[Cerchio] «Cercate l'arma che ha ucciso Giuliani» dice il 1°…

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Szerző: nube rossa
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Tárgy: [Cerchio] «Cercate l'arma che ha ucciso Giuliani» dice il 1° perito
Questa tesi forse potrebbe spiegare perché sono
state manomesse delle prove, tipo il fusto della
pistola di Placanica su cui è stata messa la
canna di un'altra pistola...

Da "Panorama"
«Cercate l'arma che ha ucciso Giuliani» 
 di  Alessandro Calderoni 
13/12/2002    



Carlo Giuliani davanti alla jeep dei carabinieri:
si vede l'arma di Placanica
I proiettili, la traiettoria dei colpi, le
ferite. Un perito solleva dubbi su chi ha
sparato. E dice: forse il carabiniere non c'entra

Probabilmente non sapremo mai come sia morto
davvero Carlo Giuliani. La richiesta di
archiviazione del pm di Genova, che avalla la
legittima difesa del carabiniere Mario Placanica,
ferma il caso al momento e all'intenzione dello
sparo, senza approfondire che cosa sia realmente
successo tra l'istante in cui il carabiniere ha
premuto il grilletto e quello in cui Giuliani è
caduto a terra esanime.
Già un anno fa il professor Antonio Ugolini,
inizialmente scelto dalla famiglia Giuliani come
consulente balistico, poi sostituito su
iniziativa del padre della vittima, sosteneva la
possibilità che Carlo fosse stato ucciso da un
proiettile non proveniente dalla pistola di
Placanica. Il primo consulente del pm, Valerio
Cantarella, aveva affermato una tesi simile,
rilevando che i due bossoli ritrovati sembravano
essere stati sparati da armi diverse.

Anche Cantarella lasciò subito il caso. La
seconda tornata di consulenti concordò sulla
comune provenienza dei proiettili: l'arma del
carabiniere.
Oggi, dopo la richiesta di archiviazione, Ugolini
accetta di esporre i propri dubbi, cauto ma
deciso. Si occupa di balistica da 40 anni e ha
seguito alcuni dei più controversi casi di
cronaca italiani: da Moro alla Uno bianca, da
Ustica a Ilaria Alpi, da Sofri a Marta Russo.

Quale mistero si nasconde nella morte di Carlo
Giuliani?
Punto primo, non si sono ritrovati i proiettili
che ferirono mortalmente il ragazzo, quindi non
esistono elementi di certezza per riferirli alla
sola canna della pistola del Placanica. I bossoli
sono soltanto involucri non direttamente
correlabili al corpo della vittima, perciò non
provano nulla. E piazza Alimonda ne era piena,
quel giorno.
Il corpo di Giuliani non ha restituito alcuna
informazione utile?
La consulenza autoptica non parla di alcun
prelievo di tasselli di cute o frammenti ossei
dal cranio: una scelta irreversibile, dato che la
salma è stata cremata con notevole rapidità. È
impossibile quindi accertare scientificamente da
che parte il proiettile sia entrato e uscito: la
valutazione è stata fatta solamente a occhio.
Inoltre, non mi pare che sussista alcun elemento
in grado di provare che ad attraversare il cranio
di Giuliani sia stato un calibro 9 per 19 come
quelli in dotazione a Placanica, anzi le
dimensioni dei fori d'ingresso e uscita sono pari
e in un caso anche inferiori all'ingombro fisico
di un proiettile di quel tipo, il che fa pensare
maggiormente alla colpevolezza di un calibro più
piccolo.
Come fa a esserne sicuro?
Un proiettile come quello di Placanica avrebbe
causato l'esplosione del cranio per pressione
idrodinamica, ferendo poi probabilmente qualcun
altro alle spalle di Giuliani. La testa di Carlo,
invece, era intatta e nessun altro è stato
colpito. Nemmeno la posizione dello sparatore è
chiara. Mai, in tutta la mia carriera, ho
constatato per un proiettile presumibilmente
frammentato, in questo caso a causa dell'impatto
con un calcinaccio, procurasse un foro d'entrata
più grande del foro d'uscita. Un'eccezione
storica. Oppure il colpo è partito da dietro.
Secondo lei, che cosa potrebbe essere accaduto?
Non si può escludere che ci sia stato un terzo
sparo, oltre ai due uditi dai testimoni ed
effettivamente esplosi da Placanica. Un colpo
partito da un'arma silenziata non sarebbe mai
stato avvertito a causa del trambusto generale. E
il frammento di fibra di vetro individuato sul
cadavere potrebbe, in quest'ottica, appartenere
proprio al materiale isolante di cui si
compongono i silenziatori.

PLACANICA, INCHIESTA A DUE DIREZIONI
Il 20 luglio 2001 Carlo Giuliani viene colpito a
morte durante gli scontri tra forze dell'ordine e
manifestanti anti G8 a Genova, in piazza
Alimonda, mentre si avvicina a una camionetta dei
carabinieri brandendo un estintore.
A sparare due colpi con la Beretta d'ordinanza è
il carabiniere Mario Placanica, rimasto chiuso
con i suoi colleghi all'interno della jeep,
circondata dai manifestanti.
Tra le prime ipotesi vagliate dagli inquirenti
quella dell'omicidio colposo: Placanica voleva
solo spaventare.
L'inchiesta viene archiviata, il pm Silvio Franz
ritiene che il carabiniere abbia agito per
legittima difesa, perché «comprensibilmente
terrorizzato».




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