[Forumumbri] la morte della politica e il dispiegarsi della …

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Author: cybergobbo
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Subject: [Forumumbri] la morte della politica e il dispiegarsi della politica della morte-fw
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    Vicolo cieco, scorciatoia pericolosa o svolta a sinistra? Alcune =
riflessioni sul percorso politico del "movimento" tra Cosenza e Genova=20


Le vie del "movimento" non sono infinite=20

Vicolo cieco, scorciatoia pericolosa o svolta a sinistra?=20

Alcune riflessioni sul percorso politico del "movimento" tra Cosenza e =
Genova=20

Il montante fragore dei venti di guerra che raggelano questo inverno, =
innaturalmente mite, non riuscir=E0 ad annichilire il "vento di =
Seattle", n=E9 a trasformarne il ruggito di ribellione nel belato di un =
pacifismo tanto operativamente impotente, quanto ecumenicamente =
inclusivo delle pi=F9 svariate e contrastanti opzioni di "pace".=20

Alla logica di guerra, di rapina e di morte di un capitalismo =
imperialistico ormai spudoratamente teso alla pi=F9 scoperta predazione =
in salsa bellicistica del mondo intero, si dovr=E0 saper rispondere sul =
piano della "guerra di classe": la nostra "proposta di pace" non potr=E0 =
n=E9 dovr=E0 rimanere ingabbiata nelle forme di questo presente contesto =
socio-politico che la guerra stessa =E8 costretto per sua natura a =
generare. Ed =E8 per questo che riteniamo di dover riprendere il =
discorso, non gi=E0 dall'incombente pur orrorifica emergenza bellica, =
bens=EC dagli ultimi momenti significativamente "alti" che il =
"movimento" ha espresso.=20

Quasi centomila persone in corteo a Cosenza, 20-30 mila manifestanti a =
Genova: questi numeri ci dicono qualcosa? Se =E8 vero che la quantit=E0, =
entro certi limiti, fa qualit=E0, queste cifre mettono in evidenza una =
zona d'ombra, un fascio di ambiguit=E0 che ancora offusca la coscienza e =
la pratica del "movimento".=20

L'inchiesta di Cosenza si basa essenzialmente su reati di opinione. Di =
fronte a un'aberrazione di questo genere, rivendicare la libert=E0 di =
pensiero e di parola, anche nei loro contenuti pi=F9 radicali, risulta =
al contempo una strategia di attacco nell'agone politico e di difesa =
nelle aule giudiziarie. Una strategia che, comunque, non esce dalla =
rivendicazione dei diritti riconosciuti da un qualsiasi ordinamento =
liberal-democratico.=20

L'inchiesta di Genova ha invece tutt'altra natura, pur facendo =
oggettivamente parte della stessa strategia complessiva di repressione =
"generalizzata", innescatasi sull'onda della guerra infinita, =
definitivamente esplosa dopo le Twin Towers, come controrivoluzione =
preventiva globale. Al di l=E0 delle evidenti forzature (vedi la =
"partecipazione psichica" o il reato di "saccheggio"), ci=F2 che viene =
contestato in questo caso sono fatti determinati, specifici =
comportamenti illegali. Agli avvocati spetter=E0 senza dubbio il compito =
di contestare la partecipazione dei singoli inquisiti ai fatti loro =
imputati, e/o di dimostrare l'insussistenza di quelle aggravanti che =
permettono di identificare fattispecie di reato pi=F9 gravi.=20

Ma qual =E8 la posizione politica del "movimento" nei confronti dei =
fatti contestati? Ci dobbiamo forse limitare a far pressione affinch=E9 =
la giustizia segua il suo corso nel modo pi=F9 "imparziale" possibile, =
individuando i responsabili di ci=F2 che accadde a Genova? Ammettiamo =
solo per un attimo che la magistratura, in un sussulto di inverosimile =
"autonomia", faccia fino in fondo il suo dovere costituzionalmente =
stabilito: si scoprirebbe a tal punto che la polizia ha deliberatamente =
agito in modo del tutto ingiustificato e i responsabili, in alto e in =
basso loco, verrebbero dunque perseguiti e puniti. Bene, anche in tale =
prospettiva continuerebbero per=F2 a sussistere, comunque, gli atti =
"criminosi" perpetrati dai manifestanti di Genova, perch=E9 nel nostro =
ordinamento giudiziario non =E8 previsto in alcun modo il cosiddetto =
"diritto di resistenza", di cui vagheggiava lo stesso Kant. Cosa =
dovremmo fare a questo punto? Accettare che chi ha "sbagliato" venga =
"legittimamente" punito ?!?=20

Questi sono gli acquitrini melmosi in cui ci si va ad infognare, volendo =
mantenere un basso profilo politico e cercando sostanzialmente di =
salvare la capra della radicalit=E0 e i cavoli della ragionevolezza!=20

Il vero problema =E8 che, di fronte all'inchiesta di Cosenza, ci si =
pu=F2 anche limitare a rivendicare la libert=E0 "formale" di pensare un =
altro mondo possibile, ma l'inchiesta di Genova ci impone di affermare =
il nostro diritto "sostanziale" ad agire affinch=E9 quest'altro mondo =
incominci a diventare reale. E questo significa rivendicare anche il =
diritto di resistenza nei confronti del potere quando esso sospende, =
come =E8 accaduto a Genova, lo "stato di diritto e le garanzie =
democratiche", per reprimere quell'intollerabile alterit=E0 che con la =
sua prassi mette concretamente in forse il suo stesso dominio. O forse =
pensiamo che padroni e padroncini di questo mondo siano cos=EC gentili =
da consentirci di costruirne indisturbati un altro, dove per loro non ci =
potr=E0 comunque essere alcun posto ?!?=20

Nessuno per=F2 si illuda di poter giocare furbescamente con le parole, =
come oggi va tanto di moda "a sinistra": il diritto di resistenza non =
equivale al diritto di disobbedire alle leggi che si ritengono ingiuste. =
In quest'ultimo caso, infatti, la contestazione puntuale di una singola =
norma non inficia affatto il sistema di norme in quanto tale, anzi: a =
tale sistema necessariamente rimanda, perch=E9 presuppone la necessit=E0 =
di sostituire la legge ritenuta ingiusta con un'altra considerata pi=F9 =
equa, con ci=F2 spostando soltanto i confini della legalit=E0 esistente, =
senza per=F2 contestarne l'intrinseca natura comunque sostanzialmente =
quanto arbitrariamente impositiva.=20

Rivendicare il diritto di resistenza significa invece affermare la pi=F9 =
radicale autonomia del nuovo soggetto collettivo che nelle vie di Genova =
ha mosso i suoi primi passi; un'autonomia che nelle sue pi=F9 coerenti =
ed estreme conseguenze nega l'obbligo di obbedienza nei confronti dello =
stato e di tutte le sue leggi.=20

