[Forumlucca] problemi del quarto potere

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Argomenti in questa selezione:

       1. TG5/La redazione chiede al CDR di restare (da TG 5)
            Da: TG5



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      Data: Fri, 3 Jan 2003 01:04:00 +0100
        Da: TG5
   Oggetto: TG5/La redazione chiede al CDR di restare (da TG 5)


Quarantadue giornalisti del Tg5 hanno firmato un documento in cui si
chiede il ritiro delle dimissioni del comitato di redazione, presentate
all'indomani della messa in onda del telegiornale Mediaset nonostante lo
sciopero generale della categoria, lo scorso 20 dicembre.
Paolo Di Mizio, membro del Cdr insieme a Sandro Provvisionato, spiega
che i firmatari del documento, affisso in bacheca, «approvano in pieno»
il contenuto della lettera di dimissioni del Cdr, in cui si denunciava
in particolare «la mancanza di una effettiva democrazia interna» e si
chiedeva «la creazione di una vera dialettica sindacale aziendale,
di fatto assente».
«La redazione è molto compatta», dice Di Mizio, specificando che la
maggior parte dei firmatari sono giornalisti della sede romana del Tg5 e
che ovviamente nel documento mancano le firme dei 20 giornalisti che non
hanno scioperato («anche se alcuni di loro hanno comunque firmato il
documento di solidarietà al cdr», sottolinea).
«Al Tg5 non c'è mai stata una dialettica sindacale vera - afferma Di
Mizio - ma un'atteggiamento paternalistico dell'azienda nei confronti
dei giornalisti. Il meccanismo di concordia sociale e
aziendale si è incrinato in coincidenza con la notizia del passaggio a
La 7 del direttore Mentana, poi recuperato con un costo altissimo. In
quel momento in
molti si sono chiesti come mai per l'azienda investire nell'informazione
significava investire in una sola persona. Rispetto ai giornalisti della
Rai noi siamo molti di meno, abbiamo stipendi probabilmente più bassi e
abbiamo un tasso di produttività altissimo».
Ma non è tutto: i redattori del tg Mediaset sono ora «molto preoccupati»
perchè dal 7 gennaio il rotocalco <Verissimo> verrà allungato di un'ora.
«Mentana lo ha definito 'quasi un'edizione straordinaria al giornò -
spiega Di Mizio - per cui oltre ai 18-19 redattori assegnati al
programma, ci dovrà essere anche il contributo di tutte le forze del
Tg5, con un carico di lavoro in più e con il rischio di un collasso
delle strutture tecniche». Tra l'altro, aggiunge, la questione di
<Verissimo> «non è stata regolamentata: abbiamo chiesto un incontro per
definire la fattura del giornale e avere garanzie dal punto di vista
editoriale, giornalistico e produttivo.
Non si possono spremere i giornalisti all'infinito
e a costo zero. Su questo Mentana è stato piuttosto vago».
Molte le critiche a Mentana e alla sua «conduzione verticistica» del
telegiornale. «Dopo la nostra lettera di dimissioni - sottolinea tra
l'altro Di Mizio - non ha resistito ed è scoppiato in insulti verso me e
Provvisionato definendoci 'farabuttì».
Dopo il documento, il Cdr ora deve decidere se ritirare le dimissioni:
«Non so cosa succederà, la situazione è molto complicata», afferma il
giornalista, che conclude: «Il 9 gennaio la Fnsi ha convocato tutti i
cdr Mediaset per un incontro con i legati della Federazione della Stampa
e della Stampa Romana per verificare se nel giorno dello
sciopero sono stati commessi atti illeciti e antisindacali. Poi
vedremo». (ANSA).
Il Comitato di Redazione del Tg5 aveva rassegnato le proprie dimissioni
all'indomani dello sciopero del 20 dicembre. Di seguito pubblichiamo la
lettera con la quale i componenti del Comitato di redazione avevano
annunciato laloro decisione.
''Cari colleghi - e' scritto nella lettera-comunicato firmata da Paolo
Di Mizio e Sandro Provvisionato - al termine di una giornata a dir poco
convulsa, crediamo sia giunto il momento di tirare le somme e ritenere
conclusa la nostra esperienza in un Comitato di Redazione che avevate
eletto con forte partecipazione''. ''Quando nel maggio del 2000 molti di
voi chiesero a noi e a Vito Oliva di impegnarci nel sindacato - inizia
il lungo comunicato - volevate, in modo dichiarato, affrontare due
questioni che da anni assillano questa redazione: la mancanza di una
effettiva democrazia interna e la creazione di una vera dialettica
sindacale aziendale, di fatto assente.
C' era inoltre da affrontare la delicata scadenza del contratto
integrativo aziendale. Nessuno di noi tre aveva grande entusiasmo ad
affrontare un lavoro duro e oscuro anche a discapito della nostra
professione che e' quella di giornalisti e non di sindacalisti. Eppure
lo facemmo, forti del vostro sostegno che si espresse subito dopo in una
massiccia partecipazione al voto e con una elezione forte''. Il
comunicato prosegue quindi ricordando alcuni successi ottenuti dal
sindacato prima di tornare alle ultime vicende: ''quanto e' accaduto
oggi ~ la messa in onda di quattro edizioni complete del telegiornale in
una giornata di sciopero nazionale indetto dalla FNSI ~ porta al pettine
questo nodo: non viviamo, non vivete in una redazione normale, ma in una
redazione 'normalizzata'. Vogliamo ringraziare i 48 colleghi che oggi
hanno scioperato assieme a noi. Ma ci resta un dubbio: non siamo
convinti che tutti quelli di voi che hanno lavorato anziche' scioperare
si siano resi conto del danno che la loro scelta ha arrecato. Una scelta
dirompente nei confronti della categoria che ora e' piu' debole; del
sindacato nazionale che ora e' piu' debole; nei confronti di voi stessi
che ora siete ancora piu' deboli; nei confronti del vostro sindacato che
ne esce impossibilitato a proseguire. Ne escono inoltre schiantate le
ragioni per le quali avevate eletto questo Cdr e le relazioni sindacali
di tutti i giornalisti Mediaset, che per un lungo tempo non saranno piu'
quelle che sono state in questo anno e mezzo. Insomma voi che avete
disatteso lo sciopero (alcuni perfino tornando dal riposo o dalla
corta), avete gettato al vento le prospettive future e anche quello che
~ poco o molto ~ e' stato fatto finora''. Il comunicato parla anche del
ruolo del direttore Mentana: ''e' riuscito a dividere la redazione sulla
base di motivazioni che appaiono del tutto personali nei confronti del
segretario della FNSI (galeotta fu un'intervista!) e al solo scopo di
sferrare un attacco alla Rai. Quest'ultimo aspetto, e' inutile
nascondercelo, acquista anche un valore quanto mai deteriore, tutto
interno ai giochi della politica''.
Il Cdr sostiene inoltre che ''se la non adesione allo sciopero di 25
colleghi su 100 e' stata sufficiente alla messa in onda di tutte le
edizioni del Tg5, questo significa che, il direttore e una minoranza
possono prevalere sulla maggioranza. Questo significa che d' ora in
avanti, sara' il direttore a decidere o meno la riuscita di uno sciopero
nazionale o di redazione che sia e non la vostra libera scelta di
aderire o meno ad una forma di lotta''. ''Ne consegue - conclude la nota
che - in questa redazione non c' e' alcuna agibilita' sindacale.
Figurarsi una dialettica o la possibilita' di un confronto appena
costruttivo tra direttore e redazione. Non ci resta che prendere atto di
questa tristissima situazione e rassegnare quindi le nostre
dimissioni''.



