[RSF] 006 Rete Lilliput Nodo di Roma Bollettino interno di a…

Delete this message

Reply to this message
Autore: Luigi Pirelli
Data:  
Oggetto: [RSF] 006 Rete Lilliput Nodo di Roma Bollettino interno di aggiornamento 2002/12/24
Da: Ufficio Stampa Lilliput Nodo di Roma
Inviato: martedì 24 dicembre 2002 11.15

006    Rete Lilliput Nodo di Roma 2002/12/24
Bollettino interno di aggiornamento



Le novità di questo numero:
- 4) APPUNTAMENTI DEL NODO 15 gennaio 2003 – plenaria
(da confermare)
- 5) APPUNTAMENTI NAZIONALE Incontro sulla proposta di
progetto 2003 per la rete italiana di economia
solidale (Bologna, 11 gennaio 2003, ore 10-17)
- 6) OGGI VI SEGNALIAMO… IL METODO DEL CONSENSO. Un
metodo decisionale morbido per gruppi forti.
- 7) RESOCONTI E VERBALI 1. Resoconto fiaccolata 10
dicembre “Fuori l’Italia dalla guerra” 2. Impressioni
di Pace da Bagdad; 3. Le priorità 2003 della rete
Lilliput
- NB: La Campagna "Contro i mercanti armi" non compare
piu' tra le iniziative sostenute dal nodo perche' i
referenti locali non han fatto pervenire alcuna
informazione


1) INIZIATIVE NAZIONALI
2) INIZIATIVE SU ROMA
3) DATE EVENTI - APPUNTAMENTI
4) APPUNTAMENTI DEL NODO
5) APPUNTAMENTI NAZIONALE
6) OGGI VI SEGNALIAMO…
7) RESOCONTI E VERBALI
8) VORREI FARE QUALCOSA…
9) LINK PER TENERSI AGGIORNATI
10) CONTATTI

1) INIZIATIVE NAZIONALI
1. Campagna Pace da tutti i balconi
2. Campagna “Fuori l’Italia dalla guerra”

2) INIZIATIVE SU ROMA
1. Coordinamento cambia lo sponsor
2. Economia partecipativa

3) DATE EVENTI - APPUNTAMENTI

4) APPUNTAMENTI DEL NODO
15 gennaio 2003 – plenaria (da confermare)

5) APPUNTAMENTI NAZIONALE
Incontro sulla proposta di progetto 2003 per la rete
italiana di economia solidale
Bologna, 11 gennaio 2003, ore 10-17

6) OGGI VI SEGNALIAMO…
IL METODO DEL CONSENSO. Un metodo decisionale morbido
per gruppi forti.

7) RESOCONTI E VERBALI
1. Resoconto fiaccolata 10 dicembre “Fuori l’Italia
dalla guerra”
2. Impressioni di Pace da Bagdad (dal viaggio del
nostro referente subnodo Riccardo Troisi)
3. Le priorità 2003 della rete Lilliput (decise
nell’assemblea nazionale di Vico Equense – 6/8 dic
2002)

8) VORREI FARE QUALCOSA…
1. Proposte grafiche per adesivi campagna “La
multinazionale te l’appiccico al muro”
2. Campagne “Pace da tutte i balconi” e “Fuori
l’Italia dalla guerra”
3. Economia partecipativa

9) LINK PER TENERSI AGGIORNATI
1. Sito Internet nodo di Roma
2. Bollettino nazionale LilliputNotizie
3. Ufficio stampa nazionale

10) CONTATTI

<><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><>
<><><><>

1) INIZIATIVE NAZIONALI
1. Campagna Pace da tutti i balconi
2. Campagna “Fuori l’Italia dalla guerra”

1. Campagna Pace da tutti i balconi
(www.bandieredipace.org)
/ "Chiediamo di esporre da subito la Bandiera della
Pace o un pezzo di stoffa bianco con scritto "no alla
guerra", ai balconi delle case lasciandoli ben
visibili finché non sarà definitivamente scongiurata
la minaccia di un conflitto armato contro l'Iraq"
/ Referenti: Andrea Guerrizio (Satyagraha)3486049213
onlus.satyagraha@???; …
/ Glt: Nonviolenza (Andrea)
/ Iniziative in corso: vendita delle bandiere; lettera
aperta alle associazioni di adesione alla campagna;
segnala il tuo balcone su www.bandieredipace.org
/ Note: le bandiere si possono acquistare contattando
Andrea, oppure si trovano alla bottega Pangea e alla
filiale di Banca Etica. Sono disponibili volantini da
distribuire ovunque (Condomini, gruppi, associazioni,
parrocchie). Tutti sono invitati a diffondere la
lettera di invito alle associazioni per aderire alla
campagna.

2. Campagna "Fuori l'Italia dalla guerra"
(www.retelilliput.org; www.emergency.it)
/ "Insieme a Libera, Tavola della Pace ed Emergency
chiediamo di firmare (su supporto cartaceo scaricabile
su www.retelilliput.org oppure su supporto informatico
sul sito www.emergency.it) l'appello FUORI L'ITALIA
DALLA GUERRA”
/ Referenti: Andrea Guerrizio (Satyagraha) 3486049213
onlus.satyagraha@???; …
/ Glt: Nonviolenza (Andrea)
/ Iniziative in corso: firma dell'appello
/ Note: Occorre che tutti si impegnino a far firmare
l'appello in ogni occasione.

