Szerző: noemi Dátum: Tárgy: [Forumlucca] LA GIORNATA DELLA MEMORIA
> LA GIORNATA DELLA MEMORIA
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> Il 27 gennaio, giorno della liberazione di Auschwitz, è stato proclamato
> Giorno della Memoria .Memoria di un passato troppo spesso dimenticato, o
> meglio rimosso, colpevole di essere stato l'apoteosi della violenza
> insensata e cieca dell'uomo sull'uomo, un passato troppo brutto per volerne > ancora sentire il peso sulle nostre coscienze; ma forse, il giorno della
> memoria serve proprio a questo, a richiamarci alla memoria un momento così
> drammatico che esige ogni giorno dalla nostra coscienza un "no!" deciso
> verso qualunque forma di ingiustizia e discriminazione. Contro il puro e
> sterile ricordo questo giorno particolare deve servire per farci sentire
> lungo la schiena un fremito, il fremito provocato dalla morte di 6 milioni
> di ebrei e altri "reietti" della società colpevoli solo di appartenere al
> soggettivo popolo dei "diversi"; perché è dovere ricordare che non solo sono > stati quasi sterminati gli ebrei ma molte altre categorie di persone come
> gli zingari, gli omosessuali, i detenuti politici e i liberi pensatori
> schieratisi contro il nazi-fascismo.
> Soprattutto in questi ultimi anni, dove alcune persone applaudono Mussolini > come il più grande statista del secolo e alcuni addirittura propugnano
> eretiche teorie revisioniste che sostengono l'inesistenza storica dei campi > di concentramento quando ce ne è uno anche in Italia alla risiera di S.Sabba > , la nostra posizione deve essere ancora più ferma e decisa per mantenere
> viva e presente la drammatica esperienza raccontataci dai pochi
> sopravvissuti, fino al giorno in cui questi non ci saranno più e allora
> saremo veramente tutti messi alla prova: continuare a ricordare o
> dimenticare questo fatto rendendolo pericolosamente ancora possibile.
> Di testimonianze sulla Shoah se ne è sentite tante ma mai troppe , ogni
> esperienza è in sé unica e dovrebbe bastare da sola a scuotere la nostra
> coscienza ; non è il numero delle vittime che conta ma la causa di questi > morti, ed è la risposta che deve metterci paura perché implica che potremmo > essere tutti vittime e colpevoli ; quante volte abbiamo avuto paura o
> disprezzo per i diversi, magari solo perché hanno abitudini e costumi
> differenti dai nostri, parlano un'altra lingua anche se vivono nel nostro
> stesso pese?. Quante altre volte invece potremmo essere noi il bersaglio di > queste stupide accuse? " frocio" "negro" "terrone". nessuno può essere
> perfetto agli occhi di tutti e quindi è obbligo di tutti lottare perché la
> cultura del "diverso" venga finalmente cancellata lasciando spazio alla
> cultura della fratellanza.
> Lottare non esclusivamente in senso metaforico, lottare nelle piazze, nelle > strade, non solo a parole ma soprattutto coi fatti perché la fratellanza
> deve essere una scelta obbligata, un ideale talmente legittimo per il quale > bisogna combattere con ogni mezzo necessario non lasciando spazio ne parola > a chi pericolosamente potrebbe far rinascere il mito della superiorità
> mettendosi su un piedistallo fragile relativamente a quanto viene accettato > e tollerato dalle masse; ecco perché è compito di tutti una presa di
> posizione decisa e risoluta , capace di tramandare a distanza di anni
> dall'Olocausto l'orrore e la violenza di chi è stato violentato, in modo
> tale di non
> abituarci mai a nessuna forma di discriminazione, nemmeno le più subdole
> mascherate sotto la candida apparenza di "leggi" o "decreti".
> Sfortunatamente però in questi anni sembra che la cultura della "resistenza" > si vada pian piano dissolvendosi sotto i colpi di un pericoloso lassismo di > cui responsabile è soprattutto la "nuova destra" e che giova esclusivamente > a chi vuole proporre politiche xenofobe basate su stupidi stereotipi come
> immigrato uguale delinquente o islamico uguale terrorista e che nell'epoca > della globalizzazione rinchiude coloro che scappano in Italia da realtà di > guerra o carestie in nuovi lager chiamati centri detenzione temporanea,
> circondati da sbarre e militari in divisa.
> Proprio in questi tempi, che va molto di moda l'inno italiano ,
> richiamandoci tutti al senso della patria per la quale nella storia sono
> stati commessi ogni tipo di abusi e nefandezze io proporrei di ricominciare > a cantare Bella Ciao, il simbolo nazionale, della resistenza, internazionale >
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> "mi fanno schifo gli amici di Milosevic, di Saddam, di Arafat, di
> Castro, di Sendero Luminoso, i trotskisti, i gramsciani, gli
> stalinisti, i maoisti; ma ciò che davvero mi sta a cuore é il ripudio
> della militanza, delle bandiere, dei simboli, dei partiti, dei
> sindacati. Di ogni organizzazione separata. In particolare, mi pare
> doveroso dare il colpo di grazia al bolso bove bolscevico, che da
> più di ottant'anni si frappone sul cammino della libertà, ma é solo
> un inizio. Tutte le bandiere devono bruciare, tutti i leader
> scacciati, tutte le idologie irrise, tutti i militanti bastonati e
> sbertucciati. Compresi quelli anarchici, per capirci."
> -Pkrainer-
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