Autor: Carlo Mileti Data: Asunto: [Lecce-sf] Fw: Don Vitaliano: Lettera aperta di Nichi Vendola al
vescovo di Montevergine abate Tarcisio Nazzaro
ho sentito poco fa don vitaliano,abbiamo parlato della sovversione
evangelica e della testimonianza scomoda, del diritto alla coscenza vigile e
della precarietà delle nostre certezze se queste non sono come i passi del
viandante....libere da ogni legame, senza per questo cessare di camminare e
resistere, anche in strutture "pesanti".............
p.s.: non sa c/precisione se domani sarà a Lecce
p.s.: vi giro questo msg di Nichi Vendola
> Gentile Monsignor Nazzaro, forse non le importerà nulla di questa
> lettera, ma io gliela scrivo ugualmente perché sento l'urgenza di
> comunicarle il grande turbamento (stavo per dire lo "scandalo") che
> provoca in me il suo brutale licenziamento di Don Vitaliano. Ho
> imparato a conoscere questo giovane parroco nel vivo di molte battaglie
> di giustizia, ho imparato a volergli bene anche per quella sua capacità
> di spendersi sempre in prima persona, ho sentito sempre
> l'urto "evangelico" della sua testimonianza.
>
>
> Oggi lei lo butta fuori dalla sua parrocchia: ma perché? Don Vitaliano
> è forse un usuraio, è forse un pedofilo, è forse un truffatore, è forse
> uno spericolato appaltatore di opere pie e di sacri affari, è forse un
> trafficante? Non credo. E allora? Forse perché ci spiega San Paolo
> mentre manifestiamo contro le basi militari? Forse perché è un
> costruttore e un camminatore di pace, non con l'eloquio della domenica,
> ma con la fatica feriale dei suoi passi che lo hanno accompagnato tra i
> poveri indigeni del Chiapas o nella terra santa del dolore palestinese?
> Qual è la sua colpa? Quella di aver lavato i piedi alla Maddalena e di
> aver parlato al gay pride? Quella di aver levato alta e forte la sua
> voce contro quel Mercato che spesso invade anche il Tempio? Quella di
> credere che ogni uomo è icona di Dio e che Dio spesso ha un figlio
> kurdo o senegalese inchiodato alla croce di una espulsione e di un
> foglio di via?
>
>
> Mi perdoni se mi intrometto nelle faccende di Chiesa: io sono un
> militante comunista, siedo su uno scranno parlamentare, non ho titoli
> per sindacare la sua decisione di cacciare don Vitaliano. Eppure mi
> prende una strana rabbia dentro: ripenso alla chiesetta di Sant'Angelo
> a Scala, a quel paesello caldo e accogliente, a quel prete sempre di
> corsa che però ha sempre il tempo per dare un consiglio o una carezza a
> tutti: un pastore premuroso, così direste se non fosse don Vitaliano.
>
>
> Caro Monsignore, si sente la puzza del "sepolcro imbiancato" nella sua
> lettera: così burocratica e così povera di speranza. Questo genere
> epistolare ricorda le lettere aziendali di licenziamento piuttosto che
> le Scritture. Appartiene alla storia del Potere e delle sue censure
> piuttosto che alla storia dell'Annuncio e delle sue profezie. Proprio
> qualche sera fa don Vitaliano mi parlava di lei: Tarcisio Nazzaro è un
> buon uomo, così mi diceva, chissà quante pressioni riceve per la mia
> estromissione dalla parrocchia. E dunque anch'io credo che lei sia un
> buon uomo: ma oggi ha scritto una pagina cattiva, ispirata da una fede
> capovolta e vendicativa. Lo so che questa è una lettera che le giungerà
> da molto lontano, da territori forse sconsacrati, chissà: eppure sappia
> che ogni volta che ho incontrato don Vitaliano ho sentito di imparare
> qualcosa di bello e di pulito.
>
> Caro Monsignore, mi perdoni se io, oggi, nel mio piccolo, non riuscirò
> a perdonarla.
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> Nichi Vendola
>
>