~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
§§§§§§§§§§§§§§§ A §§§§§§§§§§§§§§§
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
E' ricercando l'impossibile che l'uomo ha sempre
realizzato il possibile.
Coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che appariva
loro come possibile, non hanno mai avanzato di un solo passo
M. Bakunin



From Aldo Zanchetta - Libreria Karma" <aldzanch@???  Sun Jan  5 21:15:42 2003
From: Aldo Zanchetta - Libreria Karma" <aldzanch@??? (Aldo Zanchetta -
    Libreria Karma)
Subject: [Forumlucca] si moltiplicano e intersecano nel mondo le
    manifestazioni contro la guerra
Message-ID: <000701c2b59a$72131740$eac3abd4@notebook>
Date: Sun, 05 Jan 2003 21:15:42 +0100


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IRAK

**************************
Qu=E9 esperar de Bush
**************************
18 y 19 de Enero jornada internacional: No a la guerra contra Iraq

IAC

"S=F3lo hay una cosa que pueda parar la guerra. Est=E1 al alcance del =
propio
pueblo. Ni el Congreso ni el Consejo de Seguridad parar=E1n la peligrosa
campa=F1a de guerra de Bush. El optimismo de las fuerzas contra la =
guerra se
debe basar en la realidad. Si podemos movilizar a millones de personas - =
en
EEUU y en todo el mundo - y desencadenar una oleada de activismo, =
entonces
puede cambiarse el clima pol=EDtico, y cambiarse din=E1micamente".

