[CSSF] Fw: [lecce_cittaplurale] attività bis salute mentale

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Autor: mc
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To: <lecce_cittaplurale@???>
Sent: Tuesday, November 19, 2002 8:07 PM
Subject: [lecce_cittaplurale] attività bis salute mentale


attività bis
MANIFESTO PER LA SALUTE MENTALE

La nuova Consulta Nazionale per la Salute Mentale, promossa dalla Funzione
Pubblica Cgil, Psichiatria Democratica, Unasam, Arci e Cittadinanza Attiva,
insieme a Caritas Italiana in qualità di invitato permanente, vuole
rappresentare una sede di confronto, elaborazione e promozione per chi opera
per l'affermazione dei diritti dei cittadini con sofferenza mentale, e per
la realizzazione nella comunità della loro emancipazione, secondo i principi
della legge 180.

Obiettivi prioritari sono: risposte adeguate ai bisogni primari,
raggiungimento di condizioni di vita dignitose, integrazione sociale,
trattamenti i migliori possibili, valide relazioni affettive, autonomia e
lavoro.

La Consulta

è impegnata nella lotta al pregiudizio sociale ed al mito del "matto"
incurabile ed inguaribile, una scelta chiara ed indispensabile per fondare
una società tesa alla costruzione di rapporti paritari, significativi ed
autenticamente rispettosi della soggettività del singolo, dell'altro da noi;

intende superare i luoghi psichiatrici della separazione,
dell'allontanamento e della contenzione, riconoscendo il diritto a non
subire azioni lesive della propria incolumità fisica e della propria
dignità; si impegna per la chiusura definitiva di tutti gli ospedali
psichiatrici, per il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari e
contro ogni forma di neoistituzionalizzazione;

opera per l'attuazione su tutto il territorio nazionale del Progetto
Obiettivo Tutela della Salute Mentale; contrappone ad una salute mentale "di
attesa" senza capacità promozionali e propositive, una psichiatria di
comunità, organizzata sulla presenza di reti di protezione e di servizi sul
territorio, aperti anche 24 ore su 24, capaci di una presa in carico
evolutiva in grado di ridurre la sofferenza personale ed il peso sulle
famiglie;

promuove una gestione partecipata della tutela della salute mentale nella
programmazione, controllo e valutazione dei servizi;

considera fondamentale l'associazionismo degli utenti, dei familiari e degli
operatori, il volontariato, l'auto-mutuo-aiuto, l'impresa e la cooperazione
sociale;

vuole ridare protagonismo alle persone, umanizzare i servizi e migliorare la
vita di comunità, terreno ideale di incontro e di crescita per operatori,
utenti, familiari e cittadini.





La nuova Consulta ha istituito un comitato esecutivo formato da Massimo
Cozza (coordinatore), Rossana Dettori (Fp Cgil), Emilio Lupo (Psichiatria
Democratica), Ernesto Muggia (UNASAM), Francesca Coleti (ARCI), Maria Teresa
Milani (Cittadinanza Attiva) e da Francesco Marsico (Caritas Italiana) in
qualità di invitato permanente.

La sede della Consulta si trova presso la Funzione Pubblica Cgil in via
Leopoldo Serra n. 31 00154 Roma

Per contattarci: Tel 0658544409 Fax 0658544332 E Mail consulta@???











      Appello sulla legge 180 lanciato da EXCLUSION.NET


      "DI TUTTO ABBIAMO BISOGNO TRANNE CHE..."


      La legge 180/1978 fa parte del patrimonio culturale democratico e di
civiltà di questo paese. Quand'anche approvata sulla spinta di un referendum
e per lungo tempo disapplicata, rappresenta una conquista irreversibile di
diritti irrevocabili.


      In questi anni lentamente, troppo lentamente, ha trovato graduale
applicazione nel nostro paese. Occorre rafforzare ogni strumento
amministrativo, finanziario, organizzativo utile a realizzarne compiutamente
presupposti e indicazioni.


      Occorre rendere operativo l'accordo Stato - Regioni e il vincolo del
5% del Fondo Sanitario da destinare ai Servizi di salute mentale ,
generalizzare i modelli organizzativi sviluppati in alcune aree del paese
con caratteristiche di esemplarità, potenziare Centri di Salute Mentale
aperti anche 24 ore su 24, promuovere piccole residenze protette,
cooperative sociali, strutture e risorse per l'inserimento lavorativo,
pronti soccorso presso gli ospedali generali.  Che siano approntati servizi
di assistenza domiciliare, offerti sostegni psicologici, sociali,
assistenziali, ed economici alle famiglie e soprattutto agli utenti,
interventi di qualità del privato sociale, ecc.


      Molto serve: quel che non serve affatto è cambiare la legislazione,
provocando arretramenti culturali organizzativi e sul piano dei diritti di
cittadinanza che ci riporterebbero al secolo scorso.


      Innumerevoli prese di posizione del Consiglio d'Europa,
dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, di società scientifiche, di
organizzazioni non governative hanno sottolineato in questi decenni il
valore e la portata della legislazione psichiatrica italiana: impegneremo
Governo, Regioni, Parlamento, ASL, forze sociali, professionisti,
associazioni no profit a sostenere la legge 180 contrastando devastanti
proposte di modificazione e promuovendo lo sviluppo forte della sua
applicazione in ogni area del paese.



