[Lecce-sf] la Repubblica

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Author: luisa rizzo
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Subject: [Lecce-sf] la Repubblica
MARTEDÌ, 12 NOVEMBRE 2002

Pagina II
Misure di sicurezza eccezionali per la manifestazione contro il summit dei
ministri mediterranei sull´immigrazione
Lecce, zona rossa per i no global
Il Social forum: nessuna tensione, sarà un corteo pacifico
GABRIELLA DE MATTEIS
LECCE - Qui, per un giorno, conteranno anche e soprattutto le idee. E poi,
ovviamente, i numeri. Perché, "se tutto va bene", nel capoluogo salentino,
arriveranno mille no global. Per «assediare il Castello di Carlo V», come
annuncia il leader dei disobbedienti napoletani Francesco Caruso, o
soltanto, come sostengono invece i componenti del Social Forum di Lecce,
per manifestare pacificamente il proprio dissenso alla «concezione
dell´immigrazione come problema di ordine pubblico».
Oggi per gli organizzatori è il giorno decisivo. Dalla parole si passa ai
fatti. A Firenze la festa è finita. Adesso tocca a Lecce. E per i vertici
delle forze dell´ordine c´è un´insidia in più. Garantire il diritto di
manifestare liberamente, ma anche proteggere e scortare i ministri dei
tredici paesi del bacino del Mediterraneo: fare in modo, cioè, che non si
verifichino incidenti. Per questo è stata individuata e circoscritta una
"zona rossa". Nelle estreme vicinanze del Castello di Carlo V, sede del
vertice, non sarà infatti possibile sostare. Il traffico sarà bloccato, ed
i manifestanti, che avevano scelto come luogo d´incontro piazzetta
dell´Armonia, dovranno invece ritrovarsi in un punto più lontano, come ad
esempio la zona dell´ex Caserma Massa.
Tra il summit dei ministri degli Interni ed il "contro vertice" dei no
global la distanza sarà non solo a parole, ma anche nei fatti. I
rappresentanti dei tredici paesi del bacino del Mediterraneo e dell´area
ionica - adriatica discuteranno, faranno il punto dello stato di
cooperazione nella prevenzione e nel contrasto all´immigrazione clandestina
e al traffico di droga e armi, e saranno scortati e blindati. Eccezionali,
infatti, le misure disposte per il vertice che vedrà in città anche il capo
della polizia Gianni De Gennaro. Polizia, carabinieri e guardia di finanza
presidieranno gli obiettivi sensibili. Ma la parola d´ordine è, e rimane,
«non ostentare, non enfatizzare».
Lecce come Firenze, appunto, o almeno si spera. La pensano così anche i
componenti del Social Forum del capoluogo salentino che, alle parole di
Francesco Caruso «assedieremo il Castello», rispondono ricordando che la
loro sarà una protesta «assolutamente pacifica». Per gli organizzatori
della contro manifestazione, adesso, è invece tempo di definire i dettagli,
rivedere il programma, raccogliere definitivamente le adesioni. E così le
riunioni si susseguono, le novità si rincorrono. «Abbiamo ultimato e
approvato il documento che racchiuderà la nostra posizione» spiega uno dei
membri del Social Forum di Lecce, Dino De Pascalis, che domani sfilerà per
le vie della città assieme a Rifondazione, ai Verdi, alla Cgil, alla
sinistra dei Ds ed ad altre associazioni in un unico grande corteo. «Domani
mattina -aggiunge De Pascalis - ci sarà la manifestazione in strada che
sarà seguita, nel pomeriggio, da un´assemblea nelle aule dell´ex
Sperimentale Tabacchi». Difficile, quasi impossibile, prevedere il numero
esatto dei partecipanti al contro vertice. C´è chi è ancora a Firenze, e
potrebbe decidere di non spostarsi a Lecce, dove è stata invece confermata
la presenza di Dino Frisullo, di Paolo Cento, di Francesco Caruso, del
professore barese Isidoro Martellaro, e, dulcis in fundo, del "sacerdote
non global" don Vitaliano della Sala.

