[Forumlucca] I: [Forumvalleserchio] da Repubblica

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Autor: PIACENTINI
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Assunto: [Forumlucca] I: [Forumvalleserchio] da Repubblica
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From: Chiara <gusnri@???>
To: forumvalleserchio <Forumvalleserchio@???>
Sent: Sunday, November 17, 2002 5:32 PM
Subject: [Forumvalleserchio] da Repubblica


> Gli arresti dei No global
> e il teorema del Ros
> di GIUSEPPE D'AVANZO
>
>
> ACCADE che il Raggruppamento Operazioni Speciali (Ros) dell'Arma dei
> Carabinieri si convinca che dietro i disordini di Napoli (7 maggio 2001) e
> di Genova (21 luglio 2002) non ci sia soltanto il distruttivo,

nichilistico
> furore di casseur europei o il violento spontaneismo delle teste matte (e
> confuse) di casa nostra, ma addirittura un'associazione sovversiva.
> Concepita l'ipotesi, gli investigatori dell'Arma intercettano, spiano,
> osservano, pedinano.
>
> In assenza di contraddittorio, s'acconciano come vogliono cose, frasi,
> dialoghi, eventi, luoghi edificando una conveniente e coerente cabala
> induttiva. È il sistema che più piace agli addetti: "lavorare su materia
> viva, a mano libera". Organizzato il quadro, occorre ora trovare un

pubblico
> ministero che lo prenda sul serio. Alti ufficiali del Ros consegnano il
> dossier, rilegato in nero, di 980 pagine più 47 di indici e conclusioni ai
> pubblici ministeri di Genova. Che lo leggono e concludono che "quel lavoro

è
> del tutto inutilizzabile".
>
> Gli investigatori dell'Arma non sono tipi che si scoraggiano. Provano a
> Torino. Stesso risultato: "Questa roba non serve a niente". Il dossier

viene
> allora presentano ai pubblici ministeri di Napoli. L'esito non è diverso:

il
> dossier, da un punto di vista penale, è aria fritta. Finalmente gli
> ufficiali del Ros rintracciano a Cosenza il pubblico ministero Domenico
> Fiordalisi. Fiordalisi si convince delle buone ragioni dell'Arma dei
> Carabinieri. Ora rendere conto delle buone ragioni del Ros che diventano
> buone ragioni per il pubblico ministero e il giudice delle indagini
> preliminari, Nadia Plastina, è imbarazzante per la loro e nostra
> intelligenza.
>
> Anna Curcio (arrestata ieri) racconta al telefono che è in viaggio per
> Genova dove lavorerà "... a un progetto di comunicazione con delle radio
> indipendenti che trasmetteranno in rete sul sito www.radiogap.net". "...
> Gap - scrive il pubblico ministero - Gap, come la formazione eversiva

ideata
> da Giangiacomo Feltrinelli che operava per propagandare in Italia e in
> Europa, i fondamenti strategici e i principi organizzativi della

guerriglia
> urbana". "Per il pm - annota il giudice delle indagini - il ricorso a tale
> sigla per denominare la radio operante a Genova durante il G8, non può
> essere casuale, ma voluto da persone ben informate sui trascorsi eversivi

e
> che accarezzano l'idea di sfruttare la forma 'anomica' del movimento
> antiglobalizzazione per riattualizzare la lotta armata storicamente

fallita"
> (pag. 128 dell'ordinanza del gip).
>
> Una trama accusatoria di questa natura, orientata com'è da un pensiero
> ossessivo, finisce per eclissare i fatti e, con i fatti, il buon senso.
> Francesco Cirillo, uno degli arrestati, conversa con un tale da
> identificare. Dice: "Dobbiamo essere a Firenze il 6 perché la prima
> manifestazione è nel pomeriggio a Camp Derbi (fonetico), che è una base
> americana vicino a Firenze", "Ahhh!", mugugna l'altro che sembra pigro,

per
> nulla voglioso d'andarci. Cirillo insiste: "È a cento chilometri da
> Firenze... questa base qua e allora il 6 pomeriggio... la prima cosa si fa
> là..." (p.342). Il gip scrive in nero grassetto l'ultima frase. È evidente

a
> tutti che, quell'espressione, la si può intendere così: il primo
> appuntamento, la prima manifestazione del Social Forum Europeo è là, a

