[Lecce-sf] L'Ulivo difende il Regina Pacis

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Maritati, Ds e Margherita bocciano la legge Bossi-Fini ma promuovono la
struttura
L'Ulivo difende il Regina Pacis
«No agli estremismi». Ma il Social Forum insiste: «Fuori i bilanci»

dalla Gazzetta del Mezzogiorno
http://www.gdmland.it/QUOTIDIANO/0312/CRON_LECCE/LE02/A06.asp

«Non mi sembra che si possa parlare di lager, anche se è vero che in alcuni
casi le condizioni di vita mi sono sembrate difficili». Il senatore Alberto
Maritati, sottosegretario con delega all'immigrazione nel governo Prodi, è
intervenuto sabato sera al «Regina pacis» dopo la mobilitazione decisa dal
Social forum in merito a presunte violenze denunciate da un immigrato
cingalese, e soprattutto per verificare le condizioni di tutti gli ospiti
del Centro di San Foca.
«Sono d'accordo con il Social forum - spiega - quando parla della necessità,
per i centri che gestiscono denaro pubblico a favore degli immigrati, di
rendere pubblici i bilanci, così da fugare ogni dubbio sull'effettivo
utilizzo delle risorse. Così come sono convinto che, sui modi in cui gli
immigrati sono temporaneamente trattenuti nei centri, è necessario un
controllo quanto più aperto e democratico possibile. Non è sfiducia nei
confronti di nessuno, ma tutela delle persone che vi passano i giorni e che,
credo vada ribadito, non sono assolutamente lì per aver violato in qualche
modo la legge, a parte l'ingresso clandestino nel nostro Paese». Secondo
Maritati, adesso il lavoro di tutte le forze democratiche deve muoversi per
contrastare la legge Bossi-Fini, che io reputo razzista e pericolosa, e per
tornare a riflettere sull'esperienza della Turco-Napolitano. «Mi preme
sottolineare, infine - conclude Maritati - che l'atto estremo e simbolico
del Social forum, in piazza Duomo, si è concluso grazie all'impegno di un
senatore del centrosinistra che, anzichè limitarsi a formali dichiarazioni
di condanna o di solidarietà, è intervenuto personalmente e costruttivamente
per risolvere la questione».
Intanto la direzione provinciale dei Ds esprime solidarietà agli organi di
direzione e gestione del centro Regina pacis. «la nostra opposizione alla
legge Bossi-Fini - si sottolinea - e agli aspetti più gravemente polizieschi
previsti da quel provvedimento, non può far velo al riconoscimento del ruolo
svolto dal volontariato cattolico e laico in favore dell'accoglienza e della
solidarietà verso gli immigrati». I Ds, dunque, rivolgono un appello
affinchè l'iniziativa del Social forum si indirizzi verso una significativa
contestazione dei provvedimenti legislativi della destra, senza tuttavia
coinvolgere in quelle responsabilità importanti forze del volontariato che,
al contrario, hanno dimostrato di operare con equilibrio democratico e con
grande rispetto verso i diritti delle persone accolte nei Centri».
A scendere in campo, dopo l'occupazione del Duomo, è anche il coordinatore
provinciale della Margherita, Gigi Nestola, il quale sottolinea che tutti
hanno il diritto di manifestare, «ma certi "estremismi" tipici di chi vuol
far prevalere le "minoranze" (appena 80 dimostranti provenienti da tutta
Italia) sulla verità di un grande Salento accogliente e solidale, di cui la
Chiesa di Lecce è sicuramente la prima guida, non troveranno mai la
condivisione della politica sostenuta dal riformismo cattolico di cui il
nostro partito si sente autentico interprete».
Il presidente del Consiglio comunale di Lecce, Stefano Ciardo, in una
lettera inviata a monsignor Ruppi, esprime costernazione «per le calunnie
che così miseramente hanno preso a bersaglio il Centro Regina Pacis che,
viceversa, ha nobilissimi fini e grandi meriti». Interviene anche
l'assessore provinciale alle Pari opportunità, Loredana Capone, la quale,
dopo aver espresso solidarietà a monsignor Ruppi, a don Cesare Lodeserto e
ai volontari, sottolinea che «chiedere oggi strutture migliori, condizioni
di permanenza più moderne e consone è legittimo, e per questo occorre
coinvolgere le istituzioni competenti per gli opportuni investimenti».
Ma il Social forum ribadisce le proprie accuse. «Alla giornata di
mobilitazione - si sottolinea - il Regina Pacis ha risposto con la sua vera
voce e con il suo vero nome. Al di là degli eufemismi, i Centri sono carceri
che rinchiudono esseri umani». Poi sottolinea che occorre sfatare il fatto
che il «Centro operi in regime di volontariato e si autofinanzi. La
Fondazione Regina pacis è una vera e propria impresa, che riceve dallo Stato
circa 50 euro al giorno per detenuto».