Nessuno stato pu=F2 infatti riconoscere, se non nella forma di una mera =
petitio principi priva di qualsiasi effettualit=E0, il diritto di =
resistenza, perch=E9 questo significherebbe offrire i mezzi legali per =
la propria stessa distruzione. Una contraddizione logica, cio=E8, dal =
punto di vista del diritto positivo e, cosa ancor pi=F9 importante, una =
negazione della pi=F9 intima essenza del potere statuale in quanto tale: =
la "violenza concentrata e organizzata della societ=E0". Solo lo stato, =
infatti, pu=F2 disporre della vita dei propri cittadini. Tale monopolio, =
a ben vedere non conosce limiti, neanche quelli posti dai principi =
normativi che giustificano il potere statale stesso. Quando Weber =
asseriva che lo stato detiene il "monopolio dell'uso legittimo della =
forza", intendeva porre l'accento sull'esclusivit=E0 di questa =
prerogativa e sul suo possibile dispiegarsi anche al di l=E0 della =
legalit=E0 stessa. La violenza =E8 legittima - conforme, cio=E8, ai =
principi generali ed alla tradizione storica sottesi alla normativa =
vigente -, in quanto portata avanti dall'ente statale stesso, quali che =
siano le modalit=E0 in cui si esprime. Anzi, proprio nell'eventualit=E0 =
dello "stato di eccezione", lo stato stesso conferma la propria natura. =
Infatti, mantenendo la sua vigenza pur nella sospensione =
dell'ordinamento giuridico che lo giustifica, arriva a disvelare =
l'"arcano" secondo cui ogni potere costituito, prima di esprimersi come =
fonte autonoma e sovrana di diritto, si autodetermina come pura e =
diretta violenza impositiva. In sostanza lo stato di eccezione rivela =
gli elementi costitutivi posti alla base di ogni sistema normativo: la =
forza e la schmittiana "decisione", che determinano l'intervento in =
grado di risolvere l'eventuale ma sempre incombente emergenza della =
crisi, attraverso la sospensione o la rottura dell'esistente ordinamento =
giuridico.=20

Si pu=F2 dire senza remore, quindi, che il disincantato Weber e il =
reazionario Schmitt offrono una descrizione del processo reale pi=F9 =
fedele di quella sostenuta dal democratico Kelsen, propositore dell'idea =
di un sistema giuridico che, non trovando fondamento al di fuori di se =
stesso, ha una vita propria a prescindere dal contesto sociale di =
riferimento ed =E8 dunque compatibile con qualsivoglia ordinamento =
socio-economico (e addirittura suscettibile, nella sua forma =
democratica, di regolare il passaggio, senza rotture formali, da un =
certo tipo di rapporti sociali di produzione ad un altro). La =
"sinistra", dal suo canto, preferisce spesso attenersi a questo =
idealismo mistificante dello stato, promuovendo la realizzazione, =
presuntivamente progressiva, della ipotetica quanto astratta =
"neutralit=E0" di esso, e finendo ineluttabilmente per=F2 per scontrarsi =
con la ben pi=F9 concreta costituzione materiale intimamente classista =
delle "istituzioni statuali". Il "nobile" cammino verso l'astratto =
"dover essere" dello stato si rivela cos=EC come un meschino fermarsi di =
fronte al concreto statu quo.=20

Se vogliamo andare al di l=E0 di una critica moraleggiante, condannata =
all'impotenza dalle sue interne contraddizioni, dobbiamo riconoscere lo =
stato e l'ordinamento giuridico in cui esso articola la propria =
costituzione formale, per quello che sono: formalizzazione di rapporti =
di forza o, pi=F9 specificatamente, sedimentazione normativizzata di =
specifici rapporti di classe. Tale "concretizzazione normativa" pu=F2 =
essere pi=F9 o meno flessibile, a seconda delle circostanze, ma mai a =
tal punto malleabile da poter tollerare di veder messi in discussione i =
rapporti sociali di produzione su cui essa =E8 fondata, sia pur in modo =
occultato. I rapporti di classe che da sempre costituiscono le materiali =
fondamenta dello stato (pudicamente celate, da Madama la Borghesia, =
nell'astrattizzazione della mediazione politica e dell'asettica, =
omologante figura del citoyen) sono rapporti intimamente e =
ineluttabilmente antagonistici, e tale antagonismo si manifesta =
apertamente ogni qualvolta il proletariato si avvia a riconquistare la =
sua autonoma soggettivit=E0, negando il rapporto dialettico che lo lega =
al capitale e che viene irregimentato nell'ordinamento giuridico, a =
tutto vantaggio del capitale stesso. In siffatti momenti, la capacit=E0 =
impositiva e disciplinatrice della legge, calibrata sul "normale" =
riprodursi dei rapporti sociali di produzione presupposti, mostra la sua =
inadeguatezza e cede il passo al dominio della forza: tale stato =
d'eccezione =E8 certamente un'anomalia, rispetto al ciclo dell'astratto =
che connota il comando del capitale, ma un'anomalia ricorrente, =
costitutivamente inestirpabile e in s=E9 gi=E0 allusiva di quella =
espropriazione degli espropriatori - la "negazione della negazione" -, =
di cui ancora ci parla Marx (a quando un "riappacificante" rogo =
dell'opera omnia di tale intramontabile "cattivo maestro" ?!?).=20

E tale ricorrenza diviene oggi sempre pi=F9 frequente, dal momento che =
il mondo intero =E8 minacciato da una guerra illimitata nel tempo e =
nello spazio, che tutto giustifica in nome della sicurezza degli attuali =
assetti societari, nei confronti di un nemico tanto sfuggente da avere =
il dono dell'onnipresenza: la guerra preventiva verso il nemico esterno =
=E8 anche controrivoluzione preventiva verso il nemico interno.=20

Si rimarca oggi un passaggio storico che decreta la morte della politica =
e il dispiegarsi della politica della morte. La sospensione del =
cosiddetto stato di diritto, da condizione limite delle normali regole =
democratiche, si sta progressivamente imponendo come il limite che =
condiziona regolarmente la democrazia. La gabbia del controllo sociale e =
della repressione si fa sempre pi=F9 opprimente. Cosa si dovrebbe fare =
di fronte a questo scenario di progressiva restrizione degli spazi di =
agibilit=E0 politica? Limitarsi ad elevare ragionevoli appelli al buon =
cuore dei nostri aspiranti carcerieri?=20

