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SABATO 23 NOVEMBRE 2002 BARI E MILANO MANIFESTAZIONI NAZIONALI CONTRO LA =
"FINANZIARIA" DELLA DESTRA
Si deve e si pu=F2 cambiare.
Con l'Ulivo per il lavoro, i diritti e le libert=E0, lo sviluppo
L'ULIVO INSIEME PER L'ITALIA
da 'la Rinascita della sinistra", settimanale di politica e cultura dei =
Comunisti Italiani: "FIAT: I VOLTI DELLA DIGNITA'", n. 43 venerd=EC 15 =
novembre 2002
...non possiamo che essere a fianco dei lavoratori in lotta.=20
AUTO A fianco dei lavoratori in lotta, contro la soluzione dei tagli =
facili e dei ridimensionamenti: non servono certo migliaia di =
licenziamenti per cambiare rotta
Fiat alla deriva? E il governo =E8 senza bussola
Nessun segnale sulle politiche industriali ma la crisi non pu=F2 =
aspettare. Occorre investire sulla ricerca
Di Alfiero Grandi, deputato dei DS=20
La rottura tra i sindacati e la Fiat era prevedibile, attesa e =
inevitabile di fronte all'atteggiamento dell'azienda. La Fiat, pi=F9 la =
crisi =E8 grave pi=F9 =E8 portata a ripercorrere gli stessi errori del =
passato, con una politica di tagli e di risparmi collocati in un'ottica =
puramente finanziaria. Questa politica aziendale inevitabilmente =
rinfocola i sospetti sulla reale volont=E0 di rilanciare l'azienda =
perch=E9 queste misure sono quelle classiche di chi rimette in ordine i =
conti per vendere e in questo caso la prospettiva, come =E8 noto a =
tutti, =E8 concreta e si chiama General Motors. La rottura conferma il =
valore della risposta di lotta gi=E0 avviata dai lavoratori e da settori =
sindacali e che ora avr=E0 nel 15 novembre un'importante e per fortuna =
unitaria giornata di sciopero.
A togliere illusioni ci ha pensato l'azienda gettando sul tavolo non =
solo un consistente pacchetto di lavoratori immediatamente in =
mobilit=E0, ma aggiungendo che anche il futuro di 8mila lavoratori messi =
in cassa integrazione =E8 appeso a un filo, o anche meno, perch=E9 =
l'azienda ne condiziona il rientro ad eventualit=E0 di mercato a cui per =
prima non crede. Si tratta quindi di migliaia di potenziali =
licenziamenti, anche a Termini Imerese dove pure Governo ed esponenti =
della maggioranza hanno speso garanzie a piene mani, evidentemente =
infondate.
C'=E8 qualche giustificazione per questo esito? No. I piani della Fiat =
sono tutt'ora nel solco delle scelte che hanno portato, in passato passo =
dopo passo, alla crisi attuale e quindi a queste scelte non pu=F2 essere =
data fiducia.
E' evidente il tentativo da parte dell'azienda di presentare la =
riduzione degli occupati alla Fiat come una dura necessit=E0. =
Emblematico a questo proposito =E8 il recente articolo di Paolo Fresco =
sul Corriere della Sera che si sforza di dipingere questa riduzione come =
una "cura" necessaria, con toni rassicuranti. Questo =E8 infatti il =
punto centrale del ragionamento della Fiat: se non esistessero =
alternative la reazione possibile da parte dei lavoratori e =
dell'opinione pubblica potrebbe essere di resistenza, certo importante, =
ma comunque difensiva. Va aggiunto che c'=E8 nel discorso di Fresco =
un'autentica perla perch=E9 detta da un manager della "globalizzazione". =
Ad un certo punto Fresco paragona l'alto gradimento che in Francia e in =
Germania c'=E8 per i prodotti nazionali, con lo scarso gradimento della =
Fiat in Italia. Sembra dire Fresco che la colpa =E8 degli italiani se la =
Fiat non vende perch=E9 sarebbero poco "nazionalisti".
Per un manager della "globalizzazione" =E8 un'enormit=E0, e anche una =
vera e propria scivolata. Come spiega Fresco la sfiducia totale del =
mercato americano dell'auto verso la Fiat se non con un'incredibile =
carenza di affidabilit=E0? La verit=E0 =E8 che l'azienda torinese ha =
pensato fino a poco tempo fa che il mercato italiano fosse una sorta di =
riserva di caccia e che poteva tenerlo con qualunque prodotto, mentre =
ora ha dovuto ricredersi amaramente e ha scoperto che la qualit=E0 =E8 =
il vero terreno della sfida in Italia, in Europa, nel mondo.