<><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><>
<><><><>

2) INIZIATIVE SU ROMA
1. Coordinamento cambia lo sponsor
2. Economia partecipativa

1. Coordinamento cambia lo sponsor
(http://www.romanordestsocialforum.org/cocs/home.htm)
/ “Il Cocs intende promuovere un modello di “consumo
critico”, cioè attento non solo alla qualità ed al
prezzo del prodotto, ma soprattutto alla sua storia
(impatto ambientale e sociale) ed al comportamento
dell’impresa che lo offre sul mercato”.
/ Referenti: Luigi Bertolo (singolo) 0687141132
mc9376@???; Giorgia Pandolfo (singola) 064395035
noctua@???
/ Glt: Impronta ecologica e sociale (Luigi, Giorgia)
/ Iniziative in corso:
/ Note: Chiunque abbia fantasia e capacità grafiche
può collaborare alla realizzazione degli adesivi. Per
info vd. sito.

2. Economia partecipativa
/ “Il nodo di Roma invia periodicamente un bollettino
di informazione con documenti, eventi, informazioni
sul tema della partecipazione”
/ Referenti: Valentina Daniele (Laboratorio di
formazione per un'altra globalità) 3492697794
amelia67@???;
/ Glt: impronta ecologica
/ Iniziative in corso: ----
/ Note: sono graditi contributi e segnalazioni sul
tema della partecipazione. Valentina partecipa agli
incontri pubblici sul tema. Se qualcuno potesse
affiancarla ne sarebbe ben felice.

<><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><>
<><><><>

3) EVENTI

<><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><>
<><><><>

4) APPUNTAMENTI DEL NODO
15 gennaio 2003 – plenaria
19:30 Rialto Sant’Ambrogio (via di Sant'Amborgio 4)
(da confermare)

<><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><>
<><><><>

5) APPUNTAMENTI NAZIONALE

Incontro sulla proposta di progetto 2003 per la rete
italiana di economia solidale
Bologna, 11 gennaio 2003, ore 10-17

Cara amica, caro amico, lo scorso 19 ottobre ci siamo
trovati a Verona tra diverse realtà che operano nel
campo dell'economia solidale e ci siamo chiesti se
avesse senso costruire un percorso comune per
rafforzare ed intrecciare queste diverse realtà,
seguendo anche la suggestione di alcune esperienze
straniere. La risposta è stata positiva, ed è stato
quindi fondato un gruppetto allo scopo di definire un
programma operativo da ridiscutere insieme. Ora questo
gruppetto ha elaborato una proposta di programma (vedi
allegato), ed è quindi arrivato il momento di
ritrovarsi.

Lo scopo del prossimo incontro di Bologna è quindi
quello di:
- discutere insieme questa proposta di progetto
- approvarlo
- costituire un gruppo di lavoro per seguire
l'esecuzione del progetto
- verificare l'esistenza di distretti disponibili a
sperimentare reti locali di economia solidale

Per fare questo, ci divideremo in gruppi di lavoro per
poter meglio ascoltare i contributi di tutti,
l'incontro si svolgerà quindi con la seguente agenda.
10.00
- presentazione dei partecipanti
- presentazione della giornata (Andrea Saroldi)
- presentazione del progetto (Giovanni Acquati, Loris
Asoli)
11.00 - gruppi di revisione del progetto sulla parte
introduttiva
12.30 - raccolta delle idee emerse dai gruppi
13.00 – pranzo
14.30 - gruppi di revisione del progetto sulla parte
di programma
15.30 - raccolta delle idee emerse dai gruppi
- revisione del progetto
- formazione del gruppo di lavoro per portare avanti
il progetto
- ricerca di distretti disponibili a partecipare
17.00 – conclusione

Le informazioni sulla logistica verranno rese note
appena disponibili.

Sei invitato a partecipare, ti preghiamo anche di
trasmettere questo invito a chi potrebbe essere
interessato, in particolare alle realtà che si
occupano di economia solidale.

Ciao il gruppetto di programma

<><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><>
<><><><>

6) OGGI VI SEGNALIAMO…
Oggi presentiamo l’ormai leggendario testo “fondativo”
del metodo del consenso, sul quale noi lillipuziani
tentiamo di basare le nostre pratiche di comunicazione
di gruppo.

IL METODO DEL CONSENSO
Un metodo decisionale morbido per gruppi forti
(di Roberto Tecchio)

Questo scritto è nato con uno scopo preciso: aiutare
l’assemblea dei soggetti italiani del commercio equo e
solidale a utilizzare una procedura decisionale
orientata al consenso, comunemente chiamata Metodo del
Consenso (MC). Obiettivo dell’assemblea era la
definizione della Carta italiana dei Criteri del
Commercio Equo e Solidale. Tale obiettivo è stato
validamente raggiunto dopo un percorso svoltosi in due
assemblee più un incontro specifico per la definizione
di un articolo controverso (1).
Il presente testo ha una serie di modifiche non
sostanziali che dovrebbero renderlo più chiaro
rispetto al precedente, usato appunto per il suddetto
scopo. L’intento rimane comunque quello di fornire ai
gruppi, specialmente quelli ispirati alla nonviolenza,
degli elementi per una migliore comprensione e
sperimentazione del metodo, ricordando che dal punto
di vista procedurale esistono tante varianti (2).

