da metro del 17-12-02
Gare clandestine all'alba tra ciclisti a rotta di collo
"Sveglia alle 5, ci ritroviamo in Giulio Cesare. Sotto la pioggia".
Ci contiamo: siamo in 10 e i romani ancora non si vedono, arrivano dopo
20 minuti e partiamo: 30 km di gara per la citta' sulle nostre bike, 40
minuti di delirio, adrenalina al 100%.
Il padre italiano della velocity (la fuga dei gatti randagi) le descrive
cosi', in realta' sono gare in sella a mountain bike o city bike nel
traffico cittadino.
Schivando code e auto, bruciando semafori, sensi unici, precedenze.
Il racconto continua: "Devo superare, provo, ma cado,
provocando quel genere di rumore che ti aggroviglia lo stomaco".
Arrivera' terzo in piazza del duomo. Nessun podio. Solo "gloria e onore"
di far parte di un gruppo ristrettissimo (circa 20 persone) molto
riservato.
"Giornalisti alla larga", si legge nelle mail che si scambiano. Anche
nel sito
(
www.inventati.org/criticalmass/graziano-predielis/velocity.html) le
informazioni sono nascoste.
Per evitare i curiosi.
(Davide Vecchi)