Frustrada porque al parecer Iraq est=E1 cooperando con las intrusas
inspecciones de armas de N.U., la Administraci=F3n Bush se apresura a
proclamar esta semana que el denominado "esfuerzo de desarme" ha sido un
fracaso: que las inspecciones son un esfuerzo bald=EDo y que las 12.000
p=E1ginas de la declaraci=F3n iraqu=ED no son suficientes.

Es urgente que el movimiento contra la guerra no se conf=EDe en un falso
optimismo porque Iraq y NU est=E9n cooperando. Varios gobiernos afirman =
que
conf=EDan en que el proceso de inspecciones pueda ayudar a evitar la =
guerra.
El secretario general de NU, Kofi Annan, hizo el esfuerzo de decir que =
la
guerra no es inevitable.

Sin embargo, en la medida en que el mundo expresa un cauteloso optimismo
respecto a una soluci=F3n pac=EDfica, el equipo de exteriores de Bush se
apresura a truncar cualquier esperanza al respecto. Ahora hay una casi
perfecta proporci=F3n inversa entre el clamor mundial por la =
contenci=F3n y la
paz, y el deseo de la Administraci=F3n Bush de anunciar p=FAblicamente =
que con
seguridad la guerra se va a producir.

A finales de esta semana podemos esperar que la Administraci=F3n Bush =
trate de
anunciar que Iraq ha fracasado en confesar su supuesto programa de
armamentos.

Entonces la movilizaci=F3n de la guerra puede funcionar con piloto =
autom=E1tico
y se lanzar=E1 el reto a los dubitativos: "=BFEst=E1s con nosotros o con =
ellos?".
Con ello, la Casa Blanca revelar=E1 sin querer una verdad conocida por =
todos
los observadores objetivos de este conflicto: que en realidad el =
problema
nunca fue el desarme de Iraq. La amenaza nuclear ten=EDa la finalidad de
mantener a los estadounidenses asustados del "enemigo" mientras que los
halcones de Bush preparaban la agresi=F3n contra un pa=EDs que posee el =
10% de
las reservas conocidas de petr=F3leo.

La Administraci=F3n Bush tiene un objetivo real y un objetivo declarado. =
El
objetivo real es emprender la guerra contra Iraq y conquistar y ocupar =
este
pa=EDs.

Para ello se necesita: 1) una fuerza abrumadora y 2) la eliminaci=F3n de =
la
oposici=F3n disidente que pueda desbaratar los sue=F1os imperialistas de =
Bush.

EEUU tiene un poder=EDo enorme. Pero se ha encontrado con una enorme =
oposici=F3n
en todo el mundo y dentro de EEUU. Y as=ED la Administraci=F3n cambi=F3 =
el
objetivo antes declarado de un cambio de r=E9gimen por el del desarme, =
un
supuesto objetivo m=E1s agradable de ofrecer al p=FAblico y que puede =
ser
aceptado incluso por quienes apoyan la paz.

La Casa Blanca quiere que el pueblo estadounidense apoye este supuesto
objetivo del "desarme". Una vez logrado este apoyo, la Administraci=F3n =
puede
insistir en que ha fallado el mecanismo puesto en marcha para el =
pretendido
desarme, o que no puede llevar a cabo la tarea, y que se hace necesario =
el
poder militar.

S=F3lo hay una raz=F3n que hace que la campa=F1a de guerra se =
intensifique
r=E1pidamente ante el aparente =E9xito del nuevo proceso de =
inspecciones: la
Administraci=F3n Bush nunca ha querido que el proceso de "inspecciones"
sirviera para otra cosa que no fuera el servir de detonante para la =
guerra.

