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著者: Verdi Lecce
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題目: [Lecce-sf] (no subject)
Si riporta di seguito il testo della lettera aperta indirizzata al
Presidente della Provincia Lorenzo RIA dai responsabili provinciali di
VERDI e PRC

LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI LECCE

Caro Presidente, siamo rimasti a dir poco sconcertati avendo letto il tuo
nome, accanto a quello di altri esponenti,prevalentemente del
centro-destra, fra i firmatari dell’appello pubblicato sul periodico della
Curia “L’ora del Salento” del 7 dicembre 2002.
Un appello, con cui viene espressa solidarietà alla Fondazione Regina Pacis
e che contiene parole di inusitata durezza contro chi osa avanzare dubbi
sull’operato di tale Fondazione. E tutto ciò muovendo dall’artificio
retorico dell’accoglienza. Ma cosa ha a che vedere l’accoglienza con
l’attuale situazione che vede la Fondazione coinvolta direttamente con la
gestione di un Centro di permanenza temporanea (CPT) ?
I centri di permanenza temporanea infatti, come efficacemente rilevato dal
giurista Michele DI SCHIENA (“La Repubblica” dell’8 dicembre 2002) e da
autorevoli esponenti del mondo laico e cattolico, altro non sono che
istituzioni sostanzialmente carcerarie ! Ma cerchiamo di ricostruire gli
antefatti.
La Provincia di Lecce ha manifestato vivo interesse per il Movimento dei
FORI SOCIALI aderendo nel corrente anno dapprima al FORUM di Porto Alegre
e, successivamente, al FORUM SOCIALE EUROPEO di FIRENZE.
Orbene il FORUM SOCIALE EUROPEO di Firenze, a conclusione dei suoi lavori,
si è espresso ufficialmente con nettezza contro le politiche migratorie che
prevedono la reclusione degli immigrati, in attesa dell’ espulsione, nei
“Centri di permanenza temporanea” (CPT).
A tal fine il FORUM SOCIALE EUROPEO di Firenze ha promosso una giornata di
mobilitazione nazionale il 30.11.2002, contro la Legge BOSSI-FINI e per la
chiusura dei CC.PP.TT., prevedendo una manifestazione a TORINO e,
contestualmente, altre iniziative nelle realtà periferiche, tra cui una
manifestazione a San Foca – Melendugno presso il CPT gestito dalla
Fondazione Regina Pacis.
La giornata di mobilitazione nazionale ha visto l’adesione di numerose
associazioni: fra le più rappresentative l’ARCI e la CGIL.
Nel corso della manifestazione una delegazione del LECCE SOCIAL FORUM,
guidata dal deputato dei VERDI Mauro BULGARELLI e che vedeva, fra l’altro,
la presenza di alcuni giornalisti, ha avuto accesso all’interno del CPT
Regina Pacis.
La delegazione ha così potuto constatare condizioni di sovraffollamento e
carenze igieniche, oltre alla presenza:
1) di cinquattotto profughi provenienti dal Kashmir, detenuti da diversi
giorni, i quali lamentavano di non aver potuto sino ad allora presentare
formale istanza di asilo politico;
2) di altri immigrati provenienti dal Marocco e dalla Tunisia che
presentavano inequivocabilmente i segni di ferite e fratture, determinate a
loro dire, dalle percosse ricevute a seguito di un tentativo di fuga
dal CPT;
3) di molti alti immigrati che lamentavano la difficoltà di accedere
all’assistenza legale per la mancanza di interpreti e mediatori culturali.
Per sensibilizzare l’opinione pubblica nel pomeriggio del 30 novembre un
gruppo di aderenti ai Social Forum della Puglia ha presidiato in maniera
silenziosa e pacifica, nel rispetto della sacralità del luogo, il Duomo di
Lecce, per denunciare tale situazione, nonché l’anomalia leccese di un CPT
gestito da una Fondazione che fa capo alla Curia, mentre a livello
nazionale la Caritas è per la chiusura di tali centri che offendono la
cultura democratica e la sensibilità religiosa di tante coscienze.
Come si può , infatti, conciliare la propria militanza cristiana con la
gestione di un CPT?
Come si può conciliare il proprio ministero con la gestione di un CPT?
L’ appello che ti vede tra i firmatari non fornisce alcuna risposta a questi
interrogativi! Una risposta chiara e netta è venuta,invece, dalla Caritas
nazionale e da gran parte del mondo cattolico (dal Presidente della Caritas
Monsignor Benito Cocchi, a Don Luigi Ciotti, a Don Andrea Gallo, a Don
Vitaliano della Sala, a Don Angelo Cassano) che ha definito i CC.PP.TT.
come luoghi “lesivi dei principi di libertà e di certezza del diritto”.
Non riusciamo francamente a comprendere come tu abbia potuto ritenere
coerente e compatibile la firma apposta in calce all’appello, con il
percorso politico sin qui seguito che ha visto l’adesione
dell’Amministrazione provinciale alle principali iniziative dei FORI
SOCIALI a livello internazionale (Porto Alegre) ed a livello europeo
(Firenze).
Ma soprattutto,Presidente, ci chiediamo se tu abbia attentamente valutato
la portata di tale gesto, che scava un solco profondo nei riguardi dei
nuovi movimenti per la globalizzazione dei diritti, nei cui confronti
l’Amministrazione provinciale era apparsa fino a questo momento aperta ,
disponibile e sensibile alle tematiche poste.
Per parte nostra continueremo la battaglia per la chiusura di tutti i
CC.PP.TT. e siamo convinti che, per intanto, il volontariato laico e
cattolico (Fondazione o cooperativa sociale, ente morale o ONG) dovrebbe
rifiutarsi di assumerne la gestione. Il nostro convincimento trova conforto
nelle parole di Don Tonino Bello secondo cui il vero volontariato "oggi
deve sentirsi padre di cultura, più che produttore di servizi. Generatore di
coscienza critica, fattore di cambiamento della realtà più che titolare di
un assistenzialismo inerte...altrimenti rischia di essere una semplice opera
di contenimento e di controllo sociale, utile ammortizzatore, tutto sommato
funzionale al sistema che tali sperequazioni produce e coltiva".
Proprio su questa tematica il TAVOLO DEI MIGRANTI DEI SOCIAL FORUM
promuoverà un incontro nazionale a Lecce entro metà di Febbraio. Ci
auguriamo che in quella sede sia possibile avere con te e con quanti lo
vorranno un confronto franco e sereno.


Lecce, 16.12..2002
Antonella MANGIA (Segr. prov. PRC)
Mauro PASCARIELLO (Pres. prov.Fed.VERDI)








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