[Lecce-sf] dal forum dei diritti (bari)

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Auteur: luca ruberti
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Sujet: [Lecce-sf] dal forum dei diritti (bari)
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From: "patrizia"
To: "luca ruberti" <loukas2@???>
Sent: lunedì 6 gennaio 2003 21.33
Subject: Re:

[cut]

Oggi abbiamo distribuito il vostro volantino "Ai cattolici e ai crististiani
tutti", aggiungendo la firma del forum dei diritti, affiancando l'iniziativa
dello "sciopero della messa" dei comboniani ed Alex Zanotelli.
La chiesa in cui si riunivano traboccava di gente, altrettanta è rimasta
fuori.
Spero che il volantino faccia discutere un pò.

[cut] ti invio il comunicato stampa con il quale l'abbiamo spedito ai mass
media.

ti saluto
a presto
patrizia
......................................................

COMUNICATO STAMPA

Il FORUM DEI DIRITTI affianca, stasera, l'incontro di preghiera e di
riflessione promosso dai Padri Comboniani presso l'Auditorium Diocesano
della Vallisa a Bari.

Dichiarando piena solidarietà all'iniziativa della astensione dalla
celebrazione della messa nel giorno dell'epifania, il FORUM DEI DIRITTI -
BARI distribuirà un volantino, redatto insieme al LECCE SOCIAL FORUM in cui
si chiede la chiusura di tutti i Centri di Permanenza Temporanea per
migranti, incluso il Regina Pacis di S. Foca.

Gran parte del mondo cattolico democratico italiano si è già pronunciato in
favore della chiusura dei CPT.

AI CREDENTI, PARTECIPANTI ALL'INCONTRO DI STASERA PROPONIAMO UN ULTERIORE
MOTIVO DI RIFLESSIONE ED UNA PRESA DI POSIZIONE PUBBLICA E FORTE SULLA
GESTIONE DIRETTA DEL CPT LECCESE DA PARTE DELLA CHIESA.

FORUM DEI DIRITTI - BARI

....................................................

Ai cattolici e ai cristiani tutti
Ci rivolgiamo a voi della comunità dei credenti perché come voi crediamo
nella giustizia, nella pace, nella possibilità di edificare un mondo
migliore. E come voi siamo preoccupati e perciò accogliamo l'accorato grido
d'allarme lanciato da Giovanni Paolo II sul «silenzio di Dio che non si
rivela più e sembra essere rinchiuso nel cielo, quasi disgustato dall'agire
dell'umanità». Un grido lanciato in occasione dell'udienza settimanale in
Vaticano, all'indomani dell'anniversario della Dichiarazione Universale dei
Diritti dell'Uomo e nella prospettiva, per nulla remota, di una nuova
guerra. Un grido mutuato dalle parole «amare e sofferte» del profeta Geremia
nel suo «Lamento del popolo in tempo di fame e guerra» .
Fame e guerra, i flagelli ricorrenti dell 'umanità; fame e guerra, i
flagelli che sono spesso alla base della migrazione dei popoli che approdano
sulle nostre coste.
Qui ad ospitarli, i Centri di Permanenza Temporanea (CPT) che, lungi
dall'essere luoghi di accoglienza, sono luoghi nei quali è sospeso ogni
diritto, a partire da quello inviolabile della libertà: filo spinato e forze
dell'ordine impediscono l'uscita degli «ospiti» e l'ingresso dei civili. Qui
i migranti sono reclusi senza aver commesso alcun reato se non quello di
aver tentato di sottrarsi ai flagelli        dell 'umanità: alla guerra,
alla fame. La povertà da virtù evangelica è divenuta reato.
Come si può conciliare la propria militanza cristiana con I' accettazione
dei CPT?
Il «Regina Pacis» è uno dei 14 CPT presenti in tutta Italia e, perciò, è
anch'esso un luogo di sospensione del diritto dove i migranti sono tenuti
prigionieri perché colpevoli di essere poveri, poveri come Cristo.
Come si può conciliare il proprio ministero con la gestione diretta di un
CPT?
Cristo ha detto «Ero straniero e mi avete ospitato» (Matteo 25, vv. 31-46).
E' ospitalità quella che si avvale del filo spinato e della coercizione?
Anche se oltre quel filo spinato tutto fosse lindo e confortevole i CPT non
sarebbero meno offensivi dei principi di civiltà e dei precetti cristiani.
E' per tutto questo che chiediamo la chiusura del «Regina Pacis» e di tutti
i CPT sui quali, in quanto luoghi «lesivi dei principi di libertà e certezza
del diritto», si è già pronunciata la Caritas nazionale e gran parte del
mondo cattolico: dal presidente della Caritas Nazionale Monsignor Benito
Cocchi, a don Luigi Ciotti, a don Angelo Cassano, a don Vitaliano della
Sala, a don Andrea Gallo. ..
E' per tutto questo che non ci rassegniamo a legittimare nessuna forma di
ingiustizia, anche quando essa è sancita dalle leggi dello Stato.
Non dimentichi dell'insegnamento di Don Tonino Bello, che parlava del vero
volontariato che
«oggi deve sentirsi padre di cultura, più che produttore di servizi.
Generatore di coscienza critica, fattore di cambiamento della realtà più che
titolare di un assistenzialismo inerte...altrimenti rischia di essere una
semplice opera di contenimento e di controllo sociale, utile ammortizzatore,
tutto sommato funzionale al sistema che tali sperequazioni produce e
coltiva".
E che così si rivolgeva al suo fratello immigrato:
" Perdonaci, se non abbiamo saputo levare coraggiosamente la voce per
forzare la mano dei nostri legislatori. Ci manca ancora l'audacia di gridare
che le norme vigenti in Italia, a proposito di clandestini come te, hanno
sapore poliziesco, non tutelano i più elementari diritti umani e sono
indegne di un popolo libero come il nostro."
P.S. Se passi da casa mia, fermati.


LECCE SOCIAL FORUM
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