      Si può aderire inviando una e mail con oggetto "adesione appello 180"
a


      exclusion@???



      AGGIUNGENDO NOME, COGNOME, CITTA',
      QUALIFICA E ISTITUZIONE DI APPARTENENZA



TEMPI DURI!!!   solidarieta' con il movimento per i fattacci in corso...  vi
prego di diffondere      ciao  marilena




























APPELLO DI PSICHIATRIA DEMOCRATICA
CURIAMOLI, NON RINCHIUDIAMOLI!

NO ALLA PROPOSTA DI LEGGE BURANI-PROCACCINI
NO AD UNA LEGGE DI POLIZIA
NO AI NUOVI MANICOMI

La proposta di legge Burani-Procaccini privilegia la difesa sociale ed il
controllo, rilanciando il concetto di pericolosità.

Infatti:

-         prevede" l'inserimento coatto in una struttura protetta" quando i
comportamenti della persona " affetta da disturbi mentali costituiscono
rischio per sé o per gli altri";


-         stabilisce la separazione tra divisioni ospedaliere psichiatriche
e servizi territoriali, azzerando il concetto della centralità territoriale
e dell'integrazione degli interventi in salute mentale, sancito dalla legge
180 ;


-         esaspera l'aspetto medico- ospedaliero quando prevede che " la
divisione.si articola in area di degenza per acuzie, area di degenza
post-acuzie e riabilitazione precoce, area degenze specializzate per
patologie specifiche, are degenza diurna per sub.acuzie" ( art. 6);


-         restringe fortemente la libertà personale, violando un diritto
fondamentale sancito dalla Costituzione Italiana, quando prevede che il
Trattamento Sanitario Obbligatorio Urgente (TSOU) può essere effettuato
anche per affezioni non psichiatriche, per "patologie fisiche o per soggetti
anziani ultrasessantenni". Il TSOU, per il quale scompaiono le garanzie a
favore del paziente, può essere esteso a persone con problemi di alcol e
tossicodipendenza (art.7);


-         espropria il Giudice Tutelare dei compiti di difesa e garanzia
della libertà individuale, relegandolo al ruolo di una "Commissione con
funzioni ispettive e di controllo" (art.7);


-         stabilisce, per ogni Regione; la costituzione di almeno 3
strutture residenziali ad alta protezione, ciascuna di 20 letti, "per
accogliere le persone affette da gravi psicopatologie e che rifiutino
l'inserimento in altre strutture e comunità", dove sono ricoverati anche "i
malati destinati all'ospedale psichiatrico giudiziario". "Dovranno essere
dotate di aree residenziali protette per assicurare il rispetto dello
svolgimento di eventuali misure di sicurezza emesse dalla Autorità
Giudiziaria";


-         ripropone l'ergoterapia e la rieducazione forzata, squalificando
l'impresa sociale, quando considera la remunerazione del lavoro come un
optional ("eventuali compensi devono essere assegnati al paziente che ha
svolto il lavoro", art.8)


-         riserva alla gestione pubblica i soli interventi di urgenza ed
emergenza nonché quelle di ispezione sulle strutture private, possibile
anche una sola volta ogni due anni ( art.9),


-         riapre concretamente i manicomi quando prevede che "le aree e gli
edifici degli ex Ospedali psichiatrici sono utilizzati per la realizzazione
di strutture in favore delle persone affette da disturbi mentali" (art.12).




Questi sono i motivi principali per cui Psichiatria Democratica ritiene
fermamente che questo testo sia inemendabile e, sulla base di una
trentennale esperienza pratica di lavoro nei servizi, inapplicabile perché
incapace di affrontare e risolvere i problemi degli utenti e delle loro
famiglie.



L'Italia è oggi un Paese senza manicomi.

Questa grande scelta di civiltà e di progresso è stata possibile anche
perché è ormai sedimentata nella nostra cultura la consapevolezza che non ci
si prende cura delle persone con disturbi psichici

rinchiudendole e privandole della loro libertà, ma ascoltandole e trovando
concrete risposte ai loro bisogni.

La proposta di legge Burani-Procaccini, riproponendo il concetto di
pericolosità dei malati mentali, ricaccia il vivere civile a cento anni fa:
si torna, nei fatti, alla "legge speciale" del 1904, fondamento degli orrori
ben noti dei manicomi. E' un salto indietro, nel buio, per tante persone
affette da disagio mentale il cui diritto ad essere curate dignitosamente
sul territorio è violato.

Se questa legge dovesse sciaguratamente essere approvata, anche i familiari
ne soffrirebbero, nel vedere i loro congiunti sottoposti ad obblighi ed
imposizioni, ridotti ad oggetto in mano ad una psichiatria che opprime.

Le parole: "controllo", "obbligatorio", "forze dell'ordine", spesso
adoperate , sono più adatte ad una legge di polizia che ai bisogni socio-
sanitari dei cittadini sofferenti e le stesse strutture residenziali
indicate, dove si prevede non la vita ma solo controllo e segregazione,
assomigliano più a caserme, più a carceri, con regole rigide, che a luoghi
che accolgono e curano.

Questa proposta, postulando un controllo ossessivo sul comportamento del
paziente, induce e stimola regressione, sofferenza addizionale, opposizione,
determinando la circolare risposta più repressiva del sistema, come ormai
ben noto: il paziente, cioè, "diviene pericoloso" man mano che trova
insopportabile la detenzione.