Una definizione e qualche considerazione per iniziare…


Il MC è un procedimento che si svolge in diverse fasi
e in cui si usano varie tecniche di discussione,
analisi e confronto, mediante il quale un gruppo
arriva a prendere le sue decisioni senza ricorrere
alle votazioni.
Consenso indica che si è d’accordo su qualcosa, ma non
significa necessariamente accordo pieno di tutti su
tutto, cioè unanimità. L’unanimità può anche arrivare,
ma non è certo un obiettivo: il consenso punta a far
convivere le differenze, non ad eliminarle. Perciò in
una decisione consensuale vi possono essere diversi
gradi di accordo e molte sfumature riguardo agli
impegni che i diversi membri si assumono rispetto a
una determinata decisione, però il tutto avviene in
modo esplicito e globalmente accettato.
L’adozione del MC da parte di un gruppo può avvenire
solo su base consensuale. Il MC, una volta adottato,
non esclude il ricorso ad altri metodi decisionali,
basati o meno sulla votazione, purché tale ricorso
avvenga in base a una decisione consensuale.

1. LE BASI DEL CONSENSO… tra etica, pragmatica ed
estetica.

Il fine non giustifica i mezzi; i mezzi contengono il
fine.
Il MC nasce dalla convinzione che il rapporto tra
mezzi e fini deve essere coerente. Per esempio se si
hanno fini equi e solidali, i modi per realizzare tali
fini dovranno esprimere qui e ora, concretamente,
equità e solidarietà. In pratica ciò si esprime nel
modo di gestire il potere e in particolare nel modo in
cui si prendono le decisioni.

L’uso del potere: il singolo non viene schiacciato dal
gruppo, il gruppo non viene bloccato dal singolo.
Il MC, a uno sguardo superficiale, sembra dare un
potere eccessivo al singolo individuo (o alla piccola
minoranza) rispetto al gruppo. Così sembra che
chiunque, magari dopo una lunga discussione, se gli
gira male può bloccare un grande gruppo negando il suo
consenso alla decisione. Ma questo non è altro che
esercitare il cosiddetto potere di veto, che non ha
niente a che vedere col MC.
Il MC dà effettivamente un grande potere al singolo (a
ogni singolo indistintamente!) perché ne riconosce il
valore, la dignità, l'unicità. Ma il singolo può
bloccare il gruppo solo se riesce a mostrare la
validità della sua opposizione, cioè che la decisione
che si sta per prendere è veramente dannosa per il
gruppo e/o in contrasto con i suoi principi fondanti.
Se il gruppo riconosce la validità dell’opposizione
allora la decisione può essere bloccata, altrimenti
alla parte avversa viene rimandata la responsabilità
di decidere cosa fare, possibilmente dichiarandolo in
termini chiari ed espliciti.
Dunque, perché il MC funzioni bene, il singolo deve
riconoscere e accettare il potere del gruppo nel
determinare quali problemi possono essere risolti,
quali necessitano di più attenzione, e quali bloccano
la decisione: la trappola del veto sta nell’essere
incapaci di riconoscere i limiti del potere
individuale! Il singolo ha il potere e la
responsabilità di sollevare i problemi; il gruppo ha
il potere e la responsabilità di riconoscerli e
risolverli.

Attenti al compito e ai rapporti umani.
Gli incontri servono per affrontare e risolvere
problemi comuni. Le buoni soluzioni tengono conto sia
degli aspetti concreti dei problemi, sia delle
relazioni tra i soggetti. Se non c’è un buon rapporto,
sufficientemente disteso e fiducioso, anche semplici
problemi possono complicarsi e diventare un grave
peso. È necessario ricordare che nel lavoro di gruppo
entrambi gli obiettivi (di contenuto e di relazione)
devono essere sempre opportunamente curati: l’uno
influisce sull’altro.

Distinguere le persone dai problemi e… concentrarsi
sui problemi.
Quando si affrontano i problemi un aspetto che si
tende a dimenticare è che dall’altra parte ci sono
esseri umani che hanno sentimenti, valori e
convinzioni profondamente radicati, differenti storie
e punti di vista, esattamente come noi. Ognuno ha un
“io” che è sensibile e che facilmente può sentirsi
minacciato, e un io minacciato pensa soprattutto a
difendersi. Ogni giudizio sulla persona rischia di
danneggiare la relazione e di alterare il buon clima
psicologico che è indispensabile per fruire delle
risorse di creatività e intelligenza di tutti i
partecipanti, risorse senza le quali non è possibile
trovare buone soluzioni ai problemi. Perciò è
fondamentale rimanere aderenti ai fatti, ai termini
concreti dei problemi, “attaccando” le idee e le
proposte anche molto fermamente se necessario, ma
rimanendo al contempo interiormente rispettosi verso
le persone: “duri col problema, morbidi con le
persone” (3). Qui aiuta moltissimo non identificarsi
con le proprie idee, ricordandosi che “le mie idee,
non sono mie!”

Distinguere i bisogni dalle soluzioni e… concentrarsi
sui fondamenti.
Nell’affrontare i problemi si dimentica che il cuore
delle questioni non si trova nelle posizioni di
partenza (a volte solo apparentemente contrapposte),
ma nei bisogni, preoccupazioni e convinzioni delle
parti coinvolte, cioè in quelli che alcuni chiamano i
“fondamenti” dei problemi. Per es. spesso si discute
(e si litiga) sulle proposte di soluzione senza avere
adeguatamente scandagliato quali sono i bisogni in
gioco: le soluzioni rappresentano la risposta a dei
bisogni e lo stesso bisogno può essere soddisfatto in
tanti modi diversi, cioè ci possono essere tante
soluzioni per uno stesso problema. Se ci si fissa su
certe idee diventa impossibile negoziare
costruttivamente. Non si tratta di rinunciare ai
propri principi, né di nascondere le differenze al
momento incompatibili, ma solo orientandosi alla
ricerca dei bisogni condivisi si creano le condizioni
per trovare soluzioni cooperative, realizzabili, che
aprono verso il comune cammino.