Anche gli italiani come tutti i consumatori ragionano sulla base di un =
rapporto tra qualit=E0 e prezzo. Qui =E8 la radice della crisi Fiat, che =
viene alla luce certamente in una fase di difficolt=E0 del mercato =
dell'auto, ma nel cui quadro c'=E8 chi va bene, chi si difende e chi =E8 =
in crisi. Per questo anche le misure generali che potrebbero permettere =
di intervenire e rilanciare il mercato dell'auto, ad esempio con =
ecoincentivi, non =E8 detto diano buoni risultati perch=E9 - =
paradossalmente - potrebbero aiutare i concorrenti che oggi sono =
certamente pi=F9 pronti, affidabili ed aggressivi. Quindi sono possibili =
misure generali sul mercato dell'auto, ma c'=E8 comunque l'esigenza di =
misure specifiche sul futuro della Fiat. Per questo hanno ragione i =
sindacati, interpretando un disagio profondo dei lavoratori, a =
respingere le scorciatoie, le soluzioni dei tagli facili, i =
ridimensionamenti, la logica del riequilibrio finanziario ad ogni costo. =
Con la logica dei tagli non ha senso cercare mediazioni.
Le banche sono rappresentative di questo atteggiamento. Le banche sono =
coinvolte nella crisi ma - se non spinte con adeguate pressioni a =
ragionare su un'ottica mediolunga - sono portatrici di una logica tesa a =
difendere il loro interesse immediato per il rientro dei crediti e =
quindi di risparmio a ogni costo e di ridimensionamento. Come del resto =
altri soggetti anche nella propriet=E0, che hanno voce in capitolo e =
sembrano avere a cuore anzitutto i conti e forse in realt=E0 hanno di =
mira solo l'obiettivo di creare le condizioni migliori per la cessione, =
pi=F9 che avere di mira le prospettive industriali. A questo punto =
dovrebbe intervenire la sede politica con un'ottica di medio-lungo =
periodo. Quindi =E8 necessario il ruolo del Governo e delle altre sedi =
istituzionali: Regione e Comune in particolare. Di fronte all'esplodere =
della crisi e alle proteste vigorose dei lavoratori, spaventati =
giustamente dai segnali provenienti dalla Fiat, il Governo ha =
farfugliato di interventi pubblici, lasciando intendere anche di essere =
disponibile ad entrare in qualche modo nel capitale dell'azienda. Chi =
ricorda la prosopopea propagandistica di Berlusconi sulla Fiat?
Entro il mese di ottobre Tremonti era incaricato di far conoscere gli =
interventi che il Governo avrebbe predisposto. Tremonti =E8 in realt=E0 =
impegnato in altre faccende, Marzano non conta. L'unico che si muove =E8 =
Maroni che, sulla base della dichiarazione dello stato di crisi da parte =
della Fiat ne prende atto e attiva la cassaintegrazione e cos=EC apre la =
strada ai licenziamenti. Per di pi=F9 Fresco ci tiene a far sapere che =
l'uso della Cig coster=E0 solo una parte di quanto la Fiat ha pagato di =
contributi fino ad oggi, dimenticando che la Fiat ha avuto in passato =
non pochi aiuti pubblici e che soprattutto la Cig si giustifica in una =
logica di rientro dei lavoratori e che solo in questa ottica dovrebbero =
essere usati gli strumenti alternativi che consentono realmente di =
realizzare l'obiettivo del rientro dei lavoratori interessati. Non =
possiamo dimenticare, tra l'altro, che un certo populismo leghista ha =
cercato di cavalcare demagogicamente un diffuso sentimento anti-Fiat =
delle piccole aziende e nell'atteggiamento del Governo e in particolare =
del ministro del Lavoro c'=E8 un riflesso di queste posizioni.