Meraviglia che la Burani-Procaccini sia presentata come un'innovazione
quando ripete tutte le procedure del paradigma manicomiale. Infatti la
suddivisione in "aree di degenza" esige che il paziente si adatti a
strutture separate che ricordano decisamente l'organizzazione di
un'istituzione totale, con i suoi reparti diversificati sulla base del
comportamento.



PSICHIATRIA DEMOCRATICA rifiuta categoricamente la logica del nuovo
internamento che è alla base di ciascun articolo di questa proposta, che
farebbe uscire l'assistenza psichiatrica dal circuito dei servizi pubblici a
favore dello sviluppo di aggregazioni private, cui affidare la custodia
delle persone.

L'impegno di Psichiatria Democratica contro il testo Burani-Procaccini va al
di là dello specifico della psichiatria: è una battaglia di civiltà contro
un sistema istituzionalizzato che produrrebbe sequestri di persona,
sottraendo alla magistratura il ruolo di garante dei diritti.



In questi trent'anni, nonostante enormi ostacoli frapposti dai "padroni" dei
manicomi e delle cliniche private sempre pronti a trarre profitto dalla
sofferenza delle persone e dai drammi delle famiglie, si sono realizzate in
Italia, al Nord, come al centro, come al Sud, esperienze di grande livello
qualitativo, che molti paesi nel mondo stanno imitando.

Non si vogliono negare alcune mancate risposte ai bisogni di salute mentale
della gente, soprattutto nelle grandi aree urbane. Deve essere chiaro, però,
che questo dipende principalmente dalla mancata attuazione del Progetto
Obiettivo Nazionale 1998-2000 "Tutela della Salute Mentale", a causa della
scarsità e della sottrazione delle risorse necessarie.

Stupirebbe che questa maggioranza parlamentare, dopo aver bocciato un
emendamento alla precedente Legge Finanziaria, che tendeva a vincolare una
quota appena sufficiente del Fondo Sanitario per realizzare o potenziare i
Dipartimenti di Salute Mentale, volesse adesso cimentarsi nella discussione
di una proposta di legge, la quale, oltre che pericolosa per gli elementari
diritti di cittadinanza, richiederebbe per la sua applicazione un'enorme
quantità di risorse economiche aggiuntive.



PSICHIATRIA DEMOCRATICA, esprime il proprio sostegno e l'attiva solidarietà
agli utenti, ai loro familiari e a quegli operatori che, attraverso il loro
duro lavoro accanto a chi soffre, hanno dimostrato che è possibile far
Salute Mentale vicino alla gente, senza avere mai più bisogno di vecchi o
nuovi manicomi.

Lancia un appello a tutti coloro che hanno a cuore la difesa dei più deboli
e la lotta contro ogni forma di repressione di impegnarsi affinché il
disegno di legge Burani-Procaccini non sia tramutato in legge dello Stato.

PER ADERIRE VAI AL SITO DI PSICHIATRIA DEMOCRATICA















VICINI AI MALATI DI MENTE

Caritas Italiana e Ufficio nazionale CEI per la pastorale della sanità, in
occasione della Giornata mondiale della salute mentale che si celebra il 10
ottobre, ribadiscono la centralità della persona

L'annuale Giornata mondiale della salute mentale ci offre ancora una volta
l'occasione per approfondire condividere attenzioni e preoccupazioni su un
problema sempre più delicato e sempre più diffuso, in Italia e nel mondo,
qual è quello della malattia mentale.

Nella vita di ogni persona esistono momenti difficili, eventi traumatici,
situazioni che mettono a rischio la salute, anche la salute mentale. Il
riuscire a far fronte a simili situazioni è determinato da molteplici
fattori. Dalle energie e risorse della persona, dalla consapevolezza che la
stessa ha delle proprie potenzialità, dalla capacità di attivarle ed
utilizzarle, dal contesto in cui la persona vive (disposto ad accorgersi
della sofferenza e a farsi solidale), dal sistema sociale, che tutela i più
deboli o delega la loro cura agli organismi di volontariato ecclesiale e
non, o si occupa di nasconderli agli occhi di "chi sta bene", magari
rinchiudendoli contro la loro volontà. Infine, dai servizi di sanità
pubblica, in grado di accogliere le richieste di salute dei cittadini, di
attuare la presa in carico della persona, e non del sintomo, per un progetto
globale di cura.

La Caritas Italiana e l'Ufficio nazionale CEI per la Pastorale della sanità
in questa Giornata mondiale vogliono contribuire a rilanciare l'attenzione
ad ogni persona, ad ogni cittadino, ad ogni fratello.

Invitiamo le comunità ecclesiali, che sempre più risultano attente ed
impegnate nei confronti di quanti vivono situazioni di sofferenza mentale, a
farsi "prossimo" a questi fratelli per condividere tempo, calore, amicizia,
fatica, dolore. Ma anche piccole gioie e conquiste quotidiane che le
esperienze diffuse nel territorio nazionale e all'estero ci permettono di
dire che esistono, sono possibili.

Nel mondo ricordiamo in particolare l'impegno della Caritas Italiana sul
tema della malattia mentale in Serbia e Montenegro e l'impegno di
prevenzione e cura dei disturbi post-traumatici da stress, in Sierra Leone
(recupero bambini-soldati) e in tutte le emergenze collegate alla guerra o a
calamità.

