R: [Consumo critico - Milano Social Forum]Grano biotech di s…

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Autor: Stefano Costa
Datum:  
Betreff: R: [Consumo critico - Milano Social Forum]Grano biotech di stato
Caro Daniele, faccio ammenda, e che ho fatto un taglia incolla sia del
messaggio che del titolo originale, quindi è vero che Alemanno ha bloccato
almeno in questo caso l'Istituto di Cerealicoltura del ministero delle
Politiche Agricole, quindi del suo stesso ministero, anche se in altre
occasioni lo stesso ministro si è detto possibilista sulle biotecnologie in
campo agricolo.
Abbracci, Stefano

----- Original Message -----
From: daniele iannuzzo <daniele_iannuzzo@???>
To: <consumo-critico-msf@???>
Sent: Thursday, December 12, 2002 2:22 PM
Subject: Re: [Consumo critico - Milano Social Forum]Grano biotech di stato


> Carissimo Stefano, carissimi tutti,
>
> un pò allarmistica, mi pare, sia la tua presentazione
> che l'intestazione in oggetto: leggendo il messaggio,
> si scopre che Alemanno ha BLOCCATO, non promosso, le
> sperimentazioni.
>
> saluti
>
> Daniele
>
>
> --- xawcos@??? ha scritto: > Vi giro questa
> e-mail, sul grano biotech che
> > prossimamente i nostri governanti
> > ci vogliono far mangiare.
> > Abbracci (Stefano)
> >
> >
> > Ogm: associazioni, no a grano biotech
> >
> > di Giampaolo Cerri (g.cerri@???)
> > 09/12/2002
> >
> > Vas, Coldiretti, Adiconsum e altri gruppi contro la
> > sperimentazione dell'Istituto
> > di Cearicultura
> > Ambientalisti, associazioni consumatori e
> > agricoltori contro il grano transgenico.
> >
> > Verdi Ambiente e Società, Federconsumatori,
> > Associazione Consumatori Utenti,
> > Greeenpeace, AIAB, ANCC COOP, Coldiretti - Asseme
> > -Adiconsum - Adusfbef
> > diramano infatti in queste ore un duro comunicato
> > contro le recenti sperimentazioni.
> >
> > «In nome della ?libertà della ricerca scientifica?»,
> > recita una nota, «l'Istituto
> > di Cerealicoltura del ministero delle Politiche
> > Agricole si è proposto,
> > niente di meno, che il traguardo della modificazione
> > genetica del frumento,
> > che notoriamente è il simbolo dell'agricoltura e
> > dell'agroalimentare del
> > nostro Paese. Ai tecnici dell'Istituto la cosa
> > dev'essere sembrata così
> > "normale" al punto da stupirsi che il ministro delle
> > Politiche Agricole,
> > appresa la notizia, ha emanato un provvedimento di
> > tale buon senso, che
> > qualsiasi cittadino del nostro paese avrebbe
> > realizzato anche ad occhi chiusi:
> > la sospensione di una sperimentazione su di una
> > specie agricola che costituisce
> > la materia prima strategica del made in Italy nel
> > mondo.
> > Con tutto il rispetto dovuto alla scienza, crediamo
> > che gli stessi ricercatori
> > che ripropongono oggi il tema della ?libertà di
> > ricerca?, dovrebbero riscoprire
> > anche quell'umiltà perduta che consentirebbe loro di
> > ascoltare le opinioni
> > prevalenti nel mondo agricolo, nell'industria
> > agro-alimentare e fra i consumatori
> > del nostro Paese che ritengono le produzioni
> > derivate da Ogm come qualcosa
> > di non sicuro ed economicamente svantaggioso per
> > affrontare la competizione
> > economica di mercato.
> > Sul piano tecnico, inoltre, è notoriamente in
> > dirittura di recepimento anche
> > nel nostro Paese la nuova direttiva UE in materia di
> > sperimentazione biotecnologia,
> > che fissa finalmente norme certe basate sul
> > "principio di precauzione":
> > perché dunque tanta fretta nel voler avviare
> > sperimentazioni in campo aperto,
> > con i rischi ambientali che ne conseguono? Fra
> > qualche mese ogni richiesta
> > di sperimentazione potrà essere valutata attraverso
> > nuovi e più efficaci
> > parametri di biosicurezza e se, come ci auguriamo,
> > vi saranno tutte le garanzie
> > sul piano ambientale, nessuno avrà nulla da eccepire
> > sulla realizzazione
> > scientifica delle prove sperimentali.
> > Risolto dunque il problema ?tecnico?, resta comunque
> > insoluto il problema
> > della non accettazione degli Ogm sia sul piano
> > sociale e produttivo e sia
> > sulla sicurezza alimentare ed è questo un nodo sul
> > quale la comunità scientifica
> > dovrà auspicabilmente pronunciarsi. Ne va della
> > propria credibilità ed accettabilità
> > sociale».
> >
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