[Cerchio] Fw: [movimento] Figli del ghetto e di O.N.

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著者: Tuula Haapiainen
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題目: [Cerchio] Fw: [movimento] Figli del ghetto e di O.N.
----- Original Message -----
From: "Pkrainer" <pkrainer@???>
> continuo a non saperne una mazza per vi a diretta, ma mentre questo Sigona
> mi fa una buona impressione, quel Nieli m'è parso un cialtrone, tipica
> figura di specialista assistenziale di sinistra. Poi magari mi sbaglio, e
> son cialtroni entrambi


Ho appena saputo che Nieli è il bravissimo ragazzo con degli occhiali con
cui ho parlato spesso delle difficoltà dei rom.
Ora qui ti mando la risposta della mia amica a questo mail di sotto:-))
ciao tuul.
ps.s e non è finito ancora, ti manderò dell'altro:-)
a questo punto è bene che girino le varie e anche opposte versioni..
*******
Scrive la mia amica:

Come vedi avevo ragione!Questi non sanno nemmeno chi sono i ROM.Immagini
cosa sarebbe accaduto se ci fossimo arrogati il diritto di decidere per loro
di non accettare i campi offerti dal comune che oltretutto si è anche
assunto la responsabilità di dare una soluzione abitativa ed in qualche modo
ha ufficializzato l'esistenza di persone senza permesso di soggiorno che per
la legge italiana non esistono.Questo non vuol dire che si tratta di una
buona soluzione,anche a noi piacerebbero le villette con giardino;ma
andassero a raccontarlo agli occupanti degli scantinati di Scampia che a
loro volta avrebbero voluto occupare i container allestiti per i rom. Questa
gente farebbe bene a fare meno demagogia ed a lavorare con più serietà per
l'inserimento dei ROM nel tessuto sociale, e non occuparsi solo di quei
pochi Kossovari con permesso di soggiorno più scolarizzati ed anche più
garantiti in base alla legge sull'immigrazione che è stata scritta tenendo
conto dei sensi di colpa dei ns.governanti di allora nei loro confronti.
Comunque è inutile continuare a polemizzare.Quello che conta è la
professionalità,e qualla la si guadagna sul campo in decenni di attività
svolta in mezzo a loro nei momenti più difficili. Comunque: DE MIMIMIS NON
CURAT PRAETOR dicevano i latini. Ciao Carmen


> ----- Original Message -----
> From: <nandosigona@???>
> To: <movimento@???>
> Sent: Wednesday, December 18, 2002 10:36 PM
> Subject: [movimento] Figli del ghetto e di O.N.
>
>
> > Qualche giorno fa è girata sulla lista una 'recensione' del mio libro
> (Figli del ghetto. Gli italiani, i campi nomadi e l'invenzione degli
> zingari) di Marco Nieli, membro dell'Opera Nomadi di Napoli.
> > Chi ha letto il messaggio avrà percepito il profondo livore e la

violenza
> in esso contenuto: una sparata, è il caso di dirlo. Violenza e livore
> chiaramente sproporzionati rispetto alle argomentazioni portate.
> > Devo dire che capisco l'astio di Nieli, che non si capisce bene se parli

a
> titolo personale o per la sua organizzazione, per il libro. Mi aspettavo

una
> reazione. Sulle modalità poi, ognuno esprime ciò che è.
> > Ci sono molte e sostanziali ragioni dietro l'asprezza e il disprezzo
> espresso da Nieli nella sua email, ragioni che l'autore ha creduto bene di
> non esplicitare. Le elenco brevemente, invitando poi chi è interessato a
> discuterne nella mailing list.
> > L'organizzazione di Nieli, per quanto ora si dichiari contro i

'megacampi'
> e non finisca (cito) 'di denunciare la grave situazione di abbandono e
> degrado dei Rom dentro e fuori il megacampo di Secondigliano', si può
> ritenere una delle principali responsabili della politica dei campi in
> Italia e a Napoli. Politica che non siamo certo solo io, o Piero