Ese es el motivo por el que la cooperaci=F3n iraqu=ED con el proceso de
inspecciones no ha logrado producir siquiera el menor aminoramiento de =
los
preparativos de guerra y, de hecho, parece haber producido una
intensificaci=F3n de la ret=F3rica de guerra por parte de Washington, =
incluyendo
unas recientes declaraciones pol=EDticas que confirman los planes de =
Bush de
desplegar armas nucleares. El Washington Post inform=F3 que una =
versi=F3n
clasificada de la nueva doctrina de Bush "acaba con los cincuenta a=F1os =
de
esfuerzos de contra-proliferaci=F3n" al planificar el uso de armas =
nucleares
contra pa=EDses que no s=F3lo no han atacado a EEUU, sino que tampoco =
tienen
capacidad nuclear ("Los ataques preventivos forman parte de la doctrina
estrat=E9gica de EEUU", portada de "The Washington Post", del 11 de =
diciembre
de 2002).

Estas se=F1ales de la Casa Blanca y del Pent=E1gono no dan motivos para =
pensar
de manera optimista que se ha evitado la guerra. El proceso de =
inspecciones,
cuyo verdadero fin es s=F3lo servir de detonante para la guerra, no =
est=E1
proporcionando por el momento la cobertura pol=EDtica que Washington =
necesita
para atacar Iraq y apoderarse de su petr=F3leo y de su territorio.

Los belicistas de la administraci=F3n Bush ahora tendr=E1n que fabricar =
otras
circunstancias para justificar un ataque y la ocupaci=F3n de Iraq.

La Administraci=F3n Bush impuso la resoluci=F3n 1441 a trav=E9s del =
Consejo de
Seguridad por una raz=F3n: para dar una cobertura diplom=E1tica a la =
guerra de
EEUU. En la medida en que el proceso sirva de restricci=F3n pol=EDtica, =
Bush y
sus aliados lo sabotear=E1n.

Ahora la Administraci=F3n Bush necesita un nuevo detonante. Utilizar=E1 =
la
resoluci=F3n 1441 para crear una obvia fuente de provocaci=F3n. EEUU =
forz=F3 los
t=E9rminos de la resoluci=F3n para que se considere el traslado forzoso =
de
cient=EDficos iraqu=EDes, funcionarios del gobierno y sus familias e =
hijos para
ser mantenidos incomunicados en otros pa=EDses e interrogados por =
inspectores
de NU.

EEUU quiere secuestrar funcionarios iraqu=EDes e interrogarlos pensando =
que
por medio de amenazas o de soborno alguno ayudar=E1 a crear el detonante =
que
EEUU necesita desesperadamente y la "prueba" que EEUU hace tiempo que =
dice
tener pero que nunca ha presentado. No hay m=E1s que recordar la =
resoluci=F3n
del Golfo de Tonkin, los Documentos del Pent=E1gono, o incluso la =
mentira
urdida acerca de que el ej=E9rcito iraqu=ED sacaba a los beb=E9s de las
incubadoras para juzgar la calidad de los resultados que puede producir =
esta
campa=F1a.

En la edici=F3n del 16 de diciembre de 2002 de "The New York Times", =
Walliam
Safire insiste en que se debe visitar a los cient=EDficos iraqu=EDes en =
sus
casas, llevarlos inmediatamente a otros pa=EDses en helic=F3ptero, y que =
deben
ser amenazados con que tienen que dar las respuestas correctas a fin de
"mejorar las sentencias en los juicios por cr=EDmenes de guerra". Y, por
supuesto, cualquier negativa por parte de Iraq a facilitar esos =
secuestros
ser=E1 considerado en s=ED misma una "violaci=F3n material" de la =
resoluci=F3n del
Consejo de Seguridad.

S=F3lo hay una cosa que pueda parar la guerra. Est=E1 al alcance del =
propio
pueblo. Ni el Congreso ni el Consejo de Seguridad parar=E1n la peligrosa
campa=F1a de guerra de Bush.

El optimismo de las fuerzas contra la guerra se debe basar en la =
realidad.
Si podemos movilizar a millones de personas -en EEUU y por todo el =
mundo- y
desencadenar una oleada de activismo, entonces puede cambiarse el clima
pol=EDtico, y cambiarse din=E1micamente.

La opini=F3n p=FAblica es el enemigo de Bush. Tambi=E9n el tiempo es un =
enemigo
para quienes hacen la guerra.

Cada d=EDa que pasa crece el movimiento contra la guerra. Se considera
subversivo el deseo generalizado de una soluci=F3n pac=EDfica porque de =
ese
sentimiento puede emerger un poderoso movimiento de masas, como =
ocurri=F3 en
la =E9poca de la guerra de Vietnam.

