著者: Pkrainer 日付: 題目: [Cerchio] Fw: [movimento] Figli del ghetto e di O.N.
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From: "Tuula Haapiainen" <Cyberscript@???> > Ci sono molti rom che chiedono l'assegnazione di case in palazzi normali, in > quartieri normali di gente bianca come dicono loro con la parola loro che
> ora non ricordo. La realtà dei rom è molto sfaccettata..e oramai una buona
> parte è meno nomade di una volta.
sì, l'ho sentito dire anch'io, ma non mi pare che questa loro disgrazia
meriti di essere incentivata e aggravata ulteriormente. Non vedi come anche
questa cosa dell'assegnazione di case, per tacere dei campi, li sta
riducendo alla condizione di riserve indiane? che loro preferiscano, come
hanno preferito i pellerossa, sopravvivere nelle riserve piuttosto che
morire, mi pare comprensibile da parte loro, ma molto meno da parte nostra.
Tanto più che esistono anche fra di loro quelli che non vogliono case, campi
e intergazioni, con cui interagire. Il punto é che molti, Rom e non, credono
che l'integrazione sia forse un male, ma sicuramente qualcosa di
ineluttabile, e quindi da governare, ma cui non sia il caso di opporsi
frontalmente, giacché potrebbe rivelarsi una questione di vita o di morte.
> Poi come seconda osservazione c'è il punto che l'inserimento significa anche > arrivare ad una accettazione da parte di noi altri della presenza e della > diversità dei rom, cioè il riconoscimento dei diritti di citadinanza questa > gente Pensaci, a parte che conosco un sacco di gente che li accetta benissimo,
significa che per farsi accettare dovrebbero diventare diversi, e non solo
diversi ma molto più stronzi, simili agli stornzi che si vedono dappertutto.
>Molti non hanno alcun accesso ai servizi perchè non hanno documenti.
Un'ottima ragione, ad esempio, per lottare perché i serizi siano erogati
senza le forche caudine dei documenti. La lotta contro i documenti
d'identità e il concetto stesso d'identità (idea superalienante e
superalienata per cui uno ha bisogno per essere ciò che é di ricavarlo da
una sanzione sociale, da qualcosa che sta al di fuori di lui: non é un caso
che lo stato prenda forma intorno alle anagrafi > Paolo, è una grande delusione per ciò che mi dici. Poicheè io e te siamo
> estranei alla diatriba, allo scontro fra queste due realtà, dovremmo a mio
> parere cercare di capire le posizioni..ma tu dicendo cosi mi esprimi /
> comunichi un atteggiamento prevenuto, di presa di posizione
> spregiudiziale..del resto l'hai fatto fin dall'inizio.
aspetta, é prevenuto sulle figure degli specialisti dell'assistenza, i
detentori di professionalità, che non conosco nello specifico, ma che
conosco perfettamente in generale. Assistenti sociali, educatori, psicologi,
consulenti socioeducativi, etc. li consoco benissimo sia come individui sia
come filoni ideologici sia come effeti della loro attività. Ti dirò di più:
una parte cospicua della moderna sinistra é caratterizzata dall'opera di
queste figure, proprio come approccio alla realtà. In particolare il
cosiddetto movimento dei movimenti mostra in un sacco di passaggi il segno
della presenza di questo ceto numeroso e operoso.
Ciò posto, ti rammento che sono stati la tua amica e quell'altro con la N
che mi sfugge il nome ad aggredire lo scritto del Sigona, la persona del
Sigona, il Damm, etc. e a presentare i loro argomenti, che sono in piena
coerenza con quell'humus socioculturale che ti ho descritto sopra. Idem il
Sigona si é fatto conoscere con quella introduzione e con la sua risposta.
Ho giudicato dalle cose che queste persone hanno avanzato per essere
giudicati, nella consapevolezza implicita che tutti questi soggetti hanno di
sicuro un mucchio di altre qualità e difetti che sono rimasti oscuri, e che
potrebbero contraddire il mio giudizio. ma sono loro che hanno scelto di
dire quelle cose e non altre, e avranno avuto i loro motivi, suppongo.
Quindi, in realtà non si tratta di un giudizio che parta solo da pregiudizi;
pregiudizi che, d'altra parte, a 50 anni, capirai che mi sono formato su un
sacco di ambiti e di teorie, Sarebbe anche una ben balzana pretesa che io
dovessi ogni volta ripartire da zero, quasi non vaessi nella mia vita visto
e conosciuto ciò che in effetti ho visto e ho conosciuto.
> Mi hai deluso.:((
> Hai voluto solo cercare aprioriticamente le tue conferme. Non ti sei fottuto > minimanete entrare nel merito delle cose che carmen ha detto dell'atività
> concreta..
come devo dirtelo? giudico negativamente quelle attività concrete, miranti a
integrare le persone, siano carcerati, immigrati, rom, tossici, omosessuali,
ragazze madri. Credo che la società vada disintegrata, non ricomposta, che
le persone vadano,s e lo chiedono e se é possibile, aiutate a liberarsi e
non a integrarsi nella società. Il Rom é padronmissimo di chiedere sussidi,
scuole e case popolari, ma credo che non sia opportuno aiutarlo su questo
tragitto. In genere penso che i conflitti vadano radicalizzati e non
risolti, che la gente debba trovare modo di rispettarsi in quanto diversa, e
non omologarsi per essere non già rispettata, ma tollerata e perdonata di
colpe inesistenti. Poichè fra la libertà e la socializzazxione, risulta
esistere uanc ontraddizione insanabile, io penso (e faccio): tanto peggio
per la società
> E' facile giudicare da dietro un PC..il lavoro degli altri..
lavoro che essi hanno portato alla luce perché fosse giudicato, se ci pensi.
D'altra parte tutti fanno qualcosa, e tutti anche giudicano ciò che fanno
gli altri. Non é che al mondo alcuni fanno senza giudicare, e altri
giudicano senza fare. Ognuno fa, ognuno giudica, ognuno é giudicato.
D'altronde, cose non lontane da quelle che dico io, le dice il Sigona, che
non sta dietro un PC su questo specifico tema, ma se ne occupa proprio come
coloro che giudica, ma in maniera differente
> io non mi permetterei...
> t
in realtà, anche se nella piena del discorso, non ci poni mente, lo fai
continuamente, a scuola, nella vita, qui su internet. Anche dire che chi fa
non può essere giudicato da chi sta a guardare (senza pensare che guarda in
questo caso, ma magari fa un sacco di altre cose) é un giudizio. Un giudizio
che tu esprimi sovente e che io reputo profondamente sbagliato, perché tende
a privilegiare il fare sul lasciare che le cose accadano, e, per dirla
popolarmente, l'uovo oggi alla gallina domani.