A "Genova 2001" migliaia e migliaia di persone non sono state di questo =
avviso. Di fronte alla brutale repressione di un potere che non =
voleva/poteva tollerare la manifestazione di una sia pur embrionale =
soggettivit=E0 collettiva antagonistica, la massa degli individui ha =
collettivamente e spontaneamente rifiutato gli opposti, ma simmetrici =
copioni che altri avevano scritto. I manifestanti avrebbero dovuto =
essere passiva massa di manovra o inerte carne da macello, ma cos=EC non =
=E8 andata: di fronte alle selvagge cariche dei reparti scelti di una =
polizia definitivamente militarizzata, non c'=E8 stato solo il =
disperdersi impazzito di un "branco" in preda al panico, ma si =E8 =
manifestato anche un impulso collettivo, coraggioso e consapevole, a =
reagire sul piano dell'autodifesa contro un indiscriminato ed efferato =
attacco. La maggior parte degli individui che hanno dato vita a quegli =
scontri era scesa in piazza per manifestare pacificamente. Non si =
trattava dei tanto vituperati black block: l'azione di questi ultimi, in =
realt=E0, ha rappresentato solo una minima parte di ci=F2 che a Genova =
=E8 avvenuto. La verit=E0 =E8 che un gran numero di "pacifici" =
manifestanti, di fronte all'alternativa tra farsi massacrare con le mani =
alzate e cercare di difendersi, ha scelto la seconda strada. E in questa =
determinazione le singole individualit=E0 hanno riscoperto la capacit=E0 =
di agire collettivamente secondo un fine comune, riconoscendosi parte di =
un'organica intersoggettivit=E0, senza capi e senza gregari. In quelle =
tragiche circostanze si =E8 creata una concreta comunit=E0 di lotta, =
tangibile allusione di quel gruppo in fusione che Sartre individua nelle =
tipiche dinamiche della folla rivoluzionaria.=20

Carlo Giuliani era uno di loro. Un compagno come tanti. Non un =
marginale, uno sbandato in cerca di risse con la polizia. Si =E8 trovato =
l=EC, a piazza Alimonda, costretto a difendere la propria e l'altrui =
incolumit=E0, suo malgrado, e si =E8 comportato come tantissimi altri in =
quell'occasione. Molti hanno cercato di appropriarsi del significato =
politico della sua morte, magari dopo aver cercato di prenderne =
sciacallescamente le distanze, quando il suo corpo esanime era ancora =
caldo. E cos=EC l'immagine di Carlo =E8 diventata per molti solo uno =
spettacolare santino, costruito su una gigantesca rimozione tanto =
ipocrita quanto fragile: =E8 come se dalle immagini che riprendono gli =
ultimi momenti della sua vita fosse stato cancellato l'estintore che =
teneva in mano. Carlo =E8 stato descritto come una vittima innocente. Ma =
cos=EC non =E8 stato. Carlo =E8 consapevolmente stato una "vittima =
colpevole": colpevole di resistenza all'oppressione e alla brutalit=E0 =
poliziesca!=20

Chiunque si presti al gioco perverso di dividere il movimento tra "buoni =
e cattivi", tra "pacifisti e militaristi", abbia almeno il buon gusto di =
non pronunciare il nome di Carlo. Non gli appartiene! Queste distinzioni =
lasciamole fare alla polizia, quella stessa polizia che non cessa di =
assemblare canovacci d'indagine che brillano per l'opacit=E0 delle =
accuse che vi si muovono, sempre comunque miratamente dirette contro =
l'intera "ala sinistra del movimento" (indifferentemente antagonista e/o =
anarchica e/o autonoma).=20

In ogni caso, =E8 ormai addirittura spudoratamente evidente che si sta =
ancora giocando, per l'ennesima volta, la carta di costringere il =
"movimento" nella forbice perversa tra la pi=F9 remissiva subalternit=E0 =
nei confronti dello stato e del lessico della mediazione politica, e =
l'avventurismo ipersoggettivistico di insignificanti grumi di ceto =
politico, autoproclamatisi avanguardie: ancora una volta, i servi pi=F9 =
o meno sciocchi del potere intimano "o con noi o contro di noi"! Ancora =
una volta il "movimento" deve rifiutare e denunciare con tutta la sua =
forza questo mistificante e paralizzante aut-aut. D'altronde, nessuna =
segreta conventicola di "specialisti della cospirazione manu militari" =
pu=F2 decidere sopra la sua testa, nessuno pu=F2 imporgli di portare il =
livello dello scontro su un terreno oggettivamente contrapposto a quella =
pratica diretta e di massa che costituisce la sua pi=F9 specifica e =
qualificante modalit=E0 di espressione autonoma.=20

Quello che =E8 successo a "Genova 2001" nulla ha a che fare con i deliri =
"lottarmatistici": le bombe e le pistole sono le solite armi di una =
rinnovata strategia della tensione che, come sempre, si avvale anche dei =
soliti "imbecilli manipolati" o, pi=F9 precisamente, degli usuali =
"manipolati perch=E9 imbecilli".=20

Una diffusa domanda politica sta emergendo, ed =E8 una domanda radicale, =
nel senso che pu=F2 trovare risposta solo andando alla vera radice dei =
problemi. Se non sapremo dare risposte adeguate qualcun altro =
risponder=E0 per noi, magari con sinistri e lugubri ritornelli, sentiti =
oramai tante, troppe volte. Ritornelli che hanno purtroppo il vantaggio =
di apparire estremi e risolutivi, a fronte di tanti opportunismi =
trasformistici oggi in gran voga fra i sostenitori del cosiddetto =
"moltitudinario movimento dei movimenti" (cosa ben diversa da quel =
movimento di massa a struttura soggettiva che noi intuiamo =
embrionalmente presente nel "movimento" di Seattle, Praga, Nizza, =
Napoli, Genova, Barcellona .), laddove sono in realt=E0 =
semplicisticamente inconcludenti, se non addirittura tragicamente =
suicidi. N=E9, d'altro canto, servir=E0 ad alcunch=E9 trastullarsi in =
ingenue quanto imbelli illusioni, cercando di isolare tutti coloro che =
non vogliono accontentarsi di "ragionevoli" rimedi, di accomodanti =
rattoppi. Secchiate di falsa coscienza non possono spegnere l'incendio: =
oramai l'intero Reichstag =E8 in fiamme!=20

Le domande, dunque, rimangono ed esigono una risposta. Non siamo noi ad =
inventarle, ma sono ineluttabilmente poste all'ordine del giorno in =
forza dell'attuale ormai evidente crisi strutturale, su scala =
planetaria, della valorizzazione capitalistica e della rappresentanza =
borghese (due facce diverse di quel medesimo ciclo dell'astrattizzione =
universale che da sempre connota costitutivamente il dominio di Monsieur =
le Capital).=20

