[Lecce-sf] bozza comunicato

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著者: Gigi Perrone
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題目: [Lecce-sf] bozza comunicato
caro marcello,
personalmente condivido il taglio dato al documento.
se mi posso permettere qualche indicazione;
- sostituirei "etnie", con "gruppi" o "gruppi etnico-culturali".
inoltre aggiungerei:
- che la caritas nazionale è ufficialmente per la chiusura dei cpt, mentre
rupppi gestisce un cpt (ed è presidente cei, e in quanto tale è anche
presidente della caritas pugliese);
- che loro non sono volontari ma una fondazione che prende soldi per il
lavoro che svolge (prende 90mila lire al giorno pro detenuto, mentre
lorizzonte ne prende 34: spieghi perchè);
- la magistratura indaga sui fondi e "salento oggi" (giornale della curia)
ha fatto un duro attaco alla magistratura. che fughino questi dubbi,
facciano fare il proprio lavoro alla magistratura (senza minace) e
presentino i bilanci di questi anni: entrate ed uscite;
- che il sf è pronto ad un civile confronto sui temi, quando e dove
vogliono.
un abbraccio
gigi

----- Original Messasge -----
From: "Marcello Petrelli" <mpetrelli@???>
To: <forumlecce@???>
Sent: Monday, December 02, 2002 10:36 AM
Subject: [Lecce-sf] bozza comunicato


Purtroppo sono riuscito a fare pochissimo e vi prego di scusarmi perchè per
me oggi è una giornata impossibile.







Alla giornata di mobilitazione del 30 novembre contro il razzismo e la
xenofobia istituzionali il centoi di permanenza temporanea ha risposto con
la sua vera voce e con il suo vero nome. Al di là degli eufemismi i centri
sono carceri che rinchiudono esseri umani. Una violenza originaria,
ammantata in superficie dalla legge, è la radice che attraverso la giornata
di mobilitazione è stata messa a nudo. Questa violenza originaria e
costitutiva dei centri è all'origine dei mille episodi di violenza
quotidiana che necessariamente e ontologicamente si svolgono al loro
interno: da guardie, disciplina e filo spinato non può nascere altro. Non
importa che si tratti di arginare un conflitto fra etnie diverse
improvvidamente accostate, di riprendere con la forza chi fugge, di
ricondurre al'ordine chi protesta. Nel pomeriggio della stessa giornata si è
tenuta, in un'aula dell'ex Istituto sperimentale Tabacchi, un'assemblea
pubblica sui diritti degli immigrati.
Nel corso dell'assemblea, è stata ricevuta una telefonata proveniente da un
cittadino migrante rinchiuso nel Centro "Regina Pacis", nella quale veniva
riferito un episodio di maltrattamenti, da parte di personale del Centro
stesso, a seguito della visita effettuata durante la mattinata. Data la
gravità della comunicazione, una delegazione ridotta, composta dal Senatore
Alberto Maritati, dall'avv. Mauro Pascariello, Cordinatore provinciale dei
Verdi, e da Luca Ruberti del Lecce Social Forum, si è recata nuovamente nel
Centro "Regina Pacis".
A seguito di questo chiarimento, è stata immediatamente interrotta anche la
pacifica manifestazione di sdegno a cui alcuni attivisti avevano dato inizio
davanti al Duomo di Lecce.
Sugli episodi della giornata, il Lecce Social Forum ritiene di dover
riferire alcune precisazioni, per evitare preventivamente il sorgere di
equivoci più o meno intenzionati.
- Anzitutto, occorre ribadire che nel corso della visita svoltasi nel Centro
"Regina Pacis" nella mattinata del 30 novembre, sono state constatate
condizioni di vita raccapriccianti sotto molti aspetti, già brevemente
descritte. Peraltro, diversi cittadini reclusi nel Centro hanno esibito
gravi ferite, fratture ossee e contusioni da imputarsi, a detta degli
stessi, a maltrattamenti subiti in occasione del tentativo di fuga svoltosi
qualche giorno prima, e dopo la precedente visita concordata, guidata
dall'Onorevole Deputato Niki Vendola, del partito della Rifondazione
Comunista. Nessuna delle persone recluse nel centro ha smentito questi
episodi.
- in secondo luogo, anche l'episodio riferito nella giornata del 30 novembre
pare necessitare di ulteriori chiarimenti. L'Amministrazione del centro
"Regina Pacis" ha infatti affermato che la persona autrice della telefonata
sarebbe affetta da un'imprecisata psicopatologia.
- Infine, si sottolinea che la pacifica manifestazione iniziata nei pressi
del Duomo di Lecce, non perseguiva in alcun modo l'intento di offendere un
luogo sacro, nè di impedire ad alcuno l'accesso (turisti e fedeli, del
resto, hanno continuato a entrare e uscire dalla Cattedrale assolutamente
indisturbati), ma soltanto di manifestare lo sdegno per le risultanze della
visita, in un luogo simbolicamente prossimo alla gerarchia ecclesiastica,
cui fa capo - sia pure indirettamente - la gestione del Centro "Regina
Pacis", e di segnalare pubblicamente e pacificamente l'inquietante
contraddizione fra il messaggio cristiano di fratellanza e solidarietà e di
coinvolgimento in un sistema istituzionale di repressione delle migrazioni,
come quello indubbiamente sotteso all'esistenza e alla gestione dei Centri
di Permanenza Temporanea.



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