[Lecce-sf] Pure la politica e l'amministrazione sono un'arte

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Il ministro Gilberto Gil Il ministro Gilberto Gil

http://www.ilmanifesto.it/oggi/art77.html

Il popolare cantautore di Salvador di Bahia ha accettato la proposta del
presidente Lula. Sarà il ministro della cultura nell'esecutivo brasiliano
che giurerà il primo gennaio 2003. Al potere la cultura musicale nordestina
e quella pop-rock
FLAVIANO DE LUCA
Gilberto Gil sarà il nuovo ministro della cultura nel governo brasiliano del
presidente Lula. Lo ha annunciato lo stesso popolare musicista e cantautore
di Salvador de Bahia, preso da molti dubbi, se accettare o meno la proposta.
Gil ha detto sì dopo aver discusso con gli altri due big della musica
popolare brasiliana, Caetano Veloso e Chico Buarque de Hollanda. «Caetano e
Chico sono dello stesso parere, entrambi pensano che l'incarico sarà un
calvario, ma è il cuore che detta legge, se il cuore vuole andare avanti,
non c'è difficoltà che tenga». Ma ha precisato che non potrà interrompere
del tutto la sua carriera musicale, «non ho risparmi sufficienti per vivere
quattro anni solo con lo stipendio da ministro ma ho deciso di accettare
perché viviamo in un momento importante per la storia del Brasile». Un gesto
significativo e importante la scelta di Gilberto Gil, un personaggio con uno
sguardo ed esperienza internazionale ma anche profondamente radicato nella
cultura locale. Nato nel 1942, Gil è ritenuto uno dei più grandi cantautori
brasiliani che ha saputo rinnovarsi non solo musicalmente affrontando nelle
sue liriche i problemi delle diseguaglianze sociali, la povertà, il
razzismo. Molto impegnato in progetti sociali, si è battuto nel 1987 come
assessore culturale cittadino per la conservazione del patrimonio storico di
Salvador, poi ha fondato l'ong Onda Azul col compito di salvaguardare la
foresta amazzonica e difendere le culture indie ma anche di insegnare a
controllare, usare e preservare le risorse idriche («L'acqua è un problema
serio, lo sarà per i prossimi cento anni ed è necessario pensarci»). Nel
1991 ha partecipato a un grande concerto di beneficenza a New York (insieme
con Tom Jobim, Sting, Elton John) per raccogliere fondi per le foreste
pluviali. Ha composto, insieme ad altri musicisti, lo jingle della campagna
elettorale di Lula, una musichetta che accompagna la candidatura del
sindacalista dall'inizio degli anni novanta. Fa parte da anni del movimento
politico dei Verdi ed è un membro della direzione.

Gil è stato a fine ottobre in Italia e ha cantato al Premio Tenco (dove ha
ricevuto un riconoscimento come artista straniero) ma aveva anche passato
alcune settimane d'estate nel nostro paese, portando in tour il suo ultimo
lavoro, Kaya N'gan Daya, un disco che rilegge, con grande sensibilità e
intelligenza, il canzoniere di Bob Marley trovando affinità con Luiz
Gonzaga, uno dei leggendari banditi del sertao, che rappresenta l'allegria e
la povertà dell'anima nordestina. Anche all'inizio della sua lunga carriera,
il cantante e chitarrista (ma aveva cominciato alla fisarmonica da ragazzo e
poi era passato anche per le percussioni affascinato dai rituali
carnevaleschi) si era segnalato per la notevole capacità di fondere la
tradizione musicale locale con i venti di cambiamento del pop e del rock
internazionale.

Negli anni '60 Gilberto Gil ha fondato il movimento tropicalista insieme a
Caetano Veloso, Tom Zè, Capinam e Gal Costa, il fermento rinnovatore della
musica brasiliana dopo la bossa nova, un genere che riprendeva le influenze
pop anglosassoni e le amalgamava con le strutture ritmiche e melodiche.
Inoltre Gil e Veloso ebbero anche il coraggio di prendere in giro le
fanfaronate della dittatura militare denunciando il clima di terrore in
Divino Maravilhoso, «Attenzione! Devi avere occhi forti/ Per questo sole/
Per quest'oscurità/ Attenzione/ Tutto è pericoloso/ Tutto è divino
meraviglioso/ Attenzione pure al ritornello/ Devi stare all'erta e forte/
non abbiamo tempo per temere la morte». I due vennero prima imprigionati per
un mese e poi mandati in esilio. Solo l'interessamento e la mobilitazione
degli altri musicisti gli permisero di tornare nel 1972.

Da allora la sua carriera è decollata definitivamente, in patria e
all'estero (dove ritorna a suonare regolarmente), passando attraverso alcuni
album, rimasti giustamente famosi, come Gil Jorge (con Jorge Ben Jor), Os
Doces Barbaros (con Caetano Veloso, Gal Costa e Maria Bethania), Refazenda
(di estrazione country), Refavela (con i ritmi di Jamaica, Nigeria, Rio e
Bahia). Nel 1979 nell'album Realce c'è la versione in lingua portoghese di
No woman no cry di Bob Marley che scala le classifiche brasiliane vendendo
700 mila copie e tutto il disco rinfresca le radici sonore afrobahiane col
soul, col reaggae, col pop. Più tardi inciderà Tropicalia 2, con Caetano
Veloso, denunciando apertamente il razzismo nascosto nella rinata democrazia
brasiliana. L'anno successivo, il 1998 ottiene il Grammy award come miglior
cd di world music per Quanta ao vivo.

«Cercherò di conciliare la carriera artistica e l'incarico di ministro», ha
dichiarato ieri Gilberto Gil, dopo aver accettato la nomina a ministro della
Cultura del nuovo governo brasiliano, che si insedierà il primo gennaio
prossimo. «Lavorerò in doppiopetto da lunedì a venerdì, e continuerò a fare
i miei spettacoli il sabato e la domenica, sempre che i consulenti giuridici
del governo me lo permettano», ha detto il sempre sorridente cantautore di
colore baiano. «Che cosa farò come ministro è decisamente troppo presto per
dirlo, quello che so è che nel frullatore di idee del nuovo governo, io ci
metterò cose nuove», ha detto ancora il musicista. E ha aggiunto
un'autocitazione, dalla canzone Palco: «Pure la politica e l'amministrazione
sono un'arte».