La verit=E0 =E8 che il Governo ha rapidamente accantonato iniziali =
velleit=E0 e ora =E8 tutto proteso a gestire solo le conseguenze delle =
scelte della Fiat e quindi =E8 impegnato solo sul piano della gestione =
degli esuberi. Gli accenti sono sulla cassa integrazione, la mobilit=E0 =
e le alternative nel territorio dove ci saranno problemi occupazionali, =
senza rendersi conto che colmare i crateri aperti sar=E0 un compito =
drammatico. Eppure nella discussione iniziale sulla crisi Fiat c'erano =
spunti di qualche interesse: anzitutto l'esigenza di un progetto =
politico ed economico sul futuro del mercato dell'auto e di conseguenza =
sulla sua produzione in Italia, con la conseguente tematizzazione di =
come affrontare il problema della ricapitalizzazione di un'azienda oggi =
in rapida caduta di valore e che General Motors, non a caso, ha =
contribuito a deprimere. Certamente la ricapitalizzazione deve anzitutto =
essere fatta dalla propriet=E0 e dalle banche, ma non solo. Il sindaco =
di Torino, rifacendosi ad esperienze di altri Paesi, non a caso ha =
parlato di una presenza delle istituzioni locali nel pacchetto azionario =
e, ovviamente nulla vieta che ci sia anche una presenza, per una fase, =
dello Stato. La strumentazione non =E8 difficile da individuare e =
dall'Unione europea non =E8 venuto uno stop a questa prospettiva, anzi, =
a certe condizioni l'operazione =E8 stata dichiarata fattibile. Il =
problema di fondo =E8 che oggi il Governo, n=E9 pi=F9 n=E9 meno =
dell'azienda, non ha una prospettiva da proporre per le politiche =
aziendali e non ha un quadro in cui inserirle. Per questo i lavoratori =
hanno ragione da vendere a rifiutare i licenziamenti e le procedure per =
ricollocare la mano d'opera considerata eccedente. Risparmiare, far =
quadrare i conti, senza il coraggio di investire n=E9 nella ricerca (che =
=E8 a livelli estremamente bassi, basta fare il confronto con i =
concorrenti europei) n=E9 nella presenza in altri mercati, oggi sempre =
pi=F9 importanti.
C'=E8 un episodio significativo. Oggi nei motori diesel che, sono una =
fetta importante del mercato dell'auto, le altre marche europee basano =
la loro concorrenza vincente su un progetto di motorizzazione (Common =
rail) che =E8 nato nel gruppo Fiat e che lo stesso gruppo ha venduto ai =
concorrenti per fare cassa. Quindi da un lato, malgrado tutto, ci sono =
competenze professionali. Dall'altro il comportamento dell'azienda =E8 =
di dissipazione del patrimonio professionale e produttivo. Questo mentre =
altri gruppi concorrenti hanno investito nella ricerca e =
nell'innovazione e oggi sono perfino in grado di fare profitti in questa =
situazione di mercato. La logica del piano Fiat va ribaltata alla radice =
e, per creare lo spazio politico ed economico necessario a farlo, =
occorre riprogettare il futuro collocando l'intervento dello Stato oltre =
la contingenza.
E per rendere quindi sopportabili i costi sociali immediati in nome di =
prospettiva di soluzione =E8 necessario affrontare alcuni ordini di =
problemi. In primo luogo affrontare apertamente il problema della =
presenza pubblica nel capitale dell'azienda, Stato compreso, la cui =
gestione potrebbe coinvolgere le Regioni e gli Enti locali maggiormente =
interessati: una presenza con obiettivi precisi, primo dei quali il =
rilancio produttivo, in un unico progetto di impronta pubblica. Poi, =
affidare alla rinnovata capitalizzazione un forte obiettivo di =
innovazione e specializzazione introducendo criteri come risparmio =
energetico e ambiente al massimo grado possibile, oltre che naturalmente =
puntare sull'affidabilit=E0 dei prodotti, che =E8 storicamente il punto =
debole della Fiat. Infine, preparare la Fiat ad un passaggio di fase =
storica, dai motori basati sui derivati dal petrolio ad altre =
motorizzazioni e naturalmente puntando sull'affidabilit=E0. Preparare la =
Fiat ad un passaggio di fase storica dai derivati del petrolio ad altre =
fonti energetiche dovrebbe corrispondere ad un investimento di =
mediolungo periodo nella ricerca, con finalit=E0 di progressiva =
autonomia delle motorizzazioni dalle fonti energetiche oggi prevalenti e =
con obiettivi di tutela ambientale. Questo cambio di fase storica =
ovviamente dovrebbe incrociare l'impegno aziendale nella stessa =
direzione. Dovrebbe essere di qualche significato che l'Unione europea =
si stia dedicando al futuro di un'auto non inquinante e a tecnologia non =
utilizzatrice dei derivati dal petrolio.
