti a vivere per anni;
- richiesta anche per Lorizzonte di visite a
"sorpresa", con l'
obbligo da parte del centro di far entrare le persone delle
associazioni
impegnate nella solidarieta';
- monitoraggio anche per Lorizzonte, come per il Cpt, da
parte di un
gruppo stabile di parlamentari del nostro partito, innanzitutto (senza
escludere chi si rende disponibile di altri gruppi), sistematico e
possibilmente mensile.

Cinzia Nachira (responsabile provinciale immigrazione Prc Lecce)
Lecce, 17/11/02

2)Cinzia <cinachi@???> wrote: Cari compagni e compagne, ho ricevuto la vostra richiesta il 7 gennaio e
solo ora trovo il tempo per darvi le informazioni che chiedete. Per ciò che
riguarda il Cpt "Regina Pacis" ho da aggiungere poco al resoconto del 16
novembre. Purtroppo è un vero e proprio lager dove possono entrare solo
parlamentari o consiglieri regionali e con il contagocce gli avvocati.
Proprio in questi giorni, motivo del mio ritardo, la magistratura ha aperto
un'inchiesta sulle denunce che 17 cittadini maghrebini hanno sporto agli
inizi di dicembre. Ovviamente si è scatenata una canea terribile: la Curia
e gran parte delle istituzioni ed anche, ahimé, del centro sinistra hanno
fatto numerosi appelli di solidarietà in favore di questi carcerieri. Le
denunce sono scattate per violenze inaudite che queste persone, tutte
giovanissime, hanno subito (pestaggi, imposizione di carne di maiale ai
musulmani perdipiù durante il Ramadan, ed altro) dopo un sacrosanto
tentativo di fuga a metà novembre. Oggi la situazione è che grazie al loro
coraggio, non è facile denunciare i propri aguzzini quando non si ha il
permesso di soggiorno e voi lo sapete bene, siamo riusciti a sollevare il
velo di ipocrisia sulla presunta "accoglienza" italiana, che altro non è un
buco nero dal quale i migranti vengono ingoiati per poi essere espulsi. I
Cpt in realtà sono dei posti dove ogni diritto è negato. Hanno più diritti
i reclusi nelle carceri speciali. Cari compagni e compagne speriamo che a
livello nazionale la battaglia politica che si è iniziata porti a
ridiscutere nel complesso la politica verso i migranti. Non è solo la
questione imprescindibile della chiusura dei Cpt, ma anche di una legge che
garantisca il diritto d'asilo, la possibilità di non "clandestinizzarsi"
con il meccanismo infernale del permesso di soggiorno collegato al lavoro e
alla casa. ciò che questa esperienza, nella sua drammaticità, preziosa ci
ha insegnato è che, in ogni caso, senza i migranti nessuna battaglia è
possibile.
Per ciò che riguarda il CTM la risposta è positiva. E' esattamente la rete di Ong che organizza il cosiddetto commercio equosolidale. Questo è un altro capitolo doloroso. Della serie nati bene e cresciuti male...Ma è meglio per ora che io mi fermi qui. Se volete potrò dirvi altro sul Ctm in un'altra lettera.
Una cortesia. L'allegato col vostro statuto non si apre potreste
rispedirmelo in formato word. Io in cambio vi spedisco l'invito ad un
convegno nazionale che il 18 e 19 gennaio Rifondazione Comunista
organizza proprio sui temi delle migrazione. Io ci sarò e spero che anche
voi possiate e vogliate venire. In questa prospettiva vi lascio i miei
numeri di telefono .........(casa), .............(cell.). Un abbraccio forte
di buon lavoro e buon anno, anche se in ritardo, Cinzia Nachira. A presto,
spero.





