[Lecce-sf] arrestato casarini ed altri compagni

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Autor: luca ruberti
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Assumpte: [Lecce-sf] arrestato casarini ed altri compagni
Il portavoce dei Disobbedienti e i suoi compagni
fermati nella notte per non aver dato i documenti ai poliziotti
Vertice Ue, arrestati Casarini
e altri 7 No global italiani
di ANDREA DI NICOLA


ROMA - Luca Casarini ed altri 7 No global italiani del movimento dei
Disobbedienti sono stati arrestati questa notte a Copenaghen con l'accusa di
non aver esibito i documenti alla richiesta dei poliziotti e, pare,
resistenza a pubblico ufifciale mentre dopo cena stavano camminando nella
zona intorno all'Indipendent media center, uno dei punti nevralgici del
controvertice del movimento No global. Gli arrestati, in Danimarca non è
previsto l'istuto del fermo, sono Max Gallob portavoce del centro sociale
Pedro di Padova, Michele Valentini del Rivolta di Marghera, e tre studenti
Riccardo Varotto, Paolo Dò ed Enrico Casagrande dei Disobbedienti più altri
due, un uomo ed una donna di cui al momento non si conoscono le generalità.

I sei disobbedienti arrestati, secondo fonti del movimento, usciti da un
centro sociale stavano camminando con un'altra quindicina di italiani giunti
a Copenaghen con la "carovana zapatista" delle ex tute bianche, protagonista
di un atto di disobbedienza alla frontiera danese dove erano passati senza
mostrare i documenti.

Il gruppone degli italiani stava camminando quando due squadre di poliziotti
antisommossa danesi li hanno hanno fermati, a partire dai primi tre ovvero
Casarini, Gallob e Valentini. "Non a caso loro tre" commenta Anubi Davossa
Lussurgiu. I tre hanno rifiutato di dare i documenti c'è stato qualche
spintone e poi sono stati buttati per terra ed ammanettati. Allora sono
intervenuti Riccardo Varotto e Paolo Dò ed Enrico Casagrande anche loro sono
finiti in manette mentre gli altri a mani alzate urlavano "stop vioolence".

I sei sono stati portati in una prigione provvisoria con dei gabbioni creati
appositamente per la manifestazione di oggi e che gli arrestati, che hanno
potuto parlare al telefono con i loro compagni, hanno subito soprannominato
"il pollaio". Dentro alla struttura provvisoria sarebbero i detenuti
sarebbero in totale 40. Gli altri quindici italiani sono stati identificati
e rilasciati ma, secondo D'Avossa "sono 40 gli arrestati nella notte, molti
fermati perché travestiti da Babbo Natale". I Disobbedienti nord europei,
infatti, avevano deciso di partecipare alla manifestazione di oggi vestiti
da Sancta Claus. Dentro le gabbie sono finiti anche altri due italiani che
però non facevano parte del gruppo dei disobbedienti. Di loro al momento non
si sa nulla.

Secondo il portavoce della polizia, gli arresti dei militanti sono avvenuti
"perché si sono rifiutati di fornire le proprie generalità" agli agenti che
li avevano fermati. "Ora si accerterà chi sono e se hanno fatto qualcosa. Se
non ci sono altri addebiti, saranno multati e poi rilasciati", ha aggiunto.
In giornata, secondo fonti del movimento, potrebbero essere processati e
liberati dietro pagamento di una cauzione che però sembra gli arrestati non
hanno intenzione di pagare.

E mentre l'ambasciata italiana a Copenaghen "segue la vicenda per cercare di
chiuderla e risolverla", gli altrri esponenti dei Disobbedienti gridano
allla "persecuzione". "Dopo Firenze c'è un clima di persecuzione - dice
Francesco Caruso - altro che legittimazione del movimento. Siamo in presenza
di un intreccio perverso per cui più cresce la mobilitazione più sale il
livello di repressione". Per rispondere agli arresti si terrà alle 16 un sit
in davanti all'ambasciata danese a Roma e alle 15 una protesta davanti al
consolato di Venezia.

Intanto in Italia prosegue la mobilitazione per la manifestazione di domani
a Genova contro gli arresti dei militanti No global disposti dal gip della
procura ligure. "Lì protesteremo per i fatti di Copenaghen" dicono i
Disobbedienti. Un treno di manifestanti partirà da Milano alle 12, un altro
alle 10 da Bologna. Quanto a quelli da Napoli (Piazza Garibaldi alle 7),
Roma Termini alle 7,15 e Pisa alle 11 "li dovremo occupare", dice ancora
Anubi D'Avossa. "Sappiamo che la celere ci aspetta alle frontiere", aggiunge
Caruso.

(13 dicembre 2002)
La Repubblica