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Conflitto d'interessi. Carlo De Benedetti (Editoriale L'Espresso,
Repubblica) e il socio Carlo Caracciolo, dopo molti boatos estivi che
li volevano pronti a "scendere in campo", hanno praticamente fondato e
sostengono attivamente un'associazione politica (la "Liberta' e
Giustizia") che si propone d'intervenire nel dibattito politico
nazionale ed anche, logicamente, sui futuri assetti di potere.
Non e' una buona notizia. Personalmente, non sono lontanissimo dalla
"linea politica" della nuova associazione (anche se trovo di cattivo
gusto sfruttare il "logo" dei fratelli Rosselli, che erano decisamente
un'altra cosa). Pero' ritengo deplorevole che un industriale della
comunicazione usi il suo potere per intervenire nella politica
nazionale.
L'esempio e' sotto gli occhi di tutti, e si chiama Berlusconi. Arrivato
al potere, costui ha fatto pochissima distinzione fra gli interessi
pubbici e quelli, d'imprenditore, che sono suoi particolari. E noi
giustamente l'abbiamo denunciato come "conflitto d'interesse". Ma
abbiamo il diritto di denunciarlo solo se denunciamo anche qualunque
altro possibile conflitto analogo, anche se "di sinistra".
E questo e' appunto il caso di De Benedetti. Rispetto a Berlusconi, e'
molto piu' vicino alle nostre idee: ma il principio e' lo stesso, e va
pubblicamente ribadito. "Liberta' e Giustizia" e' piu' civile di "Forza
Italia": ma, come lei, ha un padrone. La democrazia, e' un'altra cosa.
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