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L´ORGANIZZATORE Alessandro Presicce: meglio lasciar da parte assedi e
proclami
"Difendiamo con le idee i diritti degli stranieri"
Chiederemo di leggere un documento al rappresentante della Turchia, un
paese che viola i diritti umani

LECCE - Alessandro Presicce è uno dei componenti del Social Forum di Lecce.
«La nostra - assicura - sarà una manifestazione assolutamente pacifica.
Vogliamo ricordare che l´immigrazione non è un problema di ordine pubblico,
ma di carattere sociale».
Francesco Caruso ha annunciato che assedierà il Castello di Carlo V. Qual è
la posizione del Social Forum di Lecce?
«Noi sfileremo in un corteo in modo assolutamente pacifico e democratico.
Non ci saranno problemi. Saremo centinaia e centinaia, anche se è
impossibile quantificare il numero dei partecipanti. A Firenze il forum sui
migranti ha fatto proprio il nostro documento. Ma non è detto che dal
capoluogo toscano arriveranno davvero migliaia di manifestanti».
Dopo Firenze, la protesta dei no global arriva a Lecce, e punta l´indice
contro la politica dei grandi in materia di immigrazione.
«Noi vogliamo manifestare per un concetto diverso dell´immigrazione. Il
fenomeno dei flussi migratori deve essere considerato non un problema di
ordine pubblico, né deve essere affrontato con una logica di guerra
preventiva. È invece una problematica di carattere sociale. Il nostro
contro vertice si chiama "Europa porte aperte". Noi, infatti, immaginiamo
un Europa diversa, che sia capace di offrire accoglienza ai profughi che
fuggono dalle guerre».
Voi porrete l´attenzione soprattutto sul problema del popolo turco...
«Abbiamo chiesto di poter leggere un documento durante il vertice dei
ministri al rappresentante della Turchia, un paese dove sistematicamente
vengono violati i diritti del profughi curdi, e dove non si esclude ci
siano stati dei brogli elettorali».
La scelta di Lecce per manifestare su un tema così importante ha un
significato particolare ?
«La nostra costa è stata da sempre al centro dei flussi migratori, e noi
abbiamo già altre manifestato contro i luoghi di detenzione degli
immigrati. Così come accadrà il 23 novembre. L´onorevole Nichi Vendola si
farà portavoce delle nostre istanze compiendo un´ "ispezione" nel centro
Regina Pacis, mentre il 30 Lecce e Torino saranno insieme in una giornata
di protesta contro i "centri di detenzione per immigrati"».
(g.d.m.)

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IL QUESTORE
Vincenzo Caso: l´importante ora è restare tutti tranquilli
"Firenze è andata bene e qui sarà lo stesso"
Tutto sta procedendo per il verso giusto ma se qualcuno cercherà di
sgarrare noi glielo impediremo
LECCE - «Invito tutti alla tranquillità: certo, se qualcuno avrà un
comportamento sbagliato, noi saremo qui per impedirglielo». Per il questore
di Lecce Vincenzo Caso la situazione per il vertice di domani è sotto
controllo. «Non c´è allarme - assicura - ma la massima attenzione».
Domani a Lecce arriveranno tredici ministri degli Interni, e,
contemporaneamente, si svolgerà anche una manifestazione dei no global.
Cosa accadrà in città ?
«Al momento non ci sono problemi. Il piano di sicurezza è entrato in vigore
già sabato. E tutto sta procedendo per il verso giusto. Del resto, per
domani, non temo disordini. Il vertice dei ministri e la manifestazione in
piazza sono due momenti distinti e separati».
Il Social Forum di Lecce assicura che sarà una dimostrazione pacifica, ma
il leader dei disobbedienti napoletani parla invece di assedio al Castello.
«Io credo che tutto andrà per il meglio. Noi siamo qui per garantire
l´ordine pubblico. Certo è evidente se qualcuno cercherà di sgarrare noi
non glielo permetteremo. Tutto dipende da come si deciderà di esprimere il
proprio dissenso».
C´è un pezzo di città off limits ai manifestanti. Una nuova "zona rossa"?
«Si tratta soltanto delle vie che costeggiano il Castello di Carlo V. nel
tratto interessato saranno chiuse alla circolazione stradale ma non a
quella dei pedoni. E poi, cetro, il corteo non potrà sfilare nelle estreme
vicinanze del Castello e quindi nell´area interdetta al traffico. Il luogo
di ritrovo dei manifestanti non sarà, come si pensava in un primo tempo,
piazzetta dell´Armonia: del resto, domani, anche il tradizionale mercato
non potrà tenersi. Ma comunque lo spostamento è solo di cento metri, non di
più».
Il piano di sicurezza prevede l´impiego di molti uomini. Come saranno
dispiegati?
«In città impegneremo circa trecento unità e ovviamente prevediamo anche
l´impiego di rinforzi. Saranno salvaguardati gli obiettivi sensibili.
Alcune pattuglie sosteranno, ad esempio, in piazza Sant´Oronzo, in piazza
Duomo, o nelle vicinanze degli alberghi».
A Firenze è andata bene: e a Lecce ?
«A Lecce, per il momento, c´è la massima attenzione. Ma l´importante adesso
è essere tranquilli».
(g.d.m.)