Stiamo assistendo ad una divaricazione progressiva tra i diritti formali =
di cittadinanza e il diritto sostanziale alla partecipazione =
democratica. Il modello istituzionale che ci viene propinato in tutte le =
salse =E8, in buona sostanza, quello gi=E0 definitivamente consolidatosi =
negli Usa: un modello in cui la vexata quaestio della possibile =
degenerazione della democrazia in dittatura della maggioranza appare =
oramai un problema meramente accademico, in quanto si sta da tempo =
assistendo ad una sempre pi=F9 ferrea quanto "legale" tirannia della =
minoranza. L'esclusione =E8 ormai la regola oggettivamente invalsa tanto =
nella sfera politica, quanto in quella economica.=20

Al di l=E0 della limpidezza abbagliante della critica pratica della =
politica istituzionale espressasi nel "laboratorio argentino", =
l'astensionismo elettorale portatosi a livelli abnormi in tutto il =
"mondo democratico" (?!?) denuncia quanto meno, e in modo =
incontrovertibile, l'enorme diffusione del pi=F9 totale disincanto nei =
confronti del ciclo della rappresentanza, con la conseguente crisi della =
mediazione politica e della legittimit=E0 dello stato stesso. A Lor =
Signori, nonostante il loro onnipervasivo potere di controllo nei =
confronti dei mezzi di comunicazione, non riesce pi=F9 il giochetto di =
escludere concretamente dal godimento della ricchezza socialmente =
prodotta e, nel contempo, coinvolgere formalmente nel ciclo =
astrattizzante della democrazia rappresentativa. Cosa dovrebbe fare il =
movimento di fronte a tale scenario? Cercare di ricucire lo strappo fra =
"societ=E0 civile" e "palazzo", traducendo la sua prassi nel lessico =
della mediazione politica? O dovrebbe invece allargare quella crisi di =
legittimit=E0, avocando al sociale il diritto di costituire nuove forme, =
potenzialmente universali, dell'agire collettivo?! . istituti di =
democrazia diretta in cui l'immensa maggioranza degli uomini e delle =
donne possa infine autocostituirsi come comunit=E0 umana, contro =
l'infima minoranza di coloro che ne pretendono procrastinare a proprio =
piacimento la pi=F9 drastica condizione di disumanit=E0?!=20

Quando, pi=F9 di due secoli fa, Madama la Borghesia, in Francia, =
constat=F2 l'impossibilit=E0 di affermarsi dentro le vecchie forme =
politiche dell'Ancien Regime, essa distrusse con la forza l'involucro =
istituzionale del vecchio mondo. Il terzo stato si autoproclam=F2 =
"assemblea costituente" e fece letteralmente a pezzi la Bastiglia! Le =
condizioni per quell'enorme sommovimento storico-sociale, furono poste, =
per un verso, dalla lenta ma inarrestabile crescita della centralit=E0 =
della borghesia urbana, a fronte dell'emarginazione sempre pi=F9 =
scopertamente parassitaria della Corte e della Chiesa, per un altro =
verso, da un vasto fermento culturale e filosofico capace, senza =
riverenza alcuna, di criticare in profondit=E0 e di mettere alla berlina =
tutti i pregiudizi e le superstizioni su cui si fondava un secolare =
sistema sociale e politico. E quando le armi della critica di tale humus =
intellettuale giunsero ad interagire sinergicamente con la critica delle =
armi di quella classe borghese, allora oggettivamente rivoluzionaria (ed =
egemonica sulle vaste masse di un proletariato urbano condensatosi =
proprio in forza del dissolvimento dei preesistenti vincoli societari), =
giunse il momento della "catastrofe", la frattura del continuum storico, =
l'evento di quella "Grande Rivoluzione" che sola pot=E9 aver ragione =
dell'ormai insostenibile contraddizione materiale fra l'incremento =
enorme delle forze sociali di produzione ed i rapporti giuridico-formali =
che di esse regolavano il flusso, di fatto interdicendone un effettivo =
pieno dispiegamento.=20

Oggi l'"intellettualit=E0 di sinistra" sembra molto meno risoluta di =
quanto non sia stata quella della borghesia, nel corso del processo =
storico della sua originaria affermazione sul proscenio della storia. Lo =
stesso ceto politico del "movimento", in larga maggioranza, non ha =
ancora smesso di ossequiare le decrepite istituzioni capitalistiche, =
limitandosi ad invocare la protezione e il rispetto di quelle garanzie e =
di quelle forme politiche che la borghesia costru=EC a suo uso e =
consumo, ed in cui essa stessa, per prima, oggi non crede pi=F9 (n=E9, =
comunque, potrebbe pi=F9 permetterselo, sotto il maglio devastante di =
una crisi di sistema ormai definitivamente strutturatasi ed =
irreversibile).=20

Invece di dividersi tra "buoni e cattivi", in base al rispetto delle =
regole di questo mondo ormai in pieno disfacimento, oggi si dovrebbero =
utilizzare i "lumi della ragione" per affinare le armi di una critica =
radicale. Un altro mondo =E8 possibile, questo il "movimento" l'ha gi=E0 =
urlato in tutti i modi. Ma, quando questo slogan viene riproposto come =
un vuoto ritornello ad uso dei media, dai suoi "portavoce" (pi=F9 o meno =
autoproclamatisi tali), spesso induce la spiacevole sensazione che, =
dietro ad una verbosa radicalit=E0, si nascondano molti involontari =
seguaci di quell'idealismo hegeliano per il quale il possibile =E8 =
soltanto l'ombra del reale.=20

Noi, invece, questa intuizione ormai condivisa da milioni di individui, =
di una radicale alterit=E0 ormai tanto concretamente possibile, quanto =
drammaticamente urgente, la vogliamo prendere sul serio! E allora ci =
ostiniamo a chiedere a noi stessi ed a tutti: come dovr=E0 essere questo =
nuovo mondo? Come lo si pu=F2 costruire?=20

Noi vorremmo discutere di questo. Tutto il resto =E8 noia . o ipocrita =
risciacquo di coscienze sporche!=20

