[Cpt] Da Borgomezzanone

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Autor: erminia rizzi
Data:  
Assumpte: [Cpt] Da Borgomezzanone
STORIE DI FRONTIERA


Martedì pomeriggio veniamo a conoscenza che a
Borgomezzanone, in provincia di Foggia, sono detenuti
46 cittadini dello Sri Lanka, cingalesi e tamil, in
attesa di espulsione : nessuno di loro ha fatto
richiesta d’asilo. Alcune ore dopo, in tarda serata,
ci viene comunicato – ma la notizia non è sicura- che
i 46 saranno rimpatriati la mattina seguente intorno
alle 6 dall’aereoporto di Bari. Decidiamo
estemporaneamente che ci saremmo recati all’aereoporto
alle 5 per evitare il rimpatrio. Chiediamo a Giovanni
Russo Spena (Rifondazione) ed Alba Sasso (Ds) di
cercare di fermare il rimpatrio anche per vie
istituzionali, avvertiamo la stampa ed allertiamo
diverse realtà ed associazioni di quanto sta
avvenendo. Non sappiamo la destinazione ma presumiamo
che l’aereo arriverà prima a Fiumicino o a Malpensa,
per questo la comunicazione di un probabile rimpatrio
da roma o da milano viene fatta circolare con dei
comunicati stampa.
Alle 5 ci ritroviamo all’aereoporto un piccolo gruppo
composto da associazioni, da disobbedienti, dal
forum, insieme alla parlamentare Alba Sasso.
Acquisiamo l’informazione che è prevista la partenza
di un charter per Colombo (SriLanka) con scalo a
Francoforte alle 11.45.
Viene indetta una conferenza stampa e dichiariamo che
impediremo il rimpatrio, affiggiamo striscioni
improvvisati per comunicare alla gente in transito che
sta avvenendo una deportazione dall’aereoporto,
arrivano avvocati e i consiglieri regionali Losappio
(rifondazione) e Loizzo (Ds), oltre alla polizia ed
all’ufficio stranieri. I 46 arrivano ma non li
incontriamo, i parlamentari ed i consiglieri coinvolti
fanno propria la dichiarazione di impedire il
rimpatrio, alle 11 la polizia di frontiera declina
ogni responsabilità ribaltandola sul ministro degli
interni, il prefetto di Fg dichiara di non essere a
conoscenza del caso. Vogliamo che una delegazione
accompagnata da un interprete incontri i 46 cingalesi
e tamil. Alle 13 Alba Sasso e l’interprete incontrano
i 46 (senza nessun foglio in mano, come succede spesso
a Fg) che sapevano che sarebbero stati trasferiti in
un altro centro ma non del rimpatrio (anche questa
prassi nota). Dichiarano che vogliono chiedere asilo
ma che non gli era stato permesso prima. Il rimpatrio
viene bloccato. I 46 richiedenti vengono trasferiti
nuovamente a Borgomezzanone.
Erano arrivati in Italia il 15 dicembre, trasferiti
dalla Sicilia a Crotone dove sono rimasti circa un
mese.Non sappiamo chi hanno incontrato al S.Anna di
Crotone a parte l’interprete che non parlava tamil ed
al console che li ha identificati per il rimpatrio, né
perché non hanno avuto accesso alla procedura di
asilo.
Il giorno dopo, la Commissione centrale per il
riconoscimento dello status con un tempismo che ci
sorprende, si sposta da Roma (sede abituale dei
colloqui fino alle istituende commissioni territoriali
della Bossi-Finio) e scende a Foggia (già successo
precedentemente, come a bari, come a lecce, come a
crotone). I colloqui avverranno alla presenza del
presidente della Commissione e di un delegato
dell’acnur.
Vogliamo incontrare nuovamente i cingalesi ed i tamil,
vogliamo spiegargli cosa sta succedendo
riconoscendogli il primo diritto che gli è stato
negato finora da quelli che hanno incontrato in un
mese circa e che arbitrariamente hanno deciso sopra
alle loro vite (a proposito, chi sono?), temiamo
colloqui sommari, temiamo che si giocherà
mediaticamente la carta del “rimpatrio necessario”.
Borgomezzanone non è un cpt, è un C.O.M. (centro
operativo misto), cioè uno di questi centri di
detenzione senza neanche una parvenza della loro
legalità. Non si sa cosa sono, a Borgomezzanone è
gestito dalla Croce rossa , a Squinzano (Lecce) ha
l’impronta della “gestione umanitaria” del CTM (non
quello delle botteghe, ma quello di Vinicio Russo).
Forse diventeranno i centri di identificazione
previsti dalla bossi-fini, forse altri cpt, ma sempre
un luogo di detenzione dove è negato l’accesso. Il
piano istituzionale si muove ed alba Sasso, Russo
Spena e Vendola (Rifondazione)chiedono l’ingresso ed
in serata arriva la notizia che una minuscola
delegazione (2/3 persone) potranno entrare la mattina
successiva.
Entra chi scrive, un rappresentante di ICS, un
avvocato, il consigliere regionale Sannicandro
(rifondazione) ed un interprete.
Entriamo nel vecchio aeroporto militare, incontriamo i
cingalesi ed i tamil, tutti molto spaventati.
La commissione sta tenendo i colloqui alla Prefettura
di foggia, il pomeriggio del giorno prima ha ascoltato
12 persone in due ore, quella mattina ha già portato
via altre 12 persone.
Parliamo con i presenti mentre i carabinieri non ci
lasciano mai da soli. Gli diciamo che nel poco tempo
dei colloqui devono riuscire a dire i motivi della
loro fuga, concentrandosi su quanto è successo loro
individualmente e non sulla situazione generale della
guerra nel loro paese.
Alcuni di loro sono giovanissimi, hanno 20 anni, ci
raccontano che hanno viaggiato 45 giorni su un
peschereccio partito dallo Srilanka e che attraverso
Suez sono arrivati in Sicilia. Durante il viaggio due
di loro sono morti per fame. Ci raccontano alcune
storie, come quella del ragazzino incarcerato e
torturato ad 11 anni, del cingalese mandato a
combattere nella zona tamil che ha disertato, della
truffa del cessate il fuoco sbandierato dal governo
per motivi di turismo, della politica del costruire
villaggi cingalesi nel nord per abbassare la
percentuale tamil, etc. Prendiamo i loro nomi per
evitare dispersioni in caso di trasferimenti .
L’arrivo dell’ufficio stranieri di Fg per prendere
altri 12, pone problemi alla nostra presenza
all’interno del campo, che dobbiamo nuovamente
rinegoziare con la Prefettura di Foggia.
Venerdì sera i colloqui sono terminati ed ancora non
ne conosciamo l’esito.
Sappiamo che questa storia non termina qui: se ci
saranno dinieghi bisognerà impiantare un percorso di
tipo legale per i ricorsi con le disponibilità che già
abbiamo avuto, ma non solo; ci sarà bisogno di
ottenere la sospensione di un eventuale rimpatrio per
i pericoli che comporterebbe alle persone (non
automatica in caso di presentazione di un ricorso ma
con precedenti in merito); c’è bisogno che azioni di
questo genere non rimangano isolate ma che diventino
prassi militante contro la bossi-fini e contro tutte
le leggi razziste; c’è bisogno di un lavoro in rete
contro le deportazioni di massa congiunto al lavoro
contro tutti i lager per migranti, che non sono solo i
cpt. Ultima considerazione in questo resoconto: 46
persone stavano per essere rimpatriate senza
un’espulsione: cioè in un mese, trasferite come pacchi
da un lager ad un altro in realtà non avevano mai
attraversato la frontiera. Nessuna traccia del loro
passaggio.

