[Cerchio] Io penso positivo, perciò lo scrivo

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Autore: Pkrainer
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Oggetto: [Cerchio] Io penso positivo, perciò lo scrivo
Davvero esiste una manovra dietro la serie di arresti confezionati dalla
procura e dal Gip di Cosenza?
Sorge forte il sospetto che si tratti, viceversa, dell'intervento
estemporaneo di magistrati inetti e privi di raziocinio, che diciotto mesi
fa, in quel di Cosenza, magari in conseguenza della singola distribuzione
d'un volantino o della temuta costituzione di un organismo informale come la
Rete del Sud Ribelle, hanno principiato a indagare con i mezzi e la
competenza propri di una procura di provincia; e che diciotto mesi dopo
presentano gli esiti delle loro indagini, una specie di tesi di laurea in
carta A4, inconsapevoli che quella rete é nel frattempo defunta da un pezzo,
che parecchi degli arrestati non si rivolgevano la parola da altrettanto,
etc.
Il potere di incarcerare le persone, che caratterizza i giudici, non deve
farci scordare che si tratta per lo più di una genia fessa e ignava,
totalmente autoreferenziale, cui l'obbligatorietà dell'azione penale
conferisce dei karma sconcertanti, vere e proprie missioni. Personaggi come
la Musti a Bologna, Marini a Roma, Laudi a Torino, Spataro e Dambruoso a
Milano possono darci un'idea approssimativa di quale materia il giudice sia
composto. e che cosa un giudice possa mai emanare. Specie ora che, con la
nuova impostazione della magistratura, si aprono mirabili prospettive di
carriera per quella minoranza silenziosa ma folta di giudici non solo
reazionari (ché questa, del giudice, si può dire esser la natura) ma
prossimi al governo e alla sua controriforma verticistica
Facile quindi che l'inchiesta cosentina sia destinata a un tracollo
disonorevole e imbarazzante nelle tappe avvenire, anche se nulla può
compensare dispiaceri, sofferenze, fastidi e ingiurie per chi si é trovato
preso in mezzo a queste esperienze.
Ma se anche avessero ragione quei compagni che, invece, scorgono come
realistica l'ipotesi di una manovra politica dietro le improvvide mosse dei
magistrati cosentini, occorre dire che si tratterebbe di una manovra goffa e
sciagurata, che é verosimile abbia a ritorcersi contro chi l'avesse ideata.
Infatti, esattamente all'indomani della candidatura del movimento dei
movimenti, sezione italiana, a nuova colonna della sinistra istituzionale,
questo intervento colpisce non già l'ala istituzionale (che potremmo vedere
rappresentata da un Caruso e dai Disobbedienti) né quella antistituzionale
(buona parte degli altri), spingendo a separarle fra loro, o a separarle dai
legami di queste con l'area della sinistra, di partito e sindacale. Ma
colpisce esattamente un punto di giunzione fra le due, morto e sepolto da
tempo, e resuscitato inopinatamente, come la Rete del Sud Ribelle.
Quell'iniziativa, che era stata un mezzo fallimento, essenzialmente per la
defezione dei napoletani di Caruso, PRIMA di Genova, e per l'effetto
dirompente di Genova, subito dopo, consegue in tal modo un successo post
mortem grazie alla fessaggine della magistratura. Ora, l'intera sinistra -
che non ne aveva la minima voglia - si ritrova costretta a solidarizzare con
soggetti incompatibili, che avrebbe di buon grado scaricato, pur di non
perdere l'aggancio con Caruso e con i suoi Disobbedienti, essenziali come
cerniera per le future operazioni di acquisizione del Movimento dei
Movimenti fra le armate cofferatiane.
Per inettitudine e mancanza di senso della storia delle forze amiche dello
stato, si presentano le condizioni perché si ricomponga quel mix di pratica
di massa, sovversione quotidiana e trend politico-culturale che aveva
accompagnato il movimento dal 1967 al 1977. E se gli esiti d'allora possono
essere definiti infausti, certo il tessuto di quegli anni fu invece ricco di
esperienze e di crescita collettiva e individuale.
Un primo segno esplicitamente positivo é che la solidarietà con gli
arrestati pare di altro spessore, quantitativo e qualitativo, rispetto a
quella mostrata nel recente passato verso compagni vittime di altre
inchieste, spesso ugualmente cervellotiche.
Un secondo segno positivo é che l'aver scelto lo stato un reato border
line, quasi integralmente spinto nel terreno sciagurato del reato
d'opinione, non ha permesso, nemmeno a chi lo avrebbe certo desiderato, come
diessini e soci, di operare dei distinguo fra buoni e cattivi.
In un momento di grande crisi del governo, gestito da una banda di ladri
capitati lì quasi per sbaglio, nella speranza di schivare il carcere (una
vicenda da film di Hollywood, interpreti d'elezione: Ray Liotta, Joe Pesci
e Danny DeVito); di una debolezza impressionante della sinistra
socialdemocratica, ridotta pietire gli applausi degli obnubilati nelle
piazze, di crollo del "modello italiano" in campo economico, di palese
ripudio della guerra prossima ventura, da parte del grosso della
popolazione, sembra davvero che solo il rottame polacco, reliquia della sua
stessa minchia, indecorosamente esibito nei palcoscenici più sputtanati,
possa salvare l'Italia.
Compagni, ancora uno sforzo, ché l'Argentina é alle porte.
Se ne vadano tutti
Per ricostruire il mondo, non abbiamo bisogno più neppure di distruggere, ce
lo servono già in rovine.
Non ci resta che porvi mano e rimodellarlo secondo la passione di agire e di
godere.
NOI SOLI