1=B0 gennaio 2003=20

La Redazione=20

di=20

Vis-=E0-Vis=20

Quaderni per l'autonomia di classe=20


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svariate e=20
contrastanti opzioni di "pace". </P>
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capitalismo=20
imperialistico ormai spudoratamente teso alla pi=F9 scoperta predazione =
in salsa=20
bellicistica del mondo intero, si dovr=E0 saper rispondere sul piano =
della "guerra=20
di classe": la nostra "proposta di pace" non potr=E0 n=E9 dovr=E0 =
rimanere ingabbiata=20
nelle forme di questo presente contesto socio-politico che la guerra =
stessa =E8=20
costretto per sua natura a generare. Ed =E8 per questo che riteniamo di =
dover=20
riprendere il discorso, non gi=E0 dall'incombente pur orrorifica =
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la=20
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evidenza una=20
zona d=92ombra, un fascio di ambiguit=E0 che ancora offusca la coscienza =
e la=20
pratica del "movimento". </P>
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reati di=20
opinione. Di fronte a un'aberrazione di questo genere, rivendicare la =
libert=E0 di=20
pensiero e di parola, anche nei loro contenuti pi=F9 radicali, risulta =
al contempo=20
una strategia di attacco nell=92agone politico e di difesa nelle aule =
giudiziarie.=20
Una strategia che, comunque, non esce dalla rivendicazione dei diritti=20
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"generalizzata", innescatasi sull'onda della guerra infinita, =
definitivamente=20
esplosa dopo le Twin Towers, come controrivoluzione preventiva globale. =
Al di l=E0=20
delle evidenti forzature (vedi la "partecipazione psichica" o il reato =
di=20
"saccheggio"), ci=F2 che viene contestato in questo caso sono fatti =
determinati,=20
specifici comportamenti illegali. Agli avvocati spetter=E0 senza dubbio =
il compito=20
di contestare la partecipazione dei singoli inquisiti ai fatti loro =
imputati,=20
e/o di dimostrare l=92insussistenza di quelle aggravanti che permettono =
di=20
identificare fattispecie di reato pi=F9 gravi. </P>
<P class=3Darticle>Ma qual =E8 la posizione politica del "movimento" nei =
confronti=20
dei fatti contestati? Ci dobbiamo forse limitare a far pressione =
affinch=E9 la=20
giustizia segua il suo corso nel modo pi=F9 "imparziale" possibile, =
individuando i=20
responsabili di ci=F2 che accadde a Genova? Ammettiamo solo per un =
attimo che la=20
magistratura, in un sussulto di inverosimile "autonomia", faccia fino in =
fondo=20
il suo dovere costituzionalmente stabilito: si scoprirebbe a tal punto =
che la=20
polizia ha deliberatamente agito in modo del tutto ingiustificato e i=20
responsabili, in alto e in basso loco, verrebbero dunque perseguiti e =
puniti.=20
Bene, anche in tale prospettiva continuerebbero per=F2 a sussistere, =
comunque, gli=20
atti "criminosi" perpetrati dai manifestanti di Genova, perch=E9 nel =
nostro=20
ordinamento giudiziario non =E8 previsto in alcun modo il cosiddetto =
"diritto di=20
resistenza", di cui vagheggiava lo stesso Kant. Cosa dovremmo fare a =
questo=20
punto? Accettare che chi ha "sbagliato" venga "legittimamente" punito =
?!? </P>
<P class=3Darticle>Questi sono gli acquitrini melmosi in cui ci si va ad =


infognare, volendo mantenere un basso profilo politico e cercando=20
sostanzialmente di salvare la capra della radicalit=E0 e i cavoli della=20
ragionevolezza! </P>
<P class=3Darticle>Il vero problema =E8 che, di fronte all=92inchiesta =
di Cosenza, ci=20
si pu=F2 anche limitare a rivendicare la libert=E0 "formale" di pensare =
un altro=20
mondo possibile, ma l=92inchiesta di Genova ci impone di affermare il =
nostro=20
diritto "sostanziale" ad agire affinch=E9 quest=92altro mondo incominci =
a diventare=20
reale. E questo significa rivendicare anche il diritto di resistenza nei =

confronti del potere quando esso sospende, come =E8 accaduto a Genova, =
lo "stato=20
di diritto e le garanzie democratiche", per reprimere =
quell=92intollerabile=20
alterit=E0 che con la sua prassi mette concretamente in forse il suo =
stesso=20
dominio. O forse pensiamo che padroni e padroncini di questo mondo siano =
cos=EC=20
gentili da consentirci di costruirne indisturbati un altro, dove per =
loro non ci=20
potr=E0 comunque essere alcun posto ?!? </P>
<P class=3Darticle>Nessuno per=F2 si illuda di poter giocare =
furbescamente con le=20
parole, come oggi va tanto di moda "a sinistra": il diritto di =
resistenza non=20
equivale al diritto di disobbedire alle leggi che si ritengono ingiuste. =
In=20
quest=92ultimo caso, infatti, la contestazione puntuale di una singola =
norma non=20
inficia affatto il sistema di norme in quanto tale, anzi: a tale sistema =