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<P><FONT color=#ff0000><STRONG>Abbiamo&nbsp;domandato a Cinzia di fornirci informazioni piu' dettagliate sul "Centro di accogienza per richiedeteni asilo LORIZZONTE",&nbsp;per sapere se, effettivamente, esso fosse gestito da CTM.</STRONG></FONT>
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<P><FONT color=#ff0000><STRONG>Cinzia ci ha detto di avere visitato pochi giorni fa 'Lorizzonte" e che le condizioni di vita delle/i migranti richiedenti asilo e dei minori non accompaganti non sono mutate rispetto a quanto gia' segnalato.</STRONG></FONT>
<P><FONT color=#ff0000><STRONG>In piu', CTM avrebbe preteso che fossero prelevati Euro 8,00 dal sussidio di Euro 17,00, che lo Stato destina giornalmente alla/al richiedente asilo, e di indirizzare tale somma a proprio favore, quale compensazione delle spese di vitto, alloggio e gestione del centro "Lorizzonte".</STRONG></FONT>
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<P><FONT color=#ff0000><STRONG>Sollecitiamo migranti, organizzazioni antirazziste, ecc., a dare solidarieta' concreta alle/ai richedenti asilo del campo de "Lorizzonte" e alle/ai compagne/i di Lecce, per combattere queste forme di emarginazione e sfruttamento.</STRONG></FONT>
<P><FONT color=#ff0000><STRONG>Saluti.</STRONG></FONT>
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<P><STRONG>1)Resoconto della visita al Centro accoglienza per richiedenti asilo<BR>Lorizzonte<BR><BR></STRONG>Nel pomeriggio di sabato 16 novembre, dopo aver visitato il Cpt Regina<BR>Pacis, la delegazione si e' portata verso le 16 e 30 presso il centro<BR>di<BR>accoglienza per richiedenti asilo Lorizzonte (sic, si chiama proprio<BR>cosi',<BR>senza apostrofo). La composizione era piu' o meno uguale alla mattina<BR>con l'<BR>aggiunta di due compagni del Lsf (un'insegnante e un avvocato).<BR>Lorizzonte e' in aperta campagna tra Squinzano e Casalabate, in<BR>provincia di<BR>Lecce. Il centro e' gestito da operatori del Ctm-movimondo, il<BR>direttore<BR>Vinicio Russo, non c'e' (un'abitudine dei direttori?). Veniamo<BR>accolti da un<BR>nutrito gruppo di operatori che immediatamente (si erano ben<BR>preparati.) ci<BR>descrivono le loro attivita', soprattutto la dottoressa direttrice del<BR>centro sanitario. Cosa strana: l'unica emittente televisiva presente<BR>e' Top<BR>Video, creata dal Ctm, che intervista, inevitabilmente, Niki Vendola.<BR>La<BR>telecamera di Stefano Menchierini, pero', deve restare spenta.<BR>Evitiamo di<BR>fare troppa polemica, perche' in ogni caso le cose che vedremo in<BR>otto non<BR>le dimenticheremo. La presenza militare, anche se piu' discreta nei<BR>nostri<BR>confronti, e' forte e si tratta di guardia di finanza.<BR>All'arrivo troviamo il questore di Lecce in persona, che, al solito,<BR>vuole<BR>un colloquio privato, anche se all'aperto, con Niki Vendola. Sembra<BR>che sia<BR>la giornata dei misteri e delle confessioni. Pazientemente aspettiamo<BR>circa<BR>un quarto d'ora prima di muoverci. Veniamo fatti entrare direttamente<BR>nel<BR>settore dove i reclusi (anche qui in definitiva gli<BR>"ospiti" non possono<BR>uscire, gli esterni possono entrare col contagocce) hanno le loro<BR>"stanze".<BR>I migranti dormono in androni disadorni su letti a castello (dieci per<BR>stanza) con materassi in stato relativamente migliore che al Regina<BR>Pacis,<BR>in ogni caso impregnati di umidita' e senza coperte e guanciali. Alla<BR>domanda sulla mancanza di lenzuola, la dottoressa e la vicedirettrice<BR>del<BR>centro si lanciano in una spiegazione arzigogolata su "abitudini<BR>diverse",<BR>per le quali i migranti userebbero le lenzuola come accappatoi.Ci<BR>assicurano<BR>che ogni giorno (!?) i materassi vengono messi all'aria e trattati in<BR>modo<BR>particolare.