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LA LEZIONE DI FIRENZE
GIANNI DI CAGNO

Secondo alcuni, Oriana Fallaci sarebbe ormai rimbambita. Non ci credo.
Certo, l´ultimo sproloquio contro i no global era davvero illeggibile;
certo, ormai assomiglia un po´ al vecchio professor Aristogitone di "Alto
gradimento", quello che voleva "spezzare le ossa" ai propri alunni. Ma, in
fondo, la Fallaci è sempre stata così; anche trent´anni fa sparava
invettive e cavolate contro noi ragazzi dell´autunno caldo, anche allora ci
paragonava ai nazisti e ai fascisti, anche allora accusava il movimento
degli studenti di predicare la rivoluzione "con la fuoriserie e le camicie
di trina". Eppure, di destra la Fallaci non è mai stata, né credo proprio
lo sia ora. e nonostante quelle ingenerose invettive, un ragazzo
culturalmente confuso qual era il sottoscritto alla fine degli anni '60,
divenne di sinistra non leggendo "Il capitale" di Marx bensì "Niente e così
sia" della Fallaci.
La realtà, insomma, è complessa, più complessa di quanto credano sia i
giovani no global sia la Fallaci stessa; con la differenza che, se la
gioventù consente di giustificare i primi, l´esperienza ("gli uomini
parlano dei propri errori e li chiamano esperienza", ha scritto Kundera)
avrebbe dovuto insegnare alla seconda che difficilmente le cose sono tutte
bianche o tutte nere; ben le sta, allora, per la figuraccia planetaria cui
si è esposta pronosticando sfracelli ai fiorentini.
E´ proprio la complessità della realtà, del resto, a rendere necessaria la
politica. Se il mondo fosse bianco e nero, se fosse composto solo di buoni
e cattivi, le mediazioni della politica non avrebbero ragion d´essere. Per
questo, trovo davvero ridicola la contrapposizione tra "politica" e
"società", o, se più vi piace, tra "partiti" e "movimenti": la società
esprime aspirazioni, la politica deve trovare soluzioni; il movimento pone
mille problemi, i partiti devono trovare una sintesi. E per questo,
considero davvero sciocche le ironie sulla partecipazione "critica" dei Ds
alla grande manifestazione di sabato.
In realtà, aderire bisognava: perché questo movimento si fonda su idee di
solidarietà e di uguaglianza tra gli uomini, i popoli e le nazioni; perché
va incoraggiato il nuovo discrimine contro la violenza di piazza; perché in
un´epoca in cui tutto è merce, non si può non essere dalla parte di una
nuova leva di giovani che intendono affrancarsi dal proprio destino di
telespettatori-consumatori, e affermare un´idea di cittadinanza globale. Ma
adesione critica doveva essere, quella della politica: perché il nemico non
è la globalizzazione economica, bensì l´assenza di regole attraverso cui si
va realizzando; perché nuove regole globali postulano autorità
sovranazionali che quelle regole impongano, e dunque il problema non è
rifiutare quelle autorità ma chiederne la democratizzazione; e perché non
basta aspirare alla pace tra gli uomini, ma a volte occorre anche saper
distinguere tra guerra e guerra.
Già gli antichi greci si interrogavano sulla liceità della violenza contro
il tiranno, che poi significa interrogarsi sul concetto di «guerra giusta".
Purtroppo, non è mai facile stabilire se una guerra è necessaria o meno, e
questo spiega la profonda differenza tra la gravità di ogni decisione
politica sulla guerra e la levità dell´utopia pacifista. Per la mia
generazione, giusta è stata la guerra ventennale dei vietnamiti contro gli
occupanti francesi e americani, e scommetto che anche Cofferati è
d´accordo, anche se oggi gioca a fare l´ultrà pacifista con Gino Strada;
proprio non me la sento, allora, di considerare ingiusta la guerra del
Kosovo, che ha posto fine a un decennale scannamento di innocenti sul
nostro uscio di casa. Il vero problema è che anche una guerra giusta
produce ingiusti orrori ("niente quanto la guerra... frantuma la dignità
dell´uomo", scriveva anni fa proprio la Fallaci), per cui la politica,
nell´interrogarsi sulla necessità di una guerra, dovrebbe sempre nutrirsi
di quell´utopica ispirazione pan-pacifista che animava la manifestazione di
sabato. Sì, la politica ha sempre bisogno di un po´ di utopia. Grazie,
allora, giovani e non di Firenze, ma ricordate: senza la politica, l´utopia
è destinata a insterilirsi, a non incidere, a ridursi - come canta Fossati
- a "idee che vanno a morire senza farci un saluto". E grazie anche a tutti
coloro che domani a Lecce dimostreranno che la lezione di Firenze non è
passata invano.
GIANNI DI CAGNO