R: [Cm-crew] semiologia dei trasporti urbani

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Autore: Alex Mengozzi
Data:  
Oggetto: R: [Cm-crew] semiologia dei trasporti urbani
E' accaduto oggi a Forlì.

Non si sa bene ancora cosa sotto quale effetto stupefacente, inebriante, o
semplicemente spinto dalla paura, dopo essere fuggito con un pieno di
benzina non pagato, un uomo, alla guida di un auto lanciata a folle
velocità, si è schiantato contro delle auto parcheggiate lungo il
marciapiede di una via di periferia frequentata da genitori e bambini che
portavano i figli in parrocchia...Per fortuna nessun ferito, le tre auto
distrutte erano vuote. Il conducente è sceso illeso ed è fuggito. Altre
mamme in attesa che uscisse il figlio, accoccolate nel loro abitacolo,
dall'altra parte della strada, sono rimaste congelate dallo spavento.


alex

"io voto platano. sano, efficiente, immobile, frondoso, maestoso,
      con quelle belle lamiere colorate accartocciate alla base".


----- Original Message -----
From: Giovanni Pesce <giovanni_pesce@???>
To: <cm-crew@???>
Sent: Thursday, November 14, 2002 1:20 AM
Subject: [Cm-crew] semiologia dei trasporti urbani


"Lo spazio pubblico non è solo ciò che separa l'arrivo dalla partenza, un
semplice luogo di transito. Lo spazio pubblico e' anche e soprattutto una
galleria espressiva, il luogo dove la città conosce sè stessa, si annusa,
familiarizza. Pensiamo a quello che succede nei vagoni della metro, sui
sedili di un tramvai o di un bus, sui marcipiedi. Pensiamo a quello che
succede tra ciclisti nella carregiata di una via di città, o tra ciclisti e
pedoni: incroci di sguardi, desideri, sorrisi, imbarazzi, fastidi, un
continuum relazionale che fa marciare la città. Ebbene gli automobilisti
sono esclusi da tutto questo. Viaggiano in cabine ribassate, termo e
audio-isolate. Sono invisibili, piccole monadi che interagiscono poco o
niente con l'ambiente esterno, se non dal punto di vista chimico ed
energetico. Le auto sono nemiche dell'urbanitas.

A dispetto di questa evidenza nel secolo scorso gli organi di governo urbano
hanno permesso che le auto si accaparrassero la maggior parte della
superficie di spazio pubblico, costringendo il resto della città a un
gravoso rattrappimento fisiologico ed espressivo.

La predominanza dell'auto ha innescato un pericolso circolo vizioso:
l'ambiente urbano, una volta invaso dalle scatolette a combustione interna,
perde sempre più di attrattività espressiva. Ecco allora che l'abitacolo
delle auto diventa un'ancora di salvezza, un caldo rifugio in cui
accoccolarsi. L'abuso dell'auto crea necessità di sempre più auto. L'unico
sistema utile a spezzare questo circolo vizioso è innescare una terapia
shock collettiva. Pedalare in massa"

(a cura dell'Istituto di Psicogeografia Applicata, dal catalogo della mostra
mondiale sulla massa critica, tenutasi in contempranea a Chicago, Milano,
Valencia, Yokohama, Mosca e San Francisco nell'aprile 2004)

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