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Autor: Pkrainer
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Sent: Wednesday, December 04, 2002 4:40 PM
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sul metodo negli arresti a Genova
by mcs, redleghorn member Wednesday December 04, 2002 at 03:17 PM

un contributo per evitare le dietrologie che sulla questione genovese
gia' si sono alzate

sul metodo degli arresti di Genova


Direi che il sibillino invito di Pisanu, formulato qualche giorno fa, a
coordinare
il lavoro delle procure di Genova con Cosenza e Napoli,
ha forse dato i suoi frutti.

Sembra aver prevalso il metodo genovese, contestare reati specifici e
non
quelli associativi e presentare quanto piu' possibile foto e filmati
piuttosto
che le mitiche intercettazioni ambientali o le e-mail (che comunque non
credo
manchino nell'inchiesta genovese ma credo che
le fonti primarie di prova siano le immagini e la battaglia si fa
sull'interpretazione
di queste).

Va detto che negli interrogatori genovesi, con lo stesso metodo e dallo
stesso pool di magistrati, erano stati messi alle spalle i vertici della
polizia sulla questione delle molotov messe a bella posta dalla ps alla
Diaz etc.
Quindi prima di alzare il coro di denuncia sul complotto togato a
fiancheggiamento
di Genova 2001 come cover action della Cia (c'e'chi ha scritto questo
magari
di fronte a un gin tonic mattutino) o impropri apparentamenti storici
-spunta
piazza Fontana mancano all'appello i poveri Sacco e Vanzetti- cercherei
di capire il
metodo di indagine della magistratura genovese.

Se c'e' una linea unitaria, e non e' detto che ci sia perche' tra uffici
della stessa procura o dello stesso pool spesso ci sono frizioni
intestine niente male (invece di collegare Genova all'11 settembre
qualcuno
farebbe meglio a fornire materiali su questo, magari sui trasferimenti
eventuali
dei magistrati e il legal forum genovese dovrebbe parlare su questi
temi..),
direi che e' quella di non rischiare di essere ne' il servomeccanismo
delle
esigenze della maggioranza di governo ne' quello dei settori
"illuminati"
del diritto e del centrosinistra che hanno
gridato alla "sospensione dei diritti" nei tre giorni genovesi (mentre
gli altri 362 'na favola..). Del resto in tempi in cui il potere
politico
non ne puo' piu' del comportamento del potere giudiziario in materia di
intervento sui grandi eventi della sfera pubblica (e non solo), un
atteggiamento autonomo da parte della magistratura,
di quelli che fanno valere il poprio potere (ciò che interessa)
attraverso
un uso strumentale dell'equidistanza è quello che ci vuole.

Detto questo la sostanziale richiesta di assoluzione senza processo per
Placanica, basata secondo me piu' su cio' che il magistrato ha
presupposto
delle intenzioni del carabinere che su quell'esercizio di
fantabalistica che e' quanto sappiamo della perizia, segna comunque un
punto
a favore dell'aggiornamento delle sempiterne tesi delle "mani libere" a
favore della polizia in piazza. Inoltre, l'arresto a un anno e mezzo dai
fatti di 9 manifestanti piu' che il sapore della vendetta ha quello
della
adesione alle tesi della pericolosità preventiva e a venire dei
manifestanti

Aspettiamoci pero' dei continui apparenti rivolgimenti di fronte: andra'
avanti l'inchiesta sulla Diaz come quelle sui manifestanti, e tutto su
fatti
specifici, proprio per cercare di tenere la barra al centro come la
magistratura
di Genova ha scelto di fare. Solo che la doppietta Placanica-9 arresti
sembra
far inclinare questa barra piu' a destra del dovuto (effetto forse
inevitabile
vista la riconosciuta intoccabilita' di Placanica che riguarda il filone
di inchiesta a maggior tasso simbolico) e rischia di solleticare
gli istinti di qualche altra procura (magari con lo stesso metodo della
contestazione di fatti specifici).

Non mi stupirei che in questa temperie finisse condannato qualche
graduato
della Digos per la Diaz. Anche questo, alla fine, accontenterebbe tutti
magari risolvendo qualche lotta per
il potere all'interno della ps e esaltando le anime garantiste
presenti un po' dappertutto.

Anyway spero sia chiara quest'ipotesi che la svolta a destra impressa al
complesso delle inchieste su Genova dal dopo
Placanica non e' eterodiretta da Palazzo Chigi o dal ministero degli
interni. Lo prova il comportamento della procura genovese sulla Diaz che
ha reso pubblici fatti importanti (filmati, verbali con lo stesso
metodo delle indiscrezioni a mezzo stampa). Questo e' tantomeno
comprensibile
in un periodo in cui la frizione tra poteri dello stato (esecutivo e
giudiziario)
e tra il giudiziario e i partiti dura da piu' di un decennio.
Quello che pare plausibile e' che i "risultati" dell'inchiesta genovese,
man mano che diventano pubblici servano a scontri in questa guerra tra
bande
all'interno dello stato, a solleticare appetiti forcaioli di alcune
procure
magari fornendo argomenti per rimettere in discussione lo stesso metodo
della contestazione dei reati specifici etc.
L'invito e', se si vuol far politica e costruirsi quel know-how che
serve per mettere neutralizzare le istituzioni che si ritengono nocive,
ad abbandonare quel simulacro di visione ottocentesca delle inchieste
come
eterodirette dal gabinetto del primo ministro.

Mi sembra un buon metodo per contribuire a tirar fuori quelli che
finiscono
di volta in volta nell'inferno dei vivi eufemisticamente chiamato
carcere