[Cerchio] Fw: [Contropotere] Nota contro un intellettuale da…

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Autor: Pkrainer
Datum:  
Betreff: [Cerchio] Fw: [Contropotere] Nota contro un intellettuale da salotto
Inutile dire che non conosco né il Sigona né questo tipo che scrive qui
sotto, che mi pare però un tipico militante di sinistra, come già il
concetto "intellettuale da salotto" lascia intendere...
----- Original Message -----
From: <contropotere-admin@???>



Il giorno 4 Dicembre, a Napoli, alla Libreria Feltrinelli, si è svolta
la presentazione del libro di Nando Sigona "Figli del Ghetto", per le
edizioni Nonluoghi. Dal momento che è stato inserito nella mailing list
di Contropotere, vorrei spendere due parole per smascherare la profonda
disonestà intellettuale dell'operazione.
Dei Rom si parla poco e male, ma parlarne con la pretesa apparente di
denunciare la loro orribile situazione odierna in Italia, in realtà col
proposito di costruire la propria carriera accademica sulla pelle degli
emarginati, mi sembra davvero troppo. La fondamentale disonestà di N.
Sigona consiste nel limitarsi a un'analisi a tavolino della realtà Rom,
poco conosciuta e problematizzata da lui se non secondo i soliti
stereotipi dominanti riverniciati in salsa sociologica, ma senza il
sostegno di nessuna prassi di impegno concreto o militanza nella difesa
dei diritti degli zingari. Il tutto, ripeto, per andare avanti nella
carriera di ricercatore, in sommo spregio a chi continua a trascinare
la propria esistenza tra le baracche, le zoccole e la legge Bossi-Fini.
E' facile denunciare da proprio salotto le condizioni di vita abbiette
del popolo Rom in Italia, impegnarsi attivamente nel quotidiano per
mobilitare i Rom politicamente è altra cosa e più difficile.
In teoria siamo tutti contro i megacampi ghetto, ma non tenere conto
del clima politico del momento in Italia e della volontà dei Rom di
accettare il campo di Secondigliano, è segno di grave
irresponsabilità,degna solo di un intellettuale da strapazzo come
Sigona che gode di credito solo nei circuiti ristretti dell'accademia.
Non finiremo di denunciare la grave situazione di abbandono e degrado
dei Rom dentro e fuori il megacampo di Secondigliano, ma non ci servono
i facili sociologismi di turno, bensì organizzazione politica e lotta,
nella consapevolezza che i Rom non sono per adesso soggetto
rivoluzionario.
Sigona parla della segregazione e della ghettizzazione dei Rom a
Scampia: ma cosa sa degli sforzi e degli episodi quotidiani di
integrazione riuscita nella scuola e nel quartiere, lui che forse ha
messo piede due tre volte nella sua vita in un campo ROM, anche ad
opera degli operatori che lui tanto disprezza, i quali sono impegnati
nella difesa dei diritti civili, umani e politici, come anche in
progettualità volte alla soddisfazione di bisogni quotidiani più
spiccioli? (la scuola, i documenti, la difesa dai tribunali dei minori,
lo sportello legale contro le espulsioni, etc.)
Ricordo inoltre che il COMPARE, comitato anti.campo di cui fa parte
Sigona, all'epoca dei pogroms di qualche anno fa a Scampia, sollecitato
a intervenire sul campo con un sistema di turni, se ne usciva con il
pretesto che parecchi suoi soci erano sotto esame e dovevano studiare!
Altra fondamentale disonsestà, non dare la voce in prima persona ai
Rom, se non attraverso pochi esponenti, i cui odii e vendette tribali
vengono usati strumentalmente contro tutto il processo di integrazione
in atto a Scampia (chi ha assicurato l'assistenza sanitaria a gente che
fino a qualche anno fa erano respinti dalle strutture sanitarie? chi ha
difeso i bambini dalle grinfie dei tribunali? chi ha cercato di imporre
nelle scuole italiane il diritto a una scolarizzazione che non fosse
pura assimilazione, bensì valorizzazione piena della cultura e lingua
Rom? forse il Compare o l'accademico Sigona? chi si è beccato le
denunce per aver coperto in ogni modo i Rom dalle leggi barbare di uno
stato sempre più incivile?).
La nostra opinione è che finché esisterà uno stato e una borghesia, i
Rom saranno sempre gli ultimi, oppressi e segregati, ma la durissima
lotta che li porterà alla liberazione passa non per proclami astratti e
velleitari, bensì per l'impegno volto anche alla soddisfazione dei
bisogni più elementari e che gli permette soprattutto di sopravvivere
come popolo. La teoria deve essere misurata alla prassi, se no rimane
sterile disquisizione accademica.

Marco Nieli,
Opera Nomadi di Napoli.



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