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Sent: Wednesday, December 04, 2002 4:25 PM
Subject: FW: ansa su genova
COMUNICATO STAMPA
Gli arresti effettuati questa notte dalla DIGOS di Genova in esecuzione
di provvedimenti di custodia emessi dal GIP rendono palese quale sia la
linea che la Procura di Genova intende seguire sui fatti relativi al G8
del 2001.
Non si comprende, innanzitutto, quali siano le esigenze cautelari che
portano
il GIP ad emettere tale ordinanza (seppur graduata nella gravità da persona
a persona). Non appaiono sussistenti, infatti, nè il pericolo di
inquinamento
delle prove nè il pericolo di fuga, basti pensare che la quasi totalità
degli arrestati di questa notte erano già stati avvisati più di un anno
fa di essere sottoposti ad indagini per i fatti di Genova (alcuni, come
i tre di Piazza Alimonda, addirittura erano comparsi spentaneamente pur
sapendo di "guadagnarsi" in tal modo un'accusa di tentato omicidio).
Nessuno di loro, tuttavia, ha pensato di andarsene, di scappare. Nemmeno
Predonzani che, attrualmente a Berlino, aveva addirittura ritenuto opportuno
informare il pm Franz dei suoi spostamenti.
neppure ci sembra attuale e giustificata la terza esigenza, il pericolo
di reiterazione dei reati, sul quale, al contrario, punta il GIP in modo
particolare.
Di tutti, o quasi, gli arrestati si dice, infatti, quasi fosse un'aggrvante,
che avrebbero partecipato a tutte le successive manifestazioni "no global".
In nessuna di queste, però, nonostante la loro asserita "indole violenta",
avrebbero commesso reati o innescato scontri con le Forze dell'Ordine...
Quindi?
Viene da chiedersi quale sia il reale fine di queste ordinanze.
Ancora non abbiamo chiarezza si questo. Quello che però è evidente è che,
pur non avendo la Procura di Genova sposato un'ipotesi associativa come
quella cosentina, il lavoro oggi proposto non può dirsi esente da
valutazioni
ed implicazioni latamente politiche e di criminalizzazione del movimento
che a luglio riempì le piazze genovesi.
L'imputazione per devaztazione e saccheggio, ad esempio, comporta non solo
la coscienza di muoversi collettivamente ma altresì la previsione di pene
altissime (da 8 a 15 anni) laddove fatti simili sono sempre stati rubricati
come semplici resitenze o danneggiamenti. Perchè oggi si recupera un reato
sul quale è addirittura difficile trovare una sola pronuncia della
giurisprudenza?
Evidentemente il tentativa è quello di colpire in modo più pesante alcuni
comportamenti se commessi nell'ambito di manifestazioni politiche. E questo
si comprende altresì dal fatto che fra le prove portate a carico degli
indagati
e a sostegno delle esigenze cautelarisi ritrovano indagini DIGOS
sull'appartenenza
politica dei vari manifestanti e sulle loro attività nelle città di
appartenenza.
Così, essere vicino a Rifondazione Comunista o appartenente al Centro
Sociale
Pedro di Padova,sembrano diventare, di per sè, un'aggravante...
Tutto questo, unito alla richiesta di archiviazione per Placanica di ieri,
ci fa pensare che la tendenza della Procura di Genova sia esattamente quella
contraria alle richieste di chiarezza, verità e giustizia che sono venute
in questo anno non solo dal GLF o dal Movimento ma altresì da tutte le forze
democratiche di questo Paese. Si tenta infatti di ridurre i fatti di Genova
a singoli episodi scollegati, decontestualizzati. Si vede così la
"resistenza"
del singolo manifestante, senza allargare il quadro ed inserirvi l'attacco,
ormai accertato, ad un corteo autorizzato e le violenze che ad esso sono
seguite.
Era quello che prevedevamo potesse accadere. Sarà quello che faremo di tutto
per evitare.
Laura Tartarini per il GLF, Genova 4.12.2002