In Italia in questo momento assistiamo ad un processo di revisione della
legislazione in materia, e c'è chi sottolinea molto la presenza di
cronicità tra i malati di mente, quasi dimenticando che la malattia ha fasi
e livelli differenti e quasi negando ogni possibilità di guarigione.

Occorre invece, a nostro avviso, agevolare la condivisione del dolore in una
comunità che sa essere accogliente, se ben motivata ed indirizzata, e
bisogna mettere sempre più i servizi pubblici in grado di far fronte a
situazioni di sofferenza con una presa in carico efficace e con risposta
adeguata ai bisogni.

Torniamo inoltre a sottolineare la necessità di servizi territoriali e la
terapeuticità del contesto, della comunità che ha il diritto e il dovere di
accogliere chi soffre.

In questa Giornata sembra, pertanto, importante ribadire che:

·        sono possibili, accessibili ed attuabili percorsi di cura
differenziati e creativi per la sofferenza mentale, in un quadro di
interazione con l'intero sistema sanitario e in presenza di coordinate
verificabili;


·        è necessario che la salute mentale diventi una priorità e che si
dedichino le risorse necessarie, sia nella cura che nella prevenzione;


·        è indispensabile impegnarsi a lavorare insieme per sradicare i
pregiudizi collegati alle malattie mentali e assicurare che, coloro che ne
soffrono, ricevano attenzioni, cure e la comprensione di cui hanno
disperatamente bisogno;


·        occorre promuovere processi di deistituzionalizzazione a tutti i
livelli del sistema di cura


·        in Italia è utile un dibattito sulla legge 180 per andare oltre,
senza disperdere i valori e gli obiettivi che l'hanno promossa e animata, ma
semmai rafforzandone gli strumenti di attuazione, nell'interesse della
persona malata e aiutando le famiglie nella solidarietà a sostenere queste
situazioni.




Caritas Italiana e la revisione della legge 180
Osservazioni e perplessità

E' ripreso in questi giorni, presso il Comitato ristretto della Commissione
affari sociali, l'esame della versione rivisitata della proposta di legge n.
174 dell'on. Burani Procaccini, che accoglie e ingloba le proposte dell'on.
Cè e dell'on. Cento.

"La prima osservazione che viene dalla lettura della rinnovata proposta di
legge - spiega don Giancarlo Perego, responsabile dell'area nazionale di
Caritas Italiana - è che sembra dimenticare che la riforma psichiatrica,
iniziata con la legge 180/78 e continuata, sul piano strutturale, con la
legge 833/78, attende ancora di essere applicata in modo completo, con
l'attenzione ai parametri fissati e su tutto il territorio nazionale. Una
seconda osservazione generale è che la nuova proposta tende a punire e
penalizzare le persone affette da patologia mentale, rifocalizzando
l'attenzione sulla pericolosità del malato, sulla necessità della sua
esclusione dal contesto di vita quotidiana ed elencando una serie di
procedure di tipo giudiziale. Il paziente perde ogni possibilità di
autodeterminarsi: è descritto sempre come 'oggetto' che altri rinchiudono,
confinano per tempi lunghi, privano di diritti. Una terza osservazione: per
la psichiatria sembra crescere una cultura incentrata sul ricovero
ospedaliero. I vari reparti previsti in Ospedale (degenza post acuzie,
riabilitazione precoce e degenza diurna) sembrano creare una frattura tra
territorio e mondo della cura della salute mentale.

Una quarta osservazione è la mancata considerazione, nella proposta di
legge, delle rappresentanze di organismi di volontariato e di tutela dei
cittadini. Una quinta e ultima osservazione riguarda la non chiarezza su
quali servizi del Dipartimento Salute Mentale possono essere privati e con
quali criteri".

"Ci sono poi alcuni articoli e commi - continua don Perego - che destano
perplessità o, comunque, chiedono ulteriori specificazioni. Tra i diversi
individuati, oltre 30, ricordiamo i più importanti: la specificazione della
Neuropsichiatria infantile, il rapporto tra Centri di Salute Mentale e
medici di base, la specificazione se l'attività scolastica comprende anche
la formazione professionale, la trasformazione degli OPG (Ospedali
psichiatrici giudiziari) in strutture ad alta protezione, il rischio che il
Trattamento Sanitario Obbligatorio rinnovabile risulti troppo discrezionale
e indefinito, l'uniformità su tutto il territorio nazionale dei costi per il
malato in Trattamento Sanitario Obbligatorio, la pericolosità di introdurre
il rapporto costo/benefici riguardo ai farmaci, la poca chiarezza sulla
gestione del sussidio di inserimento sociale che dovrebbe aiutare a
migliorare la qualità della vita, la formazione del personale, la
destinazione del patrimonio degli ex-Ospedali psichiatrici e il reperimento
di nuove strutture".

Caritas Italiana, dopo aver avuto un incontro al Ministero della sanità sul
tema della modifica della 180, ha inviato alle oltre 200 Caritas diocesane
in Italia il testo della nuova proposta di legge e le prime osservazioni
redatte da un tavolo di lavoro per raccogliere ulteriori indicazioni dalle
diverse realtà che operano sul territorio nazionale.

