La Consulta, ammissibile il referendum sull'articolo 18
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Posizioni divergenti nei sindacati confederali
Margherita: "Inadeguato e pericoloso", Ds divisi
Forza Italia e Radicali creeranno comitati per il no
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http://www.repubblica.it/online/economia/lavorotto/referendum/referendum.htm
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ROMA - Via libera della Corte costituzionale al referendum sull'articolo 18
proposto da Rifondazione comunista. Sarà il voto popolare a decidere se
estendere il diritto al reintegro in caso di licenziamento senza giusta
causa a tutti i lavoratori, anche quelli di aziende con meno di 15
dipendenti. Non ammissibili invece il referendum sull'estensione di alcuni
diritti sindacali e quello sull'abrogazione di norme relative al contributo
statale per le scuole private e di altre norme in materia di personale
docente.
Diverse le valutazioni dei sindacati confederali. Cauto il segretario
generale della Cgil Guglielmo Epifani: dopo aver sottolineato che "la strada
maestra per estendere i diritti è quella della legge", annuncia che sarà
presentata una proposta per sostenere questi diritti e aggiunge che la Cgil
deciderà "in un comitato direttivo il proprio orientamento sul referendum".
Soddisfatto della decisione della Consulta è invece il segretario
confederale della Cgil Gian Paolo Patta: "A questo punto credo che tutte le
forze che si sono battute in questo ultimo anno debbano rapidamente
concordare una grande campagna per portare al successo il referendum".
Contrario in modo netto alla consultazione il segretario generale della Uil,
Luigi Angeletti: "Tutelare i lavoratori a cui oggi non si applica l'articolo
18 è un problema vero e che esiste. La risposta del referendum, qualunque
sia il suo esito, non è una risposta efficace". Il leader della Cisl, Savino
Pezzotta, preferisce invece non sbilanciarsi e si limita a dire: "Al momento
opportuno vedremo. Non commento le decisioni della Consulta prima di aver
riunito la segreteria confederale".
Nell'Ulivo, Margherita e parte dei Ds sono d'accordo sul no al referendum.
La Margherita lo ritiene "ingiustificato e pericoloso", mentre Francesco
Rutelli parla di cosa "assurda" e sostiene che se passasse il referendum
sarebbe possibile "la costituzione di rappresentanze sindacali in aziende
con un dipendente. E si trasformerebbe così un successo cui tutti hanno
concorso (Cgil, Ulivo, Cisl, Uil e anche la Margherita), estremamente
importante" nel suo contrario. Nei Democratici di sinistra Vincenzo Visco si
dichiara pronto a votare no, mentre l'ex ministro del Lavoro Cesare Salvi
sostenere il referendum è "una battaglia di civiltà".
Dura la posizione dell'economista e parlamentare europeo di Forza Italia
Renato Brunetta che annuncia la costituzione di comitati per il no, come fa
anche il segretario dei Radicali Daniele Capezzone. "Abbiamo già costituito
i comitati per il no per il referendum sull'articolo 18 e siamo pronti a
chiedere un confronto su questo tema" dice Capezzone. Il referendum
sull'estensione dell'articolo 18, afferma Brunetta, sarà utile "a fare
chiarezza sulle strumentalizzazioni della Cgil".
Dello stesso avviso il sottosegretario al Welfare, Maurizio Sacconi, secondo
il quale il confronto referendario "consentirà di rifare chiarezza sulla
mistificante definizione secondo cui l'articolo 18 conterrebbe un 'diritto
di civilta'. Se così fosse esso dovrebbe applicarsi a tutti i lavoratori
italiani, come chiedono i proponenti, e non solo, come avviene ora, alla
metà di essi".
Oltre ai due referendum sullo Statuto dei lavoratori e a quello sulla scuola
privata, la Consulta si è espressa anche sui due quesiti relativi alla
sicurezza alimentare e ai rifiuti, dichiarati inammissibili, mentre ha dato
via libera a quello sugli elettrodotti (abrogazione della norma sulla
servitù coattiva, vale a dire far cadere l'imposizione per il proprietario
di un fondo di far passare sul proprio territorio un elettrodotto).
(15 gennaio 2003)