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Autore: stalkern
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Oggetto: [RSF] Fwd: [fori-sociali] Lettere dei Disobbedienti al Movimento dei Movimenti e ai provocatori
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Stalkern

---------- Messaggio inoltrato ----------

Subject: [fori-sociali] Lettere dei Disobbedienti al Movimento dei Movimenti e
ai provocatori
Date: Wed, 11 Dec 2002 16:48:52 +0100
From: "Alberto Pertile" <alberto@???>
To: "fori-sociali" <fori-sociali@???>

Lettera dei Disobbedienti al Movimento dei Movimenti

Cari Fratelli e sorelle,
Da quel 30 novembre dell'ultimo anno del vecchio millennio, in quella ci
ttà che sta nel cuore della grande produzione immateriale degli Stati Un
iti, Seattle, stiamo camminando assieme verso la libertà.

E' una libertà di sognare, di vivere, di combattere le ingiustizie di qu
esto mondo che forse ognuno di noi aveva intravisto già prima, in molti
luoghi di questo pianeta. Noi, ad esempio, abbiamo cominciato a riconosc
erla grazie ai nostri fratelli e sorelle del Chiapas, gli zapatisti. Ma
comunque l'abbiamo incontrata, da Seattle in poi la stiamo inseguendo in
sieme, ognuno portando con sé ciò che era, ma anche disposto a non esser
e quello di prima.
In questo momento stiamo conoscendo il tempo della guerra globale perman
ente.
E' un tempo orribile, dove la violenza e la distruzione che il potere ha
come sue prerogative, diventa sistema, e ci soffoca. Soffoca le speranz
e ed i sogni di cambiamento, soffoca l'altro mondo possibile.
Uno degli aspetti della Guerra Globale è la "guerra interna", quella che
abbiamo conosciuto nelle giornate di Napoli, Goteborg e in maniera este
sa e piu' organizzata dai poteri globali, a Genova.
E'stata, come tutte le guerre moderne, una "guerra contro i civili". Ma
questa guerra interna non è fatta solo di servizi segreti, nuclei specia
li dei carabinieri che puntano ad uccidere, poliziotti addestrati alla t
ortura ai "prigionieri" e coperti dalle istituzioni, omicidi che rischia
no di venire insabbiati come quello di Carlo. E' fatta anche di montatur
e giudiziarie come quelle di Cosenza e Genova, che hanno piu' una ragion
e mediatica che concreta, che servono a riscrivere la storia di Genova d
al punto di vista del potere. Ed è fatta anche da queste ultime bombe, d
al loro utilizzo contro il movimento che ne può fare il potere dell'ingi
ustizia e della miseria.
Abbiamo inviato una lettera a chi ha messo quelle bombe, quelli che noi
chiamiamo i "provocatori", chiunque essi siano, perché li consideriamo d
ei fantasmi e perché sappiano che siamo i loro peggiori nemici. Dall'alt
ra parte però non possiamo non parlare a voi, fratelli e sorelle, dell'a
ltro grande rischio che stiamo tutti correndo, al tempo della guerra glo
bale permanente: quello della corruzione, dell'opportunismo come rispost
a alla repressione. Quello cioè, calcolato dal potere, di ridurci a prim
a di Seattle, a semplici testimoni vocianti di ciò che accade. A tribuni
democratici di un senato finto, quello in cui chi comanda ostenta la su
a finta democrazia per poter fare guerre e continuare i suoi crimini sen
za conflitti.
Invece noi pensiamo, e ci permettiamo di parlare con voi in maniera dire
tta perché vi sappiamo nobili e tolleranti, che le pratiche del conflitt
o e del consenso debbano stare insieme, che la disobbedienza e la resist
enza siano un patrimonio per tutti coloro che combattono il mondo di Bus
h e Bin Laden, il mondo di qualsiasi terrore. Ve lo diciamo, fratelli e
sorelle, annunciandovi oggi, nel giorno della dichiarazione universale d
ei diritti dell'uomo, che ci prepariamo a disobbedire come a Genova se i
nizia la guerra. Faremo la nostra "marcia del sale", occuperemo le ambas
ciate e gli interessi dei guerrafondai, ci difenderemo come a Genova se
polizia e carabinieri non rispetteranno i diritti umani. Ognuno ha dirit
to a farlo come vuole, l'importante è trovare delle forme condivise da t
utti di disobbedienza. Ma questa ci sarà. Sappiamo che non è il caso vos
tro, fratelli e sorelle, ma nessuno userà queste bombe né per criminaliz
zarci, né per corromperci, facendoci diventare semplici testimoni opport
unisti.

