[Cerchio] Un segreto di Pulcinella

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Autore: Pkrainer
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Oggetto: [Cerchio] Un segreto di Pulcinella
Si potrà tentare la
fortuna il martedì, il giovedì e il sabato
                                                         Un concorso in più
anche per il Superenalotto
                                                         Lotto, da dicembre
tre estrazioni a settimana


(La Repubblica, dicembre 2002)

Un esponente della Destra Storica - forse Quintino Sella o qualche altro avo
della Patria - chiamava il Lotto, la Tassa sugli Allocchi.
E davvero nell'Ottocento, ai tempi in cui non esisteva ancora l'Imposta sui
redditi,
il Lotto era una delle principali entrate dello Stato, con cui si
finanziavano guerre, imprese coloniali e innumeri altre glorie patrie.
Per vari motivi, oggi, trarre il grosso del gettito fiscale dai redditi
(Unico) o dai consumi (Iva) appare difficilmente realizzabile. I fini di
controllo poliziesco dell'attività, impliciti ma neanche troppo,
nell'imposta progressiva sui redditi, che impone una fotografia
dettagliatissima
dell'intera attività sociale, sono in parte inapplicabili per la crescente
rackettizzazione dell'attività imprenditoriale, in parte inutili, ora che il
germe poliziesco é ormai penetrato in ogni cellula della società.
Come dalle tasse imposte, si é passati all'autotassazione, ora lo stato
conta di poter fidare su una folla di volontari, che spontaneamente
trasferiscano i loro tesori miserandi nel tesoro dello stato.
Per questo lotto e lotterie, mai del tutto dismesse da governi rapaci e
avidi di ogni singola briciola, ritornano al centro dell'attenzione e della
propaganda, e si propongono come fonte primaria di gettito, su cui fondare
interi programmi, opere, investimenti...
Se la metastasi delle lotterie e dei binghi é in piena proliferazione, il
momento cruciale della nuova tendenza può bene essere situato
nell'introduzione della riforma dell'Enalotto, della nascita del
SuperEnalotto. Gli esperti avevano denunciato fin dall'origine
l'inconsistenza matematica delle speranze di vincita del famoso 6, ancorché
rinsanguato dal fatale jackpot.
Infatti, come può verificare chiunque, facendo un rapido conteggio, le
possibilità di estrazione di una particolare formula sono una ogni
448.282.533.600 ( prodotto di 90 per 89, per 88, per 87, per 86, per 85) ,
cifra che divisa per il numero di colonne giocate, comporta
che il 6 dovrebbe verificarsi, ammesso che le colonne giocate siano sempre
diverse fra loro (cosa perfettamente inverosimile), ogni 12.458 turni.
Fin qui, si direbbe, nulla di strano, lo stato ha introdotto un gioco in cui
vince sempre: fesso chi gioca, giacché non vincerà mai. Ma, e qui sta il
cuore della questione, miracolosamente, viste le cifre indicate sopra, non
solo é uscito il 6, ma é uscito ripetutamente, trasmettendo agli
scommettitori un inesauribile entusiasmo, rinnovato e moltiplicato
dall'introduzione del doppio canale creato dalla successiva introduzione del
5 più 1, e ora dalle tre giocate settimanali. La gente non paga le tasse, in
parte perché non ne ha voglia, in parte perché attende i condoni, in parte
perché non ha una lira (prima: ora, grazie all'Europa, può ben dire di non
avere un euro)? Non c'é problema, la stessa gente giunge a indebitarsi nella
speranza del jackpot.
Ma come é possibile che escano i 6 che non dovrebbero, anzi non potrebbero
uscire? Esattamente, allo stato dei fatti, non si sa. La voce raccolta fra i
ricevitori é che, semplicemente vengano introdotte, con un marchingegno
informatico, delle colonne vincenti DOPO l'estrazione dei numeri, con un
ritmo studiato a tavolino per tenere alta la bramosia degli scommettitori.
Poiché il ricevitore non ha davvero incassato quella giocata, dovrebbe
rendersene conto, ma:
1) il sistema informatico stesso potrebbe essere studiato per poterlo
ingannare (nel senso che nella sua macchina c'é bensì l'elenco delle giocate
fatte - dove quella vincente manca - ma il sistema di creazione della falsa
vincita potrebbe creare un retroeffetto sui terminali collegati in rete,
praticamente far apparire la colonna, ad esempio al posto di un'altra che
non ha vinto, anche sui terminali dai ricevitori)
2) c'é da dire che, poiché i ricevitori incassano una percentuale modesta
ma non irrilevante, che nel caso corrisponde a centinaia di migliaia di
euro, se anche intuiscono qualche traccia di irregolarità, il loro silenzio
é meravigliosamente retribuito; perché non solo, denunciando l'inghippo,
perderebbero la percentuale poco meno che miliardaria sulla vincita, ma
segherebbero il ramo della credulità popolare, su cui essi siedono e si
nutrono
3) poiché il meccanismo é tale che, anche se i 6 inesistenti venissero
pagati, la megamacchina dell'Enalotto rimarrebbe in forte attivo, non é
escluso che, oltre ai ricevitori, anche altri soggetti, controllori, notai,
o comunque individui stimati meritevoli di prebende miliardarie (e
certamente attorno al Ministero del Tesoro si affolla una pletora di simili
bisognosi meritevoli), ricevano il danaro corrispondente alle vincite, nate
false, ma rese vere dal meccanismo stesso.
4) questo potrebbe spiegare come questa banalità che andiamo scrivendo non
sia mai emersa in questi anni: può darsi. ad esempio, che chi ha fatto
questi stessi
nostri conteggi, invece di renderli pubblici, gratuitamente, li abbia
avviati al Ministero del Tesoro- Direzione Lotterie, ricevendo in cambio, a
giro di posta, appena dopo la nuova estrazione, una bella schedina vincente.

boccadorata
pkrainer