"E' da notare, infine - conclude don Perego - che da una recente indagine
che ha riguardato 120 Caritas diocesane risulta che il 70% delle stesse
incontra con continuità situazioni di malati di mente e i loro familiari,
che oltre il 50% delle stesse Caritas ha avviato o intende avviare percorsi
di sensibilizzazione e di formazione sulle problematiche sociali inerenti i
malati di mente; il 50% ha rapporti e scambi costanti con il DSM e il 20%
delle Caritas diocesane ha promosso servizi specifici in riferimento ai
fenomeni della salute mentale".

Roma, 7 ottobre 2002













Comunicato stampa dell'11 luglio 2002 della Consulta Nazionale insieme ad
altre associazioni in occasione dell'avvio della discussione nel Comitato
Ristretto della Commissione Affari Sociali della Camera delle modifiche alla
legge 180
No a modifiche della legge 180, si alla realizzazione di una rete di servizi
pubblici di salute mentale di comunità
Le iniziative parlamentari di modifica della 180, sia di "cambiamento" che
di "miglioramento", non costituiscono la vera risposta ai bisogni di salute
mentale dei cittadini.
Pensare che con una nuova legge si possano evitare i drammi familiari e le
tragedie, le cui notizie negli ultimi mesi hanno invaso i mass media, appare
illusorio e fuorviante.
Le statistiche e le evidenze scientifiche dimostrano l'infondatezza della
correlazione tra violenza e malattia mentale.
Le proposte di Trattamento Sanitario Obbligatorio prolungato (Tsop) non
costituiscono una soluzione ma portano inevitabilmente alla realizzazione di
nuove strutture manicomiali. Infatti il Tsop potrà realizzarsi solo con
porte chiuse e sbarre alle finestre, in contrasto con un appropriato
processo terapeutico riabilitativo.
E' innegabile, d'altra parte, che molte famiglie si trovano troppo spesso ad
affrontare da sole la grave sofferenza di un congiunto. Ma è altrettanto
innegabile che, nelle realtà in cui i servizi di salute mentale hanno potuto
farsi carico con continuità del disagio, i cittadini hanno ottenuto risposte
adeguate e non si sono verificati fenomeni di abbandono.
La vera risposta, pertanto, è la realizzazione e lo sviluppo capillare di
una rete di servizi pubblici di salute mentale di comunità.
Per far questo non serve una nuova legge, principalmente per due motivi:
1) Con la modifica del Titolo V della Costituzione l'organizzazione dei
servizi di salute mentale è di competenza delle amministrazioni regionali,
così come ribadito anche nel documento del 28 febbraio 2002 della Conferenza
dei Presidenti delle Regioni.
2) Il finanziamento per l'assistenza psichiatrica viene definito in sede di
Conferenza Stato Regioni, così come affermato dallo stesso Ministro della
Salute.
E' necessario, allora, che le Regioni elaborino e realizzino propri Progetti
Obbiettivi che rispondano alle esigenze diversificate del territorio.
Concludendo, si ritiene sostanzialmente inutile e potenzialmente dannoso
procedere a modifiche della legge 180.
Rimane, invece, la necessità di attuare il Progetto Obbiettivo nazionale,
anche apportando i necessari miglioramenti, e diventa decisivo che le
Regioni mantengano l'impegno già assunto di destinare almeno il 5% dei fondi
sanitari per la salute mentale, rendendo in primo luogo possibile
l'assunzione degli 8mila operatori mancanti.

Auser, Caritas Italiana, Cittadinanza Attiva, Conferenza per la Salute
Mentale di Milano,Consulta nazionale per la salute mentale, Coordinamento
nazionale delle Comunità di Accoglienza, Federconsumatori, Funzione Pubblica
Cgil, Forum 32, Gruppo Abele, Comunità Capodarco ,Fondazione Basaglia,
Emergency, Parsec, Lila, Fish, Legambiente, Psichiatria Democratica, Unione
Nazionale delle Associazioni per la Salute Mentale.

















LA Consulta Regionale della Puglia contro la soppressione dei sussidi
economici ai pazienti psichiatrici


I COMUNICATO
Al Presidente Consiglio Regionale
Ai Capi gruppo Consiglio Regionale
p.c.                      Agli Organi di stampa
LORO  SEDI



Le sottoscritte organizzazioni rilevano che inspiegabilmente dal bilancio di
previsione della Regione Puglia per il 2002 non è stato previsto alcun
stanziamento per la spesa che le ASL sostengono nell'erogare sussidi
economici ai pazienti dei Servizi psichiatrici.

Una spesa di sole 10 miliardi di vecchie lire che consentiva di avviare e
sostenere programmi terapeutico-riabilitativi, attraverso interventi
sanitari e non assistenziali, volti a migliorare l'immagine sociale,
l'inserimento familiare, il recupero lavorativo di soggetti altrimenti
destinati all'assistenzialismo delle pensioni di invalidità.

Molti centri di salute mentale usano il sussidio come borsa lavoro che
consente di sostenere l'utente nel difficile percorso di inserimento
lavorativo nei laboratori artigianali, nelle piccole industrie, nelle
cooperative sociali.

L'apparente risparmio di soli 10 miliardi produrrà un incremento della
spesa per ricoveri e farmaci, rinforzando l'idea delle famiglie, degli
utenti, degli operatori di essere sempre più soli nella lotta ad una
malattia che colpisce tanto la mente quanto la dignità dell'individuo.