Inventare soluzioni: generare opzioni e definire
obiettivi fattibili.
Una volta individuati i fondamenti dei problemi è
necessario dedicare un tempo adeguato alla ricerca di
soluzioni vantaggiose per tutti. Qui la fantasia,
l’intelligenza, l’esperienza sono le risorse primarie:
spesso si tratta letteralmente di inventare nuove
soluzioni. Questo passaggio può sembrare banale, ma
dal punto di vista pratico la fase dell’ideazione è
spesso trascurata o comunque mal gestita (per es. è
frequente che il brainstorm (4) sia pieno di giudizi e
commenti sulle idee espresse!). Non identificarsi (né
identificare l’altro) con le idee facilita moltissimo
la ricerca di soluzioni diverse e forse migliori.
Rimanere attaccati alle proposte di soluzione è
un'abitudine frequente che rappresenta un ostacolo non
solo al consenso, ma soprattutto al raggiungimento di
soluzioni di buona qualità. Abbandonare una proposta
di soluzione non significa rinunciare ai propri
principi o ai propri bisogni, ma semplicemente
ricercare altre soluzioni.

Operare scelte sulla base di criteri riconosciuti e
trasparenti.
I criteri che sottendono ogni scelta devono essere
esplicitati e riferiti quanto più possibile a elementi
verificabili, o a principi comunemente accettati. I
criteri non devono dipendere dalla volontà o dal
controllo di alcuna delle parti in gioco. È qui che in
genere si esercita più o meno consapevolmente un uso
scorretto e manipolatorio del potere per orientare le
scelte verso interessi di parte (per es. con minacce
velate, ripicche, attacchi personali che spostano
l’attenzione dai termini concreti del problema, ecc.)

Saper stare costruttivamente nel disagio
(frustrazione, irritazione, preoccupazione…)
Il MC è in sostanza un processo di gestione
costruttiva e nonviolenta dei conflitti. Il conflitto
qui è visto come fenomeno assolutamente naturale, di
per sé né giusto né sbagliato. Quando un gruppo crea
un'atmosfera che facilita l’espressione del disaccordo
e delle emozioni che ad esso si accompagnano (paura,
irritazione, frustrazione e così via), costruisce le
basi per decisioni più funzionali e soddisfacenti.
Perciò facilitare una buona comunicazione è un fattore
chiave: comunicare “è” gestire la relazione e i
conflitti. Ma bisogna riconoscere che anche mediante
un uso perfetto del metodo e un’ottima comunicazione i
problemi, che non di rado sono complessi e complicati,
possono rimanere sul momento irrisolti. E allora?
Se si procede con cura e si alimenta la fiducia, il
paesaggio entro cui si prenderanno le decisioni
(perché comunque e sempre si decide qualcosa) sarà
come minimo più chiaro e comprensibile. E ciò
costituisce un buon terreno per arrivare a decisioni
che cercano per quanto possibile di rispettare i
bisogni essenziali in gioco. A volte per es. bisogna
accettare il fatto di non poter decidere su una
determinata questione. Allora saper gestire
costruttivamente il disagio personale e collettivo che
deriva da tutto ciò è indispensabile nel processo
consensuale: pazienza e fiducia sono le qualità
fondamentali.

Un metodo morbido per persone/gruppi forti.
In definitiva questo processo tende a costruire
“accordi nel disaccordo”, dove cioè il disaccordo
particolare è dentro una cornice di accordo generale
fondato su rispetto e fiducia reciproci: il consenso
riguarda in sostanza la volontà di continuare a
camminare insieme e sperimentare insieme.
Questo consenso di fondo deve però essere basato sulla
fiducia e sulla libertà, altrimenti non funziona, anzi
nemmeno si potrebbe chiamare consenso. Infatti non è
consenso quello che si fonda sulla paura dell’altro o
sulla dipendenza dagli altri. Il MC è un metodo che
richiede quindi una certa maturità e forza interiore
dei soggetti che lo usano, e che usandolo si
rafforzano: come la nonviolenza è l’arma del forte,
così il MC è il metodo decisionale dei forti.

2. PASSAGGI CHIAVE DELLA PROCEDURA…

Richiesta e Verifica del consenso
Qualunque sia la procedura attuata, arriverà il
momento in cui qualcuno (in genere il facilitatore)
chiederà al gruppo “La formulazione della decisione è
soddisfacente? Ci sono ancora dei problemi?".
E' importante notare che la prima domanda implica che
ci sia una formulazione della decisione che tutti
hanno ben chiara davanti (e ciò deriva dal lavoro
fatto in precedenza): in mancanza di questa chiara
formulazione i rischi di confusione con successive
complicanze e conflitti sono alti.
Nella seconda domanda va notato che non si chiede "C'è
il consenso?", oppure: "Siete tutti d'accordo?":
queste domande infatti non incoraggiano l’espressione
di dubbi o perplessità. Se ci sono persone che hanno
perplessità, ma sono intimidite dal forte supporto del
gruppo alla proposta, la domanda: "Ci sono ancora dei
problemi?" si rivolge più direttamente a loro e gli
offre la possibilità di esprimersi.
In questa fase è molto importante rilevare la qualità
delle risposte, soprattutto quelle non verbali e
quella del silenzio. Se nessun ulteriore problema
viene sollevato, il facilitatore dichiara il consenso
raggiunto e la decisione viene messa agli atti.

