[Lecce-sf] esposto

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Autor: luca ruberti
Datum:  
Betreff: [Lecce-sf] esposto
Al Sig. Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di
Lecce - dott. ssa Carolina Elia

ESPOSTO

I sottoscritti

espongono:

1. In data 30.11.2002, al termine di una manifestazione organizzata dal
Lecce social forum davanti al Centro di permanenza temporanea "Regina Pacis"
di San Foca di Melendugno (Lecce), una delegazione composta, tra gli altri,
da alcuni esponenti del Lecce social forum, dall'on. Mauro Bulgarelli
(Verdi), da Donato Margarito (Partito della Rifondazione Comunista), da don
Angelo Cassano (parroco in Bari) e dai giornalisti Stefano Boccardi
("Gazzetta del Mezzogiorno"), Stefano Mencherini (giornalista indipendente),
Ornella Bellucci e Alessandro Leogrande ("il manifesto"), Davide Carlucci
("la Repubblica") - previa autorizzazione del Questore di Lecce - è entrata
nel suddetto Centro, attualmente gestito dall'omonima Fondazione "Regina
Pacis".

2. Nel corso della visita, i sottoscritti membri della delegazione, hanno
direttamente verificato che alcuni ospiti del Centro presentavano lesioni
corporali di una certa gravità, quali fratture ancora scomposte ed ecchimosi
molto estese. La maggior parte di loro non aveva ancora potuto incontrare né
un medico, né un avvocato.
I responsabili del Centro giustificavano tale situazione addebitandola alle
conseguenze di cadute avvenute durante un tentativo di fuga e,
genericamente, ad episodi di risse fra gli stessi ospiti.
Questi ultimi raccontavano, al contrario, di aver subito all'interno del
Centro percosse e maltrattamenti da parte di operatori appartenenti allo
stesso Centro e da alcuni carabinieri in servizio, come punizione per una
fuga dal Centro, per alcuni di loro solo tentata, avvenuta alcuni giorni
prima. Gli stessi riferivano che, nel medesimo contesto "punitivo", al
momento del loro reingresso forzato nel Centro, sarebbero stati costretti
con metodi coercitivi e violenti (alcuni parlavano di "carne con bastone") a
mangiare cibi proibiti dalle loro convinzioni religiose, nella fattispecie
carne di maiale. Fatto che, se accertato, potrebbe configurare l'ipotesi
delittuosa, perseguibile d'ufficio, di "violenza per motivi etnici o
religiosi" prevista dall'art. 3 comma 1 lett. b) L.13 ottobre 1975 n.654.
Il "Lecce social forum" ha registrato, sempre nel corso della manifestazione
del 30 novembre e prima che la delegazione entrasse all'interno del Centro,
un filmato in cui si vede un ospite mostrare, attraverso le grate di una
finestra al primo piano, una rilevante lesione sulla coscia dicendo "mi
hanno picchiato!" e una donna piangere disperatamente (cfr. videocassetta
allegata).

3. In seguito ad altri contatti con gli ospiti del "Regina Pacis", avvenuti
in una successiva occasione, è stato riferito agli esponenti di pressioni e
punizioni subite da coloro che avevano parlato con la delegazione. A questi
ultimi, la sera del 30, sarebbe stata negata la cena e sarebbero stati
oggetto di minacce di ritorsioni in caso di denunce e di scelta di legali
"non graditi".

4. La delegazione verificava, inoltre, che in stanze non più grandi di 26
mq., pressoché prive di fonti di luce esterna e di areazione, arredate con
letti a castello, erano alloggiate anche 12 persone. E' il caso particolare
di un ambiente passante di 5,50 x 4,50 mt. ca, dotato appena di quattro luci
di 0,50 x 0,75 mt. ca ciascuna, poste ad altezza di almeno 2 mt dal piano di
calpestio.
I trattenuti, d'altra parte, riferivano che l'erogazione dell'acqua calda
nelle docce non ha una durata superiore a 15 minuti al giorno, a fronte
delle esigenze igieniche di 185 persone (tante le presenze al 30.11.2002).

Da quanto emerso nel corso della visita presso il CPT "Regina Pacis" è
scaturita una forte preoccupazione per quanto riscontrato e per quanto
potrebbe ancora accadere. Sia i diritti fondamentali garantiti dalla
Costituzione che quelli previsti dalla normativa vigente in materia di
asilo, accoglienza appaiono palesemente violati.
E' il caso di 58 persone provenienti dalle zone di confine fra Pakistan e
Kashmir, che affermavano di provenire da villaggi e nuclei familiari
distrutti e smembrati dalla guerra in corso tra India e Pakistan e di non
aver potuto formalizzare la richiesta di asilo, né nel centro di provenienza
(Agrigento) né in quello del "Regina Pacis", nonostante una permanenza in
corso da quindici giorni. Consegnavano pertanto alla delegazione (che a sua
volta la consegnava alla Questura) la richiesta d'asilo debitamente firmata
e motivata.
Si segnala infine a codesta A.G. che alcune delle persone incontrate
potrebbero essere già state rimpatriate e altre potrebbero esserlo a giorni,
e, alla luce di tutto quanto sopra esposto, si chiede alla S.V. di attivare
con urgenza le opportune iniziative investigative.

Si allegano in appendice i servizi apparsi in questi giorni sulla stampa
locale, a firma, fra l'altro, di giornalisti presenti in delegazione.
Lecce, 16.12.2002

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