Autor: Giovanni Pesce Data: Assunto: [Cm-crew] semiologia dei trasporti urbani
"Lo spazio pubblico non =E8 solo ci=F2 che separa l'arrivo dalla partenza, un
semplice luogo di transito. Lo spazio pubblico e' anche e soprattutto una
galleria espressiva, il luogo dove la citt=E0 conosce s=E8 stessa, si annusa,
familiarizza. Pensiamo a quello che succede nei vagoni della metro, sui
sedili di un tramvai o di un bus, sui marcipiedi. Pensiamo a quello che
succede tra ciclisti nella carregiata di una via di citt=E0, o tra ciclisti e
pedoni: incroci di sguardi, desideri, sorrisi, imbarazzi, fastidi, un
continuum relazionale che fa marciare la citt=E0. Ebbene gli automobilisti
sono esclusi da tutto questo. Viaggiano in cabine ribassate, termo e
audio-isolate. Sono invisibili, piccole monadi che interagiscono poco o
niente con l'ambiente esterno, se non dal punto di vista chimico ed
energetico. Le auto sono nemiche dell'urbanitas.
A dispetto di questa evidenza nel secolo scorso gli organi di governo urban=
o
hanno permesso che le auto si accaparrassero la maggior parte della
superficie di spazio pubblico, costringendo il resto della citt=E0 a un
gravoso rattrappimento fisiologico ed espressivo.
La predominanza dell'auto ha innescato un pericolso circolo vizioso:
l'ambiente urbano, una volta invaso dalle scatolette a combustione interna,
perde sempre pi=F9 di attrattivit=E0 espressiva. Ecco allora che l'abitacolo
delle auto diventa un'ancora di salvezza, un caldo rifugio in cui
accoccolarsi. L'abuso dell'auto crea necessit=E0 di sempre pi=F9 auto. L'unico
sistema utile a spezzare questo circolo vizioso =E8 innescare una terapia
shock collettiva. Pedalare in massa"
(a cura dell'Istituto di Psicogeografia Applicata, dal catalogo della mostr=
a
mondiale sulla massa critica, tenutasi in contempranea a Chicago, Milano,
Valencia, Yokohama, Mosca e San Francisco nell'aprile 2004)