Problemi, blocchi decisionali e “veto”.
Durante il procedimento ci si trova di fronte diversi
tipi di problemi che può essere utile inquadrare allo
scopo di riconoscerli e gestirli adeguatamente.
Riguardo a una proposta oggetto di decisione ci
possono essere per esempio osservazioni che puntano a
dei miglioramenti: si è sostanzialmente d’accordo con
la proposta, ma si ha un’idea per migliorarla.
Altre volte ci possono essere delle perplessità in
merito a una proposta: più che di un vero disaccordo
si tratta di dubbi o riserve.
Questo tipo di problemi si può affrontare con una
discussione più approfondita (magari facilitata da
tecniche adeguate) e in genere, scaduto il tempo, è
probabile che si trovi un accordo consensuale, a meno
che i “miglioramenti” o le “perplessità” non si siano
trasformati in disaccordo.
Infine possiamo trovarci di fronte a un disaccordo
verso la proposta, più o meno forte, ma comunque
esplicito e chiaro: qui il problema sollevato è tale
per cui la parte avversa (una persona o una minoranza)
è contraria alla proposta (tutta o in parte). In
questo caso bisogna consentire alla parte avversa di
provare la validità o “legittimità” del disaccordo:

Problema legittimato/non legittimato: quando il
disaccordo è tale da portare a un blocco della
decisione, tale blocco per potere avvenire dentro una
cornice consensuale deve essere in qualche misura
riconosciuto dal gruppo nel suo insieme. Questo
riconoscimento è definito da alcuni autori come
legittimazione. La legittimazione avviene quando la
parte avversa convince che la decisione che si sta per
prendere è veramente dannosa per il gruppo o in
contrasto con i suoi principi fondanti. In assenza di
ciò abbiamo un “problema non legittimato”, dove la
parte avversa non può mai bloccare la decisione del
gruppo (potere di veto), a meno che il gruppo non
abbia altre ragioni per farsi bloccare.

Di fronte a situazioni di disaccordo si aprono quindi
due possibilità:
a) il gruppo alla fine riconosce la validità del
problema sollevato, per cui qui e ora ci si trova di
fronte un problema legittimato che blocca la
decisione; (5)
b) il gruppo alla fine non è convinto (né a sua volta
riesce a convincere la parte avversa) per cui il
problema sollevato non è legittimato e il gruppo può
procedere nella decisione che intendeva prendere
inizialmente (che dopo la discussione potrebbe anche
risultare in parte modificata), lasciando alla parte
avversa la decisione di cosa fare, che per esempio
potrebbe essere lo “stare da parte”.

Stare da parte: accettare che una decisione venga
presa dal gruppo nonostante vi sia un convinto
disaccordo. Ciò implica, oltre all’esplicitazione
delle ragioni del disaccordo, anche l’esplicitazione
della posizione che la parte avversa prenderà rispetto
alla decisione e al suo impegno nel sostenerla. Quindi
la parte avversa potrebbe legittimamente dichiarare di
non supportare (in modo parziale o totale) la
particolare decisione che il gruppo sta per prendere,
ma comunque senza arrivare mai a boicottare la
decisione del gruppo di cui, consensualmente, continua
a far parte (6).

Come si esce da una situazione di blocco decisionale?
Con molta, molta fantasia, pazienza e fiducia. Gli
esperti ci ricordano, provocatoriamente ma
saggiamente, che di fronte a un problema che al
momento appare senza soluzione “esistono almeno altre
sette possibilità” che non sono state esplorate dal
gruppo.
Ci vogliono dunque fantasia, creatività, intelligenza,
ma non solo, anche la capacità di stare nel disagio,
nella stanchezza, nella frustrazione. La fantasia ha
bisogno della fiducia e della pazienza, perché in un
clima di forte risentimento, di reciproche accuse e di
paura, il tempo e le energie sono investiti per
distruggere e non per creare. La paura è il vero
grande blocco.

Uno strumento per attuare il MC.

     Spesso i gruppi arrivano a prendere le loro
decisioni senza rendersi conto delle regole che,
sempre e comunque, sono implicitamente presenti nel
processo stesso del decidere: è impossibile non
prendere decisioni, ogni decisione implica un modo di
decidere.
Esplicitare alcune di queste regole, richiamandosi per
es. a principi condivisi, attiva un importante
processo di crescita all’interno del gruppo, aumenta
il potere e la responsabilità individuali e può
aiutare a rendere le riunioni più soddisfacenti ed
efficaci: lo strumento qui proposto serve a questo.
Anche in gruppi di lavoro estemporanei questo
strumento può aiutare a creare un clima di maggiore
fiducia e chiarezza.
      In pratica il punto A andrebbe letto e
“rapidamente” approvato all’inizio della riunione (se
ci sono intoppi, è meglio lasciar perdere il MC:
mancano le basi!).
I punti B e C, che hanno valore più di orientamento
che di vere e proprie regole, possono essere
semplicemente letti e non abbisognano di
un’approvazione formale, tuttavia è molto utile
verificare la tendenza dei partecipanti riguardo tali
orientamenti, perché nella misura in cui sono
condivisi possono essere richiamati e usati durante la
riunione.