Per quanto su esposto chiediamo ai capi gruppo in consiglio regionale di
incontrarci venerdì 19 Luglio alle ore 12.00 nella Sala dei Gruppi in Via
Capruzzi per meglio illustrare le conseguenze della decisione assunta.

Inoltre le sottoscritte associazioni organizzano un presidio di utenti
familiari ed operatori per il 23 Luglio alle ore 9.00, in concomitanza della
riunione del Consiglio regionale, presso l'aula consiliare di Via Capruzzi.

Bari, 11.07.2002

FORUM 32                                       Sen. Franco CARELLA


FUNZIONE PUBBLICA CGIL                   Sig. Giuseppe CATUCCI


CONSULTA SALUTE MENTALE               Dr. Salvatore FERRARO


PSICHIATRIA DEMOCRATICA                 Dr.ssa Mariella GENCHI


COORD. GESTORI STRUTTURE RIABILITATIVE Dr. ANTONUCCI - ACLI
Sig.ra ANTONACI Coop. Spazi Nuovi

ASSOCIAZIONE TUTELA SALUTE MENTALE          Sig. Antonio CIARDO






II COMUNICATO


Al Presidente Consiglio Regionale

Ai Capi gruppo Consiglio Regionale

  p.c.                      Agli Organi di stampa


LORO SEDI



Le sottoscritte organizzazioni rilevano che inspiegabilmente dal bilancio di
previsione della Regione Puglia per il 2002 non è stato previsto alcun
stanziamento per la spesa che le ASL sostengono nell'erogare sussidi
economici ai pazienti dei Servizi psichiatrici.

Una spesa di sole 10 miliardi di vecchie lire che consentiva di avviare e
sostenere programmi terapeutico-riabilitativi, attraverso interventi
sanitari e non assistenziali, volti a migliorare l'immagine sociale,
l'inserimento familiare, il recupero lavorativo di soggetti altrimenti
destinati all'assistenzialismo delle pensioni di invalidità.

Molti centri di salute mentale usano il sussidio come borsa lavoro che
consente di sostenere l'utente nel difficile percorso di inserimento
lavorativo nei laboratori artigianali, nelle piccole industrie, nelle
cooperative sociali.

L'apparente risparmio di soli 10 miliardi produrrà un incremento della
spesa per ricoveri e farmaci, rinforzando l'idea delle famiglie, degli
utenti, degli operatori di essere sempre più soli nella lotta ad una
malattia che colpisce tanto la mente quanto la dignità dell'individuo.

Per quanto su esposto chiediamo ai capi gruppo in consiglio regionale di
incontrarci venerdì 19 alle ore 12.00 nella Sala dei Gruppi in Via Capruzzi
per meglio illustrare le conseguenze della decisione assunta.

Bari, 11.07.2002



FORUM 32                                                          Sen.
Franco CARELLA


SIRP(Società Italiana Riabilitazione Psichiatrica)                Dr.
Giuseppe SACCOTELLI


FUNZIONE PUBBLICA CGIL                 Sig. Giuseppe CATUCCI


CONSULTA SALUTE MENTALE                Dr. Salvatore FERRARO


PSICHIATRIA DEMOCRATICA                                Dr.ssa Mariella
GENCHI


COORDINAMENTO GESTORI STRUTTURE RIABILITATIVE                Dr. ANTONUCCI -
ACLI


Sig.ra ANTONACI Coop. Spazi Nuovi

ASSOCIAZIONE TUTELA SALUTE MENTALE
Sig. Antonio CIARDO

P.S.      Per comunicazioni:            Consulta Salute Mentale
                                                C/o C.S.M. - Massafra


                                                Tel. 099 8850621
                                                Email: csm.massafra@???






































SALUTE MENTALE: NO AI TAGLI AI SERVIZI!

            Le associazioni rappresentate in questo documento sentono la
necessità di comunicare pubblicamente alcune questioni che riguardano la
psichiatria all'interno della Regione Liguria. Da alcuni anni queste
associazioni si sono costituite in un'unica rappresentanza attraverso la
creazione della Consulta Regionale per la Salute Mentale.


            La Consulta per la Salute Mentale, composta da rappresentanze di
utenti, famiglie e operatori del settore, si propone di garantire una
rappresentatività sociale che possa favorire momenti di confronto con le
istituzioni deputate a governare le varie realtà socio sanitarie del nostro
territorio.


            I problemi che la Consulta vuole evidenziare, perseguendo
l'applicazione del progetto obiettivo 1998/2000 come elementi di discussione
sono:


§         mantenimento, rafforzamento e riorganizzazione delle risorse
destinate alla salute mentale contro ogni tentativo di ridimensionamento;


§         garanzie di equilibrio tra le varie strutture del Dipartimento di
Salute Mentale evitando lo spostamento della centralità della cura dal
territorio all'ospedale;


§         funzionalità del Dipartimento di Salute Mentale in termini
professionali, organizzativi e strutturali con pieno utilizzo delle risorse;


§         salvaguardia dei diritti degli utenti nei momenti di ricovero,
della cura e della riabilitazione;


§         organizzazione dell'attività dei Centri di Salute Mentale sulle 24
ore per 7 giorni alla settimana affrontando così il problema dell'emergenza
psichiatrica sul territorio, superando altresì il ricovero improprio e
immotivato in strutture ospedaliere;


§         evitare che le strutture di degenza pubbliche e private diventino
luoghi di abbandono e di emarginazione senza che il cittadino ricoverato
abbia alcuna possibilità di recupero della propria condizione di salute.




