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> Cari amici,
Vi inoltro la seguente notizia, apparsa oggi sul Resto
> del Carlino, in merito alla presentazione di una causa-pilota seguita
dalla > Cisl da parte di un gruppo di cittadini stranieri, irregolarmente
impiegati > da una locale ditta edile.
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> Cari saluti
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> Truffati ottanta lavoratori 'clandestini'
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> (ER) IMMIGRATI. BOSSI-FINI, LA CISL DI BOLOGNA VA IN PROCURA= esposto per
80
> lavoratori «truffati» da azienda edile
> reggiana --------------------------------------------------------------
> - bologna- Una causa-pilota contro la «truffa, ma solo una delle tante»,
> operata sfruttando la legge Bossi-Fini. La cisl di bologna rompe gli
indugi
> e accende i riflettori sulla «situazione drammatica» creatasi in città con
> l'applicazione della nuova legge sull'immigrazione, specie nell'edilizia.
Lo
> fa con un esposto alla procura della repubblica per denunciare un «caso
> eclatante». è la vicenda di 80 lavoratori stranieri (moldavi, rumeni e
> sudafricani) che «hanno dovuto pagare dai 1.500 ai 2.100 euro» al titolare
> di una impresa edile, con la promessa di vedersi regolarizzati. In 20 si
> sono rivolti alla cisl, raccontando anche di aver sostenuto la spesa di
800
> euro per il kit di regolarizzazione.
> Si tratta di un'azienda edile di Reggio Emilia (che dunque non dovrebbe
> avere sotto di sè più di una decina di addetti) che opera in supappalto in
> un grande cantiere in Santa Viola: ha domiciliato gli 80 lavoratori nel
> cantiere, ma molti di loro non vi hanno mai lavorato e quelli che lo hanno
> fatto non hanno mai visto lo stipendio. Presi dalla disperazione hanno
> bussato alla cisl che ha deciso di denunciare il caso (l'accusa è truffa),
> «più di una semplice speculazione». Uno fra tanti: «altre 10 persone-
> racconta rina capponi, segretario provinciale della cisl edili- ci hanno
> contattato per aver dovuto pagare un milione e mezzo al mese per due anni
> con la promessa di essere messi in regola. E ogni giorno arrivano chiamate
> così». Per gli 80 lavoratori (a rigor di norma rischiano l'espulsione) la
> cisl ora chiede un permesso di soggiorno di sei mesi per dare la chance di
> cercarsi un altro impiego. Ma, appunto, questa è solo la punta
dell'iceberg:
> l'edilizia conta circa 14 mila addetti nella provincia di bologna, un 25%
è
> manodopera immigrata, ma le domande di regolarizzazione sono state solo
> 1.400.
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> «Tra l'altro una parte delle domande di regolarizzazione- prosegue
capponi-
> è stata presentata da 400 aziende nate solo adesso. Ma almeno metà di
> queste, secondo le nostre previsioni, scompariranno nel giro di pochi
mesi».
> In generale, afferma fabrizio ungarelli dellasegreteria provinciale cisl,
> «la bossi-fini è iniziata malee sta finendo peggio», anche a bologna.
Anche
> qui «molti datori di lavoro all'ultimo hanno deciso di rinunciare a
> regolarizzare i loro lavoratori» e per questo la cisl chiede alla
prefettura
> di bologna di riaprire i termini per dare a queste persone la possibilità
di
> dimostrare di aver lavorato (dal 10 giugno al 10 settembre) e quindi ad
aver
> diritto al permesso di soggiorno. A bologna ci sono state 13 mila domande
di
> regolarizzazione alla data dell'11 novembre; la legge prevedeva un mese di
> tempo perchè queste persone, se in regola, fossero chiamate a firmare un
> contratto di lavoro e quindi di soggiorno. «Ma ancora non è successo
niente
> e ci sono quindi- spiega ungarelli- 13 mila persone in un limbo»: non
> possono avere assistenza sanitaria e non possono tornare a casa nel loro
> paese per le feste natalizie. Senza contare ulteriori complicazioni
> burocratiche per circolari di inail e inps. «Senza contare chi, dopo l'11
> novembre, può essere stato licenziato o aver smesso di lavorare. Per loro
è
> previsto un permesso di sei mesi per cercare lavoro, ma verrà concesso
solo
> dopo la regolarizzazione per la quale- osserva ungarelli- serve un anno di
> tempo. Un anno in cui non c'è un vero lavoro e si è quasi invitati a
entrare
> nell'illegalità per attendere il permesso di soggiorno». Ma c'è anche
gente
> che «non può cambiare lavoro e deve pagare il suo titolare per dimostrare
di
> non aver perso l'impiego».
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Fonte:
http://ilrestodelcarlino.quotidiano.net/chan/24/7:3982425:/2002/12/17
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