Camp
> Derby. In un quadro che presume la colpevolezza degli imputati, il gip

legge
> in quella "cosa" l'annuncio di un'aggressione, di una violenza.
>
> Se le "buone ragioni" del pubblico ministero e del giudice delle indagini
> possono imbarazzare per il segno grottesco, quasi caricaturale, inquietano
> al contrario i fondamenti giuridici del reato contestato: "la cospirazione
> politica mediante associazione al fine di turbare l'esercizio del governo;
> effettuare propaganda sovversiva; sovvertire violentemente l'ordinamento
> economico costituito nello Stato". La cospirazione politica è un reato che
> Alfredo Rocco ha elaborato per il codice fascista del 1930 al fine
> d'anticipare il momento della punibilità di quei reati, che se davvero
> commessi, avrebbero potuto minacciare la stabilità e gli interessi del
> regime autoritario. È un reato che permette di liquidare, come ha fatto in
> un lontano passato, sindacati, partiti, ogni forma di libera associazione.
>
> La natura di quel reato ha un vantaggio che i magistrati di Cosenza non
> disperdono: può essere contestato senza che un delitto, una violenza,
> un'aggressione o attentato sia commesso, senza che ne siano dimostrate con
> qualche decente fonte di prova le responsabilità. Il giudice di Cosenza
> brandisce il senso autoritario di quella norma come un'arma. Nella
> cospirazione politica mediante associazione, scrive, è sufficiente che il
> "pericolo" sia "presunto". Quel reato "non esige né un numero di adepti
> determinato, né la consistenza di mezzi idonei alla realizzazione dei

fini,
> né concreto pericolo per lo Stato essendo il pericolo presunto... la
> costituzione dell'associazione".
>
> Per dirla in altro modo, non è necessario nemmeno che quell'associazione

sia
> in grado di commettere qualche reato creando una minaccia all'ordine
> costituito, è sufficiente che esista. Che in cinque, dieci, cento si
> conoscano, si scambino opinione e messaggi in rete. Che creino siti web e
> radio. Che vadano rumorosamente annunciando di voler fermare "la
> globalizzazione dei mercati e il funzionamento del mercato del lavoro
> interno".
>
> Ecco la cospirazione politica e l'associazione sovversiva. Ecco "il
> pericolo": è "nella propaganda d'idee nocive per la conservazione dello
> Stato". Ecco perché, conclude il giudice, occorre rinunciare a "instaurare
> un rapporto fiduciario" con questo movimento. Come se potesse essere una
> toga a decidere di chi avere o non avere fiducia in politica. La manovra è
> così strampalata che invita - non è un paradosso - a una serenità, appena
> inquieta.
>
> La machina iustitiae, nonostante norme fluide, tentazioni di potere e
> interpretazioni legislative, è in grado di correggere (non sempre, ma

quasi
> sempre) gli errori di giudizio e le manipolazioni dei codici e delle

regole
> che essa stessa produce. Noi abbiamo fiducia che accadrà anche in questo
> caso, e crediamo (e chiediamo) che i 20 reclusi siano rimessi presto in
> libertà. È un buon segno che il Viminale non abbia eseguito gli arresti
> prima di Firenze, come auspicato dal giudice.
>
> La fiducia nel meccanismo giudiziario non deve impedirci, tuttavia,
> d'afferrare la gravità di quanto è accaduto a Cosenza e i pericoli che vi

si
> affacciano. La gravità è in due interrogativi. C'è la struttura

d'eccellenza
> investigativa dei carabinieri che cerca, per mesi, con ostinazione in giro
> per l'Italia, e nonostante i rifiuti, una procura che dia credito a un
> lavoro mediocre e opaco. Perché? Ci sono due magistrati che rianimano un
> paio di reati del codice fascista, per loro ammissione "di difficile,
> concreta applicazione", al fine di sostenere quell'impianto accusatorio
> degno della polizia politica degli Anni '30. Perché?
>
> I pericoli sono ancora più evidenti di questi interrogativi. Questa
> claunesca inchiesta giudiziaria può spingere il "movimento dei movimenti"
> verso forme di radicalismo violento e sovversivo. Dall'altro lato, in una
> congiuntura difficile per il Paese e il governo (crisi economica, crollo
> della Fiat, disoccupazione crescente, disagio meridionale), può farsi

largo
> chi trova conveniente giocare la carta del "tanto peggio, tanto meglio"
> magari per rafforzare e difendere, in tempi grami, il proprio potere. O,

al
> contrario, perché escludere che si faccia avanti chi crede di poter, sul
> filo della violenza, dare una spallata definitiva a un governo incapace di
> affrontare i problemi del Paese e in crisi di fiducia popolare?
>
> Le sortite di un tipo come il deputato padovano di An, Filippo Ascierto,
> (carabiniere, già presente nella sala operativa di Genova durante i
> disordini del G8, si augura che "tutte le procure italiana procedano nei
> confronti dei Disobbedienti") sono il segno di questa irresponsabilità
> politica. È un'irresponsabilità che si specchia nella sconsideratezza di
> chi, nel movimento new global, potrebbe voler rinnegare lo "spirito di
> Firenze". Proprio lo "spirito di Firenze", una magistratura serena,
> un'opposizione vigile e un governo accorto sono l'arma e i protagonisti
> essenziali per evitare al Paese tentazioni autoritarie e un'altra stagione
> di violenze.
>
> (16 novembre 2002)
>
>
> ***********************
> "...he not busy being born is busy dying..."
>
>
> _______________________________________________
> Forumvalleserchio mailing list
> Forumvalleserchio@???
> http://www.inventati.org/mailman/listinfo/forumvalleserchio
>