Colacicchi
> o il Com.p.a.re, folli utopisti, a criticare; in molti in Europa si sono
> resi conto della mostruosità che sta dietro alla politica dei campi
> (peculiarità italiana), come dimostrano le condanne all'Italia del CERD
> (Comitato per l'Eliminazione delle Discriminazioni Razziali dell'ONU),
> dell'ECRI (Commissione Europea Contro Razzismo e Intolleranza) e dell'ERRC
> (European Roma Rights Center).
> > I campi, non esistono ovunque. Non sono l'unica, e naturale, scelta
> abitativa per i Rom. Nel libro cito una serie di documenti ed articoli
> risalenti agli anni '70 in cui per la prima volta dal dopoguerra si inizia

a
> parlare di campi di sosta per i 'nomadi'. Molti di questi documenti sono
> stati scritti da persone che gravitavano o erano membri di O.N.. Se

allora,
> a causa delle diverse necessità di Sinti e Rom italiani, certe scelte
> potevano essere giustificate (i divieti di sosta per i gruppi itineranti
> erano molto diffusi ed impedivano ai viaggianti di sostare e li
> costringevano ad un errare continuo), il fatto chein seguito si sia
> applicata la ricetta campo a tutti, viaggianti e sedentari, profughi di
> guerra,Rom immigrati e italiani per il solo fatto di appartenere alla
> comunità Rom (nell'accezione generica del termine) invece non lo è.
> > Questo trend è stato sostenuto e legittimato dalle le leggi regionali a
> 'tutela' dei Rom, approvate a partire dal 1984 da 11 consigli regionali e
> dalla provincia autonoma di Trento. Le cosiddette 'leggi fotocopia' sono
> basate su un canovaccio elaborato dall'Opera Nomadi. Ci sono elementi
> importanti e di valore in questi testi, ma c'è soprattutto il binomio
> 'tutela del nomadismo' e 'costruzione dei campi'. Negli articoli iniziali

di
> quasi tutti i provvedimenti si parla di campi per i Rom: campi di sosta e
> campi di transito. I primi per gli stanziali, i secondi per i nomadi.

Questi
> campi sono diventati il modello di riferimento per tutte le

amministrazioni
> che sono state costrette ad intervenire, quasi nessuna l'ha fatto per
> spirito di carità, a causa delle gravi condizioni di vita dei Rom e
> l'emergenza sociale che ne derivava. Anche il comune di Napoli, quando ha
> dovuto sgombrare il campo di via Zuccarini a Scampia, perché bisognava
> liberare l'asse mediano, ha seguito quel mod
> > ello, anche se in Campania non c'è una legge regionale sui Rom. Ma c'è
> l'Opera Nomadi.
> > Dirà Nieli, io ho detto 'megacampi' non campi.
> > Mi domando: a)quale è il confine tra un campo e megacampo? b) è solo una
> questione di quantità che rende i campi quello che sono? non è forse il
> concetto stesso di campo, la riserva indiana, la gabbia dove rinchiudere

la
> vera o presunta diversità zingara, il problema? E poi perché i Rom devono
> stare nei campi?
> > Il non detto della condanna del 'megacampo' di Nieli, e dell'Opera

Nomadi
> (nel suo messaggio a questo punto Nieli usa il 'noi'), è importante. Il
> campo può fare comodo, crea un'utenza. I Rom che vivono fuori dai campi -
> molti di questi hanno accesso alle case popolari o alle forme di

assistenza
> (poche e misere, in verità) che spettano ai rifugiati - per Nieli e i

tanti
> che lavorano per associazioni paternalistico-assistenziali non esistono.
> Sono invisibili ed irraggiungibili. Persone autonome, certo con tanti
> problemi legati alla mancanza di lavoro, al razzismo diffuso, ma persone.
> Non bambini, 'poveri zingarelli' da aiutare, ricettori passivi del nostro
> aiuto.
> > Nieli scrive che stanno lavorando perché i Rom diventino soggetto
> rivoluzionario, secondo me invece è il contrario. Con le loro strategie,

in
> passato come ora, O.N. ha contribuito a creare un circuito di dipendenza e
> di 'ospedalizzazione' dei Rom, che tutto ha fatto tranne promuovere ed
> incentivare la loro partecipazione attiva alla vita sociale dei luoghi

dove
> vivono da anni.
> > 'In teoria - scrive Nieli - siamo tutti contro i megacampi ghetto, ma

non
> tenere conto del clima politico del momento in Italia e della volontà dei
> Rom di accettare il campo di Secondigliano' è un errore.
> > Quale era il clima politico del momento? Mi domando. Quando a Napoli

hanno
> progettato e costruito il campo di Secondigliano, che è stato spacciato

per
> una misura dovuta all'emergenza post incendi del giugno 1999 ma in realtà,

e
> Nieli lo sa bene, era stato deciso, e i lavori iniziati, molti mesi prima,
> al governo della città c'era il sindaco Bassolino, al governo c'era Prodi

e
> poi D'Alema, al ministero degli interni c'era, niente di meno che il

nostro
> sindaco Iervolino. Quale era questo clima? In un'ottica realistica,
> difficilmente si poteva avere una congiuntura migliore. Ora che c'è
> Berlusconi è molto più facile fare la parte dei rivoluzionari, firmare
> appelli e chiacchierare.
> > Poi c'è il discorso della volontà di accettare il campo da parte dei