Sulla zona che non esiste:
Il C.O.M. di Borgomezzanone è in zona militare,
all’interno di un vecchio aeroporto militare.
C’è una piccola palazzina a più piani, con piccole
stanze, dove all’interno ci sono attualmente circa una
quindicina di persone, di cui quasi tutte sono i
cosiddetti “casi Dublino”. C’è una famiglia rom del
Kossovo con due minori molto piccoli e la madre
incinta.
Poi c’è un’altra struttura in muratura con un piano
terra che è una grande camerata, con una cinquantina
di letti : al momento del nostro ingresso era lo
spazio dei cingalesi ed i tamil.
Abbiamo potuto vedere all’interno del campo recintato,
due enormi gabbie a cielo aperto, di recente
costruzione, una di fronte all’altra, con una
recinzione altissima. All’interno delle gabbie erano
disposte roulotte per circa 200 posti per gabbia. Al
momento vuote.
Allego un recente comunicato del sindacato di polizia
su questo lager.
In Puglia ci sono 610 dei 1794 posti in lager come
questo, comunque vengano chiamati.

Erminia - bari




http://www.capitanata.it/notiziario/html_record_long.php?uid=&Rif=1040125150

> CONTROLLI 'POCO DIGNITOSI' AL CAMPO PROFUGHI DI

BORGO MEZZANONE
> A segnalarlo è il SILP per la CGIL
>
> Con una nota inviata nei giorni scorsi al Ministero

dell'Interno, al
> Prefetto ed al Questore di Foggia, la Segreteria

provinciale del SILP
> (Sindacato Italiano Lavoratori di Polizia) per la

CGIL ha segnalato
> un'incresciosa situazione che si verifica al campo

profughi di Borgo
> Mezzanone.
> In pratica, in attuazione di determinate

disposizioni, il personale di
> Polizia in servizio presso il campo profughi è

tenuto ad effettuare il
> controllo numerico dei cittadini stranieri al cambio

turno, operazione che
> viene ripetuta ogni sei ore nell'arco della

giornata, anche alle ore 24 e
> alle ore 7.
> La CGIL di Foggia ritiene, però, questa procedura

lesiva della dignità e
> della privacy di cittadini stranieri che sono

costretti, in questo modo, a
> svegliarsi nel cuore della notte per essere, in

effetti, 'contati'. Si
> tratta, in massima parte, di rifugiati in attesa

d'accoglimento della
> richiesta di asilo politico da parte dello Stato

Italiano.
> Il sindacato, quindi, sollecita un interessamento da

parte degli Organismi
> preposti per una diversa articolazione dei

controlli, che li renda
> ugualmente efficaci ed al tempo stesso più

rispettosi delle difficili
> condizioni di vita di queste persone.



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