Con la cooperaci=F3n de los medios de comunicaci=F3n en manos de las =
empresas,
la Casa Blanca ha tratado de crear el falso mito de que existe un =
consenso
en torno a la guerra. La radio y la televisi=F3n se han llenado de =
falsas
encuestas de opini=F3n y de falsos reportajes para que el pueblo
norteamericano se quede paralizado y confuso. Sin embargo, por todo el =
pa=EDs
la gente habla con sus vecinos, con sus colegas de trabajo, con los =
dem=E1s
estudiantes y con las congregaciones, y se dan cuenta de que ellos =
tambi=E9n
se oponen a la guerra de Bush; se dan cuenta de que, de hecho, hay una
amplia, profunda y apasionada oposici=F3n a la guerra.

Cuando cientos de miles de personas se manifestaron el 26 de octubre, =
esos
mismos medios trataron de borrar la repentina aparici=F3n de este =
movimiento,
pero la abrumadora demanda de verdad de la gente de todo el pa=EDs les =
hizo
frente y algunos se vieron obligados a rectificar la informaci=F3n que =
hab=EDan
dado.

El movimiento popular sigue creciendo a grandes pasos. El 18 de enero, =
las
protestas masivas volver=E1n a llenar las calles de Washington D.C. y de =
San
Francisco. Miles de ciudades, pueblos, universidades, campus, =
institutos,
organizaciones de derechos civiles y religiosas se est=E1n movilizando =
juntos.

A las 11 de la ma=F1ana del 18 de enero habr=E1 una breve =
concentraci=F3n en el
lado este del edificio del Capitolio en Washington D.C., seguida de una
marcha multitudinaria al Patio de la Armada de Washington D.C., una =
inmensa
instalaci=F3n militar situada en un barrio de trabajadores del sudeste =
de
Washington D.C. ante la que atracan barcos de guerra en el r=EDo =
Anacostia.

Pediremos la inmediata eliminaci=F3n de las armas de destrucci=F3n =
masiva
estadounidenses y un equipo popular de inspectores solicitar=E1 libre =
acceso y
una declaraci=F3n completa de los sistemas de armamento no convencional =
de
EEUU.

17 de diciembre de 2002
International ANSWER
(Act Now to Stop War & End Racism)
Traducci=F3n de Beatriz Morales (www.nodo50.org/csca

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cooperando con las=20
intrusas<BR>inspecciones de armas de N.U., la Administraci=F3n Bush se =
apresura=20
a<BR>proclamar esta semana que el denominado "esfuerzo de desarme" ha =
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un<BR>fracaso: que las inspecciones son un esfuerzo bald=EDo y que las=20
12.000<BR>p=E1ginas de la declaraci=F3n iraqu=ED no son =
suficientes.<BR><BR>Es urgente=20
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falso<BR>optimismo porque=20
Iraq y NU est=E9n cooperando. Varios gobiernos afirman que<BR>conf=EDan =
en que el=20
proceso de inspecciones pueda ayudar a evitar la guerra.<BR>El =
secretario=20
general de NU, Kofi Annan, hizo el esfuerzo de decir que la<BR>guerra no =
es=20
inevitable.<BR><BR>Sin embargo, en la medida en que el mundo expresa un=20
cauteloso optimismo<BR>respecto a una soluci=F3n pac=EDfica, el equipo =
de exteriores=20
de Bush se<BR>apresura a truncar cualquier esperanza al respecto. Ahora =
hay una=20
casi<BR>perfecta proporci=F3n inversa entre el clamor mundial por la =
contenci=F3n y=20
la<BR>paz, y el deseo de la Administraci=F3n Bush de anunciar =
p=FAblicamente que=20
con<BR>seguridad la guerra se va a producir.<BR><BR>A finales de esta =
semana=20
podemos esperar que la Administraci=F3n Bush trate de<BR>anunciar que =
Iraq ha=20
fracasado en confesar su supuesto programa =
de<BR>armamentos.<BR><BR>Entonces la=20
movilizaci=F3n de la guerra puede funcionar con piloto autom=E1tico<BR>y =
se lanzar=E1=20
el reto a los dubitativos: "=BFEst=E1s con nosotros o con =
ellos?".<BR>Con ello, la=20
Casa Blanca revelar=E1 sin querer una verdad conocida por todos<BR>los=20
observadores objetivos de este conflicto: que en realidad el =
problema<BR>nunca=20
fue el desarme de Iraq. La amenaza nuclear ten=EDa la finalidad =
de<BR>mantener a=20
los estadounidenses asustados del "enemigo" mientras que los<BR>halcones =
de Bush=20
preparaban la agresi=F3n contra un pa=EDs que posee el 10% de<BR>las =
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conocidas de petr=F3leo.<BR><BR>La Administraci=F3n Bush tiene un =
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objetivo declarado. El<BR>objetivo real es emprender la guerra contra =
Iraq y=20
conquistar y ocupar este<BR>pa=EDs.<BR><BR>Para ello se necesita: 1) una =
fuerza=20
abrumadora y 2) la eliminaci=F3n de la<BR>oposici=F3n disidente que =
pueda desbaratar=20
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enorme. Pero se=20
ha encontrado con una enorme oposici=F3n<BR>en todo el mundo y dentro de =
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ofrecer al=20
p=FAblico y que puede ser<BR>aceptado incluso por quienes apoyan la =
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Casa Blanca quiere que el pueblo estadounidense apoye este =
supuesto<BR>objetivo=20
del "desarme". Una vez logrado este apoyo, la Administraci=F3n =
puede<BR>insistir=20
en que ha fallado el mecanismo puesto en marcha para el =
pretendido<BR>desarme, o=20
que no puede llevar a cabo la tarea, y que se hace necesario el<BR>poder =