Ricerca sui prodotti disponibili, ricerca sui prodotti che verranno. Si =
esce da questa crisi solo con un'ottica di lungo respiro in grado di =
rispondere alle lotte pi=F9 che giustificate dei lavoratori, che hanno =
il merito non solo di difendere, giustamente, il loro futuro ma anche di =
mettere sotto accusa gli effetti di una politica di risparmio e di tagli =
occupazionali, con la conseguente perdita di competenze professionali e =
di credibilit=E0 nel mercato. Il paradosso =E8 che la linea proposta da =
Fresco porta ad un ulteriore ridimensionamento ed indebolimento della =
Fiat e a drammatici tagli occupazionali. Per questo non possiamo che =
essere a fianco dei lavoratori in lotta.=20
Alfiero Grandi, deputato dei Ds=20
da "la Rinascita della sinistra", settimanale di politica e cultura dei =
Comunisti italiani, venerd=EC 15 novembre 2002
IN QUESTO NUMERO "FIAT I VOLTI DELLA DIGNITA'":
"A Firenze il social forum. Disarmato fino ai denti, ecco il popolo =
dell'Europa"
"Bush, il petrolio, la crisi" di Colleen Kelly, Federico Rampini, Gore =
Vidal
"Rivoluzione d'ottobre" di Arf=E8, Galante, Minucci, Pagliarulo, Venier
"Riforma Moratti. Parte dalla scuola l'attacco alla democrazia" di =
Piergiorgio Bergonzi, Nicola Tranfaglia
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pu=F2 cambiare.</EM></STRONG></FONT></P>
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dei=20
Comunisti Italiani: "FIAT: I VOLTI DELLA DIGNITA'", n. 43 venerd=EC 15 =
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Occorre investire sulla ricerca</P></I></FONT><FONT face=3D"Bookman Old =
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<P>Di Alfiero Grandi, deputato dei DS </P></B>
<P>La rottura tra i sindacati e la Fiat era prevedibile, attesa e =
inevitabile di=20
fronte all’atteggiamento dell’azienda. La Fiat, pi=F9 la =
crisi =E8 grave pi=F9 =E8=20
portata a ripercorrere gli stessi errori del passato, con una politica =
di tagli=20
e di risparmi collocati in un’ottica puramente finanziaria. Questa =
politica=20
aziendale inevitabilmente rinfocola i sospetti sulla reale volont=E0 di =
rilanciare=20
l’azienda perch=E9 queste misure sono quelle classiche di chi =
rimette in ordine i=20
conti per vendere e in questo caso la prospettiva, come =E8 noto a =
tutti, =E8=20
concreta e si chiama General Motors. La rottura conferma il valore della =
risposta di lotta gi=E0 avviata dai lavoratori e da settori sindacali e =
che ora=20
avr=E0 nel 15 novembre un’importante e per fortuna unitaria =
giornata di=20
sciopero.</P>
<P>A togliere illusioni ci ha pensato l’azienda gettando sul =
tavolo non solo un=20
consistente pacchetto di lavoratori immediatamente in mobilit=E0, ma =
aggiungendo=20
che anche il futuro di 8mila lavoratori messi in cassa integrazione =E8 =
appeso a=20
un filo, o anche meno, perch=E9 l’azienda ne condiziona il rientro =
ad eventualit=E0=20
di mercato a cui per prima non crede. Si tratta quindi di migliaia di =
potenziali=20
licenziamenti, anche a Termini Imerese dove pure Governo ed esponenti =
della=20
maggioranza hanno speso garanzie a piene mani, evidentemente =
infondate.</P>
<P>C’=E8 qualche giustificazione per questo esito? No. I piani =
della Fiat sono=20
tutt’ora nel solco delle scelte che hanno portato, in passato =
passo dopo passo,=20
alla crisi attuale e quindi a queste scelte non pu=F2 essere data =
fiducia.</P>
<P>E’ evidente il tentativo da parte dell’azienda di =
presentare la riduzione=20
degli occupati alla Fiat come una dura necessit=E0. Emblematico a questo =
proposito=20
=E8 il recente articolo di Paolo Fresco sul <I>Corriere della Sera</I> =
che si=20
sforza di dipingere questa riduzione come una "cura" necessaria, con =
