[RSF] Re: fse e oltre

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Author: dp
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Subject: [RSF] Re: fse e oltre
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Erano un milione con Nanni Moretti (quel regista che se la prese tanto con
il PRC perche' non aveva votato per Rutelli, Popolari, ex democristiani di
sinistra, ex burocrati, Dini, D'Alema, ex guerrafondai umanitari,
privatizzatori ed europeisti alla Maastricht, borghesi piccoli e grandi,
bipolaristi che il "comunismo non e' conciliabile con la liberta'" ma la
Nato si, riformisti alla Blair e io non sono della CGIL ma anche della CISL
e della UIL, campioni dell'istruzione privata, imbonitori del lavoro
precario e delle gabbie salariali che cosi' si trovano un milione di posti
di lavoro per produrre profitto, assertori convinti che chi costruiva i
lager era una vittima come chi vi moriva ecc. ecc.) a manifestare contro la
legalizzazione di qualsiasi marachella abbia compiuto Berlusconi e la sua
corte dei miracoli. E, infatti, il loro nemico e' questo o quel
rappresentante di destra proponendo se stessi come migliori rappresentanti
di uno stesso "ordine di cose" (e faticano oltre misura per dire alle destre
come si fa a conciliare gli interessi della grande industria e dei "padroni"
con alcune esigenze delle masse). Probabilmente molti di loro (forse la gran
parte) ieri non erano presenti o sono tuttora impegnati a chiedere ad un
Presidente, che firma qualsiasi proposta di un Parlamento "a sovranita'
limitata" e impegnato a smantellare la Costituzione, che li ascolti. Il
Presidente vuole imitare Pertini ed e' piu' buono di Veltroni che vuole
imitare Petroselli che non voleva imitare nessuno (anche perche' era il
tempo in cui non eri leader ma parte di un collettivo organizzato). A
Firenze, per quanto tutti dichiarino che non vogliono mettere il cappello in
testa a nessun movimento, partiti riformisti, opportunisti, revisionisti
senza palle, demolitori dello stato sociale, neoliberisti che amano Al Gore
ma hanno in odio che milioni di persone vivano drammi incontrollabili (come
se dipendesse dalla pura fatalita' o dal volere divino), attraverso un
grande lavoro mass-mediatico hanno fatto di tutto per accreditarsi come
amici, parenti, protettori di una grande manifestazione che, nonostante
tutti fingano non sia vero, non ha davvero leader ne' leaderini ma un'unita'
tra diversi (alcuni profondamente diversi) che, per quanto confusamente,
vogliono un'alternativa concreta, e una volta per tutte, allo stato di cose
presente. Non e' casuale che si ignori l'assemblea antimperialista (termine
che spaventa ad utilizzzarlo mentre converrebbe analizzarlo insieme al
fondamentalismo di mercato, l'integralismo dell'homo economicus, l'avanzare
del pensiero unico e guerre infinite) del 10 novembre alla Casa del Popolo
Ponte a Greve di Firenze e che si sorvoli sulle migliaia di bandiere rosse
con i simboli del lavoro (con l'unica eccezione di un certo Ferrara che non
era al corteo probabilmente per non invadere lo spazio occupato da un
milione di manifestanti e che ce l'ha messa tutta per dire: "siate bravi,
chiedete pure ma non confondetevi con Che Guevara") che intendono
valorizzare un incontro tra le lotte di ieri, quelle di oggi e uno scopo
finale, che nel sognare un "altro mondo" vogliono farlo non genericamente,
che intendono misurarsi con un programma ed un progetto che non appartenga
alla logica neoliberista del tanto meglio tanto peggio, degli accomodamenti
tra le parti in conflitto come se lo stesso fosse un perpetuto lavoro
diplomatico. Questi riformisti che hanno scelto di essere il volto umano del
capitalismo (come se lo stesso fosse riformabile) hanno il terrore, non
dichiarato, che il conflitto diventi reale: conflitto di classe. Hanno il
timore che quegli operai licenziati (alla Fiat o alla Cirio, alla Zanon e un
po' dovunque) riscoprano la loro funzione storica, la lotta per l'egemonia,
una nuova unita' tra diversi per conquistare un'altra societa' che
appartenga ai popoli emancipati (vadano, cioe', oltre le lotte corporative).
Temono che un movimento di milioni di persone, soprattutto composto da donne
e nuove generazioni, lavoratori e studenti, libero, critico, incazzato,
disobbediente, non disposto a mettersi in disparte, acquisti una direzione
consapevole e unisca una lotta di resistenza all'avanzare..., la rivoluzione
antifascista a quella dell'uomo e della donna, la battaglia per un'altra
economia a rivolgimenti nella superstruttura. Temono che un nuovo
internazionalismo si concretizzi e si rinnovi nelle lotte del popolo del
Sud, di ogni emarginato, di chiunque subisce ingiustizie... perche' il mondo
non e' diviso tra destre e sinistre (in idea di alternanza) ma tra dominati
e dominanti, oppressori ed oppressi, profittatori e sfruttati... Lula non ha
ancora vinto in Brasile ma puo' vincere se avanza la riforma agraria e i
diritti del popolo indio, se esce dai piani del Fondo Monetario
Internazionale e delle strutture capestro di Bretton Woods, se smantella la
rete di convivenze tra mafia e politica, se resistuisce dignita' alla gente
delle favelas, se riconosce a lavoratori e migranti un ruolo nella gestione
della cosa pubblica e noi possiamo vincere se specifichiamo (dalla sanita'
ai trasporti, dal Lavoro a ogni diritto, dalle lotte alla criminalita'
organizzata a quelle per un'informazione libera, dalla battaglia
ambientalista a quella della qualita' della vita) il che fare e per andare
dove... Abbiamo la necessita' di una, dieci, cento occasioni per il
confronto e lo scontro delle idee, abbiamo urgenza di stare in ogni luogo
(agire territorialmente) per creare coscienza e consapevolezza, per
dimostrare la validita' del nostro pensare nell'agire, abbiamo bisogno di
dare l'esempio lottando anche contro le nostre contradizioni e le nostre
presunzioni, abbiamo necessita' di unire la nostra strada a quelle che in
altre terre sono percorse da coloro che, come noi, sanno che solo una
fuoriuscita dal sistema capitalistico e' la grande tappa per costruire un
mondo nuovo... per raggiungere altri traguardi affinche' il vecchio se ne
vada e un inedito "umanesimo" si affermi...
menene

