[Cm-crew] R: [Cm-milano] azione non violenta

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Autor: zed
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Assumpte: [Cm-crew] R: [Cm-milano] azione non violenta
veramente dei grandi. una cosa bellissima. da prendere ad esempio. mi
sarebbe piaciuto esserci.
l'unica cosa che non capisco è la contraddizione riguardo i film di
fantascienza. boh?

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DIARIO DELL'AZIONE IN LUSSEMBURGO "STOP ESSO" DI UN ATTIVISTA ITALIANO

PARTENZA
Prima di partire sapevamo solo che andavamo in un paese nordico, che poteva
fare freddo, e che l'azione a cui avremmo partecipato era per la campagna
Clima.
Dall'Italia siamo in 52, da Napoli a Torino, e il viaggio per noi che
veniamo dal Sud è lunghissimo, in bus. L'età media degli attivisti italiani
è bassa, molti sono proprio giovani. Solo pochi fanno parte della mia
generazione di vecchi attivisti: anni in Greenpeace e anni sulle spalle. Il
clima in bus è allegro. Cerchiamo di dormire. Alcune contraddizioni sono
evidenti: combattiamo il mondo delle multinazionali, ma guardiamo film di
fantascienza e mangiamo cibo da discount e Nutella. E poi molti fumano,
perfino sul bus, e questo non è rispettoso per tutti noi. Ma dobbiamo
crescere, passo dopo passo.