RIBELLARSI E' GIUSTO DISOBBEDIRE NON E' REATO

Movimento delle e dei disobbedienti





Ai provocatori di ogni risma e specie che propagandano la morte attraver
so le bombe, Genova, Pianeta Terra
Da Movimento delle e dei disobbedienti, nessun luogo, Pianeta Terra

Cari provocatori;
abbiamo deciso di scrivervi a nome delle donne, degli uomini, dei bambin
i, degli anziani delle nostre comunità disobbedienti, dopo la vostra ric
omparsa puntuale con le solite bombe.
Non sappiamo, né per la verità ci interessa molto, chi voi siate e quind
i abbiamo deciso di chiamarvi ( ci perdonerete, o forse ci condannerete
a morte ) con un nome che vi rappresenta tutti, o meglio rappresenta ogn
i forma nella quale potete materializzarvi. Infatti se voi siete mercena
ri pagati da qualche governo o qualche ministero, questo nome vi si addi
ce anche storicamente. Provocate "ad arte" degli eventi che servono ai d
isegni oscuri ( o sono trasparenti? ) degli apparati di potere in questo
paese e non solo. Questa è la vostra storia e quella di qualsiasi poter
e che appoggia il mondo dell'ingiustizia e della miseria, quello dei mil
ioni di morti per fame e carestie, dittature, devastazioni ambientali. M
a siccome la storia non è fatta di pagine ordinate e precise, voi siete
anche dei provocatori che abitano questo mondo malato, forse siete la te
stimonianza più estrema della sua capacità nefasta di corrompere menti e
cuori. Siete anche il frutto di una nuova ideologia ( o forse è vecchia
quanto l'umanità? ) che ha il compito di provocare la fine di ogni sogn
o e desiderio di vita, trasformando tutto in incubo e morte. Vedete pote
te scusarci ( o forse ci ammazzerete ) se non abbiamo trovato di meglio
per nominarvi, perché comunque il vostro mestiere è provocare.
In realtà, siccome siete storia, al di là delle sembianze che assumete,
siete già morti. Siete stati sepolti da movimenti di moltitudini di pers
one che hanno messo in discussione l'idea che cambiare non si può, che l
'unica soluzione è abituarsi ed accettare il mondo del terrore. Il mondo
di Bush e di Bin Laden, dei fondamentalisti e del martirio, delle avang
uardie e delle masse che devono seguirle, verso Maometto, Wall Street o
la Guerra globale. Nostro fratello, il subcomandante Marcos, ci ha inseg
nato nuovamente in questi giorni con le lettere alla Spagna e ai Paesi B
aschi, che "dobbiamo fare qualcosa per cambiare la logica criminale impo
sta attualmente nel mondo". Ci ha anche detto che il terrore non si può
combattere con il terrore. Anche perché che altro mondo potremo costruir
e sul terrore? Sulle stragi? Voi, cari provocatori, quando assumete le s
embianze di rivoluzionari ( o reazionari? ), ci proponete "opzioni final
i". Noi abbiamo imparato, anche dalle tragedie del passato, che le opzio
ni finali sono una trappola per l'umanità. Siamo obbligati a scegliere t
ra un terrore ed un altro, e l'unico risultato, e questa è la vostra ver
a funzione, è che l'umanità non sceglie più nulla e lascia che altri sce
lgano per lei. Noi non abbiamo nessuna verità in tasca, non vogliamo ins
egnare niente a nessuno, ma certo che impariamo da tutto. Impariamo che
il terrore, le stragi, i morti, le devastazioni delle nostre città non r
afforzano niente altro che questo mondo ingiusto che ci ruba i sogni e c
he allontana l'umanità. Abbiamo imparato che resistere alle violenze org
anizzate dai nuclei speciali dei carabinieri e della polizia, come fecer
o il nostro fratello Carlo e migliaia di altri con noi, invece afferma n
uovi diritti oltre a difendere quelli vecchi. Abbiamo imparato sempre, i
n questi anni, che ribellarsi alle ingiustizie è giusto, smontando i lag
er o disobbedendo alle frontiere del razzismo. Abbiamo imparato che non
saremo mai come i torturatori di Bolzaneto o della caserma Raniero di Na
poli, perché dentro abbiamo qualcosa di diverso.
Abbiamo imparato ad essere tanti e non pochi.
Cari provocatori, voi siete solo fantasmi.
Le prossime bombe o proiettili usatele contro di noi. Perché siamo i vos
tri peggiori nemici.
Noi vogliamo più di ogni cosa un altro mondo possibile, dove voi non pot
rete esistere.

Movimento delle e dei disobbedienti.



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