[Lecce-sf] Tremila firme in poche ore

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Autore: luisa rizzo
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Oggetto: [Lecce-sf] Tremila firme in poche ore
Anche dall'estero le sottoscrizioni dell'iniziativa di Libertà e Giustizia
contro la proposta di introdurre dei controlli sui manuali di storia
Libri di testo, tremila adesioni
all'appello di Umberto Eco

http://www.repubblica.it/online/politica/libritesto/firme/firme.html

ROMA - "Battetevi con tutta l'anima": l'esortazione, con la firma
all'appello di Libertà e Giustizia contro la censura sui libri di testo, è
arrivata alla casella mail appello@??? nella notte da Hong
Kong. Ed solo una delle circa tremila firme che si sono aggiunte a quelle
dei promotori sotto l'appello intitolato "Giù le mani dai libri di storia".

http://www.libertaegiustizia.it/appello.htm

Tremila firme in poche ore, "senza che sia partita la vera e propria
mobilitazione - dice Simona Peverelli una dei membri di presidenza di
Libertà e Giustizia - visto che da poco abbiamo iniziato ad avvertire i
nostri 5 mila associati". Adesioni giunte da ogni luogo e da ogni ambiente.

Tanti, tantissimi sono i professori ("la dicitura prof. prima della firma è
una costante" dice la Peverelli), noti come Luciano Gallino o lo storico
Gianni Sofri e meno noti e molti sono italiani che vivono sparsi per il
mondo. Di Hong Kong abbiamo già detto ma adesioni e firme sono arrivate
persino dal Vietnam e dall'Australia. Hanno scritto e firmato un lettore
universitario dal Giappone e un funzionario della Banca mondiale a
Washington. E la stessa cosa, nella notte, ha fatto un nostro connazionale
che lavora per l'Unesco in Cina. Mentre da Houston arriva l'adesione e il
messaggio: "Sono contro la folle proposta".


Da tutta Italia e da tutto il mondo per arrivare a tremila firme. "Se
raggiungeremo un numero consistente di adesioni - spiega la Peverelli -
stamperemo tutti i messaggi e li manderemo al ministero. Certo poi li
cestinano ma intanto sono una testimonianza che il tema è importante visto
che da ogni posto del mondo gli italiani ci scrivono per dire che vogliono
che i loro figli imparino la storia con qualunque taglio affidando agli
insegnanti la libertà di scegliere i testi. A me sembra assurdo che dei
parlamentari si pongano il problema dell'insegnamento della storia".

(16 dicembre 2002)