necessariamente rimanda, perch=E9 presuppone la necessit=E0 di =
sostituire la legge=20
ritenuta ingiusta con un'altra considerata pi=F9 equa, con ci=F2 =
spostando soltanto=20
i confini della legalit=E0 esistente, senza per=F2 contestarne =
l'intrinseca natura=20
comunque sostanzialmente quanto arbitrariamente impositiva. </P>
<P class=3Darticle>Rivendicare il diritto di resistenza significa invece =
affermare=20
la pi=F9 radicale autonomia del nuovo soggetto collettivo che nelle vie =
di Genova=20
ha mosso i suoi primi passi; un=92autonomia che nelle sue pi=F9 coerenti =
ed estreme=20
conseguenze nega l=92obbligo di obbedienza nei confronti dello stato e =
di tutte le=20
sue leggi. </P>
<P class=3Darticle>Nessuno stato pu=F2 infatti riconoscere, se non nella =
forma di=20
una mera petitio principi priva di qualsiasi effettualit=E0, il diritto =
di=20
resistenza, perch=E9 questo significherebbe offrire i mezzi legali per =
la propria=20
stessa distruzione. Una contraddizione logica, cio=E8, dal punto di =
vista del=20
diritto positivo e, cosa ancor pi=F9 importante, una negazione della =
pi=F9 intima=20
essenza del potere statuale in quanto tale: la "violenza concentrata e=20
organizzata della societ=E0". Solo lo stato, infatti, pu=F2 disporre =
della vita dei=20
propri cittadini. Tale monopolio, a ben vedere non conosce limiti, =
neanche=20
quelli posti dai principi normativi che giustificano il potere statale =
stesso.=20
Quando Weber asseriva che lo stato detiene il "monopolio dell'uso =
legittimo=20
della forza", intendeva porre l'accento sull'esclusivit=E0 di questa =
prerogativa e=20
sul suo possibile dispiegarsi anche al di l=E0 della legalit=E0 stessa. =
La violenza=20
=E8 legittima - conforme, cio=E8, ai principi generali ed alla =
tradizione storica=20
sottesi alla normativa vigente -, in quanto portata avanti dall'ente =
statale=20
stesso, quali che siano le modalit=E0 in cui si esprime. Anzi, proprio=20
nell'eventualit=E0 dello "stato di eccezione", lo stato stesso conferma =
la propria=20
natura. Infatti, mantenendo la sua vigenza pur nella sospensione=20
dell'ordinamento giuridico che lo giustifica, arriva a disvelare =
l'"arcano"=20
secondo cui ogni potere costituito, prima di esprimersi come fonte =
autonoma e=20
sovrana di diritto, si autodetermina come pura e diretta violenza =
impositiva. In=20
sostanza lo stato di eccezione rivela gli elementi costitutivi posti =
alla base=20
di ogni sistema normativo: la forza e la schmittiana "decisione", che=20
determinano l'intervento in grado di risolvere l'eventuale ma sempre =
incombente=20
emergenza della crisi, attraverso la sospensione o la rottura =
dell'esistente=20
ordinamento giuridico. </P>
<P class=3Darticle>Si pu=F2 dire senza remore, quindi, che il =
disincantato Weber e=20
il reazionario Schmitt offrono una descrizione del processo reale pi=F9 =
fedele di=20
quella sostenuta dal democratico Kelsen, propositore dell'idea di un =
sistema=20
giuridico che, non trovando fondamento al di fuori di se stesso, ha una =
vita=20
propria a prescindere dal contesto sociale di riferimento ed =E8 dunque=20
compatibile con qualsivoglia ordinamento socio-economico (e addirittura=20
suscettibile, nella sua forma democratica, di regolare il passaggio, =
senza=20
rotture formali, da un certo tipo di rapporti sociali di produzione ad =
un=20
altro). La "sinistra", dal suo canto, preferisce spesso attenersi a =
questo=20
idealismo mistificante dello stato, promuovendo la realizzazione,=20
presuntivamente progressiva, della ipotetica quanto astratta =
"neutralit=E0" di=20
esso, e finendo ineluttabilmente per=F2 per scontrarsi con la ben pi=F9 =
concreta=20
costituzione materiale intimamente classista delle "istituzioni =
statuali". Il=20
"nobile" cammino verso l=92astratto "dover essere" dello stato si rivela =
cos=EC come=20
un meschino fermarsi di fronte al concreto statu quo. </P>
<P class=3Darticle>Se vogliamo andare al di l=E0 di una critica =
moraleggiante,=20
condannata all=92impotenza dalle sue interne contraddizioni, dobbiamo =
riconoscere=20
lo stato e l=92ordinamento giuridico in cui esso articola la propria =
costituzione=20
formale, per quello che sono: formalizzazione di rapporti di forza o, =
pi=F9=20
specificatamente, sedimentazione normativizzata di specifici rapporti di =
classe.=20
Tale "concretizzazione normativa" pu=F2 essere pi=F9 o meno flessibile, =
a seconda=20
delle circostanze, ma mai a tal punto malleabile da poter tollerare di =
veder=20
messi in discussione i rapporti sociali di produzione su cui essa =E8 =
fondata, sia=20
pur in modo occultato. I rapporti di classe che da sempre costituiscono =
le=20
materiali fondamenta dello stato (pudicamente celate, da Madama la =
Borghesia,=20
nell'astrattizzazione della mediazione politica e dell'asettica, =
omologante=20
figura del citoyen) sono rapporti intimamente e ineluttabilmente =
antagonistici,=20
e tale antagonismo si manifesta apertamente ogni qualvolta il =
proletariato si=20
avvia a riconquistare la sua autonoma soggettivit=E0, negando il =
rapporto=20
dialettico che lo lega al capitale e che viene irregimentato =
nell=92ordinamento=20
giuridico, a tutto vantaggio del capitale stesso. In siffatti momenti, =
la=20
capacit=E0 impositiva e disciplinatrice della legge, calibrata sul =
"normale"=20
riprodursi dei rapporti sociali di produzione presupposti, mostra la sua =

inadeguatezza e cede il passo al dominio della forza: tale stato =
d=92eccezione =E8=20
certamente un=92anomalia, rispetto al ciclo dell'astratto che connota il =
comando=20
del capitale, ma un=92anomalia ricorrente, costitutivamente =
inestirpabile e in s=E9=20
gi=E0 allusiva di quella espropriazione degli espropriatori - la =
"negazione della=20
negazione" -, di cui ancora ci parla Marx (a quando un "riappacificante" =
rogo=20
dell'opera omnia di tale intramontabile "cattivo maestro" ?!?). </P>
<P class=3Darticle>E tale ricorrenza diviene oggi sempre pi=F9 =
frequente, dal=20
momento che il mondo intero =E8 minacciato da una guerra illimitata nel =
tempo e=20
nello spazio, che tutto giustifica in nome della sicurezza degli attuali =
assetti=20
societari, nei confronti di un nemico tanto sfuggente da avere il dono=20
dell'onnipresenza: la guerra preventiva verso il nemico esterno =E8 =
anche=20
controrivoluzione preventiva verso il nemico interno. </P>
<P class=3Darticle>Si rimarca oggi un passaggio storico che decreta la =
morte della=20
politica e il dispiegarsi della politica della morte. La sospensione del =