Rom.
> Un chiaro esempio di bassa demagogia.
> > Se dopo anni di mancanza di acqua, luce, cessi, precarietà giuridica
> l'unica soluzione che si prospetta ad una persona è un campo che ha acqua,
> luce, cessi in muratura e un minimo di ufficialità, visto che lo fa il
> comune, quale Rom, e persona in simili condizioni, si sarebbe potuto
> opporre?
> > Inoltre come Nieli sa, se la memoria non è fallace, prima che Bassolino
> decidesse che il campo del carcere andava fatto e basta, e c'erano quindi
> ancora delle possibilità di negoziare sulle scelte abitative, c'erano

state
> delle affollate riunioni alla circoscrizione di Scampia dove avevano
> partecipato più di un centinaio di Rom. Dopo la scelta del sindaco, la
> partecipazione e l'interesse da parte dei Rom sono spariti, a che serviva
> agitarsi tanto se poi qualcuno decideva al posto loro?
> > Questa a mio avviso è stata una grande sconfitta politica per i Rom, ma
> anche per chi lavora e lavorava con i Rom. Un'occasione persa.
> > Al punto sulla voce dei Rom è legata anche un'altra critica di Nieli:

nel
> libro non ci sono i Rom. Se avesse letto il libro, capendolo, Nieli

avrebbe
> intuito che l'assenza dei Rom è voluta, ed è anzi fondamentale nella
> struttura del testo. L'idea centrale è mostrare come il sistema esistente

in
> Italia di gestione del 'problema zingari' può fare completamente a meno

dei
> Rom, persone in carne ed ossa. Quello che serve perché il sistema funzioni
> sono dei radicati stereotipi, i campi nomadi e qualcuno che si prenda la
> briga di parlare al loro posto. Proprio per sottolineare questo, ho scelto
> di non dare la parola ai Rom. Un'altra possibilità poteva essere di
> scegliere due tre voci a caso, campionare la parte che più mi interessava

e
> citarle. Un po' come fanno le leggi regionali o i comuni, che prevedono

dei
> comitati consultivi dove, oltre a tutti i rappresentanti delle

associazioni
> che lavorano al campo, ci aggiungono anche uno o due Rom, scelti dalle
> stesse associazioni tra quel
> > li che garantiscano di dire ciò che in base alle loro idee è più

giusto.
> > Chiudo con un riferimento agli attacchi più biecamente personali. Nella
> sua 'recensione', Nieli mi accusa in più occasioni di essere un accademico
> da strapazzo. Sullo strapazzo lascio a chi legge il libro di deciderlo,
> sull'accademico: faccio un dottorato su asilo politico e (pseudo)politiche
> di accoglienza e il loro impatto sulle persone che chiedono protezione;

non
> mi sembra un peccato, vista anche la poca attenzione per queste cose in
> Italia.
> > Infine cito un esempio di disonestà di Nieli e cerco di dargli (e farmi)
> anche una ragione.
> > 'Sigona parla della segregazione e della ghettizzazione dei Rom a

Scampia:
> ma cosa sa degli sforzi e degli episodi quotidiani di integrazione

riuscita
> nella scuola e nel quartiere, lui che forse ha messo piede due tre volte
> nella sua vita in un campo ROM?'
> > Nieli sa di mentire quando dice che sono stato al campo 2-3 volte. Ho
> lavorato con il Com.pa.re. a Scampia e a Napoli per oltre tre anni e ora
> continuo a farlo, in altro modo, dall'estero. Forse più che di falsità si
> tratta di una deformazione mentale: non avendo marcato il cartellino al
> capezzale dell'Opera Nomadi, qualsiasi cosa io abbia fatto non vale. E' un
> problema per chi si considera, e si comporta da, detentore del monopolio

su
> tutto quanto ha che fare con nomadi, zingari e Rom, che ci sia qualcuno -
> individui, gruppi e associazioni - che non condivide quel modo di lavorare

e
> di pensare.
> >
> > Nando Sigona
>
> per cancellarsi dalla lista, andare su

https://www.inventati.org/mailman/listinfo/cerchio