E intanto accade oggi:
Segue abaixo mais uma triste noticia do assassinato de um companheiro nosso
Osvaldino Viana de Almeida da regiao estuarina do rio Amazonas.
Sindicato dos Trabalhadores Rurais de Afua'
Sindicato dos Trabalhadores Rurais de Gurupa'
Comissao Pastoral da Terra do Amapa'
Federacao dos Orgaos para a Assistencia Social e Educacional -
FASE

e ancora:

Mentre le Organizzazioni Sociali di Arauca (Nord-Est della Colombia) e
delegati del nostro paese stavamo partecipando al FORO SOCIALE EUROPEO di
Firenze con l'obiettivo di far conoscere la problematica latino americana e
il piano di sterminio dei Movimenti sociali da parte del Governo di Alvaro
Uribe Velez, il giorno Venerdì 8 Novembre 2002, alle 10 e 45, nel Municipio
di TAME, Arauca (Colombia) e' stato assassinato il leader sociale JOSE'
RUSBELL LARA, membro dell'Esecutivo del Comitato per i Diritti Umani del
Dipartimento di Arauca.

COORDINAMENTO EUROPEO DI APPOGGIO ALLA CAMPAGNA NAZIONALE ED INTERNAZIONALE
CONTRO L'IMPUNITA'
" COLOMBIA CLAMA JUSTICIA".
ORGANIZZAZIONI SOCIALI DI ARAUCA:
CENTRAL UNITARIAS DE TRABAJADORES CUT SUBDIRECTIVA ARAUCA
ASOCIACION DE USUARIOS CAMPESINOS ADUC ARAUCA
CONSEJO REGIONAL INDIGENA DE ARAUCA
ASOCIACION JUVENIL ESTUDIANTIL REGIONAL ASOJER
MOVIMIENTO COMUNAL
COMITE REGIONAL DE DERECHOS HUMANOS JOEL SIERA (messaggio inviato da
Intifada)

mentre stiamo scrivendo avanzano venti di guerra e continua lo sterminio di
milioni di vite con altre guerre silenziose...
Il 12 dicembre chiediamo verita' sulle stragi di Stato manifestando anche
davanti al Parlamento, chiediamo le dimissioni di questo governo corrotto
dicendo, allo stesso tempo, noi siamo fuori e contro il bipolarismo e questo
sistema maggioritario truffa, chiediamo una totale riforma dell'ONU per
un'organizzazione dei popoli, pretendiamo il rispetto di ogni diritto a
partire dal Lavoro, contrastiamo le scelte del FMI e di ogni struttura
asservita all'organizzazione mondiale delle disugualianze, diciamo no al
neo-colonialismo e al neo-schiavismo, al razzismo, a ciniche e impietose
politiche imperiali...



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