> hai un'idea molto chiara sulle motivazioni di Placanica nell'andare a
Genova. Mi fa piacere per te, io non sono capace di avere un'idea cosi'
precisa di persone che non conosco. Ma forse hai qualche informazione in
piu' di me. >
> Ciao, Luigi
Obiettivamente, nessuno conosce le motivazioni altrui: ma quando si agisce
(non solo: indossando una divisa, si sceglie di agire) su un piano pubblico,
e in un modo simile, in certo qual modo si dichiara esplicitamente di
riconoscersi in una certa dimensione. E' verissimo che i celerini di Genova
erano spaventati, come dimostrano sia l'inerzia che hanno mostrato verso i
manifestanti più attivi sia il maramaldeggiare verso i più incerti e
fragili, le esplosioni di brutalità come alla Diaz e di sadismo come a
Bolzaneto, DOPO che avevano compreso di essersela cavata. Ma chi combatte
per uno stato, abdica alle proprie motivazioni individuali, per scegliere
quelle collettive. Per avere il diritto di essere trattati come individui,
occorre non indossare divise. Eravamo in trecentomila ciascuno con la sua
motivazione, meritevole di indagine e di conoscenza; quei ventimila in
uniforme questa conoscenza non se la meritano