cosiddetto stato di diritto, da condizione limite delle normali regole=20
democratiche, si sta progressivamente imponendo come il limite che =
condiziona=20
regolarmente la democrazia. La gabbia del controllo sociale e della =
repressione=20
si fa sempre pi=F9 opprimente. Cosa si dovrebbe fare di fronte a questo =
scenario=20
di progressiva restrizione degli spazi di agibilit=E0 politica? =
Limitarsi ad=20
elevare ragionevoli appelli al buon cuore dei nostri aspiranti =
carcerieri? </P>
<P class=3Darticle>A "Genova 2001" migliaia e migliaia di persone non =
sono state=20
di questo avviso. Di fronte alla brutale repressione di un potere che =
non=20
voleva/poteva tollerare la manifestazione di una sia pur embrionale =
soggettivit=E0=20
collettiva antagonistica, la massa degli individui ha collettivamente e=20
spontaneamente rifiutato gli opposti, ma simmetrici copioni che altri =
avevano=20
scritto. I manifestanti avrebbero dovuto essere passiva massa di manovra =
o=20
inerte carne da macello, ma cos=EC non =E8 andata: di fronte alle =
selvagge cariche=20
dei reparti scelti di una polizia definitivamente militarizzata, non =
c=92=E8 stato=20
solo il disperdersi impazzito di un "branco" in preda al panico, ma si =
=E8=20
manifestato anche un impulso collettivo, coraggioso e consapevole, a =
reagire sul=20
piano dell'autodifesa contro un indiscriminato ed efferato attacco. La =
maggior=20
parte degli individui che hanno dato vita a quegli scontri era scesa in =
piazza=20
per manifestare pacificamente. Non si trattava dei tanto vituperati =
black block:=20
l=92azione di questi ultimi, in realt=E0, ha rappresentato solo una =
minima parte di=20
ci=F2 che a Genova =E8 avvenuto. La verit=E0 =E8 che un gran numero di =
"pacifici"=20
manifestanti, di fronte all=92alternativa tra farsi massacrare con le =
mani alzate=20
e cercare di difendersi, ha scelto la seconda strada. E in questa =
determinazione=20
le singole individualit=E0 hanno riscoperto la capacit=E0 di agire =
collettivamente=20
secondo un fine comune, riconoscendosi parte di un=92organica =
intersoggettivit=E0,=20
senza capi e senza gregari. In quelle tragiche circostanze si =E8 creata =
una=20
concreta comunit=E0 di lotta, tangibile allusione di quel gruppo in =
fusione che=20
Sartre individua nelle tipiche dinamiche della folla rivoluzionaria. =
</P>
<P class=3Darticle>Carlo Giuliani era uno di loro. Un compagno come =
tanti. Non un=20
marginale, uno sbandato in cerca di risse con la polizia. Si =E8 trovato =
l=EC, a=20
piazza Alimonda, costretto a difendere la propria e l=92altrui =
incolumit=E0, suo=20
malgrado, e si =E8 comportato come tantissimi altri in =
quell=92occasione. Molti=20
hanno cercato di appropriarsi del significato politico della sua morte, =
magari=20
dopo aver cercato di prenderne sciacallescamente le distanze, quando il =
suo=20
corpo esanime era ancora caldo. E cos=EC l=92immagine di Carlo =E8 =
diventata per molti=20
solo uno spettacolare santino, costruito su una gigantesca rimozione =
tanto=20
ipocrita quanto fragile: =E8 come se dalle immagini che riprendono gli =
ultimi=20
momenti della sua vita fosse stato cancellato l=92estintore che teneva =
in mano.=20
Carlo =E8 stato descritto come una vittima innocente. Ma cos=EC non =E8 =
stato. Carlo =E8=20
consapevolmente stato una "vittima colpevole": colpevole di resistenza=20
all=92oppressione e alla brutalit=E0 poliziesca! </P>
<P class=3Darticle>Chiunque si presti al gioco perverso di dividere il =
movimento=20
tra "buoni e cattivi", tra "pacifisti e militaristi", abbia almeno il =
buon gusto=20
di non pronunciare il nome di Carlo. Non gli appartiene! Queste =
distinzioni=20
lasciamole fare alla polizia, quella stessa polizia che non cessa di =
assemblare=20
canovacci d'indagine che brillano per l'opacit=E0 delle accuse che vi si =
muovono,=20
sempre comunque miratamente dirette contro l=92intera "ala sinistra del =
movimento"=20
(indifferentemente antagonista e/o anarchica e/o autonoma). </P>
<P class=3Darticle>In ogni caso, =E8 ormai addirittura spudoratamente =
evidente che=20
si sta ancora giocando, per l'ennesima volta, la carta di costringere il =

"movimento" nella forbice perversa tra la pi=F9 remissiva subalternit=E0 =
nei=20
confronti dello stato e del lessico della mediazione politica, e =
l'avventurismo=20
ipersoggettivistico di insignificanti grumi di ceto politico, =
autoproclamatisi=20
avanguardie: ancora una volta, i servi pi=F9 o meno sciocchi del potere =
intimano=20
"o con noi o contro di noi"! Ancora una volta il "movimento" deve =
rifiutare e=20
denunciare con tutta la sua forza questo mistificante e paralizzante =
aut-aut.=20
D'altronde, nessuna segreta conventicola di "specialisti della =
cospirazione manu=20
militari" pu=F2 decidere sopra la sua testa, nessuno pu=F2 imporgli di =
portare il=20
livello dello scontro su un terreno oggettivamente contrapposto a quella =
pratica=20
diretta e di massa che costituisce la sua pi=F9 specifica e qualificante =
modalit=E0=20
di espressione autonoma. </P>
<P class=3Darticle>Quello che =E8 successo a "Genova 2001" nulla ha a =
che fare con i=20
deliri "lottarmatistici": le bombe e le pistole sono le solite armi di =
una=20
rinnovata strategia della tensione che, come sempre, si avvale anche dei =
soliti=20
"imbecilli manipolati" o, pi=F9 precisamente, degli usuali "manipolati =
perch=E9=20
imbecilli". </P>
<P class=3Darticle>Una diffusa domanda politica sta emergendo, ed =E8 =
una domanda=20
radicale, nel senso che pu=F2 trovare risposta solo andando alla vera =
radice dei=20
problemi. Se non sapremo dare risposte adeguate qualcun altro =
risponder=E0 per=20
noi, magari con sinistri e lugubri ritornelli, sentiti oramai tante, =
troppe=20
volte. Ritornelli che hanno purtroppo il vantaggio di apparire estremi e =