<BR>Queste spiegazioni convincono poco. Quei materassi non sembrano<BR>essere stati<BR>all'aria poche ore prima. Due componenti della delegazione si<BR>avvicinano ad<BR>una finestra, tentano di aprirla, resta loro in mano! Evidentemente,<BR>almeno<BR>in quel dormitorio (non ne vedremo altri), le persone che ci vivono e<BR>dormono, non possono aprire la finestra (immaginiamo che in estate<BR>debba<BR>essere un vero problema col caldo). I muri sono stracolmi di scritte,<BR>in<BR>diverse lingue, molto sporchi. Alla domanda: che costerebbe una<BR>riverniciata? Una risposta poetica: possiamo impedire loro di<BR>"fare murales"<BR>? Pero' osserviamo noi i locali della mensa sono stati riverniciati<BR>molto di<BR>fresco. Ancora e' fortissimo l'odore di vernice, che prende alla<BR>gola. A<BR>quel punto la dottoressa ci invita a non "credere ai cattivi<BR>reportages su<BR>di loro" in cui si e' detto anche che nelle toilettes non c'era<BR>carta<BR>igienica. La carta non c'era, sostiene, perche' "hanno<BR>l'abitudine di<BR>buttare i rotoli nel water". Insistiamo, e allora? Allora hanno<BR>preferito<BR>dare un rotolo a testa. Domanda cattiva: e che cambia? Non possono<BR>ugualmente gettarlo nel water? Gesto insofferente della<BR>vicedirettrice, che<BR>ci spiega che addirittura hanno tentato inizialmente di installare<BR>dei water<BR>che poi "loro hanno rotto perche' hanno una cultura<BR>diversa" (!!), sicche'<BR>hanno dovuto rimettere i bagni alla turca. Anche qui pero' il dubbio<BR>che le<BR>latrine siano state rotte per reagire a condizioni di vita<BR>inaccettabili si<BR>insinua nelle nostre menti. Altre volte Lorizzonte e' stato teatro di<BR>rivolte interne, c'e' anche una denuncia penale di due ex reclusi. A<BR>questa<BR>vita sono costretti anche molti bambini. Alcuni piccolissimi. Che<BR>fanno<BR>durante il giorno? Giocano, ci dicono. Dove? Qui. Con cosa non si<BR>capisce. I<BR>piu' grandicelli vanno a scuola? No. Aiutano. Chi e a fare cosa?<BR>Nessuna<BR>risposta. Tutti ci facciamo la stessa domanda: ma per questi bambini<BR>vivere<BR>in questi condizioni non equivale a crescere in una cella? Loro e i<BR>loro<BR>genitori di cosa sono colpevoli?<BR>Veniamo invitati a parlare con un gruppo, scelto da loro, di ragazzi<BR>iracheni. Parlano poco italiano, scarso inglese, quindi aspettiamo che<BR>arrivi il "mediatore culturale", ossia un marocchino che ha<BR>deciso di<BR>restare a lavorare nel centro. Alla domanda se hanno chiesto l'asilo<BR>politico in Italia, i ragazzi rispondono in coro di no. Ma<BR>soprattutto non<BR>hanno intenzione di chiederlo. Ci dicono di essere scappati per fame<BR>e non<BR>per sfuggire alla dittatura di Saddam Hussein. Non vogliono chiedere<BR>l'asilo<BR>politico perche' se non lo ottenessero per loro tornare in Iraq<BR>significherebbe finire in carcere, se lo ottenessero non potrebbero<BR>tornare<BR>in patria per cinque anni. Sono convinti di poter ottenere un foglio<BR>di via<BR>che gli consenta di raggiungere la Germania. Ci guardiamo<BR>frastornati: ma lo<BR>sanno che il foglio di via con la Bossi-Fini e' stato cancellato e che<BR>esiste solo l'accompagnamento alla frontiera? Che oggi la legge<BR>"entro<BR>cinque giorni" impone l'espulsione? E che se vengono catturati<BR>finiscono in<BR>un carcere italiano e poi vengono espulsi, con tanto si segnalazione<BR>alle<BR>autorita' del loro paese? Significativamente non&nbsp; rispondono, mentre<BR>un'<BR>altra operatrice si affretta a "chiarire" che per loro<BR>anche se chiedessero<BR>l'asilo politico si aprirebbe una prospettiva da incubo: anche se<BR>ascoltati<BR>dalla commissione nazionale fino al riconoscimento definitivo dello<BR>status<BR>di rifugiato non possono lavorare, ne' sposarsi, ne' fare alcunche'<BR>(le<BR>strade che restano loro aperte sono quelle del lavoro nero o del<BR>delinquere<BR>per sopravvivere). Hanno diritto teoricamente a un sussidio miserrimo<BR>(circa<BR>duecentomila delle vecchie lire al mese) che in pochi, inoltre,<BR>ottengono e<BR>riscuotono con regolarita'. Che possono fare una volta che la<BR>commissione<BR>dice si ? O tornare nel centro (per sopravvivere: in molti casi sono<BR>intere<BR>famiglie con bambini piccoli) o "arrangiarsi". Che futuro<BR>hanno se la<BR>commissione dice di no? Nessuno. L'espulsione.