[CSSF] Fw: [Lecce-sf] centri di detenzione: appello della cg…

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Szerző: antonio chiga
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Tárgy: [CSSF] Fw: [Lecce-sf] centri di detenzione: appello della cgil
----- Original Message -----
From: "luisa rizzo" <lu-sa@???>
To: "lecce social forum" <forumlecce@???>
Cc: "dw-intercultura" <dw-intercultura@???>
Sent: Friday, November 29, 2002 7:06 AM
Subject: [Lecce-sf] centri di detenzione: appello della cgil


> APPELLO della CGIL
>
> http://www.adottaunacolf.it/index.htm
>
> Contro i centri di Detenzione, per i Diritti Umani: uguaglianza nelle
> garanzie per tutti i cittadini e le cittadine presenti in Europa.
>
> La legge Bossi Fini rappresenta uno strumento di imbarbarimento del

rapporto
> tra i migranti e lo Stato italiano. In linea con le politiche dei paesi
> dell'UE, che negli ultimi anni stanno producendo un peggioramento delle
> condizioni di vita dei cittadini e delle cittadine provenienti da Paesi
> Terzi, rispondendo (e contemporaneamente alimentando) alle ansie

sicuritarie
> degli autoctoni, la legge italiana introduce alcuni elementi di

ingiustizia
> e diseguaglianza particolarmente gravi anche nel panorama proibizionista
> della legislazione dei 15 Paesi membri. Essa risponde semplicemente ad una
> rappresentazione falsa del fenomeno dell'immigrazione, che è alla base di
> tutte le politiche di chiusura dell'UE, che distingue in maniera netta i
> regolari dagli irregolari come se si trattasse della divisione tra buoni e
> cattivi. La regolarizzazione in corso, che ha fatto registrare quasi 700
> mila domande di emersione, dimostra, insieme alle precedenti
> regolarizzazioni (che hanno consentito l'emersione di circa 850 mila

persone
> dal 1986 al 1998) che quasi tutti i migranti presenti in Italia sono stati
> almeno una volta irregolari o clandestini e che la condizione giuridica
> degli stranieri dipende poco da loro. Molto più spesso l'essere regolare o
> irregolare dipende dalle politiche di chiusura dei governi, alle quali
> corrispondono periodicamente sanatorie più o meno ampie.
>
> I Centri di Permanenza Temporanea, ossia i centri di detenzione, come in
> maniera meno ipocrita vengono chiamati in tutta Europa, rendono esplicita

e
> politicamente rilevante questa divisione tra buoni e cattivi del mondo

degli
> stranieri, cercando quasi di fissarla nel tempo e nello spazio. I danni
> prodotti in questi pochi anni di sperimentazione, da questi luoghi di
> negazione dell'uguaglianza tra gli uomini, sono già tanti e tutto ciò era
> largamente prevedibile. Dentro quei centri sono transitati rifugiati e
> richiedenti asilo, profughi e donne in gravidanza, a volte minori. La
> detenzione per chi non ha commesso reati è prevista dalla Costituzione

solo
> in casi straordinari e i Cpt sono invece una risposta "ordinaria" alla
> presenza di irregolari. Si tratta peraltro di una detenzione al di fuori
> delle garanzie che viene fatta in spazi e con regole che variano da caso e
> caso. L'arbitrarietà ha dato i risultati che conosciamo in relazione al
> rispetto dei diritti umani e l'apertura di questi centri segna un
> arretramento forte nelle garanzie dei luoghi di detenzione. Da qui il
> dubbio, o forse la certezza, sull'incostituzionalità di questi centri. La
> legge Bossi Fini peraltro ne peggiora le caratteristiche introducendo la
> normalità del ricorso a questi centri nel caso dei richiedenti asilo.
>
> Sulla necessità di individuare modalità certe per l'espulsione avanziamo
> solo due dubbi. Il primo è sul fatto che se lo Stato non è in grado di
> garantire la certezza della procedura d'espulsione nell'ambito delle

regole
> costituzionali e di una pratica civile e rispettosa dei diritti umani "non

è
> colpa degli stranieri": non si possono accettare scorciatoie demagogiche e
> anticostituzionali. Il secondo riguarda l'utilità dei Cpt. Dai dati in
> nostro possesso il numero delle espulsioni eseguite, sul totale di quelle
> emesse dalle questure, è aumentato negli ultimi anni a causa della stipula
> di accordi di riammissione più che all'apertura dei Centri. Se un Paese

non
> vuole riprendersi indietro un suo cittadino espulso dall'Italia non c'è
> centro che tenga. Se invece l'Italia firma gli accordi di riammissione
> diventa trascurabile, come dimostrano ad oggi i numeri, la presenza di
> luoghi di detenzione temporanea.
>
> La battaglia contro la diseguaglianza di fronte alla legge tra cittadini
> italiani e stranieri in materia di garanzie giuridiche è una battaglia di
> civiltà. Sui diritti umani non ci sono scorciatoie possibili. Le politiche
> di repressione nei confronti dei migranti sono il primo passo verso una
> diminuzione delle garanzie per tutti.
> Abbiamo denunciato nei mesi scorsi l'ipocrisia di un Governo che mentre

vota
> la legge sul legittimo sospetto e depenalizza il falso in bilancio,
> trasforma in criminali tutti i migranti che commettono reati di tipo
> amministrativo e non penale.
>
> Contro questa cultura antidemocratica saremo anche noi in piazza a Torino

il
> 30 novembre.
>
>
>
> CGIL
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