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Riceviamo dal poeta senza volto menene questo breve ironico scritto che
volentieri diffondiamo:
La mia esistenza ormai è un tormento. Sono decisamente un animale
sfortunato.Da oggi, da questa giorno nuovo, vorrei vivere in totale
tranquillità nel Bel Paese dove il sì suona, il Bel Paese ch'Appennin parte,
il mar circonda e l'Alpe, mirabile penisola che ha dato i natali a grandi
navigatori, poeti, inventori, martiri e teatranti (soprattutto impegnati in
politica) ma la cattiva sorte mi perseguita senza pietà. Questa mattina sono
andato, come sempre, all'edicola per ritirare, come abbonato, il quotidiano
comunista "il manifesto" ma al mio fianco c'era un signore che mi guardava
torvo. Ho capito che le cose ora sono diverse, che bisogna essere prudenti.
"il manifesto": se dovessero vedermi girare con quei fogli rischio
l'ergastolo. Non è difficile pensarlo visto che su quel giornale si parla
dalla parte dei lavoratori, della pace, dell'ambiente e contro ogni
ingiustizia, si parla di movimenti, si esaltano cortei contro i potenti
della Terra. Sovversivo! Ecco: mi darebbero subito del pazzo anti-sistema.
Balbettando ho chiesto un qualsiasi giornale sportivo (meglio se del Nord,
meglio se compiacente ai nuovi leader del football, meglio se fazioso). Poi
ho sorriso al tizio dallo sguardo accusatorio e mi sono allontanato per
andare ad un'assemblea studentesca alla quale ero stato invitato.
Sull'autobus (oltre al solito caos: in alcune città italiane come Roma o
Napoli ad esempio c'è sempre un mostruoso traffico: per le strade e sui
mezzi pubblici. Ma il mio viaggio doveva essere più breve del solito) un
paio di anziani si mettono a parlare contro il governo, ad alta voce, a
pochi passi da me: parole grosse contro corrotti e corruttori, contro
l'ipocrisia e la falsità dei nostri governanti, contro finanziarie
antipopolari e lo smantellamento di ogni diritto. E se qualcuno, dati i miei
trascorsi, m'incolpasse come fomentatore di quel criticare aperto e sincero?
Anni di carcere duro non me li toglierebbe nessuno. Sono sceso di corsa dal
mezzo pubblico rinunciando anche all'assemblea che, in fondo, mi troverebbe
coinvolto in un dire estremamente punibile (avrei detto che l'istruzione
pubblica è stata massacrata e ogni servizio, che l'Università è allo sfacelo
e la stessa storia mistificata mentre di fatto alcuni libri-verità sono già
al rogo e altre cose simili, avrei intrecciato il parlare della scuola con
il lavoro e non lavoro: una follia insomma, un tentativo chiaro di
suicidio). Un'illuminazione, un grazie ai due vecchietti che m'hanno portato
a saggi consigli (ovvero starmene per affari miei) e lentamente m'avvio
verso un parco per una serena e banalissima passeggiata schivando, oltre
alle solite feci dei cani che da quando se ne preoccupa Maurizio Show e
consorte nessuno ne è sprovvisto, chiunque parlasse di politica, di cultura
o di argomenti che m'appaiono proibitivi... Ma il diavolo fa le pentole e
non i coperchi: per mascherare fino in fondo indifferenza mi metto a
fischiettare e inavvertitamente (anni di pessima educazione) intono "morti
di Reggio Emilia"... è un attimo: quattro persone in borghese mi bloccano,
mi ammanettano, mi conducono in una prigione e a nulla servono le mie
accorate parole che ancora mi ripeto in maniera ossessiva: "non stavo
pensando... non stavo pensando".
menene
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