militar.<BR><BR>S=F3lo hay una raz=F3n que hace que la campa=F1a de =
guerra se=20
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"inspecciones"<BR>sirviera para otra cosa que no fuera el servir de =
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para la guerra.<BR><BR>Ese es el motivo por el que la cooperaci=F3n =
iraqu=ED con el=20
proceso de<BR>inspecciones no ha logrado producir siquiera el menor=20
aminoramiento de los<BR>preparativos de guerra y, de hecho, parece haber =

producido una<BR>intensificaci=F3n de la ret=F3rica de guerra por parte =
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Washington, incluyendo<BR>unas recientes declaraciones pol=EDticas que =
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sino que=20
tampoco tienen<BR>capacidad nuclear ("Los ataques preventivos forman =
parte de la=20
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diciembre<BR>de 2002).<BR><BR>Estas se=F1ales de la Casa Blanca y del =
Pent=E1gono no=20
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detonante para=20
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de su=20
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tendr=E1n que=20
fabricar otras<BR>circunstancias para justificar un ataque y la =
ocupaci=F3n de=20
Iraq.<BR><BR>La Administraci=F3n Bush impuso la resoluci=F3n 1441 a =
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diplom=E1tica a la=20
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pol=EDtica,=20
Bush y<BR>sus aliados lo sabotear=E1n.<BR><BR>Ahora la Administraci=F3n =
Bush=20
necesita un nuevo detonante. Utilizar=E1 la<BR>resoluci=F3n 1441 para =
crear una=20
obvia fuente de provocaci=F3n. EEUU forz=F3 los<BR>t=E9rminos de la =
resoluci=F3n para=20
que se considere el traslado forzoso de<BR>cient=EDficos iraqu=EDes, =
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otros pa=EDses e interrogados por inspectores<BR>de NU.<BR><BR>EEUU =
quiere=20
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amenazas o de soborno alguno ayudar=E1 a crear el detonante que<BR>EEUU =
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desesperadamente y la "prueba" que EEUU hace tiempo que dice<BR>tener =
pero que=20
nunca ha presentado. No hay m=E1s que recordar la resoluci=F3n<BR>del =
Golfo de=20
Tonkin, los Documentos del Pent=E1gono, o incluso la mentira<BR>urdida =
acerca de=20
que el ej=E9rcito iraqu=ED sacaba a los beb=E9s de las<BR>incubadoras =
para juzgar la=20
calidad de los resultados que puede producir =
esta<BR>campa=F1a.<BR><BR>En la=20
edici=F3n del 16 de diciembre de 2002 de "The New York Times", =
Walliam<BR>Safire=20
insiste en que se debe visitar a los cient=EDficos iraqu=EDes en =
sus<BR>casas,=20
llevarlos inmediatamente a otros pa=EDses en helic=F3ptero, y que =
deben<BR>ser=20
amenazados con que tienen que dar las respuestas correctas a fin =
de<BR>"mejorar=20
las sentencias en los juicios por cr=EDmenes de guerra". Y, =
por<BR>supuesto,=20
cualquier negativa por parte de Iraq a facilitar esos =
secuestros<BR>ser=E1=20
considerado en s=ED misma una "violaci=F3n material" de la resoluci=F3n =
del<BR>Consejo=20
de Seguridad.<BR><BR>S=F3lo hay una cosa que pueda parar la guerra. =
Est=E1 al=20
alcance del propio<BR>pueblo. Ni el Congreso ni el Consejo de Seguridad =
parar=E1n=20
la peligrosa<BR>campa=F1a de guerra de Bush.<BR><BR>El optimismo de las =
fuerzas=20
contra la guerra se debe basar en la realidad.<BR>Si podemos movilizar a =