La Consulta chiede di essere presente con i suoi delegati nelle Commissioni
per la psichiatria operanti presso la Regione e le Unità Sanitarie Locali.

Su tutti questi problemi chiediamo alla Regione e alle Aziende Sanitarie un
immediato confronto.

Genova, 4 aprile 2002

Consulta Ligure per la Tutela della Salute Mentale: Tel 0106028316 CGIL GE -
0187547270 CGIL SP

Mail: fp.genova@??? - fpasl@???































Iniziativa sulla 180 della Consulta Puglia la mattina del 18 marzo a Bari

Nell'ambito delle iniziative in sostegno alla Legge 180, la Consulta per la
Salute Mentale della Puglia ha organizzato un incontro con le parlamentari:
Bindi, Cossutta e Turco per lunedì 18 Marzo, alle ore 10, presso il C.S.M.
del Quartiere S. Paolo a Bari (Via Sassari n° 1 - c/o la chiesa).
E' importante garantire una presenza qualificata di operatori, genitori e
utenti, cooperative sociali di tipo B e A.
Nell'occasione verrà lanciata l'iniziativa delle cartoline indirizzate al
Presidente del Consiglio, On. Berlusconi, e al Presidente della Giunta
Regionale, Dr. Fitto





















Successo della Consulta: Nuovo Documento delle Regioni su salute mentale

La linea della Consulta Nazionale della Salute Mentale ha portato ad un
nuovo successo con l'approvazione da parte delle Regioni di un Documento
sulla salute mentale datato 28 febbraio di grande rilevanza sulla salute
mentale. Adesso le Consulte Regionali e locali si dovranno attivare per una
sua reale applicazione su tutto il territorio nazionale. In particolare nel
Documento si afferma come prioritaria l'attuazione del Progetto Obbiettivo,
sconfessando di fatto le proposte di legge di modifica della 180 in
discussione alla Commissione Affari Sociali della Camera, anche con il
richiamo della esclusiva competenza in materia di salute mentale da parte
delle Regioni. Si conferma anche il precedente documento delle Regioni del
gennaio 2001, e pertanto anche la fondamentale scelta di destinare almeno il
5% dei fondi sanitari alle attività dei Dipartimenti di Salute Mentale.































Articolo sul Tirreno del Coordinatore Consulta Toscana D'Anza

IL TIRRENO DEL 17 GENNAIO 2002
globalizzazione e salute mentale: industria farmaceutica , cittadini e
servizi sanitari.

Perché in alcune aree della Toscana, più che in altre visto che il fenomeno
è piuttosto diffuso, i cittadini fanno uso massiccio di psicofarmaci,
soprattutto antidepressivi? Prendiamo spunto da questo dato fornito dall'
ASL di Lucca riferito al proprio bacino d'utenza per alcune considerazioni
generali sul consumo dei farmaci.
C'è chi sostiene,l'antropologo padre Mathieu, che in tanti casi di disturbi
psichicil' abuso di farmaci è supportato da una sorte d'invadenza della
medicina che si propone di "medicalizzare" comportamenti e malesseri, che
meglio andrebbero collocati in una dimensione extra-sanitaria.E' questo un
aspetto estremamente utile per la comprensione del fenomeno.
Nella mia opinione, il dibattito deve evitare un vizio metodologico di
fondo: sulla base di un dato iniziale, cioè l'iperconsumo di antidepressivi
da parte dei cittadini (lucchesi in questo caso) non si può conseguentemente
affermare che questa popolazione sia più depressa di altre. Si fa in questo
modo un'operazione di semplificazione e riduzione che non tiene conto di
altre cause che possono determinare il dato iniziale, come ad esempio
l'influenza delle multinazionali farmaceutiche.
Il nostro paese, come tutto l'occidente, è pieno di operazioni mistificanti
di questo genere. Per moltissimi anni quasi tutti i medici hanno
prescritto montagne di vitamine ai bambini ciò che - nella stessa
prospettiva epistemologica - avrebbe portato a concludere che quasi tutti i
bambini italiani avessero deficit di vitamine. E ciò nonostante che l'OMS
si sforzasse a sostenere che carenze vitaminiche nei bambini si
riscontravano esclusivamente in alcune aree del mondo cosiddette
sottosviluppate. Altri esempi: si è prescritto in quantità industriale la
calcitonina spray nasale in caso di osteoporosi e ciò nonostante che la
letteratura mondiale affermasse che tale sostanza, per via nasale, avesse un
assobimento quasi nullo.
Nel caso delle malattie psichiatriche il discorso è ancora diverso: la
diagnostica psichiatrica varia non da paese a paese ma tra zone limitrofe
dello stesso paese, fra quartiere e quartiere, fra strada e strada.
Conclusioni diagnostico-statistiche tratte dall'uso degli psicofarmaci e
dalle loro variazioni quantitative non hanno alcuno senso epistemologico e
non forniscono alcun dato utile.
Un aspetto centrale del problema è che la stessa nosografia e la stessa
diagnostica, psichiatrica in particolare, sono sempre più pesantemente
condizionate, determinate, obbligate dalle multinazionali farmaceutiche, che
indirizzano la diagnosi e quindi la terapia a secondo delle loro necessità
di diffusione e commercializzazione delle molecole.
In epoca di globalizzazione selvaggia è la "religione psicofarmacologica"
che detta legge. E questo è possibile con l'asservimento acritico, e non di
rado complice, delle cattedre psichiatriche universitarie.
Di conseguenza non si può nemmeno dichiarare "l'innocenza" dei servizi di
salute mentale nella sequenza che partendo dall'industria farmaceutica,
passa per le cattedre universitarie e arriva fino al cittadino/consumatore.
I servizi di salute mentale dovrebbero svolgere una funzione più attenta e
meno accondiscendente nei confronti delle cattedre universitarie e delle
ditte farmaceutiche, ragionare in maniera più critica e con minori
condizionamenti. E potrebbero fare meno "iniziative" sponsorizzate dalle
case farmaceutiche; questa sponsorizzazione è infatti un indice probabile di
asservimento.
A chi dovesse ritenere esagerate queste preoccupazioni, basterebbe
considerare il numero dei morti fra i bambini del terzo mondo per le
esigenze commerciali dei Signori dei Farmaci.
Il resto è silenzio.

