Ho trovato questo articolo sull'Espresso di novembre
'02 e l'ho trovato molto interessante; soprattutto non
sapevo assolutamente nulla di questa proposta di legge
quindi ho pensato di riproporlo qui x intraprendere
una riflessione/discussione in merito tutte insieme.
Un abbraccio
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ATTENTI(/E) A QUELLA LEGGE
di Letizia Gabaglio.
Aggiungere al danno la beffa.
Ecco, secondo l'Associazione italiana donne x lo
sviluppo (Aidos), quanto comporterebbe la proposta di
legge sulle mutilazioni genitali femminili (n.150)
presentata dai deputati della Lega Nord Alessandro Cè,
Francesca Martini e Davide Caparini, in discussione in
commissione Giustizia alla Camera. Una volta approvato
il testo, questa pratica verrebbe inscritta come reato
autonomo nel Codice penale, con pene molto severe che
arrivano fino alla soppressione della patria potestà
per i genitori che mutilano le figlie.
"Così le bambine, oltre a subire il danno fisico, si
vedrebbero private dell'affetto dei genitori",
commenta Cristina Scoppa dell'Aidos. In piu, inserire
questa pratica tra i reati perseguibili vuol dire
concepirla come un dolo, mentre i genitori che
mutilano le figlie nn hanno intenzione di far loro del
male, quanto di garantire la loro identità femminile e
assicurare il matrimonio. "Si tratta di entrare nella
cultura delle madri e convincerle che le mutilazioni
nn sono necessarie", continua Scoppa.
Ad alcune donne, ad esempio, e bastato capire che nel
Corano nn è prescritta la pratica come condizione per
essere una buona credente, per decidere di non
sottoporre le figlie a questa tortura.
Già adesso chi obbliga una bambina a subire le
mutilazioni dei genitali può essere denunciato e
perseguito, applicando gli articoli 582 e 583 del
Codice penale sulle lesioni personali.
Eppure, "nonostante l'elevato numero di immigrate
provenienti da paesi che praticano la mutilazione dei
genitali a oggi si ha notizia di due sole sentenze,
pronunciate dal Tribunale di Milano", denuncia il
deputato del gruppo misto Verdi-Ulivo Laura Cima.
In un caso all'imputato, padre egiziano di una bimbra
di dieci anni, è stata applicata, per lesioni
personali gravissime, la pena di due anni di
reclusione. La normativa vogente, quindi, è più che
sufficente: mancano invece campagne di informazione
che facciano comprendere come le mutilazioni dei
genitali femminili sia veicolo di contagio HIV,
epatite e tetano e che le operazioni comportano
conseguenze fisiche rilevanti.
In realtà il Parlamento europeo, il 13 marzo 2002, ha
approvato una risoluzione su "Donne e il
fondamentalismo" per invitare ad azioni di
informazione. E già l'8 settembre 1999, per definire
le linee essenziali del progettoi nazionale contro le
mutilazioni genitali femminili, con decreto della
ministra per le pari opportunità, Katia Bellillo, era
stata istituita una commissione.
Che l'attuale governo ha pensato di sopprimere.
(Per ulteriori info:
www.stopfgm.org )
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