GIOVEDI' 24 Ottobre 2002
Alle 12 finalmente arriviamo in Lussemburgo! Il luogo di ritrovo è veramente
"fuori mano", un capannone in una zona periferica, nessuno può notare quello
strano andare e venire di pulman da tutta Europa che potrebbe insospettire
la polizia di un paese così piccolo. Ognuno di noi ha un suo cartellino che
lo assegna a un diverso Team. I team sono internazionali, cioè composti dal
maggior numero di nazioni possibili, per dare più valore alla cosa.
L'obiettivo è occupare per un giorno tutte e 28 le stazioni di servizio
della Esso presenti sul territorio lussemburghese. In Lussemburgo c'è la
più grande stazione di servizio Esso del mondo. Qui la Esso è la compagnia
n° 1 (come nel resto del Mondo, comunque). In Lussemburgo i prezzi della
benzina sono molto bassi, per cui c'è un forte pendolarismo da Francia,
Germania e Belgio, per venire a fare il pieno di carburante qui. Famiglie,
ma soprattutto camion.
L'idea è bella: per un giorno Greenpeace occupa praticamente tutto uno
Stato! E la polizia del Lussemburgo non è sufficiente a contrastare un
numero di azioni così numeroso e distribuito sul territorio.
Il briefing è fissato per le 20. Alle 19 ci offrono una zuppa di verdure.
Continua ad arrivare gente: su bus, ma anche in automobile, in treno, in
pulmini da 9 posti. Il piazzale è pieno. Tedeschi (150), belgi, ungheresi,
norvegesi, finlandesi, francesi, inglesi, cecoslovacchi. Giovanissimi, ma
anche molti adulti, e qualche anziano.
Con un po' di ritardo inizia la riunione. La sala è grande e ci contiene
tutti. Tante facce, tanti sorrisi, tanti colori. Emozione palpabile. Parla
il responsabile di Greenpeace Lussemburgo, entusiasta. Mai un'azione di
Greenpeace ha coinvolto tante persone. Parla il responsabile della campagna
Clima, e spiega le ragioni del boicottaggio contro la Esso. Tutti
applaudono, si sentono parte di un grande evento che li sta per coinvolgere
da protagonisti.
Ci informano dei rischi legali: la polizia lussemburghese è molto
tollerante, pochissimo violenta, sarà molto difficile che arrestino
qualcuno. Ma sappiamo che la Esso non starà a guardare, e che i gestori
delle pompe saranno molto arrabbiati per il danno economico subito. L'
energia che sale da queste 650 persone, dalla loro motivazione, lo confesso
mi commuove e mi salgono le lacrime. Mi passano davanti i 12 anni di impegno
in Greenpeace, tutti i momenti di frustrazione per non riuscire a fare
abbastanza, le altre azioni a cui ho partecipato nel corso di questi anni e
la gioia per essere qui, ora.
Ma è tempo di dividersi in gruppi, ognuno vada verso il cartello con il
colore e la sigla che identifica il suo team. Il team mio è il T3 verde.
Conosciamo i compagni di azione.
Satu, una donna finlandese che lavora in Greenpeace Slovacchia, sarà il
nostro team leader. Gli altri sono Stein, norvegese, capelli lunghi, si
occupa di salvare i lupi artici, a cui ha dedicato la sua vita. Bernard,
uomo sui cinquant'anni, belga. Ramon, stessa età, dall'Austria, barbetta da
Dersu Uzala.
Ina, 18 anni, da Costanza - Germania, fa ancora le superiori. Capelli rapati
a zero, carina, decisa, sembra molto più adulta. Vorrebbe imbarcarsi su di
una nave per Greenpeace. Martin, da Berlino, si occupa di energie
alternative. Ferdinando è svizzero. Parla bene l'italiano, è di origini
napoletane. Parla anche il francese e il tedesco, e quindi avrà il ruolo di
spokesman, cioè di parlare con i gestori, con la stampa, con i passanti.
Simon viene dall'Inghilterra, orecchie a sventola, silenzioso e sorridente,
guiderà uno dei due pulmini nell'azione. Gli altri nomi adesso mi sfuggono.
Siamo in tutto 18. Tutte belle persone.
A ognuno viene assegnato un ruolo, in base alla propria disponibilità,
esperienza, predisposizione. Io, Stein e altri 4 faremo il push: bloccare in
pochi minuti tutte le pompe. Ferdinando dovrà spiegare ai gestori cosa sta
succedendo. Greenpeace ha preparato una lettera per tutti i gestori, per
spiegar loro che non sono loro i nostri obiettivi, ma la Esso. Chiaramente
anche loro ci rimettono, ma per esempio gli shop vengono lasciati aperti.
Nella nostra stazione c'è un Tiger Market, un piccolo supermercato.
Poi c'è chi deve piazzare i cartelli, gli striscioni, la "police line"
(nastro bianco-rosso) intorno alle pompe. Gli altri devono scaricare l'
attrezzatura: cartelli, cibo e acqua per le 14 ore in cui saremo lì,
lucchetti, catene, manette, materiale informativo, ecc.
Finita la riunione prendiamo i due pulmini e andiamo a fare un sopralluogo
notturno.
La stazione è in un paesino a mezz'ora di autostrada da Luxemburg. Posto
tranquillo, gente di periferia.
Poi dormiamo in un parcheggio, sui pulmini. sono le 2 di notte.