<BR>Anche qui le risposte alle questioni tecniche sono piu' rilassate: la<BR>retta<BR>giornaliera e' di trentacinquemila delle vecchie lire. Chiediamo<BR>perche'<BR>tanta differenza col Cpt? Come colmate la differenza, che<BR>evidentemente<BR>significa meno servizi? Col volontariato. E' una risposta? No.<BR>La discussione con gli operatori prosegue: non vi sembra un carcere?<BR>Si, ma<BR>cerchiamo di renderlo piu' umano. Perche' il Ctm, una Ong, ha<BR>accettato di<BR>gestire un centro di detenzione? Perche' altrimenti finiva in mani<BR>peggiori.<BR>Ma cosa c'e' di peggio di un carcere con dentro anche minori dagli<BR>zero anni<BR>ai diciassette? Colpevoli solo di essere venuti al mondo?<BR>Le risposte tecniche, sono l'alibi. Ne sono passati 24.000 di<BR>richiedenti<BR>asilo dal centro. Che fine hanno fatto? Molti sono stati espulsi,<BR>altri,<BR>pochi, hanno ottenuto l'asilo politico, altri sono riusciti, per loro<BR>fortuna a fuggire dall'Italia.<BR>La vicedirettrice insiste sul fatto che si sono battuti per rendere<BR>piu'<BR>"umano" il centro. Hanno rifiutato di mettere le sbarre<BR>alle finestre del<BR>piano terra. A quelle del primo piano, escluso dalla nostra visita<BR>(nessuno<BR>riesce a chiamarci e a farci salire come al Regina Pacis), le hanno<BR>messe<BR>per sicurezza, ci dicono. O per evitare tentativi di fuga o suicidio?<BR>Resta la sensazione fortissima che a Lorizzonte, la nostra<BR>"protezione" sia<BR>stata organizzata in modo capillare. Ci si sente come i giapponesi in<BR>gita<BR>organizzata.<BR>Il fiore all'occhiello de Lorizzonte e' il centro Don Milani per i<BR>minori<BR>non accompagnati. Nell'avviarci vediamo un immenso campo di carciofi.<BR>Chi li<BR>coltiva? Fanno finta di non sentire. Si vendono? Si, sono i<BR>"carciofi della<BR>solidarieta'". A chi vanno i proventi delle vendite? Al centro.<BR>Chi li<BR>coltiva? Il dubbio che i cosiddetti ospiti vengano trasformati in<BR>contadini<BR>forzati resta.<BR>Il centro per i minori e' sicuramente piu' accogliente, di recente<BR>costruzione. Anche qui i responsabili chiedono un colloquio privato<BR>con<BR>Vendola che dura una ventina di minuti. Cosa gli hanno chiesto? Forse<BR>di<BR>intercedere presso chi ha fatto denuncia contro di loro?<BR>Anche qui resta il buco nero del rapporto con gli avvocati. Anche qui<BR>assicurano che il Cir gestisce le pratiche dell'asilo. E per coloro<BR>che non<BR>intendono chiedere asilo? Perche' non ci fanno rispondere da loro?<BR>Altra questione: gli operatori si rendono conto che tra poco, dopo l'<BR>estinzione dei centri di seconda accoglienza, quel centro si<BR>trasformera' in<BR>Cpt? Come intendono muoversi? Non lo sanno. Tirano a campare. E la<BR>militarizzazione sempre piu' evidente del centro? Non sanno. La<BR>visita si<BR>conclude dopo circa due ore. Cosa abbiamo visto? Un altro carcere a<BR>cielo<BR>aperto. Dove, per carita', siamo stati invitati a tornare e dove noi<BR>torneremo. Anche li' e come in Palestina per fare un'azione di<BR>"protezione<BR>di civili".<BR>Le considerazioni finali sono che tra il Cpt e il centro per<BR>richiedenti<BR>asilo non c'e' differenza sostanziale. La cosiddetta "politica<BR>dell'<BR>accoglienza" in realta' altro non mira che all'espulsione.<BR>Le proposte che ci vengono in mente a fine giornata sono:<BR>- &nbsp; a livello nazionale deve essere preso contatto con il Cir e<BR>l'<BR>Acnur per capire bene che tipo di rapporto esiste fra i reclusi e gli<BR>avvocati, che sembrano ombre;<BR>- &nbsp; al livello parlamentare, dopo la raccolta di materiale<BR>specifico,<BR>occorrera' fare una battaglia per risolvere il problema dei<BR>richiedenti<BR>asilo e del limbo indecente in cui sono costretti a vivere per anni;<BR>- &nbsp; richiesta anche per Lorizzonte di visite a<BR>"sorpresa", con l'<BR>obbligo da parte del centro di far entrare le persone delle<BR>associazioni<BR>impegnate nella solidarieta';<BR>- &nbsp; monitoraggio anche per Lorizzonte, come per il Cpt, da<BR>parte di un<BR>gruppo stabile di parlamentari del nostro partito, innanzitutto (senza<BR>escludere chi si rende disponibile di altri gruppi), sistematico e<BR>possibilmente mensile.<BR><BR>Cinzia Nachira (responsabile provinciale immigrazione Prc Lecce)<BR>Lecce, 17/11/02<BR>