millones de personas -en EEUU y por todo el mundo- y<BR>desencadenar una =
oleada=20
de activismo, entonces puede cambiarse el clima<BR>pol=EDtico, y =
cambiarse=20
din=E1micamente.<BR><BR>La opini=F3n p=FAblica es el enemigo de Bush. =
Tambi=E9n el=20
tiempo es un enemigo<BR>para quienes hacen la guerra.<BR><BR>Cada d=EDa =
que pasa=20
crece el movimiento contra la guerra. Se considera<BR>subversivo el =
deseo=20
generalizado de una soluci=F3n pac=EDfica porque de ese<BR>sentimiento =
puede emerger=20
un poderoso movimiento de masas, como ocurri=F3 en<BR>la =E9poca de la =
guerra de=20
Vietnam.<BR><BR>Con la cooperaci=F3n de los medios de comunicaci=F3n en =
manos de las=20
empresas,<BR>la Casa Blanca ha tratado de crear el falso mito de que =
existe un=20
consenso<BR>en torno a la guerra. La radio y la televisi=F3n se han =
llenado de=20
falsas<BR>encuestas de opini=F3n y de falsos reportajes para que el=20
pueblo<BR>norteamericano se quede paralizado y confuso. Sin embargo, por =
todo el=20
pa=EDs<BR>la gente habla con sus vecinos, con sus colegas de trabajo, =
con los=20
dem=E1s<BR>estudiantes y con las congregaciones, y se dan cuenta de que =
ellos=20
tambi=E9n<BR>se oponen a la guerra de Bush; se dan cuenta de que, de =
hecho, hay=20
una<BR>amplia, profunda y apasionada oposici=F3n a la =
guerra.<BR><BR>Cuando=20
cientos de miles de personas se manifestaron el 26 de octubre, =
esos<BR>mismos=20
medios trataron de borrar la repentina aparici=F3n de este =
movimiento,<BR>pero la=20
abrumadora demanda de verdad de la gente de todo el pa=EDs les =
hizo<BR>frente y=20
algunos se vieron obligados a rectificar la informaci=F3n que=20
hab=EDan<BR>dado.<BR><BR>El movimiento popular sigue creciendo a grandes =
pasos. El=20
18 de enero, las<BR>protestas masivas volver=E1n a llenar las calles de =
Washington=20
D.C. y de San<BR>Francisco. Miles de ciudades, pueblos, universidades, =
campus,=20
institutos,<BR>organizaciones de derechos civiles y religiosas se =
est=E1n=20
movilizando juntos.<BR><BR>A las 11 de la ma=F1ana del 18 de enero =
habr=E1 una breve=20
concentraci=F3n en el<BR>lado este del edificio del Capitolio en =
Washington D.C.,=20
seguida de una<BR>marcha multitudinaria al Patio de la Armada de =
Washington=20
D.C., una inmensa<BR>instalaci=F3n militar situada en un barrio de =
trabajadores=20
del sudeste de<BR>Washington D.C. ante la que atracan barcos de guerra =
en el r=EDo=20
Anacostia.<BR><BR>Pediremos la inmediata eliminaci=F3n de las armas de =
destrucci=F3n=20
masiva<BR>estadounidenses y un equipo popular de inspectores =
solicitar=E1 libre=20
acceso y<BR>una declaraci=F3n completa de los sistemas de armamento no=20
convencional de<BR>EEUU.<BR><BR>17 de diciembre de 2002<BR>International =

ANSWER<BR>(Act Now to Stop War & End Racism)<BR>Traducci=F3n de =
Beatriz=20
Morales (<A=20
href=3D"http://www.nodo50.org/csca">www.nodo50.org/csca</A><BR><BR>++++++=
+++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++</DIV></BO=
DY></HTML>

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