VENERDI 25
Sveglia ore 4.45. Indossiamo le tute bianche e le pettorine gialle con la
scritta "Stop Esso" e partiamo.
Alle 5.55 siamo davanti alla stazione. Alle 6.00 in punto scatta l'azione.
La stazione di benzina è già aperta, lasciamo uscire un automobilista e
blocchiamo con i furgoni i due ingressi. Comincio a incatenare le pistole
delle pompe, poi mi incateno con le manette a una di queste.
Mi guardo intorno: è tutto a posto. Cartelli con scritto "fermè" e
striscioni con due di noi impediscono l'accesso alla stazione. Al market
invece si può andare. In 4 siamo incatenati. Mariella regge un altro
striscione in fronte alla strada, per essere visto da chi passa.
Il gestore si agita molto, è arrabbiatissimo. Dopo pochi minuti la polizia è
già qui, ed è ancora buio.
Ma non ci dicono niente. Osservano stupiti. Ancora non sanno che in quel
momento in altri 27 posti c'è una situazione analoga. L'idea che siamo in 28
stazioni contemporaneamente, e la notizia via cellulare che è andato tutto
bene, mi commuovono di nuovo.
Due ragazze cominciano a distribuire il materiale agli automobilisti stupiti
che arrivano numerosi. Sono depliant che spiegano perché Greenpeace boicotta
la Esso. Poi ci sono adesivi per le automobili e lecca-lecca con scritto
"Esso sucks" per i bambini.
Quando stiamo per bloccare l'ultima pompa quello che presumo sia un parente
del gestore afferra Stein per il collo e vorrebbe sferrargli un pugno. Viene
fermato dal gestore e da un automobilista. La polizia sta a guardare.
Inizia ora la lunga giornata di attesa. Piove, è ancora buio, farà freddo
stare tutte quelle ore immobili. Ma siamo attrezzati, con guanti, cappelli e
giacche a vento sotto le tute.
Gli automobilisti durante tutto il giorno ci lanciano segnali: chi ci fa un
segno di approvazione, con il dito pollice alzato, chi invece ci fa
gestacci, dicendoci che siamo matti. I segni di approvazione e di disprezzo
si equivalgono, più o meno.
Ma man mano che le ore passano, visto che la radio e la televisione
lussemburghesi danno ampio risalto alla notizia, cominciano i gesti di
solidarietà. Alla fine della giornata avremo ricevuto come regalo alcune
scatole di cioccolatini, dei dolcetti, una bottiglia di liquore. Un signore
distinto viene apposta per portarci dei soldi. Un genitore viene con due
bambini che ci hanno visto in TV, per far loro raccontare chi siamo e perché
facciamo questa cosa così "folle" e illegale. I bambini sembrano ammirati e
ascoltano a bocca aperta le spiegazioni di Ferdinando.
Poi i poliziotti ci prendono nomi e nazionalità, senza chiederci i
documenti. Si fidano, noi li accontentiamo e scriviamo da soli i nostri dati
sul loro blocchetto. Rimarranno tutto il giorno parcheggiati di fronte, in
macchina, a leggere il giornale o seduti al bar.
Alle 19, ormai è buio. L'azione è finita. Raccogliamo tutto, non lasciamo
alcun segno, nessun rifiuto, nessun danneggiamento. Foto di gruppo finale
davanti allo striscione. Esultiamo. Si è creata una bella solidarietà tra
noi, un bel team senza dubbio. Riprendiamo i pulmini e torniamo al "campo
base", dove scarichiamo e saliamo nel salone. Veniamo accolti con
entusiasmo. A ognuno spetta una birra di benvenuto. Poi la cena, un briefing
per spiegare il successo dell'operazione e la festa finale. Tutte le
stazioni sono state bloccate per tutta la giornata, nessun litro di benzina
Esso oggi è stato venduto in Lussemburgo!
Dormiamo nei sacchi a pelo, stanchissimi, per terra, mentre c'è chi balla
fino alle 3 di notte.
Luca Gianotti

Box
PERCHE' LA ESSO (EXXON MOBIL)
1.La Esso prova a convincere il pubblico che il riscaldamento globale non è
un fenomeno in corso, anche se la stessa Esso è una delle sue maggiori
cause. La Exxon spende milioni di dollari ogni anno in propaganda
ingannevole. E' la più grande compagnia petrolifera del mondo: dovrebbe dare
il buon esempio!
3. La Exxon è stato uno dei più grandi finanziatori della campagna
elettorale di George Bush. Appena Bush divenne presidente annunciò (su
pressione della Esso) che gli Stati Uniti sarebbero stati fuori dagli
accordi internazionali di Kyoto per fermare il riscaldamento globale.

PER SAPERNE DI PIU'
Greenpeace Italia Viale Manlio Gelsomini, 28 00153 Roma
www.greenpeace.it
www.stopesso.org
www.greenpeace.org