<P>&nbsp;2)<STRONG><EM>Cinzia <cinachi@???></EM></STRONG> wrote:
<BLOCKQUOTE style="PADDING-LEFT: 5px; MARGIN-LEFT: 5px; BORDER-LEFT: #1010ff 2px solid">Cari compagni e compagne, ho ricevuto la vostra richiesta il 7 gennaio e<BR>solo ora trovo il tempo per darvi le informazioni che chiedete. Per ciò che<BR>riguarda il Cpt "Regina Pacis" ho da aggiungere poco al resoconto del 16<BR>novembre. Purtroppo è un vero e proprio lager dove possono entrare solo<BR>parlamentari o consiglieri regionali e con il contagocce gli avvocati.<BR>Proprio in questi giorni, motivo del mio ritardo, la magistratura ha aperto<BR>un'inchiesta sulle denunce che 17 cittadini maghrebini hanno sporto agli<BR>inizi di dicembre. Ovviamente si è scatenata una canea terribile: la Curia<BR>e gran parte delle istituzioni ed anche, ahimé, del centro sinistra hanno<BR>fatto numerosi appelli di solidarietà in favore di questi carcerieri. Le<BR>denunce sono scattate per violenze inaudite che queste persone, tutte<BR>giovanissime, hanno subito (pestaggi, imposizione di carne di maiale ai<BR>musulmani perdipiù durante il Ramadan, ed altro) dopo un sacrosanto<BR>tentativo di fuga a metà novembre. Oggi la situazione è che grazie al loro<BR>coraggio, non è facile denunciare i propri aguzzini quando non si ha il<BR>permesso di soggiorno e voi lo sapete bene, siamo riusciti a sollevare il<BR>velo di ipocrisia sulla presunta "accoglienza" italiana, che altro non è un<BR>buco nero dal quale i migranti vengono ingoiati per poi essere espulsi. I<BR>Cpt in realtà sono dei posti dove ogni diritto è negato. Hanno più diritti<BR>i reclusi nelle carceri speciali. Cari compagni e compagne speriamo che a<BR>livello nazionale la battaglia politica che si è iniziata porti a<BR>ridiscutere nel complesso la politica verso i migranti. Non è solo la<BR>questione imprescindibile della chiusura dei Cpt, ma anche di una legge che<BR>garantisca il diritto d'asilo, la possibilità di non "clandestinizzarsi"<BR>con il meccanismo infernale del permesso di soggiorno collegato al lavoro e<BR>alla casa. ciò che questa esperienza, nella sua drammaticità, preziosa ci<BR>ha insegnato è che, in ogni caso, senza i migranti nessuna battaglia è<BR>possibile.<BR><FONT color=#ff0000><STRONG>Per ciò che riguarda il CTM la risposta è positiva. E' esattamente la rete di Ong che organizza il cosiddetto commercio equosolidale. Questo è un altro capitolo doloroso. Della serie nati bene e cresciuti male...Ma è meglio per ora che io mi fermi qui. Se volete potrò dirvi altro sul Ctm in un'altra lettera.<BR></STRONG></FONT>Una cortesia. L'allegato col vostro statuto non si apre potreste<BR>rispedirmelo in formato word. Io in cambio vi spedisco l'invito ad un<BR>convegno nazionale che il 18 e 19 gennaio Rifondazione Comunista<BR>organizza proprio sui temi delle migrazione. Io ci sarò e spero che anche<BR>voi possiate e vogliate venire. In questa prospettiva vi lascio i miei<BR>numeri di telefono .........(casa), .............(cell.). Un abbraccio forte<BR>di buon lavoro e buon anno, anche se in ritardo, Cinzia Nachira. A presto,<BR>spero.<BR><BR><BR></BLOCKQUOTE></BLOCKQUOTE><p><br><hr size=1><A HREF="http://it.yahoo.com/mail_it/foot/?http://it.mobile.yahoo.com/index2002.html"><b>Yahoo! Cellulari</a></b>: loghi, suonerie, picture message per il tuo telefonino
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