[Lecce-sf] VETO DELGI USA SUI FARMACI ANTI AIDS

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Autor: saln bull
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Assunto: [Lecce-sf] VETO DELGI USA SUI FARMACI ANTI AIDS
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Bloccato l'accordo al Wto sulla diffusione
a basso costo dei prodotti salva-vita
Veto degli Stati Uniti
sui farmaci anti-Aids
No agli sconti per i paesi poveri:
"E' una nuova apartheid"
di ANAIS GINORI


IL REGALO di Natale per 30 milioni di sieropositivi in attesa di cure non arriverà. E neanche per i malati di tubercolosi, di malaria e di altre patologie tropicali che vivono in paesi poveri e non si possono permettere di acquistare medicine al prezzo di mercato. Gli Stati Uniti hanno deciso: niente accordo, i monopoli farmaceutici non si toccano, le terapie si comprano alle condizioni di chi detiene i brevetti. E' ormai battaglia aperta all'interno del Wto: i paesi africani che urlano e gridano allo scandalo contro Washington ("Questo è una nuova apartheid"), l'Unione europea che cerca di mediare mentre alcuni paesi (India e Brasile) sbattono la porta e se ne vanno.

Resta solo il direttore del Wto, il tailandese Supachai Panitchpakdi, che aveva promesso una nuova immagine dell'istituzione dopo le contestazioni di Seattle e adesso è costretto ad ammettere: "E' grave e deludente. Rischiamo di screditarci di fronte all'opinione pubblica". Era l'ultima occasione per concludere l'accordo che permette ai governi del Terzo mondo di produrre o importare farmaci salva-vita a basso costo. E invece venerdì, a tarda sera, un comunicato annuncia la sconfitta. I 144 paesi del Wto non riescono a mantenere la promessa pronunciata nel novembre 2001 al vertice di Doha.

- Pubblicità -Restano così intatti i brevetti ventennali sulle medicine. Nel caso dell'Aids significa che continuerà il monopolio delle sette compagnie farmaceutiche che hanno l'esclusiva delle terapie fino al 2016. Chi contravviene rischia cause legali e pesanti sanzioni commerciali. "Si tratta di difendere i nostri investimenti in ricerca e sviluppo per nuove medicine. Abolire queste regole avrebbe conseguenze devastanti per gli ammalati di tutto il mondo" giustifica Alan Holmer, presidente americano di Pharma. "Non è tollerabile che medicine vitali siano riservate a pochi privilegiati mentre milioni di ammalati muoiono", ribatte Gro Harlem Brundtland, direttrice dell'Organizzazione mondiale della Sanità.

Gli sherpa del Wto avevano trovato un compromesso sulle emergenze sanitarie più gravi: Aids, malaria e tubercolosi. Erano previste anche una quindicina di altre malattie tropicali. Dopo infinite discussioni quasi tutti i paesi avevano accettato. Ma non gli Stati Uniti. "Si tratta di un testo troppo vago e flessibile", ha spiegato l'ambasciatrice di Washington, Linnet Deily, preoccupata di non vedere abbastanza garantita la potente lobby farmaceutica, "Big Pharma".

Per le multinazionali l'accordo di Ginevra è pieno di rischi. Il via libera ai farmaci generici rappresenta almeno 50 miliardi di dollari di mancato incasso. Inoltre, con il nuovo accordo, i brevetti potrebbero essere ignorati anche per malattie non contagiose come il diabete o l'asma. E poi, aggiungono gli esperti, non c'è alcuna garanzia che i farmaci prodotti a prezzi scontati nei paesi poveri non siano poi importati illegalmente in Occidente.

Ora le organizzazioni umanitarie, come Oxfam e Medici Senza Frontiere, rilanciano: "Se i politici non sono in grado di trovare un accordo noi sosterremo il contrabbando di farmaci per impedire alla gente di morire". Le discussioni del Wto dovrebbero riprendere con l'inizio dell'anno, forse entro l'estate ci sarà una nuova conferenza. "Devo ricordare a tutti che non si tratta soltanto di commercio ma anche di una questione umanitaria", protesta il direttore Supachi. "Volevamo tutti un accordo. La posizione americana ci ha deluso", aggiunge l'ambasciatore canadese Sergio Marchi. Il diplomatico brasiliano, Antonio de Aguilar Patriota, confessa: "Sembrava di assistere a un dialogo tra sordi".

L'America rimane ferma sulle sue posizioni. "Questo fallimento non è affatto un disastro - ha commentato il sottosegretario al commercio Usa, Grant Aldonas - Le medicine già esistono e le società americane finanziano meccanismi per farle arrivare ai paesi africani".

(22 dicembre 2002) La Repubblica

Ashè - ass. cre-attiva - circolo arci



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Bloccato l'accordo al Wto sulla diffusione<BR>a basso costo dei prodotti salva-vita<BR><!-- fine OCCHIELLO --><!--br--><SPAN class=txt21><B><!-- inizio TITOLO -->Veto degli Stati Uniti<BR>sui farmaci anti-Aids<BR><!-- fine TITOLO --></B></SPAN><!--br--><SPAN class=txt11><!-- inizio SOMMARIO -->No agli sconti per i paesi poveri:<BR>"E' una nuova apartheid"<BR><!-- fine SOMMARIO --></SPAN><I><!-- inizio FIRMA -->di ANAIS GINORI<BR><!-- fine FIRMA --></I><BR>
<P><!-- inizio TESTO --><IMG height=174 src="http://www.repubblica.it/online/esteri/aidsfarmaci/vetousa/ap003506cfcxw200h174c00.jpg" width=200 align=right border=0>IL REGALO di Natale per 30 milioni di sieropositivi in attesa di cure non arriverà. E neanche per i malati di tubercolosi, di malaria e di altre patologie tropicali che vivono in paesi poveri e non si possono permettere di acquistare medicine al prezzo di mercato. Gli Stati Uniti hanno deciso: niente accordo, i monopoli farmaceutici non si toccano, le terapie si comprano alle condizioni di chi detiene i brevetti. E' ormai battaglia aperta all'interno del Wto: i paesi africani che urlano e gridano allo scandalo contro Washington ("Questo è una nuova apartheid"), l'Unione europea che cerca di mediare mentre alcuni paesi (India e Brasile) sbattono la porta e se ne vanno.<BR><BR>Resta solo il direttore del Wto, il tailandese Supachai Panitchpakdi, che aveva promesso una nuova immagine dell'istituzione dopo le contestazioni di Seattle e adesso è costretto ad ammettere: "E' grave e deludente. Rischiamo di screditarci di fronte all'opinione pubblica". Era l'ultima occasione per concludere l'accordo che permette ai governi del Terzo mondo di produrre o importare farmaci salva-vita a basso costo. E invece venerdì, a tarda sera, un comunicato annuncia la sconfitta. I 144 paesi del Wto non riescono a mantenere la promessa pronunciata nel novembre 2001 al vertice di Doha.<BR><BR><!--inserto-->
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