toni=20
rassicuranti. Questo =E8 infatti il punto centrale del ragionamento =
della Fiat: se=20
non esistessero alternative la reazione possibile da parte dei =
lavoratori e=20
dell’opinione pubblica potrebbe essere di resistenza, certo =
importante, ma=20
comunque difensiva. Va aggiunto che c’=E8 nel discorso di Fresco =
un’autentica=20
perla perch=E9 detta da un manager della "globalizzazione". Ad un certo =
punto=20
Fresco paragona l’alto gradimento che in Francia e in Germania =
c’=E8 per i=20
prodotti nazionali, con lo scarso gradimento della Fiat in Italia. =
Sembra dire=20
Fresco che la colpa =E8 degli italiani se la Fiat non vende perch=E9 =
sarebbero poco=20
"nazionalisti".</P>
<P>Per un manager della "globalizzazione" =E8 un’enormit=E0, e =
anche una vera e=20
propria scivolata. Come spiega Fresco la sfiducia totale del mercato =
americano=20
dell’auto verso la Fiat se non con un’incredibile carenza di =
affidabilit=E0? La=20
verit=E0 =E8 che l’azienda torinese ha pensato fino a poco tempo =
fa che il mercato=20
italiano fosse una sorta di riserva di caccia e che poteva tenerlo con =
qualunque=20
prodotto, mentre ora ha dovuto ricredersi amaramente e ha scoperto che =
la=20
qualit=E0 =E8 il vero terreno della sfida in Italia, in Europa, nel =
mondo.</P>
<P>Anche gli italiani come tutti i consumatori ragionano sulla base di =
un=20
rapporto tra qualit=E0 e prezzo. Qui =E8 la radice della crisi Fiat, che =
viene alla=20
luce certamente in una fase di difficolt=E0 del mercato dell’auto, =
ma nel cui=20
quadro c’=E8 chi va bene, chi si difende e chi =E8 in crisi. Per =
questo anche le=20
misure generali che potrebbero permettere di intervenire e rilanciare il =
mercato=20
dell’auto, ad esempio con ecoincentivi, non =E8 detto diano buoni =
risultati perch=E9=20
– paradossalmente – potrebbero aiutare i concorrenti che =
oggi sono certamente=20
pi=F9 pronti, affidabili ed aggressivi. Quindi sono possibili misure =
generali sul=20
mercato dell’auto, ma c’=E8 comunque l’esigenza di =
misure specifiche sul futuro=20
della Fiat. Per questo hanno ragione i sindacati, interpretando un =
disagio=20
profondo dei lavoratori, a respingere le scorciatoie, le soluzioni dei =
tagli=20
facili, i ridimensionamenti, la logica del riequilibrio finanziario ad =
ogni=20
costo. Con la logica dei tagli non ha senso cercare mediazioni.</P>
<P>Le banche sono rappresentative di questo atteggiamento. Le banche =
sono=20
coinvolte nella crisi ma – se non spinte con adeguate pressioni a =
ragionare su=20
un’ottica mediolunga – sono portatrici di una logica tesa a =
difendere il loro=20
interesse immediato per il rientro dei crediti e quindi di risparmio a =
ogni=20
costo e di ridimensionamento. Come del resto altri soggetti anche nella=20
propriet=E0, che hanno voce in capitolo e sembrano avere a cuore =
anzitutto i conti=20
e forse in realt=E0 hanno di mira solo l’obiettivo di creare le =
condizioni=20
migliori per la cessione, pi=F9 che avere di mira le prospettive =
industriali. A=20
questo punto dovrebbe intervenire la sede politica con un’ottica =
di medio-lungo=20
periodo. Quindi =E8 necessario il ruolo del Governo e delle altre sedi=20
istituzionali: Regione e Comune in particolare. Di fronte =
all’esplodere della=20
crisi e alle proteste vigorose dei lavoratori, spaventati giustamente =
dai=20
segnali provenienti dalla Fiat, il Governo ha farfugliato di interventi=20
pubblici, lasciando intendere anche di essere disponibile ad entrare in =
qualche=20
modo nel capitale dell’azienda. Chi ricorda la prosopopea =
propagandistica di=20
Berlusconi sulla Fiat?</P>
<P>Entro il mese di ottobre Tremonti era incaricato di far conoscere gli =