TAVOLA DEI DIRITTI (7)
A) dichiarazione dei diritti di ogni partecipante.
1. Io ho il diritto di essere trattato con rispetto.
Così gli altri.
2. Io ho il diritto di avere ed esprimere opinioni e
sentimenti. Così gli altri.
3. Io ho il diritto di essere ascoltato e preso
seriamente. Così gli altri.
4. Io ho il diritto di dire “no” senza sentirmi in
colpa. Così gli altri.
5. Io ho il diritto di chiedere ciò di cui ho bisogno.
Così gli altri.
6. Io ho il diritto di cambiare opinione. Così gli
altri.
B) ORIENTAMENTI PER UNA COMUNICAZIONE COSTRUTTIVA
1. Usare messaggi “io” di confronto costruttivo.
2. Ascoltare attivamente, e verificare se abbiamo
capito veramente quello che gli altri volevano dire, e
viceversa.
3. Fare attenzione non solo ai contenuti, ma anche ai
sentimenti espressi.
4. Distinguere le persone dai problemi e dalle loro
azioni: evitare di attribuire intenzioni agli altri e
di giudicarli, attenersi ai fatti e ai comportamenti.
5. Essere precisi ed evitare le generalizzazioni.
C) ORIENTAMENTI PER COOPERARE NEL CONFLITTO
1. Passare dalla visione "me contro te", al "Noi".
2. Passare dalle “prese di posizione” agli Interessi e
Bisogni in gioco.
3. Concentrarsi invece che sul Passato, sul Presente e
sul Futuro.
4. Passare dall'Impossibile al Possibile.
5. Passare dalla Colpevolizzazione all'assunzione di
Responsabilità.


1. L’esperienza, che pare essere unica in Italia per
dimensione e tipologia dei soggetti coinvolti e per
l’adozione esplicita del metodo del consenso, è
riportata in un articolo che mi può essere richiesto e
che si può trovare anche nel sito web di PeaceLink
alla rubrica “capire il conflittto per costruire la
pace” curata da Giovanni Scotto.
2 Una fonte molto utile cui ho fatto riferimento è il
testo statunitense di C.T. Butler e A. Rothstein,
tradotto da amiche e amici delle PBI (peace brigade
international) di Vicenza, che ho rivisto a partire
dalla mia esperienza decennale nell’uso (tentato e
sempre più convinto) del MC all’interno dei gruppi di
cambiamento sociale ispirati alla nonviolenza che ho
frequentato e frequento. Il suddetto testo (circa 40
pagine) e altro materiale in inglese sul metodo, può
essere richiesto direttamente alle PBI Vicenza e-mail
anshanti@???.
3 Vedi Fisher e Ury “L’arte del negoziato”, Ed.
Mondadori.
4 Il brainstorm è una tecnica semplice e per questo
anche molto diffusa, ma per poter fruire delle sue
grandi potenzialità (vi sono dei testi interamente
dedicati ad essa) bisogna stare attenti: la tecnica è
semplice, ma non è facile.
5 Va notato che vi sono casi in cui è la parte avversa
a sostenere la necessità di adottare una determinata
proposta, mentre è la maggioranza ad opporsi: anche
qui è la parte avversa che dovrà ottenere la
legittimità, altrimenti la sua proposta verrà
bloccata.
6 Sembra che non esistano metodi in grado di garantire
un gruppo da eventuali dolorose separazioni, però
attraverso il MC è possibile arrivare a distanziamenti
o separazioni assai meno distruttivi.
7 Questa scheda è tratta da “programme overcome
violence”, pubblicazione a cura del World Council of
Churches (P.O. Box 21100, 1211 Geneva, CH),
traduzione e adattamenti miei.

<><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><>
<><><><>

7) RESOCONTI E VERBALI
1. Resoconto fiaccolata 10 dicembre “Fuori l’Italia
dalla guerra”
2. Impressioni di Pace da Bagdad (dal viaggio del
nostro referente subnodo Riccardo Troisi)
3. Le priorità 2003 della rete Lilliput (decise
nell’assemblea nazionale di Vico Equense – 6/8 dic
2002)

1. Resoconto fiaccolata 10 dicembre “Fuori l’Italia
dalla guerra”

Evviva!
Penso che sia giusto essere contenti per quello che è
successo ieri. Io lo sono.
Non sono bravo con i numeri e mi interessa poco
esserlo; io dalla mia postazione privilegiata sopra il
camioncino ho visto una bella folla .... chi dice
5000, chi dice 6000, chi dice anche intorno a
10000.... poco importa... comunque un bel bagno di
folla.
Per me personalmente è stato anche decisamente
emozionante parlare di fronte a migliaia di persone.
Bella l'idea che contemporaneamente altre 250 piazze
stessero vivendo la stessa cosa... mi sembra molto
"lillipuziano".
Son contento che sia passata senza problemi la
richiesta di non alzare bandiere o altri simboli che
non fossero stracci bianchi e bandiere della pace.
Son contento del nostro banchetto. Abbiamo venduto
tante bandiere e tante magliette... e soprattutto
abbiamo avuto modo di incontrare tanta gente.
Per i media (quei pochi che ci hanno filato) era in
buona parte la fiaccolata "di Emergency". Ho
apprezzato che da parte loro si sia sempre ribadito
che la fiaccolata era organizzata insieme a noi a
Libera e alla Tavola. Questo credo sia passato. Quei
pochi giornali che (in cornaca romana) hanno parlato
della manifestazione hanno citato tutti. Ma più ancora
che i giornali il "traino" di Emergency (che, piaccia
o no, riscuote un gran successo) ci ha permesso di
entrare in contatto con tanta tanta gente. E il
banchetto, grazie a tutti quelli che ci sono stati, è
stata una buona occasione.
Insomma, senza esaltarci, ma senza doverci sempre
massacrare, credo sia andata bene. Il neo maggiore
credo sia stata l'amplificazione.... il pick-up era
della CGIL... chi poteva pensare che fosse una "ricca
sòla".. ci ha salvato il megafono rimediato al volo da
Paolo Cento..... molta gente non ha potuto sentire gli
interventi e questo è un peccato.