Vito D'Anza
Consulta Regionale Salute Mentale

















DOCUMENTO DELLA CONSULTA DEL 30 GENNAIO 2002

Partendo dalla consapevolezza che in troppe zone del Paese non vengono date
risposte adeguate ai bisogni di tutela della salute mentale di oltre 600.000
persone con disturbi psichici gravi, a milioni di familiari e ad oltre
30.000 operatori, la Consulta ritiene che vi sia la necessità di un maggiore
impegno da parte di tutti, e in primo luogo delle Istituzioni.

La Consulta ritiene che la situazione attuale di inadeguatezza non vada
affrontata con modifiche della legge 180 che, come le proposte in
discussione alla Camera, rischiano di reintrodurre una logica di
emarginazione della persona con gravi disturbi psichici, considerata, in
modo scientificamente arbitrario, pericolosa per sé e per gli altri e da
escludere dalla società.

Invece di investire ingenti risorse per aprire nuove strutture segreganti
con depauperamento dell'assistenza territoriale la Consulta chiede di
attuare con le stesse risorse i risultati della I Conferenza Nazionale sulla
Salute Mentale, il Progetto Obbiettivo Tutela della Salute Mentale ed in
particolare quanto previsto nel Documento della Conferenza dei Presidenti
delle Regioni.

Peraltro le evidenze scientifiche e la stessa Organizzazione Mondiale della
Sanità (OMS) sostengono la validità della psichiatria di comunità che si
ispira ai principi della legge 180: territorio e ambiente di vita, oltre ai
diversi aspetti biologici, psicologici e sociali della malattia mentale.

Se l'obbiettivo è una integrazione sociale e sanitaria, centrata sulla
persona oltre che sulla malattia, offrendo anche opportunità di casa e di
lavoro, c'è allora bisogno che le molteplici esperienze positive di
attuazione del Progetto Obbiettivo diventino realtà su tutto il territorio
nazionale.

Questo si realizza senza bisogno di nuove leggi, ma con un impegno di tutti
gli attori interessati ed in primo luogo delle Istituzioni

La Consulta chiede pertanto:

·        L'attuazione del Progetto Obbiettivo Tutela della Salute Mentale e
il monitoraggio della sua attuazione a livello Regionale


·        Il rinnovo dell'impegno già assunto per il 2001 da parte delle
Regioni di destinare anche per il 2002 almeno il 5% dei Fondi sanitari
regionali per le attività di promozione e tutela della salute mentale


·        L'attuazione delle Conferenze Regionali sulla Salute Mentale quale
luogo di progettualità condivisa con ricadute operative e di integrazione
tra gli aspetti sanitari e sociali


·        Il conferimento a tutti i direttori generali di Asl di obbiettivi
attuativi del Pon con incentivazioni e verifiche


·        L'individuazione dell'Osservatorio sulla Tutela della Salute
Mentale quale sede più qualificata per la definizione dei progetti per la
tutela e la promozione della salute mentale, con rappresentanza equilibrata
di tutte le componenti del mondo scientifico, sociale e delle famiglie


·        L'attivazione a livello nazionale di un coordinamento
interministeriale e con le altre istituzioni interessate per l'elaborazione,
il monitoraggio e l'attuazione dei complessi impegni riguardanti la salute
mentale


·        L'immediata utilizzazione dei fondi già destinati dall'art. 98
della legge finanziaria 2001 per un programma nazionale di comunicazione e
di informazione contro lo stigma e il pregiudizio sulla salute mentale (1
mld), e per la realizzazione in ciascuna Regione di progetti di prevenzione
per la salute mentale, aventi ad oggetto, in particolare, interventi in
ambiente scolastico e interventi di promozione per la collaborazione stabile
tra medici di base e dipartimenti di salute mentale (3 mld)


·        L'adozione da parte della Conferenza Stato Regioni di strumenti
sanzionatori nei confronti delle inadempienze ai vari livelli
nell'attuazione di quanto previsto dal Progetto Obbiettivo


Roma, 30 gennaio 2002





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