[RSF] Lilliput: Verso Porto Alegre: il coraggio della differ…

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Autor: Luigi Pirelli
Data:  
Assunto: [RSF] Lilliput: Verso Porto Alegre: il coraggio della differenza del movimento dei movimenti
From: ufficiostampa@???
Sent: Mon, 20 Jan 2003 10:35:47 +0100

Lettera aperta ai Movimenti
Verso Porto Alegre: il coraggio della differenza del movimento dei movimenti

“…scoperta del crepuscolo in avanti. Il non-ancora-cosciente
come nuova classe della coscienza del nuovo:
giovinezza, svolta storica, produttività…”
E. Bloch Del principio speranza

Cari amici e compagni, coispiratori di un nuovo mondo in costruzione,

anche quest’anno siamo in tanti in partenza verso il Forum Sociale
Mondiale. Portiamo con noi le fatiche e le conquiste di un anno di
impegnativo, insieme a quel pezzo di un mondo diverso che dalla Fortezza di
Firenze ha manifestato contro la guerra, e ha posto le premesse di una
nuova Europa possibile, libera dal mercantilismo e dall’ingiustizia
razzista travestita da civiltà, e riscattata dalla religione neoliberista.
Ma nel rimetterci in viaggio, benchè forti dell’originalità e della bontà
di un’esperienza così promettente, dobbiamo badare a non sederci sugli
allori, e semmai, a stare in guardia, tenendo i piedi ben saldi nelle
fondamenta che ci hanno sostenuto e dato forza fin qui.

Quest'anno, lo sappiamo, ci ritroveremo in un Forum Mondiale che sta
pensando di ridefinire la sua, ed ormai di tutti, Carta dei Principi senza
però riflettere a fondo sul grosso rischio di autoreferenzialità. Un Forum
che, dopo aver promosso la mobilitazione di tanta parte della società
civile in tutto il mondo, forse fatica a riconoscere le valenze
potenzialmente partecipative e le innovative capacità promozionali delle
esperienze nascenti nei Forum continentali e tematici.

L’organizzazione dell’European Social Forum, sollecitata dal successo di
Porto Alegre dell’anno scorso, ci ha visto impegnati in un percorso di nove
mesi inedito e ambizioso, fatto di pratiche inclusive, improntate alla pari
dignità fra soggetti, nello sforzo di declinare localmente l’ideale della
democrazia partecipativa. I giorni di Firenze sono stati un evento
straordinario, non un punto di arrivo, ma l’inizio di nuovi reticoli di
elaborazione e proposta, nutriti di una rinnovata paziente impazienza,
ingaggiata in campagne e agende di mobilitazione per il cambiamento dal
basso, volte al coinvolgimento di sempre più ampie parti della società
civile, italiana, europea, e planetaria.

Mai come oggi il movimento dei movimenti è oggetto dell’attenzione
dell’opinione pubblica, oltre che dei media, e particolarmente in Italia,
degli appetiti di partiti vecchi e/o in via di rinnovamento, di vecchi o
nuovi politici alla ricerca di una credibilità.

Nell’ultima riunione del coordinamento organizzatori Esf prima del Forum
Mondiale, ci siamo ritrovati a ribadire la forte autonomia del movimento
dei movimenti in Italia e in Europa, non per rivendicare dei primati, si è
detto, ma per guardare avanti verso le nuove frontiere del cambiamento, per
continuare ad interrogarci e a confrontarci sulle
“relazioni-diverse-possibili” tra noi e con partiti e istituzioni, senza
cadere nella trappola della neutralizzazione, della omologazione,
dell’etichettamento .

E su quelle frontiere stiamo appena adesso imparando la
“lingua-diversa-possibile” di nuove pratiche di cambiamento sociale e
politico dal basso, uniti nelle differenze, con la volontà di costruire
insieme perché legittimati / legittimanti nella differenza. Una differenza
che dobbiamo preservare nei metodi e nei processi, una differenza che si
sottrae alle etichette con le quali, spesso, si tenta di inglobarci in
altri progetti politici, che non sono il nostro progetto, e che non
riflettono il nostro modo di esprimere soggettività e azioni politiche.

Questa differenza infatti ci porta a Porto Alegre non come delegazione
italiana autoconvocata e autolegittimata, ma come riferimento di ciò che
vuole essere un’assemblea aperta a tutti i delegati italiani presenti.

E auspichiamo che al rientro da Porto Alegre, questa differenza di metodi e
fondamenta radicalmente partecipativi ci permetta di inaugurare un
rinnovato contesto di coordinamento italiano verso l’Esf2, fondato su un
patto di lavoro che nasca dalle agende Esf e Wsf, che si potrà definire
“costituente” di una “regione-di-mondo-diverso possibile”, nella misura in
cui faccia prevalere la pratica di convergenze reticolari e plurali, basate
sul nuovo modello della “cooperazione-consenso”, in grado di esprimere il
senso di una partecipazione e soggettività politica in continua evoluzione.
Ci auguriamo infatti che l’affermazione dell’ “autonomia della soggettività
politica” del movimento dei movimenti non venga confusa con le spinte alla
cristallizzazione in un soggetto politico unico, che ingabbiandoci nel
vecchio modello della “coercizione-compromesso”, genererebbe le tristi
involuzioni verticistiche e ideologistiche di tante primavere sociali già
superate.
L’augurio e l’invito che vorremmo fare, alla vigilia di questi prossimi
impegni, è di mantenere alta la tensione e l’attenzione all’orizzontalità
delle relazioni e delle pratiche sociali e politiche, perché ragionare al
plurale è una continua conquista, e per noi stessi è ancora in gran parte
una lingua straniera da inventare e imparare.

La delegazione della Rete di Lilliput con questa intenzionalità costruttiva
e con questo impegno a fare rete, sarà presente a Porto Alegre con le altre
parti dei movimenti dell’Esf di Firenze. L’auspicio è che questa
possa essere, dopo Firenze, un'occasione per mettere alla prova
collettivamente la pratica concreta di un metodo nuovo e cioe' il procedere
per contenuti e partecipazione, intorno all’obiettivo del riconoscimento
del carattere vitale dell’esperienza del forum continentale europeo.
Riteniamo che sia necessario battersi per favorire i processi dal basso e
l'autonomia dal WSF, seppure nella cooperazione, da parte dei fori
continentali e tematici: per questo noi non firmeremo documenti generali
conclusivi ma eventualmente solo piattaforme tematiche di azione, nello
spirito di Firenze e del mondo diverso che solo la pluralità dei movimenti
e degli sforzi potrà realizzare. Vorremmo altresì invitare ad un maggior
impegno reticolare sulle problematiche relative all’ambiente, al disarmo, e
alla difesa popolare nonviolenta , perché siano meglio integrate con le
mobilitazioni sociali per un mondo più giusto: opposizione alla guerra
preventiva significa anche lotta per il disarmo e contro lo sviluppo
dell’industria bellica, senza dimenticare una delle conseguenze dirette
dell’attuale “nuovo ordine di guerra”, ovvero la sistematica distruzione
delle basi naturali della vita di noi tutti.

Arrivederci a presto, nella città del bilancio partecipativo, di nuove
storie ed esperienze di resistenza, e come dice il famoso detto: “En el
camino no hay camino, no hay que caminar”.

Il Gruppo di lavoro Wsf della Rete Lilliput