risolutivi, a fronte di tanti opportunismi trasformistici oggi in gran =
voga fra=20
i sostenitori del cosiddetto "moltitudinario movimento dei movimenti" =
(cosa ben=20
diversa da quel movimento di massa a struttura soggettiva che noi =
intuiamo=20
embrionalmente presente nel "movimento" di Seattle, Praga, Nizza, =
Napoli,=20
Genova, Barcellona =85), laddove sono in realt=E0 semplicisticamente =
inconcludenti,=20
se non addirittura tragicamente suicidi. N=E9, d'altro canto, servir=E0 =
ad alcunch=E9=20
trastullarsi in ingenue quanto imbelli illusioni, cercando di isolare =
tutti=20
coloro che non vogliono accontentarsi di "ragionevoli" rimedi, di =
accomodanti=20
rattoppi. Secchiate di falsa coscienza non possono spegnere =
l=92incendio: oramai=20
l=92intero Reichstag =E8 in fiamme! </P>
<P class=3Darticle>Le domande, dunque, rimangono ed esigono una =
risposta. Non=20
siamo noi ad inventarle, ma sono ineluttabilmente poste all'ordine del =
giorno in=20
forza dell'attuale ormai evidente crisi strutturale, su scala =
planetaria, della=20
valorizzazione capitalistica e della rappresentanza borghese (due facce =
diverse=20
di quel medesimo ciclo dell'astrattizzione universale che da sempre =
connota=20
costitutivamente il dominio di Monsieur le Capital). </P>
<P class=3Darticle>Stiamo assistendo ad una divaricazione progressiva =
tra i=20
diritti formali di cittadinanza e il diritto sostanziale alla =
partecipazione=20
democratica. Il modello istituzionale che ci viene propinato in tutte le =
salse=20
=E8, in buona sostanza, quello gi=E0 definitivamente consolidatosi negli =
Usa: un=20
modello in cui la vexata quaestio della possibile degenerazione della =
democrazia=20
in dittatura della maggioranza appare oramai un problema meramente =
accademico,=20
in quanto si sta da tempo assistendo ad una sempre pi=F9 ferrea quanto =
"legale"=20
tirannia della minoranza. L=92esclusione =E8 ormai la regola =
oggettivamente invalsa=20
tanto nella sfera politica, quanto in quella economica. </P>
<P class=3Darticle>Al di l=E0 della limpidezza abbagliante della critica =
pratica=20
della politica istituzionale espressasi nel "laboratorio argentino",=20
l=92astensionismo elettorale portatosi a livelli abnormi in tutto il =
"mondo=20
democratico" (?!?) denuncia quanto meno, e in modo incontrovertibile, =
l'enorme=20
diffusione del pi=F9 totale disincanto nei confronti del ciclo della=20
rappresentanza, con la conseguente crisi della mediazione politica e =
della=20
legittimit=E0 dello stato stesso. A Lor Signori, nonostante il loro =
onnipervasivo=20
potere di controllo nei confronti dei mezzi di comunicazione, non riesce =
pi=F9 il=20
giochetto di escludere concretamente dal godimento della ricchezza =
socialmente=20
prodotta e, nel contempo, coinvolgere formalmente nel ciclo =
astrattizzante della=20
democrazia rappresentativa. Cosa dovrebbe fare il movimento di fronte a =
tale=20
scenario? Cercare di ricucire lo strappo fra "societ=E0 civile" e =
"palazzo",=20
traducendo la sua prassi nel lessico della mediazione politica? O =
dovrebbe=20
invece allargare quella crisi di legittimit=E0, avocando al sociale il =
diritto di=20
costituire nuove forme, potenzialmente universali, dell=92agire =
collettivo?! =85=20
istituti di democrazia diretta in cui l'immensa maggioranza degli uomini =
e delle=20
donne possa infine autocostituirsi come comunit=E0 umana, contro =
l'infima=20
minoranza di coloro che ne pretendono procrastinare a proprio piacimento =
la pi=F9=20
drastica condizione di disumanit=E0?! </P>
<P class=3Darticle>Quando, pi=F9 di due secoli fa, Madama la Borghesia, =
in Francia,=20
constat=F2 l=92impossibilit=E0 di affermarsi dentro le vecchie forme =
politiche=20
dell=92Ancien Regime, essa distrusse con la forza l=92involucro =
istituzionale del=20
vecchio mondo. Il terzo stato si autoproclam=F2 "assemblea costituente" =
e fece=20
letteralmente a pezzi la Bastiglia! Le condizioni per quell=92enorme =
sommovimento=20
storico-sociale, furono poste, per un verso, dalla lenta ma =
inarrestabile=20
crescita della centralit=E0 della borghesia urbana, a fronte =
dell'emarginazione=20
sempre pi=F9 scopertamente parassitaria della Corte e della Chiesa, per =
un altro=20
verso, da un vasto fermento culturale e filosofico capace, senza =
riverenza=20
alcuna, di criticare in profondit=E0 e di mettere alla berlina tutti i =
pregiudizi=20
e le superstizioni su cui si fondava un secolare sistema sociale e =
politico. E=20
quando le armi della critica di tale humus intellettuale giunsero ad =
interagire=20
sinergicamente con la critica delle armi di quella classe borghese, =
allora=20
oggettivamente rivoluzionaria (ed egemonica sulle vaste masse di un =
proletariato=20
urbano condensatosi proprio in forza del dissolvimento dei preesistenti =
vincoli=20
societari), giunse il momento della "catastrofe", la frattura del =
continuum=20
storico, l'evento di quella "Grande Rivoluzione" che sola pot=E9 aver =
ragione=20
dell'ormai insostenibile contraddizione materiale fra l'incremento =
enorme delle=20
forze sociali di produzione ed i rapporti giuridico-formali che di esse=20
regolavano il flusso, di fatto interdicendone un effettivo pieno =
dispiegamento.=20
</P>
<P class=3Darticle>Oggi l'"intellettualit=E0 di sinistra" sembra molto =
meno risoluta=20
di quanto non sia stata quella della borghesia, nel corso del processo =
storico=20
della sua originaria affermazione sul proscenio della storia. Lo stesso =
ceto=20
politico del "movimento", in larga maggioranza, non ha ancora smesso di=20
ossequiare le decrepite istituzioni capitalistiche, limitandosi ad =
invocare la=20
protezione e il rispetto di quelle garanzie e di quelle forme politiche =
che la=20
borghesia costru=EC a suo uso e consumo, ed in cui essa stessa, per =
prima, oggi=20
non crede pi=F9 (n=E9, comunque, potrebbe pi=F9 permetterselo, sotto il =
maglio=20
devastante di una crisi di sistema ormai definitivamente strutturatasi =
ed=20
irreversibile). </P>
<P class=3Darticle>Invece di dividersi tra "buoni e cattivi", in base al =
rispetto=20
delle regole di questo mondo ormai in pieno disfacimento, oggi si =
dovrebbero=20
utilizzare i "lumi della ragione" per affinare le armi di una critica =
radicale.=20
Un altro mondo =E8 possibile, questo il "movimento" l=92ha gi=E0 urlato =
in tutti i=20
modi. Ma, quando questo slogan viene riproposto come un vuoto ritornello =
ad uso=20
dei media, dai suoi "portavoce" (pi=F9 o meno autoproclamatisi tali), =
spesso=20
induce la spiacevole sensazione che, dietro ad una verbosa radicalit=E0, =
si=20
nascondano molti involontari seguaci di quell=92idealismo hegeliano per =
il quale=20
il possibile =E8 soltanto l=92ombra del reale. </P>
<P class=3Darticle>Noi, invece, questa intuizione ormai condivisa da =
milioni di=20
individui, di una radicale alterit=E0 ormai tanto concretamente =
possibile, quanto=20
drammaticamente urgente, la vogliamo prendere sul serio! E allora ci =
ostiniamo a=20
chiedere a noi stessi ed a tutti: come dovr=E0 essere questo nuovo =
mondo? Come lo=20
si pu=F2 costruire? </P>
<P class=3Darticle>Noi vorremmo discutere di questo. Tutto il resto =E8 =
noia =85 o=20
ipocrita risciacquo di coscienze sporche! </P>
<P class=3Darticle>1=B0 gennaio 2003 </P>
<P class=3Darticle>La Redazione </P>
<P class=3Darticle>di </P>
<P class=3Darticle>Vis-=E0-Vis </P>
<P class=3Darticle>Quaderni per l'autonomia di classe=20
<BR></P></FONT></DIV></BODY></HTML>

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