2. Impressioni di Pace da Bagdad (dal viaggio del
nostro referente subnodo Riccardo Troisi)

Ci sono moltissime sensazioni che riporto da questo
viaggio di pace.
Sicuramente la pace non si costruisce con un viaggio,
ma dal suo continuo generare impressioni e
riflessioni, è possibile trovare la forza per cogliere
nuovi percorsi.
Una azione di diplomazia dal basso come quella
organizzata dalla delegazione di parlamentari ed
alcune organizzazioni della società civile,
rappresenta infatti un tentativo per riempire
l’attuale vuoto informativo che tanti squilibri
provoca nella formazione di una opinione pubblica
italiana e mondiale. Farsi un idea di quello che
accade al di la del nostro orizzonte mediatico è
sempre più difficile, visto che ormai questi orizzonti
sono appiattiti verso omologazione e la
disinformazione.
Per cui occorre iniziare non a controinformare, ma a
ridare dignità alla comunicazione e all’informazione,
rompendo il muro dell’esistente colonizzazione
dell’immaginario collettivo che da per inevitabile il
concetto di guerra, e il suo simbolico che genera
soltanto una perpetua violenza strutturale dalla quale
non riusciamo a venire fuori.
Questo viaggio rimane una metafora di questo percorso
conoscitivo e le sensazione provate sono ancora
incapaci di generare in me visioni di cambiamento di
rotta.
La prima cosa rilevante è aver incontrato la gente di
Bagdad, aver dato finalmente un nome ai volti al di là
dell’immagine televisiva, aver sentito le voci di chi
non ha possibilità di farsi sentire, di chi per anni
hanno vissuto tra l’oppressione di un embargo e la
“libertà” di una assurda dittatura.
Siamo riusciti dunque ad incontrare le persone, questo
era uno degli obiettivi del viaggio e in pochi giorni
con un serrato programma di lavoro abbiamo avuto
riunioni con : il Presidente del Parlamento iracheno;
i Presidenti delle Commissioni parlamentari di esteri,
sanità e ambiente, lavoro e affari sociali e della
religione e del culto; la locale chiesa Caldea, nella
persona del Vescovo; le agenzie delle Nazioni Unite,
direttori di UNICEF, e UNDP, e il coordinatore
umanitario per le attività oil for food; le ONG
internazionali e le organizzazioni umanitarie attive
in loco; gli Ispettori delle Nazioni Unite, nelle
persone del portavoce e del direttore del centro
operativo; il rappresentante della nostra “sezione di
interessi italiani” a Baghdad. Abbiamo inoltre
visitato: l'ospedale pediatrico oncologico, dove
abbiamo incontrato il direttore sanitario; la facoltà
di scienze politiche dell'Università di Baghdad,
ospiti del direttore della facoltà stessa e una scuola
elementare di una zona disastrata della città di
Baghdad.
Durante gli incontri, ci siamo resi conto della
precarietà delle condizioni di vita dei cittadini
iracheni, imposte dall'embargo, e alle possibili
conseguenze umanitarie di un eventuale conflitto
armato. Gli operatori umanitari delle Nazioni Unite,
in particolare, ci hanno esposto il quadro di un paese
in estrema emergenza dove, mortalità infantile,
denutrizione e condizioni igienico sanitarie sono
strettamente connesse all'embargo e sono solo
parzialmente arginate dal programma oil for food, che
qualora dovesse essere interrotto, in caso di
conflitto, causerebbe una catastrofe umanitaria con
migliaia di morti civili.
La gente per la strada ci ha accolto con curiosità, ma
i tentativi di trovare un contatto più stabile del
sorriso sono stati vani, sia per la presenza delle
continue ombre di Saddam, sia per una naturale
difficoltà a trovare un adeguata empatia con il nostro
stile del “mordi e fuggi”. La vita continua tra le
strade di Bagdad, come se nulla dovesse succedere come
se nulla fosse mai successo, solo la nostra scia di
bandiere di pace mi ricorda che qui la guerra si deve
assolutamente evitare.
Sono rimasto colpito da tanti luoghi e da tanti volti
senza rimanerne affascinato, forse perché avevo paura
che da un momento all’altro diventassero nuovi
obbiettivi da colpire e nuove cifre di vittime
innocenti da elencare nei nostri telegiornali e questo
pensiero continua a farmi orrore.
Più di ogni altra cosa prevale in me il disagio di non
trovare un perché si possa arrivare a concepire una
guerra come questa, un inganno strano dove la vittima
è già morta e il suo assassino continua a non poter
fare a meno di ucciderla. Credo che l’angoscia che ci
portiamo dentro su questo guerra e legata al aver
compreso che infondo quel assassino è il nostro
modello di sviluppo che non può fare a meno di
alimentare ingiustizie perché su queste regge la sua
ragione e il suo essere modello culturale, capace di
genere libertà sulla pelle dei tanti apartheid globali
che dissemina nel sud del mondo.
Per questo penso che il lavoro da fare per
contrapporsi alla guerra parta proprio da questa
angoscia, che deve essere sentita dalle nostre realtà,
tra la nostra gente e trasmessa con i nostri volti e
soprattutto dalla nostra convinzione di cancellare
tutte le guerre, non solo perché non sono lo strumento
per risolvere alcun tipo di conflitto ma soprattutto
perché sono il nuovo strumento per mantenere in piedi
la baracca nella quale noi stessi viviamo. Per
raccontare che il “nuovo” di tutta questa vicenda,
occorre ritornare a parlare con le persone e non con
le moltitudini o con le masse indefinite, spettatrici
passive di tanti orribili abomini nel passato recente,
bisogna arrivare alle coscienze individuali,
ricostruire valori collettivi ricreare un immaginario
di convivenza pacifica tra i popoli, e ripartire da
questa per costruire una nuova cultura di pace.
Riccardo Troisi