interventi che il Governo avrebbe predisposto. Tremonti =E8 in realt=E0 =
impegnato in=20
altre faccende, Marzano non conta. L’unico che si muove =E8 Maroni =
che, sulla base=20
della dichiarazione dello stato di crisi da parte della Fiat ne prende =
atto e=20
attiva la cassaintegrazione e cos=EC apre la strada ai licenziamenti. =
Per di pi=F9=20
Fresco ci tiene a far sapere che l’uso della Cig coster=E0 solo =
una parte di=20
quanto la Fiat ha pagato di contributi fino ad oggi, dimenticando che la =
Fiat ha=20
avuto in passato non pochi aiuti pubblici e che soprattutto la Cig si =
giustifica=20
in una logica di rientro dei lavoratori e che solo in questa ottica =
dovrebbero=20
essere usati gli strumenti alternativi che consentono realmente di =
realizzare=20
l’obiettivo del rientro dei lavoratori interessati. Non possiamo =
dimenticare,=20
tra l’altro, che un certo populismo leghista ha cercato di =
cavalcare=20
demagogicamente un diffuso sentimento anti-Fiat delle piccole aziende e=20
nell’atteggiamento del Governo e in particolare del ministro del =
Lavoro c’=E8 un=20
riflesso di queste posizioni.</P>
<P>La verit=E0 =E8 che il Governo ha rapidamente accantonato iniziali =
velleit=E0 e ora=20
=E8 tutto proteso a gestire solo le conseguenze delle scelte della Fiat =
e quindi =E8=20
impegnato solo sul piano della gestione degli esuberi. Gli accenti sono =
sulla=20
cassa integrazione, la mobilit=E0 e le alternative nel territorio dove =
ci saranno=20
problemi occupazionali, senza rendersi conto che colmare i crateri =
aperti sar=E0=20
un compito drammatico. Eppure nella discussione iniziale sulla crisi =
Fiat=20
c’erano spunti di qualche interesse: anzitutto l’esigenza di =
un progetto=20
politico ed economico sul futuro del mercato dell’auto e di =
conseguenza sulla=20
sua produzione in Italia, con la conseguente tematizzazione di come =
affrontare=20
il problema della ricapitalizzazione di un’azienda oggi in rapida =
caduta di=20
valore e che General Motors, non a caso, ha contribuito a deprimere. =
Certamente=20
la ricapitalizzazione deve anzitutto essere fatta dalla propriet=E0 e =
dalle=20
banche, ma non solo. Il sindaco di Torino, rifacendosi ad esperienze di =
altri=20
Paesi, non a caso ha parlato di una presenza delle istituzioni locali =
nel=20
pacchetto azionario e, ovviamente nulla vieta che ci sia anche una =
presenza, per=20
una fase, dello Stato. La strumentazione non =E8 difficile da =
individuare e=20
dall’Unione europea non =E8 venuto uno stop a questa prospettiva, =
anzi, a certe=20
condizioni l’operazione =E8 stata dichiarata fattibile. Il =
problema di fondo =E8 che=20
oggi il Governo, n=E9 pi=F9 n=E9 meno dell’azienda, non ha una =
prospettiva da proporre=20
per le politiche aziendali e non ha un quadro in cui inserirle. Per =
questo i=20
lavoratori hanno ragione da vendere a rifiutare i licenziamenti e le =
procedure=20
per ricollocare la mano d’opera considerata eccedente. =
Risparmiare, far quadrare=20
i conti, senza il coraggio di investire n=E9 nella ricerca (che =E8 a =
livelli=20
estremamente bassi, basta fare il confronto con i concorrenti europei) =
n=E9 nella=20
presenza in altri mercati, oggi sempre pi=F9 importanti.</P>
<P>C’=E8 un episodio significativo. Oggi nei motori diesel che, =
sono una fetta=20
importante del mercato dell’auto, le altre marche europee basano =
la loro=20
concorrenza vincente su un progetto di motorizzazione (Common rail) che =
=E8 nato=20
nel gruppo Fiat e che lo stesso gruppo ha venduto ai concorrenti per =
fare cassa.=20
Quindi da un lato, malgrado tutto, ci sono competenze professionali. =
Dall’altro=20
il comportamento dell’azienda =E8 di dissipazione del patrimonio =
professionale e=20
