Ricevo da  Roberto Barnaba del WWF di Brindisi il seguente comunicato stampa 
sul rigasificatore . Credo che la questione  tocchi da vicino anche noi 
leccesi .
ciao  Mauro Pascariello
NOTA STAMPA SUL RIGASIFICATORE
Venerdì 15 novembre gli Amministratori comunale, provinciale e regionale 
hanno concordato l'installazione a Brindisi di un impianto di 
rigasificazione del metano. Tale accordo avviene con la benedizione del 
ministero delle attività produttive e con la piena soddisfazione della 
British gas.
In una democrazia i rappresentanti del popolo dovrebbero agire nel suo 
interesse, e i modi con cui si agisce debbono essere assolutamente 
trasparenti.
    Democrazia - fra l'altro - significa:
<sum> Non governare con la forza dei numeri, ma con il dialogo
<sum> Ascoltare tutte le opinioni, accettare quelle contrarie,  discutere 
sui fatti e trovare soluzioni accettabili per tutti
<sum> Informare i cittadini su ciò che si vuol fare, perché lo si vuol fare, 
sulle conseguenze che ne derivano ed acquisirne il consenso.
La nostra opinione è che l'impianto in questione sia pericoloso e 
assolutamente inutile.
Pericoloso perché si tratta di immagazzinare enormi quantità di gas 
infiammabile ed esplosivo nelle vicinanze di altri impianti chimici, 
anch'essi ad alto rischio, e adiacente ad un porto in cui si movimentano 
merci e passeggeri.
Inutile perché comporta un numero irrilevante di posti di lavoro, il metano 
non sarà destinato alle centrali termoelettriche e non si produrrà alcun 
tipo di indotto.
    Perciò - come cittadini - pretendiamo di conoscere:
1. quale è l' "interesse strategico" di cui parla il Governo centrale per 
imporre a Brindisi il rigasificatore
2. la destinazione del metano: da chi e come sarà utilizzato
3. quali sono i benefici che ne deriveranno e i rischi che la popolazione 
sopporterà
4. lo schema tecnologico dell'impianto
5. qualità e quantità di tutti i prodotti in ingresso e in uscita, scarichi 
in mare, condizioni di pressione e temperatura, qualità e tipologia dei 
sistemi di sicurezza interni
6. il piano predisposto dalla Protezione Civile in caso di incidente 
rilevante.
La volontà dei cittadini si esprime direttamente o attraverso i loro 
rappresentanti; non si può - in una democrazia - non tenerne conto, 
specialmente in casi come questo.
    Quindi attendiamo risposte, chiare, precise ed esaurienti alle sei domande 
che abbiamo posto. In mancanza dovremo dedurre che il bene, gli interessi e 
la sicurezza della città passano ancora una volta in secondo piano, e chi ha 
l'obbligo di tutelarli non lo fa, contravvenendo al mandato ricevuto.
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