3. Le priorità 2003 della rete Lilliput (decise
nell’assemblea nazionale di Vico Equense – 6/8 dic
2002)

From: "mariru61" <mariru61@???>
Carissimi, non vi avevo ancora mandato alcun verbale
di Vico Equense, perchè pensavo ci sarebbero state
presto notizie più precise dalla rete nazionale.
Vista la domanda di Luigi, ecco una brevissima sintesi
delle priorità della rete per il 2003. Prima di
tutto: è stato chiarito che l'ordine di priorità non è
assolutamente un ordine di importanza, bensì
un'indicazione di dove si ritiene maggiormente
possibile concentrare le risorse interne. Inoltre la
decisione che è stata condivisa dall'assemblea a Vico
non va intesa come vincolo per i nodi a lavorare su
tutte le campagne, o a promuovere tutte le iniziative
raggruppate in ciascuna campagna, bensì serve a
fornire un quadro di riferimento per coloro che
lavoreranno su ciascuna singola iniziativa.
Priorità 1:
- Campagna GATS/WTO - GLT Commercio e Lente su Imprese
- Campagna Impronta Ecologica e Sociale - GLT Impronta
Ecologica e Sociale
- Campagna Legge 185 e Disarmo - GLT Nonviolenza
Priorità 2:
- Campagna Acquisti Trasparenti (Kappa e Biancaneve)
GLT Commercio e Lente su Imprese
- Reti di Economia Solidale - GLT Impronta Ecologica e
Sociale
- Fuori la guerra dalla storia - GLT Nonviolenza
- Scelgo la Nonviolenza - GLT Nonviolenza

<><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><>
<><><><>

8) VORREI FARE QUALCOSA…
1. Proposte grafiche per adesivi campagna “La
multinazionale te l’appiccico al muro”
2. Campagne “Pace da tutte i balconi” e “Fuori
l’Italia dalla guerra”
3. Economia partecipativa

1. Proposte grafiche per adesivi campagna “La
multinazionale te l’appiccico al muro”
vd. Inziative su Roma punto 1. Coordinamento cambia lo
sponsor

2. Campagne “Pace da tutte i balconi” e “Fuori
l’Italia dalla guerra”
Servono persone disponibili per alleviare il lavoro di
Andrea che sta sostenendo praticamente da solo la
responsabilità di entrambe le campagne

3. Economia partecipativa
vd. Inziative su Roma punto 3. Economia partecipativa

<><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><>
<><><><>


9) LINK PER TENERSI AGGIORNATI
1. Sito Internet nodo di Roma
2. Bollettino nazionale LilliputNotizie
3. Ufficio stampa nazionale


1. Sito Internet nodo di Roma **
http://nodi.retelilliput.org/roma/indice.htm **
/ Chi siamo? (nodi.retelilliput.org/roma/chisiamo.htm)
/ Associazioni aderenti
(nodi.retelilliput.org/roma/associazioni.htm)
/ Gruppi di lavoro tematico attivi
(nodi.retelilliput.org/roma/gruppi.htm)
/ Appuntamenti
(nodi.retelilliput.org/roma/appuntamenti.htm)
/ Iniziative
(nodi.retelilliput.org/roma/iniziative.htm)
/ Archivio (nodi.retelilliput.org/roma/archivio.htm)
/ Ufficio Stampa
(nodi.retelilliput.org/roma/stampa.htm)
/ Articoli (nodi.retelilliput.org/roma/articolo.htm
/ Download documenti
(nodi.retelilliput.org/roma/download.htm)
/ Contatti (nodi.retelilliput.org/roma/email.htm)
/ Link (nodi.retelilliput.org/roma/links.htm)

2. Bollettino nazionale Lilliput Notizie
**
http://www.retelilliput.org/stampa/lilliput_notizie/notizie_01.htm
**

3. Ufficio stampa nazionale **
http://www.retelilliput.org/stampa **
/ Manifesto
(www.retelilliput.org/stampa/manifesto.asp)
/ Strategia lillipuziana
(www.retelilliput.org/stampa/strategia.asp)
/ Gruppi di Lavoro Tematici
(www.retelilliput.org/stampa/glt.asp)
/ Subnodo (www.retelilliput.org/stampa/subnodo.asp)
/ Responsabile: Cristiano Lucchi 055601790 3396675294
e.mail ufficiostampa@???

<><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><><>
<><><><>

10) CONTATTI
/ Referenti del Nodo
Luigi Pirelli luipir@???
Susy Pirinei mpirine@??? 3494302599
/ Referente subnodo
Riccardo Troisi 3355769531 riccardo.troisi@???
/ Gruppo di Contatto (per nuove adesioni)
Marina Russo mariru61@???
/ Ufficio stampa
Luigi Bertolo mc9376@???
stampa_lilliput_roma@??? 0687141132


=====
Ufficio stampa nodo di Roma Rete di Lilliput
http://nodi.retelilliput.org/roma/stampa.htm

                      *** Cosa e' Lilliput? ***
Lilliput e' una rete laica di associazioni (cattoliche e non) e di singoli
           Lilliput non e' una rete di associazioni cattolica
                          www.retelilliput.org