produttivo. Questo mentre altri gruppi concorrenti hanno investito nella =
ricerca=20
e nell’innovazione e oggi sono perfino in grado di fare profitti =
in questa=20
situazione di mercato. La logica del piano Fiat va ribaltata alla radice =
e, per=20
creare lo spazio politico ed economico necessario a farlo, occorre =
riprogettare=20
il futuro collocando l’intervento dello Stato oltre la =
contingenza.</P>
<P>E per rendere quindi sopportabili i costi sociali immediati in nome =
di=20
prospettiva di soluzione =E8 necessario affrontare alcuni ordini di =
problemi. In=20
primo luogo affrontare apertamente il problema della presenza pubblica =
nel=20
capitale dell’azienda, Stato compreso, la cui gestione potrebbe =
coinvolgere le=20
Regioni e gli Enti locali maggiormente interessati: una presenza con =
obiettivi=20
precisi, primo dei quali il rilancio produttivo, in un unico progetto di =
impronta pubblica. Poi, affidare alla rinnovata capitalizzazione un =
forte=20
obiettivo di innovazione e specializzazione introducendo criteri come =
risparmio=20
energetico e ambiente al massimo grado possibile, oltre che naturalmente =
puntare=20
sull’affidabilit=E0 dei prodotti, che =E8 storicamente il punto =
debole della Fiat.=20
Infine, preparare la Fiat ad un passaggio di fase storica, dai motori =
basati sui=20
derivati dal petrolio ad altre motorizzazioni e naturalmente puntando=20
sull’affidabilit=E0. Preparare la Fiat ad un passaggio di fase =
storica dai=20
derivati del petrolio ad altre fonti energetiche dovrebbe corrispondere =
ad un=20
investimento di mediolungo periodo nella ricerca, con finalit=E0 di =
progressiva=20
autonomia delle motorizzazioni dalle fonti energetiche oggi prevalenti e =
con=20
obiettivi di tutela ambientale. Questo cambio di fase storica ovviamente =
dovrebbe incrociare l’impegno aziendale nella stessa direzione. =
Dovrebbe essere=20
di qualche significato che l’Unione europea si stia dedicando al =
futuro di=20
un’auto non inquinante e a tecnologia non utilizzatrice dei =
derivati dal=20
petrolio.</P>
<P>Ricerca sui prodotti disponibili, ricerca sui prodotti che verranno. =
Si esce=20
da questa crisi solo con un’ottica di lungo respiro in grado di =
rispondere alle=20
lotte pi=F9 che giustificate dei lavoratori, che hanno il merito non =
solo di=20
difendere, giustamente, il loro futuro ma anche di mettere sotto accusa =
gli=20
effetti di una politica di risparmio e di tagli occupazionali, con la=20
conseguente perdita di competenze professionali e di credibilit=E0 nel =
mercato. Il=20
paradosso =E8 che la linea proposta da Fresco porta ad un ulteriore=20
ridimensionamento ed indebolimento della Fiat e a drammatici tagli=20
occupazionali. Per questo non possiamo che essere a fianco dei =
lavoratori in=20
lotta. </P><B>
<P>Alfiero Grandi, deputato dei Ds</B> </P>
<DIV></FONT><FONT face=3D"Bookman Old Style" size=3D2>da "la Rinascita =
della=20
sinistra", settimanale di politica e cultura dei Comunisti italiani, =
venerd=EC 15=20
novembre 2002</FONT></DIV>
<DIV><FONT face=3D"Bookman Old Style" size=3D2>IN QUESTO NUMERO "FIAT I =
VOLTI DELLA=20
DIGNITA'":</FONT></DIV>
<DIV><FONT size=3D2>"A Firenze il social forum. Disarmato fino ai denti, =
ecco il=20
popolo dell'Europa"</FONT></DIV>
<DIV><FONT size=3D2>"Bush, il petrolio, la crisi" di Colleen Kelly, =
Federico=20
Rampini, Gore Vidal</FONT></DIV>
<DIV><FONT size=3D2>"Rivoluzione d'ottobre" di Arf=E8, Galante, Minucci, =
Pagliarulo,=20
Venier</FONT></DIV>
<DIV><FONT size=3D2>"Riforma Moratti. Parte dalla scuola l'attacco alla=20
democrazia" di Piergiorgio Bergonzi, Nicola Tranfaglia</FONT></DIV>
<DIV> </DIV></BODY></HTML>
------=_NextPart_000_0007_01C28FFA.75CA8DC0--