[Lecce-sf] scorie nucleari

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Autor: Lecce Social Forum
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Assunto: [Lecce-sf] scorie nucleari
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Sent: Monday, January 06, 2003 7:15 PM
Subject: [lecce-sf] scorie nucleari


Salve, vorrei sapere se qualcuno mi può dare informazioni sulla questione
delle scorie nucleari nel salento e su eventuali mobilitazioni in corso
per questo problema. Ho trovato il seguente articolo sul sito
www.legiraffe.it:
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Articolo pubblicato Giovedì 28 Novembre 2002, h12:42 Pierpaolo Sergio

Scorie radoattive, allarme in crescita

Fa discutere il rapporto dell'Enea che ha individuato in Puglia 65 siti
per lo stoccaggio delle scorie nucleari

LECCE - La notizia era già apparsa su "Il Sole 24 ore" lo scorso 12 marzo.
Oggi l'argomento torna di stretta attualità. Si tratta della localizzazione
in Puglia di 65 siti per lo stoccaggio delle scorie radioattive delle
centrali
nucleari dismesse, nonchè di rifiuti radioattivi d'altra origine, ossia
gli ospedalieri.

Quante scorie da smaltire!

Lo studio è stato effettuato dall'Enea, l'Ente nazionale per l?Energia e
l'Ambiente.

Ci sono da stoccare ben 23mila metri cubi di scorie, di cui 16mila a media
attività e 2mila ad alta radioattività. Rifiuti cosiddetti tecnologici,
che vanno interrati.

Sono quelle attrezzature usate all'interno delle centrali, considerate a
bassa radioattività, ma che dovrebbero essere smaltite come rifiuti a
rischio.

No al nucleare

Le città che hanno ospitato le centrali, però, non vogliono essere
penalizzate
e i rispettivi sindaci hanno firmato un documento in cui rifiutano l'ipotesi
di ospitare un'eventuale discarica delle scorie radioattive, che l'Italia
dovrà necessariamente individuare per poter smantellare le centrali.

Il governo già in passato ha spinto per la realizzazione di un maxi-deposito
di rifiuti radioattivi: l'obiettivo è la messa in sicurezza dei 23mila metri
cubi di scorie prodotte dall'attività delle centrali nucleari dismesse.


Impreparati

L'Italia, al contrario di quasi tutti gli altri paesi europei, non si è
dimostrata fino ad oggi capace di gestire adeguatamente il problema dei
rifiuti radioattivi, pur disponendo di quantitativi di gran lunga inferiori
rispetto a paesi come Francia, Regno Unito e Germania.

Soluzione unica

Giampiero Santarossa, direttore del "Servizio Paese 3" dell'Enea che si
occupa della localizzazione del sito e dei requisiti generali dell'impianto
afferma: "In Italia il problema richiede un'unica soluzione ed è sufficiente
un solo sito. Per la collocazione di un deposito superficiale (soluzione
più pratica e tecnicamente sperimentata) vi sono oggi più di duecento aree
proponibili". "In realtà - aggiunge - il sito ideale è già stato
individuato.
Il problema è però quello del consenso: è la diffidenza del pubblico per
il nucleare in genere ciò che rende difficile oggi sistemare le scorie".

Come smaltire i rifiuti

L'unico modo possibile per smaltire i rifiuti radioattivi è aspettare che
la loro attività sia scesa al di sotto dei limiti imposti dalla legge e
quindi immetterli nell'ambiente o nel circuito di smaltimento dei rifiuti
urbani e industriali. Durante questo tempo i rifiuti devono essere stoccati
in contenitori che non consentano il passaggio delle radiazioni. Questo
non comporta particolari difficoltà nel caso di rifiuti provenienti da
attività
mediche o di ricerca, che decadono in pochi giorni, ma è enormemente
complesso
per le scorie provenienti dalle centrali nucleari, che conservano livelli
di radioattività molto pericolosi anche per migliaia di anni.

Questa categoria di rifiuti, costituita in massima parte da fanghi,
materiale
polverizzato e di piccole dimensioni, viene preventivamente compressa e
inglobata in un impasto di cemento e successivamente racchiusa in fusti
di metallo inattraversabile alle radiazioni e di solidità tale da non
consentire
fuoriuscita di materiale neanche in eventi di eccezionale gravità
(terremoti,
esplosioni, incidenti stradali, ferroviari ed aerei). Questi contenitori
vengono poi depositati all'interno delle centrali o trasportati in altri
siti considerati inaccessibili come ad esempio miniere esaurite e fondali
oceanici.
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Inoltre:

il Quotidiano del 5-1-2003 ha pubblicato un articolo in cui si parlava
dell'impegno
del sindaco (dei Verdi) di Sannicola contro queste scorie e dell'aumento
sospetto di alcune particolari neoplasie sul territorio salentino...tutto
ciò mi sembra per lo meno inquietante, ringrazio in anticipo chiunque si
interesserà di questo argomento gianluca